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Xbox - Accessori

Gamevice Flex - messo alla prova

Parallelamente alla diffusione di servizi di gioco in streaming, primo su tutti Xbox Cloud Gaming, e alla pubblicazione di titoli mobile via via più complessi e rifiniti come il recente Diablo Immortals, sta arrivando sul mercato un numero crescente di controller dedicati al gioco su smartphone, tra cui il recente Gamevice Flex. Scopriamo insieme di cosa si tratta nella nostra recensione.
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Il Gamevice Flex è il nuovo controller per smartphone e dispositivi mobili prodotto dall’omonima società californiana, specializzata nella produzione di questi particolari accessori. Si tratta a conti fatti del secondo modello di controller immesso sul mercato da Gamevice, che dopo aver collaborato allo sviluppo del Razer Kishi (ora chiamato semplicemente “Gamevice” sul loro sito web) si ripresenta al pubblico con una versione riveduta e corretta sotto molti punti di vista. Il Flex, proprio come il suo predecessore, può fregiarsi del marchio “Designed for Xbox”, che identifica gli accessori prodotti da terze parti che rispettano le linee guide della casa di Redmond, ed disponibile in due versioni, ovvero quella dedicata ai dispositivi Android, dotata di interfaccia di collegamento USB TYPE C, e quella dedicata agli Iphone, che si basa invece sull’interfaccia Lightning di Apple. In entrambi i casi si tratta dell’unico standard di collegamento tra controller e smartphone in quanto nessuna versione supporta il bluetooth.

I due modelli differiscono, oltre che per lo standard di collegamento, anche per le dimensioni massime dei dispositivi che possono essere alloggiati all’interno del controller. Il Gamevice Flex, in modo simile al Razer Kishi ed altri dispositivi di questo tipo, si compone di due metà che ricalcano in modo fedele il profilo dei controller Xbox tradizionali tenute insieme da una fascia elastica, che svolge anche il ruolo di supporto posteriore una volta inserito il proprio smartphone nello spazio dedicato. Parlando di dispositivi Android, nel Flex possono essere inseriti tutti gli smartphone che non superano i 168,0 x 81,0 x 9,0 mm (circa 6,6”), mentre per quanto riguarda la versione Apple sono supportati tutti i modelli di Iphone dalla versione X alla versione 13, inclusi i modelli Pro. Queste indicazioni si riferiscono ovviamente al solo smartphone. Rispetto ai suoi predecessori e alla concorrenza, il Flex offre però la possibilità di inserire i propri dispositivi anche senza rimuovere l’eventuale cover protettiva, a patto che questa lasci libera la parte frontale e lo slot di collegamento presenti sul dispositivo. In questo caso le dimensioni massime arrivano fino a 173,0 x 86,0 x 14,1 mm in entrambe le versioni (sul sito di Gamevice è comunque possibile consultare una lista di modelli di custodie compatibili).

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A parte queste differenze, i due modelli di Gamevice Flex sono sostanzialmente identici. Una volta aperta la confezione ci si ritrova dunque tra le mani un controller molto simile a quelli originali per quanto riguarda il design e l’ergonomia generale, eccezion fatta per le dimensioni più contenute, per l’assenza del tasto “Share”, per la posizione di alcuni tasti specifici, come quello “Xbox” posizionato nella parte inferiore della metà sinistra invece che al centro e quello “Menù” posizionato nella parte inferiore di quella destra invece che alla stessa altezza del tasto “Visualizza”, e per la presenza di due connettori posizionati nella parte inferiore delle due metà, ai quali è possibile collegare rispettivamente cuffie o auricolari da 3,5mm e un cavo USB TYPE C per ricaricare il proprio dispositivo mobile anche quando si sta utilizzando il controller. Per il resto, le differenze con i controller tradizionali sono davvero minime, anche grazie alla presenza di stick analogici più grandi rispetto alla versione precedente e di levette posteriori con un’escursione molto simile a quella dei controller ufficiali.

Se si confronta l’esperienza di gioco utilizzando il Flex o un controller originale ovviamente ci sono ancora delle differenze, ma non sono più marcate come in passato. Il controller di Gamevice, almeno in queste situazioni, ha inoltre dalla sua un ergonomia e un comfort di utilizzo maggiori rispetto all’utilizzo di un controller tradizionale. Il Flex pesa infatti solo 185gr, contro i circa 300gr di un controller wireless con batteria, e permette di impugnare il proprio dispositivo in modo simile a quanto accade con prodotti quali Nintendo Switch e Steam Deck di Valve invece che utilizzare le classiche mollette. Si tratta di due elementi che rivestono un ruolo fondamentale durante le sessioni di gioco, specie quelle più lunghe, e sui quali influisce in modo sensibile anche l’ultima novità introdotta da Gamevice con il Flex, ovvero una serie di adattatori in plastica che possono essere inseriti all’interno delle due metà del controller rendere ancora più stabile e precisa l’impugnatura.

