ASUS ROG Xbox Ally X - messa alla prova

Dopo aver parlato molto della nuova ROG Xbox Ally X e dopo averla potuta provare per poche decine di minuti quest'estate a Colonia, dal 16 ottobre è finalmente arrivato il momento di poterla provare a fondo e verificare se la promessa di poter portare con noi il mondo Xbox, e non solo, sia stata mantenuta. Vediamo com'è andata.
La confezione e l’esperienza di apertura
La confezione si presenta in un elegantissimo nero con in risalto i marchi di ROG e XBOX, a segnalare la creazione di una solida partnership che è la principale responsabile della creazione di questa console. ASUS non è nuova a questo tipo di prodotti: il nuovo dispositivo è infatti l'evoluzione diretta della ROG Ally dotata però di un hardware più potente e da un apparato software che, grazie all'impegno di Microsoft, cerca di rendere l'esperienza Windows più accessibile.La scatola contiene unicamente la console: disponendo già di un alimentatore più che adatto per le voraci necessità energetiche della ROG Xbox Ally X (oltre 70 watt) non mi è servito aggiungere un alimentatore (sempre e comunque venduto a parte) ma certo stona, su un hardware da 900€, la mancanza di almeno un cavo USB. Soprattutto considerando che, visto l'assorbimento di potenza, un cavo di buona qualità sarebbe necessario; la sua assenza non è quindi solo una stonatura da un punto di vista d'immagine, ma è anche un problema pratico.
MX Video - Xbox Series X | S
La cosa è particolarmente seccante perché il primo avvio della console richiede la sua connessione all’alimentazione. Non è possibile procedere, come si fa quasi con tutti gli altri dispositivi portatili, alla prima accensione appena scartato. Ad un lettore poco attento (come il sottoscritto, che l’ha preordinata a scatola chiusa), poteva precluderne l’utilizzo fino a trovare, oltre all’alimentatore, anche un cavo adatto. Dopo l’iniziale spavento, sfogliando la scarnissima documentazione allegata ho notato un'illustrazione che diceva chiaramente che per il primo setup bisogna usare l’alimentazione. Anche questo è uno spigolo che ASUS e Microsoft potevano evitare, magari applicando un adesivo sulla plastica di protezione che invitasse chiaramente alla connessione alla rete elettrica.
Oltre alla console, l’unico extra incluso è un supporto in cartone che, nella sua umiltà e semplicità, rappresenta comunque una gradita aggiunta e risolve una necessità spicciola nella gestione della non proprio piccolissima console. La prima accensione, per coloro che non conoscono bene il prodotto, potrebbe essere un piccolo shock. Se vi aspettate l’esperienza Xbox, dovrete pazientare e non poco. L’avvio coincide in tutto e per tutto con quello che avete fatto con il vostro ultimo PC Windows 11.
Nonostante fossi largamente preparato a questa evenienza, conoscendo molto bene il prodotto, è innegabile la sensazione di disincanto quando, dopo l’animazione iniziale del boot in cui capeggiano i loghi di ROG e XBOX, si vede apparire il normale setup di Windows. Lo schermo improvvisamente sembra (anzi lo è) piccolo, angusto, per un'esperienza di setup che non è evidentemente pensata per polliciaggi così piccoli. In una parola: disincanto.
Dunque, l’esperienza di setup del ROG Xbox Ally X è più quella di un PC, con tutto quello che ne deriva. Ci vuole una buona mezza giornata per mettere in bolla tutte le configurazioni e gli aggiornamenti con una normalissima connessione 100 Mbit condivisa con le altre persone che studiano e/o lavorano nella vostra casa. Forse qualcosa in meno se avete connessioni più rapide, ma stiamo parlando sempre di ore.
Finalmente, terminata questa necessaria iniziazione, la console si presenta in tutto il proprio splendore e, proprio perché si tratta comunque di qualcosa di nuovo e senza eguali, dimenticherete presto la fatica ed il fatto che, sotto (e non sotto-sotto, perché è abbastanza evidente) c’è sempre il buon vecchio Windows. L’applicazione Xbox parte e ci sentiamo subito a casa: gli ultimi giochi a cui abbiamo giocato, la nostra libreria, una modalità operativa molto simile a quella della console anche se identica a quella PC.
E qui c’è un altro grosso problema che questo tipo di dispositivo potrebbe evidenziare: se non avete il Game Pass Ultimate, la collezione di videogiochi scaricabili e giocabili sulla Xbox Ally X, tra quelli acquistati su Xbox, si riduce esclusivamente a quelli che hanno Xbox Play Anywhere. E nonostante avessi l’Ultimate, un problema relativo al numero di device abilitati sul marketplace (quello di Windows, il Microsoft Store) mi ha fatto provare per qualche decina di minuti questa spiacevole sensazione. Non proprio piacevole perché, di fatto, per i giochi non Play Anywhere ci costringe all’acquisto del titolo per il mondo PC anche se già l'abbiamo comprato per la sola console.
Appena risolta la problematica con il Microsoft Store, ho finalmente avuto visibilità di tutti i giochi all’interno del mio account Ultimate, dei quali ho scelto di scaricare principalmente i titoli che non ho ancora terminato in single player. In particolare, per questo test, la prova è stata svolta con Indiana Jones ed il Grande Cerchio, DOOM: The Dark Ages, Expedition 33, Call of Duty: Black Ops 6, Hollow Knight: Silksong e Starfield, tutti scaricati e funzionanti sulla piccola bestiolina.
