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Halo 5 e Hunt the Truth, Seconda Stagione: la traduzione dell'Episodio 05

Sul fanta-blog Hunt the Truth continua il racconto di Maya Sankar, nota in precedenza come l'hacker FERO, sulle operazioni dell'ONI in cui era coinvolta. Vi riportiamo oggi la traduzione dell'episodio 05 della seconda stagione, proposta sempre in collaborazione con i ragazzi di 17K Group che ringraziamo nuovamente. Buona lettura!


Elenco traduzioni precedenti:


 

Episodio 05 - Where the Third Life Shines

 

Non riuscivo a credere che fossimo riusciti a scappare ancora tutti interi, ma la regina della nave aveva accettato le nostre condizioni e ora lo spettacolo orripilante dei Jackal era alle nostre spalle. Eravamo vivi e fortunatamente al di fuori del perimetro dei Jackal.

Black Box: Ho appena finito di analizzare le letture atmosferiche del chip dati di Ari.
Maya/FERO: Quindi ora ci aiuti? credevo che fossi un predone corporativo.
Black Box: Lo sono. Ma ho immaginato che lo avresti fatto fare a Mshak dunque ho deciso che sarebbe stato più appropriato farlo accuratamente. Fra queste letture e quelle delle altre quattro colonie, compensando le condizioni atmosferiche per ogni singolo pianeta, è emerso un modello ricorrente.
Maya/FERO: Un modello? di che genere?
Black Box: Nei giorni prima degli eventi ogni pianeta ha subito lo stesso genere di anomalie gravitazionali ed elettromagnetiche.
Maya/FERO: Dunque se noi troviamo un pianeta che ha gli stessi disturbi… possiamo predirre la prossima anomalia! Mshak? Puoi fare un controllo incrociato fra quelle condizioni e delle colonie vicine?
Mshak: Sono già al lavoro. Posso accedere solo ai mondi vicini, ma c’è un riscontro: un pianeta di nome Laika 3. In parole povere stanno per passare una pessima giornata.
Bostwick: Bhe dobbiamo sbrigarci, dobbiamo aiutarli, dirgli di evacuare, qualunque cosa possa andare bene!
Black Box: Prima che vi dirigiate là, è necessario che sappiate che ho inviato le scoperte al quartier generale ONI.
Maya/FERO: Tu hai fatto cosa?
Mshak: SPARAGLI!
Black Box: Un pianeta densamente popolato sta per subire un’anomalia che si è rivelata catastrofica finora. Milioni di vite sono a rischio, il governo di quel pianeta ne deve essere informato per prendere la corretta decisione.
Maya/FERO: L’ONI non salverà quella gente! Lasceranno quelle persone morire perché è quello che fanno, lo sai.
Mshak: sparagli!
Black Box: Certo Maya, certo che lo so, l’ONI non si sforzerà di salvare quelle vite su Laika 3 perché tali vite non possono essere salvate.
Bostwick: Tu non puoi saperlo!
Mshak (sottovoce): dovresti proprio sparargli.
Black Box: L’UNSC manderà a terra truppe per limitare i danni.
Bostwick: vuoi dire che volete controllare la storia?
Black Box: I nostri sforzi risparmieranno alle colonie del panico non necessario.
Bostwick: Non necessario? A me sembra proprio necessario!
Black Box: posso assicurarti che è quasi certamente troppo tardi per evacuare ogni centro abitato di maggiore importanza su Laika 3. Quelle persone moriranno, ma altre potranno essere salvate.
Bostwick: Dobbiamo almeno provare!!!

Avevo passato anni a fingermi un eroina, comportandomi in modo appariscente. A me stessa avevo sempre detto che era solo una recita, ma con Bostwick di fronte a me, pronta a rischiare tutto, sapevo che ci credevo anche io. E se ci credevo, perché non renderlo reale? Cosa Maya avrebbe fatto in questa situazione non mi era affatto chiaro, ma quello che avrebbe fatto FERO, a questo punto mi era decisamente chiaro.

Maya/FERO: Imposta le coordinate per Laika 3.

Uscendo dall’iperspazio, lo schermo della cabina di pilotaggio venne riempito da colori verdi e blu: Laika 3 non solo sembrava una Terra, sembrava anche una Terra perfetta. Bella e rigogliosa, punteggiata da città ma non invasa da esse. Anche Bostwick che non era una che si lasciava di certo emozionare dal paesaggio era rimasta sorpresa.

