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Heroes of Normandie

Heroes of Normandie - anteprima hands-on

Trasformare un classico gioco da tavolo in un videogioco è da sempre un’impresa complicata ma che, talvolta, permette ad alcuni grandi prodotti di raggiungere il mondo digitale mantenendo inalterati i loro punti di forza. Heroes of Normandie, uno dei titoli indie di produzione italiana presente al recente evento milanese ID@Xbox, nasce proprio con questi presupposti proponendosi come un gioco estremamente approfondito ma, allo stesso tempo, facile da padroneggiare. Scopriamo insieme di cosa si tratta!
Se siete appassionati di board games a sfondo bellico, quasi sicuramente conoscerete Heroes of Normandie, uno dei giochi da tavolo strategici più famosi ed apprezzati degli ultimi anni, ambientato durante lo sbarco in Normandia. A tutti gli altri questo nome potrebbe dire poco o nulla, quindi vale la pena riassumerne brevemente alcune delle caratteristiche base del gioco, visto che il titolo sviluppato dagli italiani Cat Rabbit è estremamente fedele alle meccaniche del board game originale. Il gioco mette a confronto due giocatori ed i rispettivi squadroni all’interno di scenari di varie dimensioni suddivisi in classiche caselle. Ogni squadrone è composto da svariate tipologie di unità differenti, rappresentate da tessere che possono essere posizionate e mosse sul tabellone di gioco secondo regole semplici ma precise. All’inizio di ogni turno il giocatore può decidere quali unità muovere in base alle caratteristiche dell’unità, e poi indicare ad alcune di esse di effettuare un attacco.

Tutte queste azioni vengono svolte in modo visibile, con la sola accortezza di non svelare al proprio avversario l’ordine di attacco. Per rendere le cose ancora più gustose il giocatore può anche selezionare un'ulteriore unità per un finto attacco, denominato bluff, così da disorientare le truppe avversarie. Una volta che i giocatori hanno effettuato tutte le operazioni preliminari, si passa alla fase di attacco vera e propria, nella quale viene tenuto conto delle capacità di fuoco di chi attacca, della bontà della linea di tiro e ovviamente della distanza. Mettendo insieme tutte queste caratteristiche si calcolano le probabilità di successo che vengono “tradotte” in un numero compreso tra 1 e 5. Questo numero indica il valore minimo da ottenere con un tiro di dadi per colpire il proprio avversario. Una volta completate le varie mosse, se le caratteristiche delle nostre unità lo permettono è possibile effettuare movimenti tattici, così da nascondere alla vista del nemico più obiettivi possibili per poi passare il turno nelle mani del nostro avversario.

Queste sono, in sintesi, le stesse fasi sulle quali si basa la versione videoludica di Heroes of Normandie, che vengono riproposte in modo estremamente fedele nella versione console, che visivamente si presenta peraltro proprio come il gioco da tavolo: vediamo il tabellone, le caselle e le varie unità rappresentate dalle relative schede che possiamo muovere sul campo di battaglia, ma con l'aggiunta di animazioni che rendono più interessanti gli scontri e le varie azioni. Il trailer seguente può darvi un'idea di questo concetto.

MX Video - Heroes of Normandie

A donare complessità e profondità ad un sistema relativamente semplice ci pensano poi un’infinità di caratteristiche ed elementi che influenzano in modo attivo o passivo il gameplay. Come già detto ogni unità presenta statistiche specifiche, che modificano in modo sensibile le capacità di movimento o l’attitudine al combattimento, e molte possiedono ben due differenti modalità di utilizzo, attivabili “capovolgendo” la tessera sul terreno di gioco. Alcune truppe di fanteria possono per esempio entrare in modalità “Fuoco Fisso”, il che permette di aumentare le capacità di attacco dell’unità sacrificando per ovvie ragioni le possibilità di movimento. Anche lo scenario influenza notevolmente lo svolgimento degli eventi. E’ inutile sottolineare quanto la conformazione del terreno o la presenza di alberi e costruzioni possa influenzare la visuale delle unità ma a questo si aggiunge un ulteriore elemento tattico rappresentato dai bonus/malus ottenibili sfruttando cespugli e foreste come elementi di copertura. Posizionando un’unità tra le frasche, oltre a renderla meno visibile, si ottiene infatti un bonus della capacità difensiva a scapito di una diminuzione della propria visibilità. Il gioco include poi una vasta serie di regole specifiche per ogni situazione ed un elenco di power up attivabili durante le partite per modificare in modo più o meno duraturo le caratteristiche delle varie unità che compongono la nostra compagnia. Ogni esercito dispone infine di un’unità specifica, l’Ufficiale, che deve necessariamente essere difeso in quanto è tramite lui che si possono dare gli ordini e perderlo significherebbe essere irrimediabilmente sconfitti.

