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Max Payne 2: Fall of Max Payne
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Recensione - Max Payne 2: Fall of Max PayneXboxGame

Ricordi, flashback, istantanee rubate e ancorate allo scorrere del tempo. Eventi che inesorabilmente si ripetono. Vedere la morte passare davanti ti cambia la vita, vedere la morte dei tuoi cari te la distrugge. Max Payne ha provato tutt'e due, e nel cielo della sua vita oramai ci sono solo nuvoloni neri. Frastornato dai rimorsi, decide di lasciare la DEA per tornare alla vita del poliziotto, ma qualcosa sta per piombare con inaudita violenza nella sua esistenza. Una donna, Mona Sax. La Rockstar sembra intenzionata a ripercorrere i passi del primo Max Payne, cui fa grande omaggio rimanendogli dannatamente fedele anche in questa nuova puntata. Concettualmente siamo di fronte a un clone che enfatizza in maniera spropositata i lati positivi del primo capitolo: trama, bullet time, atmosfera. La storia raccontata dalla Remedy stavolta però è ancora più appassionante, poco importano le nuove trovate superficiali atte a modificare il gameplay quel tanto necessario per citare le aggiunte, non certo le importanti novità che a conti fatti mancano. Questo è infatti l'ambito in cui Max Payne 2 dà il meglio di se: una trama convincente, l'atmosfera ad altissimi livelli e sparatorie dannatamente spettacolari. In-game, scene di intermezzo spezzettano l'azione di gioco tra un conflitto a fuoco e l'altro, le tavole splendidamente disegnate sono un nuovo binario narrativo già consolidato da tempo, e il nuovo motore grafico ha modo di adescare il giocatore ipnotizzandolo dinnanzi a cotanto spettacolo. E se si parla in termini di “spettacolo” non possiamo che fare i complimenti e applaudire. Passi, parole, spari, bossoli che cadono a terra, urla pervadono il nostro udito mentre Max fa cadere ancora altri cadaveri, perfettamente immortalati da un motore fisico, l'Havok, che in quanto a precisione ne ha da vendere. Poco importa se ai fini del gameplay non cambi nulla, che a conti fatti questo sia identico al precedente episodio, perché qua si parlava di spettacolo puro, scene stilose, sparatorie da film di John Woo, con capriole annesse e piroette connesse. Se si parla in termini di giocabilità allora il discorso è tutto differente.

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Gli sviluppatori si sono infatti preoccupati di aumentare il coinvolgimento, la forma, l'impatto grafico, il sonoro. Si sono angustiati a raccontare una storia ancora più noir, secondo i dettami del fumetto, una storia intensa, appassionante, magistralmente orchestrata attraverso la sfera audio\visiva. La narrazione trova svariati espedienti narrativi, ma il gameplay parla un unico linguaggio, quello delle pallottole. Oltre all'incessante spara-spara vi è il nulla più completo e le varianti del caso, quali i personaggi ad affiancarci nelle sparatorie o le fasi di cecchinaggio al comando della bella Mona Sax, non sono una variazione sul tema, sono la conferma che il gameplay procede dritto sempre verso la stessa direzione. La stessa direzione verso cui si era indirizzato anche il primo capitolo.

La trama e le sparatorie viaggiano in tandem, per creare il film interattivo voluto dalla Remedy che, con la sua alternanza di filmati di intermezzo, tavole a fumetti e incessanti sparatorie, ci racconta una storia capace di incollare il giocatore allo schermo se non altro più che della durata di un film alla tv. Ma otto ore scarse sono troppo poche per un videogioco, e per quanto il succo sia delizioso e queste siano intense, per cotanto spettacolo tanto vale affittarsi una cassetta da Block Buster. Non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena, per cui non lamentiamoci e godiamoci di quello che abbiamo, in fondo è meglio la qualità della quantità, recitava un adagio popolare. Anche rimanendo nell'ambito della giocabilità, è vero che oltre alle sparatorie MP2 offre ben poco, ma è anche vero che quel che offre è di grande spessore. Sarebbe davvero ingeneroso non menzionare il perfetto sistema di telecamere, che finalmente non viene elencato tra i problemi più presenti in queste tipologie di giochi, nonostante la presenza di numerosi spazi chiusi e ristretti. Tacendo inoltre del sistema di controllo, che svolge il suo lavoro in maniera più che egregia. Le sparatorie poi sono impreziosite non solo dal Bullet Time, ma anche dallo Shootdodging, attivabile col grilletto sinistro e utile per crivellare in volo i nemici durante uno slow motion, che gentilmente dai programmatori ci viene concesso in misura illimitata, giusto per terminare con maggiore facilità un gioco già di per se tutt'altro che arduo. Ma che bella pensata!

