MondoXbox

Live your
passion!

MondoXbox

MondoXbox



Gears of War: Reloaded

Recensione - Gears of War: ReloadedXbox Series X | S DigitalGame

A distanza di quasi 20 anni dall’uscita della versione originale ed a un decennio esatto dalla prima remastered, Xbox e The Coalition, supportati da Sumo Digital e Disbelief, portano sulle console di ultima generazione (e non solo Xbox!) Gears of War: Reloaded, nuova riedizione del primo, leggendario, Gears of War. Scopriamo insieme quali miglioramenti sono stati introdotti per l’occasione e se vale nuovamente la pena imbracciare il fidato Lancer per andare a caccia di locuste.
Articolo scritto a due Lancer da Mirko "ThorX360" Rossi (Campagna) e Matteo "maguzzolo" Merlano (Multigiocatore).

Il Gioco

Gears of War: Reloaded è la nuova riedizione di Gears of War, che aggiorna l’edizione rimasterizzata pubblicata nel 2015 con l’etichetta “Ultimate Edition” introducendo una lunga serie di novità, principalmente legate al comparto grafico, sia dedicate alla Campagna sia specifiche per il comparto multigiocatore. Per quanto riguarda la Campagna non ci sono ovviamente novità sul fronte dei contenuti: questa nuova edizione include l’intera esperienza originale pubblicata nel 2006 più tutti i livelli aggiuntivi pubblicati successivamente come esclusiva PC e poi “traghettati” su console con l’uscita della Ultimate Edition. Se volete recuperare le nostre recensioni dell’epoca, qui trovate quella del 2006 e qui quella del 2015. L’intera Campagna è interamente localizzata in italiano e può essere affrontata in solitaria o in co-op con un altro giocatore, sia in locale sia online. Da questo punto di vista la vera novità risiede nella presenza del cross-play, che permette di unire le forze con i giocatori di qualunque altra piattaforma, inclusi i possessori di PS5 su cui il gioco approderà per la prima volta proprio con questa edizione.

MX Video - Gears of War: Reloaded

Le novità principali da questo punto di vista riguardano quindi l’aspetto tecnico. Gears of War: Reloaded porta con sé una lunga lista di migliorie e upgrade, resi possibili dalla potenza delle macchine di ultima generazione. La prima, quella più evidente, è che il titolo può finalmente lasciarsi alle spalle il limite dei 1080p e raggiungere la massima risoluzione sulle piattaforme attuali, ovvero 1440p su Series S e 4K su Xbox Series X. La seconda, forse ancora più importante, è che su entrambe le console il titolo propone una sola modalità di rendering a 60fps, il tutto con pieno supporto alle più recenti tecnologie come HDR e Dolby Vision. A questo si affiancano l’introduzione di asset in 4K e texture rimasterizzate, un sistema di illuminazione potenziato con annesso miglioramento nella gestione di ombre e riflessi, un anti-aliasing ottimizzato con l’aggiunta della cosiddetta “Super Resolution”, il supporto alla tecnologia VRR e una gestione migliorata dei tempi di caricamento che ha permesso di eliminare quasi del tutto le schermate di caricamento durante la Campagna. Sul fronte audio Gears of War: Reloaded può invece beneficiare del supporto alla tecnologia 7.1 con audio spaziale 3D.

Ma come si traducono a schermo tutte queste novità una volta avviata una partita? Le prime cose che saltano all’occhio sono ovviamente la pulizia generale e il livello di dettaglio, sia da vicino che sulla distanza. Rispetto alla versione precedente, che già migliorava in modo sensibile l’esperienza originale, Gears of War: Reloaded la qualità sotto questo punto di vista è nettamente superiore, in primis per la quasi totale assenza di aliasing e per l’introduzione di asset e texture in grado di reggere il passo con l’aumento della risoluzione. La seconda cosa che ovviamente colpisce è la fluidità dell’azione. Per quanto tutti abbiamo giocato e ci siamo divertiti nel triturare locuste a 30fps, è innegabile che un gioco del genere non possa che trarre beneficio da una frequenza di refresh maggiore, specie se questo non influisce minimamente sulla risoluzione o il livello di dettaglio.