Ad un primo sguardo si potrebbe dunque pensare che Heroes of Normandie sia un titolo complesso da padroneggiare ed ammetto che anch’io, durante la presentazione, sono rimasto perplesso quando gli sviluppatori hanno affermato che si impiegano solo 5 minuti per imparare a giocare. Pad alla mano devo però ammettere che la cosa corrisponde effettivamente al vero, seppur con qualche dovuta precisazione. Giocare un videogame basato su un gioco da tavolo permette innanzitutto di "liberarsi" da tutta una serie di misurazioni, calcoli e continue letture del regolamento dato che queste operazioni vengono effettuate dietro le quinte dal gioco stesso. Questo consente a chi impugna il pad di concentrarsi solo sugli aspetti ludici visto che le informazioni necessarie per il corretto svolgimento della partita vengono chiaramente riportate a schermo in ogni momento. Il sistema di controllo sviluppato da Cat Rabbit permette inoltre di gestire l’azione con pochi semplici tasti (generalmente non più di 2 o 3) e questi due aspetti non fanno che rendere il titolo ancora più accessibile della sua versione originale tanto che io, senza averci mai giocato, non ho impiegato molto ad apprendere le meccaniche di base ottenendo i primi successi. Vale però la pena di sottolineare come il tempo indicato dagli sviluppatori (a cui è seguita la mia esperienza personale) si riferisce solo alle basi del gioco, perfette per iniziare a divertirsi ma che non rappresentano certo l’essenza del titolo. Per padroneggiare al meglio ogni aspetto del gioco si dovrà investire molto più tempo, sfruttando a fondo il dettagliato glossario presente nel gioco per apprendere tutte le nozioni.

Parlando dei contenuti previsti per la versione Xbox del gioco, gli sviluppatori hanno confermato che il titolo includerà un classico tutorial, una modalità schermaglia 1vs1, 3 mini campagne caratterizzate da elementi roguelike, una modalità multigiocatore standard in locale e ben 6 differenti Campagne pensate per il single player, 2 per ognuno dei 3 eserciti inclusi nel titolo, ovvero quello statunitense, quello tedesco e quello inglese. Ogni Campagna includerà 6 differenti scenari, per un totale di 36 livelli giocabili. Una tale varietà si traduce inevitabilmente in una vasta gamma di obiettivi differenti da raggiungere per trionfare. Le missioni includeranno incarichi principali e secondari come la distruzione di postazioni fisse, la difesa di obiettivi o l’annientamento delle truppe avversarie, mentre le altre modalità si baseranno principalmente sulla sconfitta dell’avversario o sul raggiungimento di un determinato punteggio. Personalmente ho potuto testare proprio quest’ultima categoria di obiettivi in un paio di Schermaglie contro la CPU. Abbattendo le unità avversarie si ottengono dei punti mentre perdendo le proprie i punti vengono sottratti e questo mette quasi sullo stesso piano attacco e difesa rendendo ogni match decisamente appassionante. Purtroppo è doveroso segnalare come la versione Xbox al lancio non permetterà di giocare contro un altro avversario in rete, ma solo in locale. Da quanto abbiamo potuto appurare gli sviluppatori hanno incontrato qualche difficoltà di troppo a gestire l’interfaccia di comunicazione del sistema Xbox Live e hanno voluto mettere in stand-by la cosa per non penalizzare lo sviluppo del gioco. Questo lascia quindi aperta una porta a questa funzionalità, ma attualmente non sappiamo se e quando potrebbe venire aggiunta.

Concludo con alcuni dettagli tecnici. Visivamente parlando Heroes of Normandie si mantiene fedele alla sua controparte originale proponendo una grafica in stile cartoon davvero gradevole e che si presta molto bene alle molte aggiunte rese necessarie dal passaggio tavolo-console. Le animazioni sono ben realizzate e trasmettono sempre l’impressione di trovarsi di fronte ad un gioco da tavolo, mentre l’interfaccia riesce nel difficile compito di raggruppare un’infinità di informazioni differenti e proporle al giocatore nel modo più chiaro possibile nonostante la mancanza di una localizzazione in lingua italiana. Da quanto visto l’equilibrio tra grafica ed informazioni a schermo è buono, anche se è comunque necessaria un po’ di pratica per capire bene dove trovare ciò che ci interessa. Il comparto audio si è dimostrato di buona qualità e segue la stessa filosofia semi-seria del titolo. L’I.A., elemento fondamentale in un titolo di questo genere, mi è apparsa aggressiva e capace di architettare buone strategie ma sembra prediligere un approccio fin troppo spavaldo anche quando si trova in evidente difficoltà. Chiaramente due soli match non permettono di giudicare in modo corretto questo aspetto, che andrà dunque analizzato a fondo in sede di futura recensione.

Da quanto visto il titolo di Cat Rabbit sembra dunque in grado di trasporre su console tutte le qualità che hanno reso celebre la versione da tavolo di Heroes of Normandie. La speranza è che gli sviluppatori riescano a bilanciare al meglio i vari aspetti e che non accantonino definitivamente le modalità multigiocatore in rete, dato che questi due elementi potrebbero sicuramente fare la differenza al momento del lancio, attualmente previsto per la fine dell’estate 2017.

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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