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Il Bullet Time invece lo conosciamo un po' tutti, e gli facciamo anche un omaggio visto che è quella magia grazie al quale in MP2, proprio come nei migliori film d'azione, le sparatorie sono portate a livello artistico. Nulla è lasciato al caso e anche il solo ricaricare l'arma gronda spettacolarità, perfezione, per un personaggio che in quanto a stile e movenze ne ha da vendere, mentre per vestiario potrebbe far concorrenza al tenente Colombo. Un personaggio che agita due pistole meglio di Will Smith in Bad Boys 2, ma che non gira con la Ferrari 360, e soprattutto non veste Armani. Certo non si può fare un discorso di coerenza tra la trama con accenti noir e dark e la stilosità del protagonista, che pare più uscito dalla trilogia di Matrix, ma in quanto a scene d'azione, siamo su livelli altissimi. Purtroppo però a un tasso coreografico molto elevato non è stata riposta altrettanta attenzione per quanto riguarda l'IA dei nemici, a volte piuttosto deficitaria. Il problema maggiore lo si riscontra comunque riprovando una sessione dopo essere morti, con i nemici che spuntano sempre dal medesimo punto e la trovata, tutt'altro che felice, di far cominciare obbligatoriamente il gioco col livello di difficoltà più basso per poi sbloccare i successivi, ma che poco verranno presi in considerazione visto lo scarso interesse a rigiocare un titolo privo di novità. Un tentativo potrebbe essere quello di togliere il puntamento automatico, ma ricordo che qua siamo alle prese col joypad, il che non semplifica le cose.

Visivamente MP2 tocca il suo apice massimo, ma la qualità non si ferma alla sola sfera audio\visiva, bensì al generale senso di spettacolo che anima ogni istante di gioco. MP2 è capace di enfatizzare anche una sola piccola sparatoria rendendola degna del più coreografico film di John Woo, con pallottole che sfrecciano alla Matrix, slow motion perfetto e animazioni da capogiro. Purtroppo gli scontri a fuoco non beneficiano della potenza del middleware Havok, se non a livello puramente estetico, il che lascia un'impronta tutt'altro che indelebile a livello puramente ludico. Infatti il discorso sarebbe stato differente se grazie al motore fisico implementato, la giocabilità avesse subito qualche cambiamento, mentre qua il tutto si riduce a un mero fattore estetico. Diciamo comunque che il risultato finale non solo è apprezzabile, ma addirittura splendido, anche se non sono certo una novità le potenzialità di questo motore. Ogni singolo oggetto infatti avrà una propria “fisica” e in base all'urto si comporterà in maniera differente: così soprattutto i nemici si muoveranno in relazione alla parte del corpo colpita, per poi accasciarsi a terra nella posizione più “consona”. A questo motore fisico è stato comunque affiancato un motore grafico di tutto rispetto, che non sfigura e anzi contribuisce a rendere MP2 visivamente convincente. Per quanto i tempi della conversione siano stati piuttosto brevi, il risultato finale non ha nulla da invidiare alla controparte PC se non per risoluzione e qualche texture meno dettagliata. Texture comunque sempre all'altezza, frame rate stabilissimo in ogni situazione e non soggetto a cali e delle animazioni grandiose, sono solo alcuni dei pregi. Menzione merita la minuziosa cura dei particolari posta nella realizzazione delle aree di gioco, per un level design che definire stratosferico sarebbe riduttivo. Analogo discorso per il sonoro, che in quanto a effetti, musiche di sottofondo e parlato si dimostra anch'esso di grandissimo livello.

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In sostanza Max Payne soffre come pecca maggiore il suo io, dato che l'azione inconsiderata è proprio uno dei suoi limiti, che lo rende troppo lineare e ripetitivo. Il tutto suona come una continua sparatoria intervallata da scene di intermezzo e vignette per raccontarci una storia, bella senza ombra di dubbio, ma solamente una storia. E' il divertimento puramente ludico che ne risente perché, vuoi per la facilità nel portare a termine il gioco, vuoi per la possibilità di abusare dello shootdodging, vuoi per la corta durata complessiva del titolo, a conti fatti MP2 è più bello da vedere che da giocare. Ma rallentare l'azione, schivare le pallottole e sparare i nemici in volo, vale quasi da solo il prezzo di Max Payne 2.

Ringraziamo GameSurf per la collaborazione.
7.4

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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