Bostwick: Tutti quelli sono alberi?
Black Box: hmm-hmm. Non mi affezionerei troppo.
Mshak: C’è anche della gente laggiù.
Black Box: Già, milioni di loro, il che mi rende curioso su come Maya intenda convincere tutti loro a prestare attenzione alle apparentemente folli previsioni di FERO, una nota terrorista, e poi convincere tutti ad evacuare su questo trasporto da dieci posti. Non avrò un corpo fisico ma anche a me sembra di avere poco spazio.
Maya/FERO: Hai ragione, non possiamo evacuare tutti, ma non ne abbiamo bisogno. Se l’evento avverrà come a Conrad Point, sarà tutto concentrato in una sola regione, dobbiamo evacuare solo la gente che si trova sopra di esso.
Mshak: Ho già cominciato a controllare la superficie in cerca di irregolarità. Se il modello è-

*Si sente un suono di propulsori e un’esplosione che manda gambe all’aria l’equipaggio*

Il primo colpo fu così forte che credevo fossimo andati a sbattere contro un satellite, ma poi un messaggio comparve sul pannello di controllo. “Io ti vedo, FERO”.

Maya/FERO: Ilsa…

Ilsa Zane. Lo spartan alto due metri ribellato e impazzito, con piani di guerra con l’UNSC. Il bombardamento aveva raso al suolo la sua base e reso me il suo nemico numero uno.

Bostwick: Come ci ha trovati?
Maya/FERO: Deve aver messo un tracciante sul mezzo. Non importa: è qui ora.

Cercai di pensare: ci superava in potenza di fuoco, ma forse potevo tentare di fare un salto nell’iperspazio; ma era già troppo tardi.

*Un secondo razzo colpisce il mezzo*

Black Box: Abbiamo appena perso i motori.

Mshak si mise a parlare al comunicatore.

Mshak: Ehi ciao a tutti, una domanda veloce: avete pensato che su questa nave possa esserci qualcuno che non vi abbia mai fatto nulla e quindi-
Maya/FERO: Allontanati da lì… Ilsa? Ascoltami. Quei coloni lì sotto sono tutti in pericolo. Un evento sta per accadere-
Ilsa: E tu mi ci hai portato. Immagino di doverti ringraziare, FERO. Qualunque cosa ci sia là sotto ha mandato nel panico l’UNSC, e uno strumento così potente sarebbe davvero un compenso molto buono all’esercito che mi hai strappato di mano. Quindi prenderò controllo di quella cosa e la ficcherò in gola all’UNSC, fino dentro alle loro budella. Tra l’altro, addio FERO.

*Un terzo razzo colpisce il mezzo*

Cercai di riprendere il controllo del mezzo quanto più velocemente possibile, ma Ilsa aveva già danneggiato la maggior parte dei nostri sistemi.

Black Box: Maya, lasciami prendere il controllo.
Maya/FERO: Perché? così puoi farci schiantare intenzionalmente a terra?
Black Box: No, per salvare le vostre vite! Non hai l’abilità necessaria per fare atterrare la navetta con questi danni, ma io sì!

Riuscivo già a sentire il calore del rientro in atmosfera scaldarmi. Stavamo penetrando l’atmosfera ad una velocità pazzesca e lo scafo della nave stava a malapena attaccato.

Bostwick: Fallo FERO! Se la nave va perduta siamo morti, ma va bene che sia lui a prendere il controllo! Al limite ci sveglieremo in mano all’ONI!
Black Box: Maya? Lo prometto, non voglio che tu rimanga danneggiata. Tu non puoi far atterrare la nave, io sì!

Riuscii a sentire la nave scaldarsi intorno a me, le guarnizioni che cominciavano a fondersi, e poi…

Maya/FERO: VA BENE! VAI!

