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One Punch Man: A Hero Nobody Knows
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Recensione - One Punch Man: A Hero Nobody KnowsXbox OneGame

Iniziato come un web comic amatoriale, One Punch Man è diventato un vero e proprio fenomeno mondiale grazie all’adattamento manga e successivamente anime. Era quindi solo questione di tempo prima che arrivasse anche il videogioco: One Punch Man: A Hero Nobody Knows ci permette di vivere in prima persona le avventure di Saitama e compagni. Analizziamolo insieme!

Il Gioco

100 flessioni, 100 piegamenti, 100 addominali e 10 km di corsa. Ogni giorno. Per tre anni. Questo è il segreto della forza smisurata di Saitama (almeno a detta sua), e l’unica controindicazione è la perdita totale dei capelli. Naturalmente ci deve essere qualcos’altro (forse) dietro al segreto della sua invincibilità, fatto sta che Saitama ha deciso di fare l’eroe per hobby nella speranza di trovare qualcuno che sia in grado di resistere ad un suo pugno. Una ricerca al momento senza speranza, tanto che Saitama ormai non riesce ad avere stimoli arrivando ad odiare la sua stessa forza che tanto aveva bramato. Una situazione paradossale, che ribalta completamente le regole degli shonen classici, con i protagonisti che iniziano dal basso ma con impegno e sfide continue arrivano ad avere un potere sempre maggiore. Saitama, al contrario, parte già ad un livello talmente superiore che non ha più margine di miglioramento… ma come trasformare questa inusuale storia in un videogioco?

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Questa è stata la sfida affrontata da Bandai Namco e Spike Chunsoft con One Punch Man: A Hero Nobody Knows, titolo che rientra nella categoria dei picchiaduro 3D con elementi GDR, una approccio diventato ormai classico per i titoli di Bandai dedicati agli anime. L’eroe sconosciuto menzionato nel titolo del gioco tuttavia non è Saitama, ma l’avatar che ci viene chiesto di creare non appena iniziata l’avventura. La storia di One Punch Man: A Hero Nobody Knows copre infatti solo la prima stagione dell’anime, ma le vicende narrate ci vedono vestire i panni di un eroe novellino appena iscritto all’Associazione. Essendo gli ultimi arrivati, dovremo farci strada partendo dal rango C e completando le varie missioni scaleremo i ranghi fino ad S per dimostrare di essere degni del titolo di eroe. Il nostro cammino si incrocerà spesso con quello di Saitama, infatti la nostra avventura si svolge in parallelo alla sua e vedremo quindi gli eventi dell’anime da un punto di vista esterno e inedito. Non aspettatevi tuttavia di diventare improvvisamente i protagonisti o di stravolgere il corso degli eventi: i nemici principali potranno essere sconfitti solo da Saitama, e in determinate missioni potremo solo cercare di sopravvivere fino al suo intervento.

MX Video - One Punch Man: A Hero Nobody Knows

Questo si riflette anche nella vera particolarità in One Punch Man: A Hero Nobody Knows, ovvero la gestione di Saitama. Esattamente come nella serie, l'eroe pelato è letteralmente invulnerabile e in grado di uccidere qualsiasi nemico con un colpo, ma naturalmente in un videogioco questo avrebbe rotto totalmente gli equilibri, per cui la soluzione adottata da Spike Chunsoft è tanto semplice quanto funzionale: Saitama può essere selezionato solo come membro di supporto al nostro team, e può entrare in campo solo dopo un periodo di tempo piuttosto lungo, come d'altronde accade spesso anche nel manga/anime, quando lo vediamo fronteggiare i potentissimi "esseri misteriosi" solo dopo che questi hanno dato filo da torcere agli altri eroi. Il rovescio della medaglia è che questo significa giocare con un membro in meno del team per tutta la durata della partita, per cui in un match 3vs3 dovrete scegliere se “rischiare” di utilizzare solo due lottatori e cercare di sopravvivere per poi avere una vittoria assicurata con Saitama oppure utilizzare tre lottatori e giocare in maniera molto più aggressiva per eliminare la squadra nemica in maniera più veloce ma senza la sicurezza della vittoria finale. Nel caso si scelga di utilizzare il calvo eroe come arma finale, tuttavia, non basterà giocare unicamente sulla difensiva: il timer per l’arrivo di Saitama è di quasi 5 minuti ma può essere ridotto ogni volta che si porta a segno una combo completa, un attacco speciale o una parata perfetta. Si viene quindi costantemente spronati ad adottare un approccio più aggressivo possibile, eliminando così il rischio di partite in cui un giocatore tenta di attaccare e l’altro corre per tutta la mappa per far passare il tempo.