All’interno della confezione troviamo infatti 16 adattatori sagomati, 7 dedicati alla parte sinistra e 9 dedicati alla parte destra, di forme e spessori differenti. Per scegliere quelli più adatti è sufficiente raggiungere la pagina dedicata del sito di Gamevice o utilizzare il cartoncino sagomato presente all’interno della confezione, che con pochi semplici tentativi consente di identificare con una buona precisione gli adattatori perfetti sulla base del proprio dispositivo e dell’eventuale custodia protettiva utilizzata. Una volta completato questo step, che non impegna per più di qualche minuto, basta prelevare il tipo di adattatore dalla confezione e installarlo nel controller, ottenendo così un’impugnatura sensibilmente più stabile rispetto al modello precedente o alla maggior parte dei prodotti simili presenti attualmente in commercio.

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Per la mia prova, durata circa 2 settimane, ho cercato di testare il Gamevice Flex nel maggior numero di condizioni possibili e con quanti più giochi possibili, sia in streaming sia installati fisicamente sul mio RedMi Note 10. La prima cosa che mi sembra giusto sottolineare è che il Gamevice Flex garantisce tempi di risposta estremamente ridotti in ogni situazione, con un’esperienza di gioco del tutto simile a quella domestica sia in titoli più compassati, come Two Point Campus o The Elder Scrolls Online, sia con titoli come Vampire Survivors, Diablo Immortals e Forza Horizon 5. Quest’ultimo si è dimostrato un ottimo banco di prova per le levette posteriori, che garantiscono un’esperienza di gioco soddisfacente e non troppo distante da quella dei controller tradizionali. Da questo punto di vista, l’assenza della vibrazione rappresenta senza ombra di dubbio una differenza importante, ma il risultato finale è comunque più che convincente, specie se confrontato con gli altri dispositivi simili che ho avuto modo di provare nel corso degli anni. L’unico aspetto che non mi ha convinto al 100% è il feedback della croce direzionale, decisamente troppo morbida rispetto a quella presente sui controller tradizionali.

L’altro elemento che merita una menzione particolare è senza ombra di dubbio la comodità. Ho usato il Flex per sessioni di varia lunghezza, incluse un paio di circa 1 ora, e non mi sono mai sentito affaticato a causa del controller. L’impugnatura è davvero ergonomica, con pesi ben distribuiti e una stabilità generale davvero inaspettata. Era dai tempi di Nintendo Switch che non mi capitava di giocare con una console portatile senza averne qualche piccola conseguenza e non pensavo di poter trovare in un accessorio di terze parti questo tipo di esperienza. Molto interessante anche il sistema di chiusura a incastro, che permette di ridurre al minimo le dimensioni del controller quando questo non è collegato allo smartphone e di evitare aperture indesiderate durante l’eventuale trasporto, il tutto senza rendere particolarmente complesse le operazioni di sblocco.

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Durante le prove il dispositivo ha sempre funzionato correttamente e non ho notato un incremento marcato nel consumo della batteria durante l’utilizzo, ad esclusione ovviamente di quello dettato dal fatto di utilizzare lo smartphone per giocare. Per quanto scontato, trovo inoltre giusto sottolineare che l’accoppiata Xbox Cloud Gaming e Gamevice Flex funziona davvero alla grande. Al netto delle ridotte dimensioni dello schermo sul quale si gioca e dei limiti tecnici dell’attuale tecnologia streaming, il design in tutto e per tutto simile a quello di controller tradizionali e la presenza di tutti i tasti standard, incluso quello Xbox, garantisce un’esperienza praticamente identica a quella che si ottiene giocando su console, specie nelle sessioni di gioco più prolungate. Con pochi clic si può invitare gli amici, entrare in un party, scrivere un messaggio e così via, senza dover mai usare il touchscreen.

A conti fatti non posso quindi che ritenermi soddisfatto del Gamevice Flex, che si è dimostrato come uno dei migliori controller mobile disponibili sul mercato in questo momento, specie se si pensa di utilizzare spesso il servizio Xbox Game Cloud. Anche in questo caso, così come quando parliamo di altri prodotti simili, è però importante sottolineare che si tratta di un accessorio pensato per chi ha intenzione di giocare spesso e per lunghe sessioni con il proprio dispositivo mobile. Il prezzo di listino, pari a 100$ (110$ per la versione iPhone), per quanto giustificato dalle caratteristiche del controller e dalla qualità costruttiva dello stesso, è infatti abbastanza elevato e giustifica una riflessione in più da parte prima di un eventuale acquisto. Se però giocate spesso con il vostro smartphone e siete alla ricerca di un controller in grado di non farvi rimpiangere l’esperienza domestica, il Gamevice Flex merita sicuramente tutta la vostra attenzione.

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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