Passai i comandi a BB e chiusi i miei occhi mentre la forza gravitazionale aumentava la sua presa sul mio corpo. E poi… tutto era semplicemente nero. Perché… non posso ricordare? è tutto sfocato, più ci provavo più difficile era ricordare, l’unica cosa che sembrava vera era il fuoco, poi la terra e il cielo. Ricordo che in seguito la prima cosa che sentii fu la sensazione di avere dei tessuti freschi sulla mia pelle, il profumo dell’erba e della neve che si scioglie… Non volevo aprire i miei occhi, la sensazione era piacevolissima, mi sentivo al sicuro: per un momento sembrò che tutto fosse stato solo un sogno. Mi sarei svegliata nella casetta, mio padre mi avrebbe svegliato col suo sussurro. Sentii la sua voce mentre aprivo i miei occhi.

????: Buon giorno, mia cara.

Lo splendore del sole mattutino era morbido e piacevole intorno a lui, si trovava sopra di me… ciò che vidi per primo fu uno sguardo affettuoso. Fissavo i suoi occhi senza riuscire a distinguere altro, ma presto riuscii a riprendere i sensi. E lo vidi: magro, pelle pallida, barba trasandata e… niente sopracciglia. Lo avevo già visto prima, in un video che Mshak mi aveva mostrato al rifugio: Dasc Gevadim, il leader del culto della Triade.

*Maya si agita*

Dasc: Va tutto bene! Sei al sicuro! Sei protetta.

Cercai di ricollegare tutti i pezzi del puzzle: lo schianto, dovevo essere sopravvissuta, la Triade doveva avermi trovata e portata qui… e poi ricordai.

Maya/FERO: Bostwick? Mshak?

Mi misi in piedi immediatamente, ma fu troppo veloce, la mia testa pulsava, caddi sul letto.

Dasc: Piaaano mia cara, il tuo corpo è dolorante, la tua mente è confusa, sei sopravvissuta a un notevole incidente, hai passato davvero una brutta esperienza. Ma ora puoi confortarti: i tuoi amici sono vivi, TU sei viva. Sul serio, siete tutti qui e siete al sicuro.
Maya/FERO: Devo vederli…
Dasc: E lo farai! Molto presto. ohoho, perdona il mio entusiasmo, devi sapere che il fatto stesso che tu sia qui non è casuale. Il nostro universo ci ha sempre spinto a muoverci verso una coincidenza, non tanto dall’attrazione per la coincidenza quanto per una spinta verso l’inevitabilità. Abbiamo quasi raggiunto quel punto di sparizione, e lungo questo percorso finale, i frutti di questa convergenza sono maturati esponenzialmente. E ora, tu, giungi faticosamente dalle nuvole in un lampo infuocato e rombante, WUUUU SHBHOOM, waha! L’ho visto e sono caduto in ginocchio, i miei dubbi che mutavano in sbalordimento, divorati dalle fiamme e pazientemente in attesa che la mia gente dicesse che tu eri sopravvissuta! E poi, quando mi dissero chi eri, che sapevo chi eri stata!

Rimasi di ghiaccio. Chi pensava che fossi? Quel sorriso che mi sparava contro cominciò a sembrare inquietante e pericoloso.

Dasc: Questo è il giorno! La trascendenza sta per giungere e tu, la grande FERO, sei caduta dal cielo stesso appena in tempo!
Maya/FERO: ma come…?
Dasc: La mia vita è semplice modestia.

*Dasc interrompe FERO che cerca di parlare*

Dasc: No no, ti prego, non parlare! Non dobbiamo permettere che lo squisito nettare della tua mente sfugga dalle tue labbra senza essere catturato per essere tramandato ai posteri. Unisciti a me nel giudizio: non sai quanto bene stai facendo per l’umanità in questo momento.

