Recensione - Edens Zero

Il Gioco
Lo stile di Hiro Mashima è facilmente riconoscibile. I personaggi delle sue opere tendono ad assomigliarsi fin troppo (alcuni sono proprio identici), così come i temi delle sue storie che abusano di cliché tipici degli shonen manga come il potere dell’amicizia, trasformazioni e power-up quasi casuali, il tutto condito da una buona dose di fanservice. E ci piace così. Tra le sue opere Fairy Tail è sicuramente la più famosa e riuscita, mentre Edens Zero purtroppo non ha riscosso lo stesso successo, pur guadagnandosi una buona dose di fan. Il manga è stato pubblicato dal 2018 al 2024 concludendosi in 33 volumi, mentre l’anime con due stagioni ha coperto circa metà dell’opera. Era solo questione di tempo prima che arrivasse anche un videogioco dedicato ad Edens Zero, anche se tecnicamente ci sono già stati degli adattamenti precedenti ma piuttosto sconosciuti. Edens Zero: Pocket Galaxy infatti era un titolo uscito unicamente su mobile nel 2022, e nello stesso anno arrivò anche Rebecca and the Mechanical Mansion, gioco pubblicato gratuitamente su PC e sviluppato dallo stesso Hiro Mashima nel tempo libero con RPG Maker. Per quanto interessanti i fan attendevano un gioco più “classico” che adattasse l’opera, ed è proprio quello che Konami ha finalmente portato sugli scaffali con Edens Zero.
MX Video - Edens Zero
La storia segue le vicende di Shiki Grandbell, un ragazzo cresciuto sul pianeta Grandbell e allevato dai robot di un parco divertimenti abbandonato. In particolare Ziggy, un robot benevolo conosciuto con il nome di “Re dei Demoni” si è preso cura dell’unico umano del pianeta, e Shiki è cresciuto senza contatti con altre persone per tutta la sua vita. Questo cambia quando Rebecca Bluegarden e il suo gatto robotico Happy visitano il parco abbandonato per cercare contenuti da caricare su B-Cube (l’equivalente del nostro YouTube), e l’incontro con Shiki cambia per sempre il destino di entrambi. Oltre ad essere una content creator Rebecca fa parte di Blue Garden, una gilda di avventurieri spaziali dell’omonimo pianeta, e convince Shiki a diventarne membro e partire a bordo dell’astronave Edens Zero. Lo scopo della missione è cercare la Madre, un’entità cosmica che si dice sostenga l’intero universo, e nel corso dell’avventura si uniscono diversi membri all’equipaggio, ognuno con la propria storia, motivazione e soprattutto abilità in combattimento. Nonostante il manga sia ormai concluso Edens Zero ripercorre gli eventi fino a Drakken Joe, ovvero circa un terzo dell’intera opera, ma aggiunge anche alcune trame inedite create appositamente per il gioco nelle numerose missioni secondarie.
Parlando della struttura del gioco vero e proprio si notano due filoni ben distinti: nel primo si segue la trama in missioni piuttosto guidate dove l’esplorazione è ridotta al minimo per concentrarsi unicamente su combattimento e filmati, mentre nel secondo si può esplorare liberamente Blue Garden per scovare segreti e accettare missioni secondarie utili per racimolare materiali e seguire le già citate trame inedite. L’area di Blue Garden pur non essendo vastissima è sviluppata molto in verticale, e per esplorarla ci si può affidare a diversi mezzi di trasporto o sfruttare i poteri di controllo della gravità di Shiki per volare liberamente. Grazie all’Eden Gear Shiki può usare la gravità anche in combattimento, ovvero il fulcro dell’esperienza di Edens Zero.

Il gioco è un action di stampo piuttosto classico, e ogni personaggio dispone di attacchi leggeri, attacchi pesanti, schivate e parate, oltre ad una serie di mosse speciali attivabili una volta riempita l’apposita barra. I vari membri dell’equipaggio hanno stili di combattimento diversi ed è possibile passare da uno all’altro in qualsiasi momento tramite le frecce direzionali, ed è proprio concatenando le caratteristiche di ognuno che Edens Zero offre il meglio di sé. Shiki ad esempio è il classico combattente da corpo a corpo specializzando in devastanti combo ravvicinate, al contrario invece Rebecca è utile per colpire dalla distanza con le sue pistole, mentre Weiz può controllare gruppi di nemici con le sue torrette e Witch Regret infligge debuff vari. In totale sono presenti 8 personaggi giocabili, e oltre ai già citati troviamo Homura Kogetsu, Sister Ivry, Hermit Mio e Jinn, garantendo così un buona varietà nella composizione del team e stili di gioco.

Il sistema di combattimento è piuttosto basilare e si apprende in pochi minuti, ma per sbloccare il vero potenziale non bisogna trascurare le combinazioni tra i poteri dei personaggi e soprattutto l’equipaggiamento e le abilità uniche ottenibili salendo di livello. Oltre che action Edens Zero è anche un RPG, e non può quindi mancare un albero delle abilità che permette di ottenere bonus alle statistiche e nuove mosse spendendo punti per personalizzare ulteriormente le build e lo stile di gioco dei nostri eroi preferiti. L’equipaggiamento inoltre si riflette in tempo reale sull’estetica dei personaggi, anche se si può scegliere di mantenere sempre un aspetto predefinito pur mantenendo i vantaggi.
Dal punto di vista tecnico Edens Zero mostra parecchi limiti e la sua natura di tie-in a basso budget. i modelli dei personaggi sono ben realizzati ma peccano di animazioni fluide, e gli scenari appaiono fin troppo scarni e poveri di dettagli, tanto da sembrare quasi un titolo della scorsa generazione. Il doppiaggio come sempre è in giapponese, ma a differenza di Fairy Tail è presente la localizzazione dei sottotitoli in italiano.




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