img
Andando avanti con la Campagna si iniziano poi ad apprezzare anche tutti gli altri miglioramenti introdotti. La gestione dell’illuminazione migliorata, che influisce anche su ombre e riflessi, dà il meglio di sé nella parte centrale dell’avventura, quando Marcus e gli altri COG sono costretti a muoversi per le strade buie o all’interno di luoghi scarsamente illuminati, mentre nelle sezioni narrative è più facile percepire le novità introdotte nel motore grafico per migliorare la fase di elaborazione finale dell’immagine e restituire al giocatore un’esperienza ricca di effetti particellari e priva di qualsivoglia tipo di artefatto particolarmente evidente. Di atto in atto è poi impossibile non percepire i grandi passi avanti fatti sul fronte audio, specie per chi gioca con cuffie surround di buona qualità o comunque con sistemi in grado di riprodurre in modo accurato l’audio 3D. Durante i combattimenti più serrati la sensazione è proprio quella di trovarsi in mezzo al campo di battaglia, con i proiettili che fischiano da ogni parte, le esplosioni che rimbombano nelle nostre orecchie e la voce delle locuste interrotta solo dal rumore arrugginito della nostra motosega.

Anche per quanto concerne la componente Multigiocatore, gli interventi relativi al comparto grafico fanno la parte del leone. Innanzi tutto, Gears of War: Reloaded porta il frame-rate delle partite online a 120fps, sia su Series X che su Series S: sappiamo bene come il numero di frame generati al secondo sia particolarmente importante nelle partite online e sotto questo aspetto con Gears of War: Reloaded potremo goderci (a patto di disporre di uno schermo adeguato, non lo si dimentichi!) scontri decisamente più fluidi e meccaniche di gioco più precise. Ma siccome anche l’occhio vuole la sua parte, questa nuova edizione ci propone tutte le mappe in versione completamente rimasterizzata, con asset e texture portati alla risoluzione massima supportata dalle rispettive piattaforme ed effetti (luci, ombre, anti-aliasing, eccetera) rivisti e migliorati, analogamente a quanto già indicato parlando della Campagna.

img
E attenzione, quando diciamo “tutte le mappe”, intendiamo veramente...tutte! Infatti Gears of War: Reloaded contiene ogni mappa mai apparsa nel gioco, incluse quindi quelle originariamente commercializzate tramite MapPack e quelle al tempo pubblicate solo per PC: ciascuna disponibile in questa versione nel suo massimo splendore.

Se tutto ciò salta evidentemente all’occhio accedendo ad una partita di Re della Collina o ad un più classico Team Deathmatch (inutile dirlo, tutte le modalità della versione originale sono riproposte in questa edizione), va rimarcato che non ci si è limitati a questo. The Coalition e gli altri studi coinvolti hanno anche lavorato “sotto il cofano” del gioco, realizzando un completo rinnovamento dell’infrastruttura di back-end, dotando Gears of War: Reloaded anche di nuovi server dedicati e garantendo una migliore copertura territoriale con i propri Data Center.

Come si traduce in concreto tutto questo? Effettivamente la resa delle mappe è notevolmente migliorata, così come l’aumento di frame rate non può che risultare evidente, specie giocando con un monitor in grado di supportare i 120 frame al secondo. A mio giudizio i miglioramenti più evidenti si possono notare nelle mappe poco luminose, con aree di ombra e luce adesso nettamente più convincenti, ma a parte le considerazioni puramente estetiche, il tutto ha un impatto anche sulla giocabilità, ad esempio la maggiore definizione e la nuova gestione dell’anti-aliasing hanno reso la “roadie run” (la celebre corsa “a testa bassa”) molto più intellegibile, oltre che spettacolare, rispetto al passato.

img
Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio, ci troviamo di fronte ad una riproposizione fedele di quanto già conosciuto. Chi arriva solo con questa edizione ad approcciare il multiplayer di Gears of War avrà a che fare con un prodotto per molti versi fortemente anomalo rispetto ai trend attuali: niente classi, niente skill, nessuna specializzazione, pochissime concessioni anche alle customizzazioni cosmetiche (a differenza delle poco lodevoli derive dei più recenti episodi...). Il multiplayer di Gears of War: Reloaded è un’esperienza quasi primordiale, certamente non priva di difetti e garanzia di frequentissime frustrazioni, ma anche fonte di soddisfazioni impagabili: è un pezzo di storia del gaming che credo sia giusto preservare nelle sue caratteristiche e peculiarità. Detto questo, e fatte quindi salve le “regole del gioco”, mi auguro nondimeno che il gioco venga adeguatamente supportato a livello di debug e anche di contrasto al cheating: confesso che nelle partite giocate per realizzare questa recensione alcune fasi di gioco hanno saputo suscitare in me una... fortissima perplessità!