Stavo cercando di mettere tutto assieme ma la mia testa era ancora in disordine, ma prima che riuscissi a rendermene conto prese la mia mano e mi aiutò a camminare fuori, alla luce del mattino. Tutto accadeva più velocemente di quanto io potessi elaborarlo. L’accampamento della Triade era sparso lungo una piccola radura circondata da una foresta non fitta. C’era qualche edificio permanente in giro ma la maggior parte della gente sembrava essere appena arrivata. Ognuno, uomini, donne, bambini, erano vestiti con delle semplici tuniche, legate alla vita. Sorridevano con le labbra serrate e abbassavano la testa al nostro passaggio, tutti avevano lo stesso taglio di capelli e le sopracciglia rasate, un bagliore profondo nei loro occhi. Sembrava quasi che condividessero fra loro qualcosa di stranamente riservato. Qualche uomo di mezza età stava rotolando a turni lungo una collina, danzavano come bambini, intrisi di sudore. Tutti continuavano a toccarsi il girovita a vicenda, a piegare la testa assieme, canticchiavano a bocca chiusa, potrei giurare di aver sentito un bambino piangere nella foresta ma nessun altro sembrò curarsi della cosa. Sotto a questa pace sembrava che qualcosa stesse ribollendo. Qualcosa si scuoteva sotto la terra, appena sotto la superficie, qualcosa pronto ad esplodere. Mentre Dasc mi guidava attraverso questa scena surreale, continuava a conferire dei cenni paternali ai suoi seguaci; l’aria fredda cominciava a farmi riprendere coscienza pungendomi le guance, quindi realizzai che Dasc aveva stretto la mia mano per tutto quel tempo. Mi sentii come se fossi corrotta.

Dasc: Lo sapevi che quando i Covenant erano la potenza dominante in questa galassia erano governati da gerarchi? Un trio di profeti guidò attraverso una nuova era con la benedizione di un oracolo. Questi gerarchi avevano giustamente percepito la continuità e deciso di guidare il gregge attraverso di essa, ma la loro arroganza nella ricerca ha fatto sì che mal comprendessero gli antichi testi, credendo che il trapasso dovesse essere fisico, quando in verità l’ordine delle tre cose è dentro di noi. Una grande rinascita sta per arrivare, mia cara.

Dasc mi condusse in una piccola stanza, all’interno vidi dei vecchi strumenti medici disposti su un tavolo.

Maya/FERO: Cos’è questo?
Dasc: Solo un piccolo test! Senza alcun effetto o attesa. Non faranno nulla se non prendere il segno che hai deciso di seguire nella tua vita. Per favore, siediti.

Mi sedetti sul tavolo di fronte a Dasc mentre uno dei suoi seguaci metteva dei vecchi aggeggi metallici sulle mie mani e sulla mia testa; Dasc non distolse mai lo sguardo da me, non smise mai di sorridere. Guardai l’uomo che mi preparava per la valutazione, la sua faccia era molto più vicina del necessario alla mia. Vidi dei cerchi neri dietro quegli occhi disperati, un sorriso duro scavato profondamente dentro quella sua pelle liscia, ma il suo alito sapeva di bile; trattenni il fiato.

*Il seguace di Dasc sussurra una specie di preghiera*

Dasc: Ti rigrazio.

L’uomo si fece avanti e baciò la guancia di Dasc, e poi si mise con le spalle al muro e con le mani sul suo cuore. Quel sorriso era ripugnante.

Dasc: Che cosa sai su di me, FERO?
Maya/FERO: Sei un leader spirituale.
Dasc: ehe… quelle sono parole vuote giunte da giudici molto lontani. Cosa sai di me?
Maya/FERO: Tu sostieni che ognuno di noi è dotato di tre vite spirituali e tu spingi i suoi seguaci a fare in modo di unirle tutte e tre. Dici loro che è così che possono raggiungere la trascendenza. Tu credi anche che queste anomalie siano un modo per raggiungere lo scopo.
Dasc: Molto bene. Ma mentre il mondo ti riempie di parole, queste non vengono dal profondo di te. Perché opponi così tanta resistenza alla verità?
Maya/FERO: Perché io penso che tu stia fregando tutti.

*I seguaci cominciano a mormorare una specie di sermone per contrastare una blasfemia*

Quello sembrò agitare i seguaci di Dasc. Alzò la sua mano e si fermarono.

Dasc: Ti prego, continua.
Maya/FERO: Tu hai creato un sistema auto-giustificante e l’hai avvolto nel misticismo, poi ne fai uso per fare delle prede della gente disperata!
Dasc: Non faccio preda di nessuno, ognuno qui è giunto secondo la propria volontà.
Maya/FERO: Sono tutti qui a causa tua! Perché in qualche modo la tua filosofia implica che sia tu a guidare la cosa in persona. E’ così che hai impostato la cosa, per questo continui a spostare il bersaglio, cosicché abbiano sempre bisogno di te! Questo ti rende un ciarlatano predatore. A dire il vero, sai cosa penso Dasc?
Dasc: Dimmelo.
Maya/FERO: Penso che questa anomalia verrà fuori dal terreno e morirete tutti quanti. Penso anche che se non mi mostrerai presto dove sono i miei amici, comincerò a fare a pezzi questo luogo.