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Tornando alla modalità storia, questa ci permette di esplorare liberamente la città che funge da hub centrale, e proseguendo con le missioni si sbloccano diverse aree da visitare, con negozi dove acquistare elementi cosmetici sia per il nostro avatar che per la nostra casa. Non aspettatevi un’area particolarmente vasta, ma ciò che rende “viva” la città sono le decine di giocatori connessi al nostro stesso server che andranno in giro seguendo la loro avventura e con cui potremo interagire e magari combattere. Esplorando i quartieri, inoltre, possiamo accettare diverse missioni secondarie da comuni cittadini o da altri eroi, e completandole aumenteremo anche l’affinità e la possibilità di sbloccare i loro stili di combattimento e mosse speciali. Il nostro eroe può infatti equipaggiare e cambiare a piacere lo stile di combattimento, passando ad esempio da quello corpo a corpo a quello a distanza o basato sui gadget e poteri psichici, anche se ogni stile ha una propria crescita indipendente. Ciò che invece viene condiviso sono le statistiche di vita, attacco, difesa e così via che possono essere aumentate salendo di livello ed equipaggiando specifici oggetti.

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Come già accennato le battaglie sono 3vs3, e ad aggiungere un tocco di caos in più ci pensano gli eventi casuali: nel corso dei match infatti, in maniera totalmente randomica, possono piovere meteoriti e tempeste di fulmini, apparire esseri misteriosi o droni che lasciano potenziamenti e altro ancora. Questi eventi non fanno distinzioni tra i giocatori e possono ribaltare completamente le sorti di una battaglia sia in positivo che in negativo, ma se non amate le interferenze esterne si possono sempre disattivare nelle partite online. La componente multiplayer comprende i classici scontri e tornei con tanto di classifiche settimanali e premi per i giocatori migliori, e si può anche scegliere se bandire o meno la presenza di Saitama dal roster, se preferite un’esperienza di gioco più classica.

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Dal punto di vista tecnico One Punch Man: A Hero Nobody Knows si presenta con un tipico cel-shading perfettamente in linea con lo stile dell’anime e modelli degli eroi piuttosto fedeli e dettagliati, anche se la stessa cura non è stata riposta nei personaggi secondari e negli scenari, che appaiono fin troppo poveri di dettagli e senza nessuna interazione durante le battaglie. Il frame-rate mostra tuttavia il fianco a qualche calo sia durante l’esplorazione, sia ad esempio dopo aver mandato a segno una mossa finale con dei piccoli rallentamenti che spero vengano risolti con qualche patch. Presente infine la localizzazione italiana di testi e sottotitoli.

Amore

Il potere della pelata

- Quando si parla di picchiaduro ispirati agli anime è normale pensare che ci sia una sorta di equilibrio tra i personaggi, per cui ad esempio nei titoli di Dragon Ball nessuno si stupisce se anche Crilin può battere Goku, ma in One Punch Man: A Hero Nobody Knows ho apprezzato molto la precisa volontà di mantenere inalterato la caratteristica principale di Saitama, ovvero l’assoluta invincibilità. Sarebbe stato lecito infatti aspettarsi un classico picchiaduro dove anche Saitama si fosse abbassato al livello degli altri per garantire gli equilibri di gioco, invece in questo caso è il gioco a piegarsi al suo potere, tanto da avere meccaniche costruite appositamente intorno a lui.

Anche i cattivi meritano rispetto

- Il roster di One Punch Man: A Hero Nobody Knows conta ben 27 personaggi giocabili, tra cui anche alcuni eroi che sono stati introdotti solo nella seconda stagione dell'anime, nonostante la storia si fermi alla prima. Ciò che tuttavia ho apprezzato è la presenza di praticamente tutti i malvagi Esseri Misteriosi: è facile affezionarsi e ricordarsi degli eroi della storia, meno farlo con personaggi che sono stati brutalmente sconfitti da Saitama dopo appena una puntata. Ammetto che di alcuni non ricordavo neanche il nome visto quanto poco appaiono nella serie, invece in questo modo anche loro possono avere il loro piccolo momento di gloria… ma nessuna vendetta contro Saitama, ovviamente!