Il Multigiocatore è ovviamente il contesto dove si manifestano gli effetti tangibili della scelta di pubblicare il gioco come titolo multipiattaforma e Gears of War: Reloaded risulta realizzato in totale coerenza con questa scelta. Dalla sezione “Account” delle Impostazioni è possibile attivare o meno il cross-play con altre piattaforme: interessante notare che è disponibile un’opzione per così dire “intermedia” che permette di limitare il cross-play ai soli giocatori su (qualsiasi) console: effettivamente la possibilità su PC di giocare con mouse+tastiera (e magari con specifiche grafiche ulteriormente spinte, sui sistemi più performanti) crea un ragionevole fattore di differenziazione tra le due community e questa opzione va tenuta in giusta considerazione. Inoltre, anche in fase di creazione e gestione della lobby, a fianco di ogni partecipante appare chiaramente la piattaforma di appartenenza e mi sento di spendere un plauso per la scelta di connotare questa informazione in maniera assai chiara e diretta: chi gioca su Xbox ha il classico logo su sfondo verde, chi gioca da Ps5 ha il logo PlayStation su sfondo azzurro, e così via.

img
Da non dimenticare infine, parlato in senso lato di multipiattaforma, che il gioco è Play Anywhere per l’ecosistema Xbox, per cui con una sola licenza si ha diritto a giocare a Gears of War: Reloaded sia su console che su PC, con condivisione dei salvataggi e dei progressi di gioco. È poi opportuno ricordare che il titolo è incluso nel catalogo Xbox Game Pass Ultimate e che tutti i possessori della Ultimate Edition del 2015 in formato digitale riceveranno (o dovrebbero aver già ricevuto) un codice per riscattare gratuitamente questa riedizione.

Amore

Un capolavoro, nella sua “veste” migliore

- In questa recensione non ci siamo soffermati troppo sul gameplay o sulla trama di Gears of War, per il quale almeno su Xbox speriamo non servano particolari presentazioni. Il gioco, anche a distanza di 20 anni, si propone come uno dei picchi più alti raggiunti dal genere degli sparatutto in terza persona e, pur senza aver inventato il genere dei cosiddetti “cover shooter”, rappresenta senza ombra di dubbio il momento in cui sono state definite le basi di questo particolare sottogenere. Ecco, in Gears of War: Reloaded ritroviamo tutto questo con una veste grafica aggiornata per sfruttare gli hardware di ultima generazione. Seppur in alcuni aspetti, come i modelli poligonali o le architetture, sia ancora possibile intravedere piccoli sprazzi dell’epoca 360, si tratta quindi della versione “definitiva” del titolo, che siamo sicuri permetterà al gioco di restare nel cuore dei giocatori ancora per parecchi anni.

60fps che fanno la differenza

- Come ho scritto nella parte descrittiva, non sarebbe giusto “rinnegare” il passato con il titolo e tutte le grandi emozioni che ha saputo regalarci sin dal 2006 pur essendo limitato a soli 30fps. Sarebbe però altrettanto ingiusto non sottolineare come il raddoppio della frequenza di refresh, che in alcune condizioni può quasi quadruplicare nella modalità multigiocatore, rappresenti un passo in avanti enorme per un titolo simile. Si tratta inoltre di un miglioramento in grado di rendere allo stesso tempo il gioco perfettamente godibile per chi lo gioca per la prima volta sulle console di ultima generazione, sulle quali sappiamo i 30fps vengono mal digeriti da una parte dell’utenza, e quel tanto che basta “nuovo” per risultare accattivante anche per chi ha già investito un considerevole numero di ore di vita sulla versione originale e/o sulla Ultimate Edition del 2015.