Gli occhi di Dasc scattarono immediatamente verso un suo seguace. Immediatamente portarono Mshak nella stanza.

Maya/FERO: Mshak?
Mshak: FERO!
Maya/FERO: Stai bene?
Mshak: Sì sto bene! Ehi, guarda un pò questa tunica fichissima che mi han dato.
Maya/FERO: Grandioso Mshak, ma dov’è Bostwick?

Mshak mi guardò e poi fece un segno sulla sua testa in direzione di Dasc e dei suoi seguaci che parlavano in un angolo. Apparentemente non voleva che si preoccupassero di dove fosse Bostwick.

Mshak: Ah Bostwick! è… nei campi, che aiuta coi nuovi arrivi!

Non riusciva per nulla a mascherare la cosa, ma non avevo comunque idea di dove fosse Bostwick. Ma prima che potessi chiederlo, Dasc era di nuovo nelle mie orecchie.

Dasc: Io vedo il dolore che ti strugge FERO! Le grandi perdite che hai subito, le due vite distinte e sconnesse che hai vissuto… è ora che tu le connetta e provi a vivere la tua terza persona, solo allora potrai veramente trovare la pace.
Maya/FERO: Come facevi a sapere che l’anomalia avrebbe colpito qui?
Dasc: L’ho sentita arrivare! La trascendenza ci canta di continuo se sei in grado di ascoltarla, mia cara! Oooh, quella voce è un grande lamento attraverso il cosmo e mi ha fatto giungere qui con niente più che meno dell’inevitabilità! Stiamo per assistere a una rinascita per l’umanità! Coloro che staranno con me nella coesione di sé, troveranno la pace.

Avanzò verso di me mentre il suo sorriso spariva dal suo volto.

Dasc: Coloro che si aggrappano ancora a loro stessi saranno fatti a pezzi. Ma non preoccuparti mia cara, non lascerò che questo accada a te.

Allontanò velocemente il suo volto da me e si avviò fuori dalla stanza rapidamente coi suoi seguaci appresso.

Maya/FERO: Mshak, dobbiamo andarcene ora.
Mshak: Va bene.

Mentre mi girai verso la porta mi resi conto che mezza dozzina di uomini erano arrivati e stavano fuori in posizione di guardia. Dasc non ci avrebbe lasciato andare! Cercai un’altra via di fuga nella stanza, quando gli uomini fuori cominciarono a lasciarsi andare in un lamento.

Dasc: così fratelli, gridate! Sì! Sìììì!

Dasc venne ancora dentro la stanza e mi porse la mano.

Dasc: FERO, caduta dal cielo, alzati e unisciti a me, perché sei tra coloro che sarranno testimoni.

Ci condussero nella radura, tutti i seguaci erano sparsi in giro in piedi con le mani alzate, mentre facevano gemiti, non sapevo cosa stessero cercando di fare, poi vidi le rocce.

Mshak: Sì, questo non è normale.

Rocce, rami, si stavano sollevando, galleggiavano nell’aria intorno a noi, sentii i miei piedi alleviarsi del mio peso sul terreno.


Black Box: interferenze gravitazionali…
Maya/FERO: Dobbiamo andare, sbrighiamoci!

C’erano pezzi del mondo che fluttuavano ovunque.

Dasc: Dolci figli dell’universo!

Mi voltai verso Dasc che si trovava in mezzo alla radura, i suoi seguaci si radunavano intorno a lui. Improvvisamente Dasc stava levitando ad un metro dal suolo, guardando il cielo!

Mshak: Lo state vedendo anche voi?!?

*Dasc comincia a fare un sermone incomprensibile parlando dell’anomalia*

Mentre Dasc levitava sopra il suolo, vidi anche alcuni dei suoi seguaci cominciare a levitare, i loro piedi che si sollevavano lentamente dal terreno, poi Dasc si girò e guardò dritto verso di me.

Dasc: LA FINE! STA AVENDO INIZIO…

Traduzione a cura di Andrea Buzzi

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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