Odio

Un senso di déjà-vu costante

- One Punch Man: A Hero Nobody Knows appartiene ad un genere fin troppo classico per i titoli di Bandai, e se avete notato non sono entrato troppo nel dettaglio sulle meccaniche di gameplay per un semplice motivo: è sostanzialmente identico a tanti altri giochi di anime usciti recentemente. Capisco perfettamente che la formula funzioni (più o meno) e che arrivati a fine generazione di certo non è il momento migliore per pensare a qualcosa di più innovativo, ma descrivendo le meccaniche mi sarei davvero ritrovato a scrivere una recensione praticamente uguale a quella di Jump Force o One Piece: Burning Blood. Il format composto da avatar personalizzabile, hub centrale esplorabile, storia inedita che interseca quella dell’opera principale e così via è abbastanza abusato in questa generazione, e speravo che con il debutto di One Punch Man Bandai avesse sfruttato l’occasione per provare qualcosa di più fresco e unico, mentre alla fine la sensazione è quella di giocare ad un qualsiasi altro vecchio titolo, solo con skin dei personaggi diverse.

Comparto tecnico

- Oltre alla tipologia di gioco, One Punch Man: A Hero Nobody Knows sembra aver ripreso dai suoi "colleghi" anche il lato tecnico… ma non la parte migliore purtroppo. Le uniche cose che si salvano sono i modelli dei protagonisti, ma il resto del gioco sembra già vecchio di qualche anno se non una generazione. Anche le animazioni risultano fin troppo legnose e con qualche problema nelle hitbox (cosa non proprio secondaria in un picchiaduro), mentre il frame-rate non è esattamente stabile. Vedere nel 2020 personaggi che non muovono la bocca mentre parlano o NPC che compaiono con qualche secondo di ritardo sulla mappa non è quello che ci si aspetta da un titolo appena uscito.

Sbilanciamento

- Non è un segreto che questa tipologia di picchiaduro sia puro fanservice (e in questo il gioco se la cava bene), per cui non mi aspettavo di certo un grande livello di tecnicismo, ma questo non giustifica un evidente problema di bilanciamento dei personaggi. E non sto parlando dell’invincibile Saitama, ma degli altri lottatori presenti nel roster.
Personaggi di tipo Esper come Tornado o quelli Macchina come Genos sono fin troppo avvantaggiati con i loro attacchi ad area e a distanza, e anche nelle partite online si vedono praticamente quasi solo loro. Gli amanti del combattimento corpo a corpo avranno maggiori difficoltà a scalare le classifiche: speriamo anche in questo caso in qualche patch correttiva, perché al momento anche con il nostro eroe non ci sono motivazioni vere per investire negli altri stili di combattimento.

Gestione delle missioni

- Il materiale a cui si ispira One Punch Man: A Hero Nobody Knows come abbiamo visto copre solo la prima stagione dell’anime, motivo per cui il materiale è abbastanza esiguo. Come risolvere quindi il problema? Costringendo il giocatore ad affrontare infinite missioni in teoria secondarie ma in realtà obbligatorie, visto che sono l’unico modo per aumentare la reputazione e proseguire nella trama principale. Questo non sarebbe neanche troppo un problema, se non fosse che soprattutto nelle fasi finale i requisiti sono talmente alti da costringerci a perdere ore e ore dietro a missioni sempre uguali e per nulla stimolanti, e non nego di aver avuto qualche difficoltà ad arrivare alla fine per la noia.

Tiriamo le somme

One Punch Man: A Hero Nobody Knows è un titolo che purtroppo risulta fin troppo svogliato nei contenuti e nella realizzazione. Di Saitama sembra aver preso solo l’apatia, e le poche idee originali sono affossate da una realizzazione a malapena sufficiente e con una gestione delle missioni che annacquano la trama fino all’estremo portando alla noia nelle fasi finali. L’unico vero motivo per cui consiglierei il gioco è che non ci sono alternative sul mercato per gli amanti di One Punch Man, per cui se siete fan della serie non avete molte alternative. Il gioco offre comunque un buon livello di fanservice e la gestione di Saitama negli scontri è interessante, ma la speranza è che con il sequel, in arrivo presumibilmente sulle nuove console, Bandai cerchi di dare un rinfrescata ai suoi titoli cercando quantomeno di differenziarli nella struttura di base.
6.0

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L'autore

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I videogame lo intrigano fin da piccolo nonostante il disappunto della nazi-mamma, che alla fine è costretta a cedere e sopporta anche la sua mania per i Comics, i Manga e il collezionismo di Limited Edition. Spera di farsi strada nel mondo del giornalismo videoludico iniziando nel dicembre 2011 a collaborare per MX, inoltre studia psicologia per cercare di capire il comportamento dei fanboy.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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