Audio sbalorditivo

- Onestamente non pensavo che la semplice aggiunta dell’audio spaziale in 3D potesse davvero fare così tanta differenza, ma dopo aver giocato praticamente l’intera campagna indossando delle cuffie non posso che affermare che il salto di qualità rispetto al passato è davvero incredibile. Grazie alla tecnologia introdotta, potrete facilmente intuire da dove vi stanno sparando, da quale parte è rimbalzata una granata dopo essere stata lanciata e dove si è aperta l’ultima buca di vermi da richiudere a suon di piombo per non essere soverchiarti dall’ennesima ondata di Locuste fuoriscite dal terreno.

Odio

Qualche sbavatura in eccesso

- L’operazione di upgrade grafico presente in Gears of War: Reloaded, seppur ottimamente riuscita, non può purtroppo definirsi perfetta. Durante la mia prova sono infatti incappato in qualche glitch di troppo, in rallentamenti evidenti (specie su Series X) e in qualche modello completamente privo di texture. Inoltre, se è vero che dall’inizio alla fine della Campagna non si vedono più le leggendarie schermate di caricamento, è altrettanto vero che l’esperienza non è del tutto priva di interruzioni o piccole schermate nere di transizione tra una zona e l’altra. A questo aggiungo poi che, a fine 2025, è davvero avvilente doversi nuovamente infuriare con i proprio compagni di squadra perché continuano a frapporsi tra noi e i nemici durante le sparatorie o dover ripetere più volte le sezioni stealth perché Dom decide sempre di andare a pestare i piedi al Berserker invece che restare nascosto. Infine, anche in questo caso non è stata sfruttata l’occasione per inserire la tanto agognata modalità Foto. Un maggiore impegno da questo punto di vista avrebbe sicuramente aiutato.

Nostalgia canaglia

- Forse sarò soltanto io, ma a ogni nuova remastered o simile mi sembra che Gears of War perda per strada qualcosa del suo “fascino” originale. So che probabilmente l’aspetto della versione del 2006 era in buona parte da attribuire alla versione modificate dell’Unreal Engine 3 usata per dare vita al mondo di Sera, ma ammetto che mi dispiace davvero che nel tempo il gioco abbia, per così dire, sacrificato quell’aspetto un po’ sporco e quella palette cromatica verde-grigiastra che nella mia mente sono da sempre uno dei tratti distintivi del gioco in virtù di una resa grafica più pulita e definita. Forse si sarebbe potuto mettere una pezza a questa situazione introducendo la possibilità di passare dalla versione più recente a quella originale, un po’ come fatto con Halo nella The Master Chief Collection.

Occasioni sprecate

- Mentre è assolutamente condivisibile l’intenzione di non alterare, pregi e difetti, le meccaniche di un PvP storico e giocatissimo come quello di Gears of War, questa sarebbe stata l’occasione perfetta per intervenire su tanti elementi di “quality of life” che non riguardano il gameplay vero e proprio, e non è stato fatto. Ad esempio, perché non introdurre il concetto di Partita Veloce nel matchmaking, obbligando invece a scegliere sempre una specifica modalità da cui iniziare la ricerca? E, volendo osare ancora di più: perché non implementare la presenza di bot controllati dalla IA, in modo da consentire l’avvio di partite anche in presenza di un numero risicato in lobby di giocatori in carne e ossa?

Tiriamo le somme

È inutile girarci troppo intorno: la motivazione alla base della pubblicazione di Gears of War: Reloaded è chiaramente il lancio su PS5, piattaforma sulla quale il gioco doveva chiaramente sbarcare nella migliore forma possibile. Non bisogna dunque stupirsi se questa riedizione non rappresenta uno stravolgimento per chi ha già giocato il titolo in passato, specie la remastered del 2015, o se non colma tutte le lacune delle precedenti versioni, tanto per quanto riguarda la Campagna tanto per il comparto multigiocatore. Nonostante tutto, la nuova versione porta comunque con sè una lunga lista di miglioramenti grafici tali da rendere il gioco non solo godibile sulle piattaforme di ultima generazione, ma anche in grado di competere con altri titoli usciti più recentemente, il tutto perfettamente confezionato all’interno della versione dell’originale Gears of War più completa, rifinita e ricca di contenuti attualmente disponibile sul mercato.
8.2

c Commenti (11)

copertina

L'autore

autore

Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

c

Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
x Invio commenti disattivato per gli articoli più vecchi di tre mesi.
caricamento Caricamento commenti...