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Fallout 4 - Far Harbor

A distanza di oltre 6 mesi dal lancio del titolo originale, Bethesda conclude almeno per ora il ciclo di contenuti aggiuntivi dedicati a Fallout 4, portandoci nella lontana e misteriosa isola di Far Harbor, con quello che si preannuncia come il DLC più grande mai creato dallo studio di sviluppo. Curiosi di sapere se le promesse sono state mantenute? Non vi resta che continuare a leggere il resoconto della nostra insolita “vacanza” sull’isola!
Il Commonwealth non è certo un luogo dove stare con le mani in mano. Tra predoni desiderosi di farci la pelle, bestie mutanti che non vedono l'ora di banchettare con i nostri resti, eserciti irregolari che combattono per la loro personale causa e robot desiderosi di portare la pace, seppur in modo discutibile, nella zona contaminata non passa giorno senza che il nostro povero alter-ego non venga coinvolto in qualche pericolosa missione. Ma si sa, gli eroi (o presunti tali) non possono quasi mai riposare perché c’è sempre qualcuno che ha bisogno del loro aiuto, magari per ritrovare la propria figlia scomparsa misteriosamente. Proprio da questo presupposto prende il via Far Harbor, terzo contenuto aggiuntivo sviluppato da Bethesda per l’ultimo capitolo della serie di Fallout, incluso nel Season Pass o acquistabile separatamente al prezzo di 24.99€. Una volta completato il download, che occupa circa 5,2 GB nei nostri hard-disk, veniamo infatti invitati a tornare all’Agenzia Investigativa Valentine, dove verremmo informati della scomparsa della figlia dei coniugi Nakano, due pescatori che vivono sulla costa nord-est della zona contaminata e che sono fermamente convinti che Kasumi, questo il nome della ragazza, sia stata rapita da alcuni malintenzionati con i quali sarebbe entrata in contatto mentre riparava alcune vecchie radio.

Chiaramente questa è solo la superficie di quello che, a prima vista, potrebbe sembrare un classico caso di rapimento e che porterà il protagonista ed esplorare la lontana isola di Far Harbor, un lembo di terra raggiungibile solo via mare utilizzando un’imbarcazione di proprietà della famiglia Nakano. Una volta giunti sull’isola scopriamo però che le cose non sono così semplici: l’intera area è avvolta in una misteriosa nebbia radioattiva e gli attriti tra le varie popolazioni presenti trasformano la ricerca di Kasumi in una pericolosa indagine sui retroscena di quella che prima della guerra era una ridente zona abitata da pescatori e villeggiatori. Gli umani si sono ora stabiliti sulla costa, protetti da alcuni tecnologici condensatori anti-nebbia, mentre sintetici e Figli dell’Atomo vivono nell’entroterra in base alle loro scelte di vita e alle indicazioni dei rispettivi leader, Dima e Tetkus. Inutile dirvi che sta a noi scoprire il misterioso filo conduttore fatto di segreti e rancori che lega i destini delle tre comunità, prima di poter portare a termine la missione affidataci dai coniugi Nakano.

MX Video - Fallout 4

Questa è, al netto di tutti gli spoiler possibili, la trama principale sulla quale si basa Far Harbor, che ci spinge ad esplorare in lungo e in largo la nuova ambientazione (meglio se in compagnia di Valentine, ma preferisco non rivelarvi il perché). L’isola, come promesso sin dall’annuncio, si estende per molti chilometri quadrati, disseminati come di consueto di location da esplorare, missioni secondarie e segreti da scoprire, tutti strettamente collegati alla storia del luogo. In origine Far Harbor era abitata stabilmente da gruppi di pescatori e rinomata come località di villeggiatura, almeno fino all’inizio della guerra. Solo in seguito divenne rapidamente un punto strategico dal punto di vista militare e per questo motivo l’architettura dell’isola propone ai giocatori un’interessante fusione di stili, tutti perfettamente in linea con l’universo di Fallout. Alberghi abbandonati e villette a schiera semi-distrutte si alternano con maestria ad attracchi per navi da pesca e strutture militari seminascoste, con la nebbia che aggiunge un’aura di mistero davvero apprezzabile. Non fatevi però trarre in inganno. La nebbia radioattiva non è solo una chicca grafica ma porta con sé numerose difficoltà e nuovi potenti avversari. La foschia che occupa l’isola ha origini nucleari ed andrà ad aumentare costantemente il nostro livello di avvelenamento, costringendoci a portare con noi scorte di Rad-X e Rad-Way o ad indossare armature capaci di minimizzare l’effetto delle radiazioni. Ma questo è il minore dei problemi, fidatevi di me.

La presenza della nebbia ha infatti aumentato la pericolosità degli avversari già conosciuti come Supermutanti e Ghoul e ha permesso ad alcune inedite creature, come i Gupler o le gigantesche Rane Pescatrici, di sviluppare nuove pericolose abilità. Dal punto di vista dei contenuti aggiuntivi, oltre ad una nuova ambientazione ed ad alcuni nuovi nemici, Far Harbor porta con sé numerose missioni secondarie, nuovi equipaggiamenti e anche qualche abilità inedita. Gli incarichi secondari prenderanno quasi sempre il via dalle richieste degli abitanti dei vari insediamenti, mentre equipaggiamenti ed abilità di alto livello potranno essere ottenuti completando le varie quest o esplorando a fondo ogni singolo punto d’interesse. Il quantitativo globale non è particolarmente elevato e nel complesso si tratta quasi sempre di equipaggiamenti utili per giocatori che non hanno ancora superato il livello 40. Sull’isola di Far Harbor sono inoltre presenti alcuni nuovi insediamenti che potremo sviluppare proprio come nel titolo originale, ma solo dopo averli liberati dalla nebbia, ed un nuovo compagno chiamato Longfellow, che si andrà ad aggiungere a quelli già disponibili.

La densità dell’area di gioco e il numero degli incarichi disponibili non raggiungono a conti fatti gli standard visti nell’avventura principale, ma la complessità di alcune quest e la capacità degli sceneggiatori di creare numerosi punti di contatto tra le varie missioni secondarie permette a questo DLC di raggiungere, e a tratti superare, molte delle trame viste nel gioco principale. La presenza di frequenti scelte morali, non sempre così scontate, è un’ulteriore riprova della bontà del lavoro svolto nel donare a Far Harbor una propria identità, e la possibilità di svelare alcuni retroscena riguardo alle origini dei Sintetici e dei Figli dell’Atomo permette anche a chi è convinto di conoscere già tutto quello che c’è da sapere sul Commonwealth di fare qualche nuova scoperta. Una menzione particolare è doverosa per una delle missioni che compongono la quest principale, che ci vedrà impegnati a recuperare i ricordi di Dima entrando nella sua memoria. Solo plasmando l’ambiente attraverso l’editor che tutti i giocatori di Fallout 4 conoscono sarà infatti possibile risolvere alcuni enigmi e superare i vari “livelli” previsti dal sistema operativo a guardia dei suppporti di archiviazione. Per la prima volta, o quasi, possiamo dunque portare a termine una missione senza utilizzare le armi o le nostre abilità oratorie, ma basandoci solo sulle nostre capacità logiche. Niente di eccezionale ovviamente, ma si tratta comunque di una piacevole variazione sul tema capace di spezzare l’inevitabile sensazione di deja-vu pronta a colpire coloro che hanno già accumulato tante ore di gioco.

Dal punto di vista tecnico Far Harbor rappresenta un discreto passo in avanti rispetto a quanto visto in passato. Il motore di gioco è ovviamente lo stesso visto nel titolo originale, ma l’ottimo design della nuova isola e la presenza costante della nebbia hanno permesso agli sviluppatori di donare a questa nuova espansione un impatto grafico di grande livello, capace di regalare ottimi effetti di luce e numerosi scorci da cartolina. Ottimo anche il lavoro svolto nel disegnare le nuove creature presenti sull’isola e nel caratterizzare le varie fazioni, partendo dai singoli leader. Anche i nemici hanno subito un leggero restyling per essere in linea con lo stile dell’isola, a conferma dell’attenzione rivolta anche a questi piccoli particolari. Davvero notevole la colonna sonora inedita, che ci accompagna per tutta la nostra permanenza sull’isola con melodie di qualità capaci di sottolineare la natura misteriosa diFar Harbor senza risultare troppo invadenti. Praticamente invariato il sistema di controllo, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, così come il sistema di creazione di provviste ed equipaggiamento, che si amplia grazie a nuovi oggetti e nuove ricette me che non presenta novità per quanto riguarda l’interfaccia. Vale infine la pena di sottolineare che sono purtroppo ancora presenti alcuni dei difetti grafici originali così come alcuni sporadici cali di frame rate, evidenti soprattutto quando il motore di gioco viene messo sotto sforzo da alcune aree particolarmente elaborate o da effetti di luce complessi.

A conti fatti Far Harbor si dimostra quindi una degna conclusione per il ciclo di DLC previsto da Bethesda. Le 20 e più ore necessarie per completare la quest principale e tutti gli incarichi necessari mantengono le promesse fatte dagli sviluppatori e la qualità globale della sceneggiatura ripaga per quanto possibile della lunga attesa. La sensazione è che gli sviluppatori abbiano concentrato i loro sforzi nel creare un’ambientazione credibile e con un background interessante senza puntare tutto solo ed esclusivamente sulla quantità dei contenuti. Procedendo con le indagini si viene coinvolti sempre di più nelle vicissitudini degli abitanti dell’isola e se siete amanti delle trame complesse e ricche di sfumature troverete in Far Harbor molte nuove missioni capaci di appassionarvi anche a distanza di parecchi mesi dal lancio. Proprio il tempo trascorso dall’uscita del titolo originale rischia di essere il vero aspetto negativo di Far Harbor, in quanto i giocatori che hanno già passato parecchie ore nel Commonwealth raccogliendo equipaggiamenti leggendari e aumentando le caratteristiche del proprio personaggio potrebbero trovare, almeno inizialmente, questa espansione troppo facile, povera di contenuti e, in definitiva, poco interessante. Il mio consiglio per questi giocatori è quello di dare comunque una possibilità a questo DLC, che propone un approccio leggermente diverso rispetto a quanto visto in Fallout 4 e una trama di indubbia qualità, capace di appassionare tutti coloro che hanno giocato ed apprezzato il titolo originale.

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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