A compensazione del problema sui titoli disponibili, ASUS ha pensato bene di introdurre una serie di store alternativi come Steam, Battle.Net, Epic Game Store, GOG Galaxy e Ubisoft Connect PC, al fianco del suo Armory Crate. Questo significa che per i giocatori PC la disponibilità di titoli è sicuramente adeguata. Per i boxari duri e puri, il problema potrebbe essere anche piuttosto grave se non ci si direziona verso titoli Play Anywhere o non si ha il Game Pass.
Hardware e design
Passando all’aspetto meramente fisico, la console è sicuramente un bel pezzo di design che nasconde efficacemente le dimensioni non proprio piccole. È sicuramente grande e spessa, non pesante, ma non ha la stessa praticità di trasporto di altre console portatili. È il prezzo da pagare per poter avere grafica 3D vera, una discreta durata della batteria e una dissipazione del calore che non diventi problematica o rumorosa.Una cosa che i giocatori di Xbox troveranno immediatamente familiare è la presa dei controller: come molti possono intuire dall’aspetto esteriore, del tutto simile a un controller Xbox allungato, il feeling è identico. L’ergonomia è perfetta nonostante le generose dimensioni dello schermo; la presa è comoda anche per diverso tempo senza particolari problemi.
Oltre ai tasti standard Xbox, il controller include due dorsali aggiuntivi, meno comodi rispetto a quelli dei modelli Elite. Sono presenti anche tasti dedicati alle funzioni specifiche di Ally, che permettono la navigazione delle impostazioni hardware e il passaggio diretto verso gli altri store. La gestione software di questi tasti è sufficientemente fluida, con alcuni problemi riguardo la navigazione sull’interfaccia: alcune volte perde il focus sulla finestra attiva e costringe ad usare il touch screen.
Lo schermo è un ottimo LCD IPS da 7 pollici che non sfigura anche di fronte a schermi OLED; certo, un OLED sarebbe stato apprezzato. Con i suoi 120Hz di refresh rate, comunque, il display permette una visione nitida e senza tearing in tutti i giochi.
Dal punto di vista hardware, il dispositivo è molto curato. Le specifiche del modello X sono impressionanti: la CPU è estremamente potente e capace di un'efficienza energetica di assoluto rilievo anche quando spinta ai limiti. Non vi aspettate potenza pura come sui desktop con schede discrete, ma l’insieme delle componenti permette un numero di frame consistente con un consumo ottimizzato ed una qualità sorprendente, specie con i titoli recenti che utilizzano RDNA 3.5 e NPU.
Un dettaglio non secondario per l’immersività è il suono. Il piccolo device ha un audio chiaro e profondo nonostante le dimensioni e, vista la distanza dal volto, più che sufficiente. La presenza di Dolby Atmos e Certificazione Hi-Res, è proprio il caso di dirlo, si sentono.
In generale, l’hardware di ASUS ROG Xbox Ally X è promosso a pieni voti. Ad ASUS non manca certo l'esperienza per costruire un buon dispositivo, ma qui la fattura è di assoluto livello. L’attenzione alla costruzione è tangibile: dalla cura dei particolari (le impugnature serigrafate per aver più presa), allo schermo, al touch screen impeccabile e all'audio straordinario. Il sistema di raffreddamento è efficace quanto inavvertibile, e la batteria adeguata. L'insieme sposa performance e praticità in maniera esemplare.
L’esperienza di gioco
Veniamo quindi a quello che più ci interessa: ma l’esperienza di gioco com'è? In una parola, tutto quanto appena detto, nel bene e nel male, passa in secondo piano non appena parte il gioco che volete riprodurre, ovunque voi siate. La sensazione è coerente con quella che avevo avuto nel primo contatto alla gamescom: appena parte il gioco, tutto scompare. Rimane solo la sensazione di avere davvero una console Xbox tra le mani. Finalmente abbiamo una console portatile in cui girano tranquillamente tutti i titoli a cui giocheremmo su una console fissa. Rimanendo nello scenario Xbox, l'esperienza è affascinante e travolgente. Non ho mai sentito la necessità di passare alla console o al gioco remoto.Il frame rate è solido e si avverte qualche piccola sofferenza solo quando si vuole prolungare la vita delle batterie utilizzando modalità a basso consumo, specie in giochi che non sfruttano l’RDNA. Ad esempio, Doom: The Dark Ages dà un'impressione di solidità incredibile con 60 FPS costanti in media. Call of Duty BO 6 permette di giocare in multiplayer a 60fps con livelli di dettaglio elevati. Indiana Jones ed il Cerchio Magico mantiene tutto il suo fascino, anche se il 1080p abbassa la qualità delle texture in maniera più evidente rispetto alla versione 4k su Xbox e PC, ma niente che possa influire sull'esperienza di gioco.
La meraviglia continua con capolavori come Cyberpunk 2077, che gira a 30FPS su questo piccolo gioiello: la Xbox One, solo qualche anno fa, non riusciva a gestirlo. Per dovere di cronaca, per arrivare a 35fps di picco e media sopra 30 è necessario abilitare FSR 3.0.
Starfield funziona senza problemi; tuttavia, i salvataggi con contenuti personalizzati non possono essere recuperati se non vengono caricati sul cloud, rendendo impossibile continuare la stessa partita su dispositivi diversi. Infine, un giro su Clair Obscur: Expedition 33: questo gioco non lesina in grafica e richiede la massima potenza per girare a 30FPS, frame rate che mantiene quasi sempre.
Non poteva mancare poi un giro nella modalità REDSEC di Battlefield 6: qui l’hardware è messo alla frusta in maniera percettibile, sia per il caldo che per il flusso d’aria, senza però essere fastidioso. A batteria completamente carica, dalla prima esecuzione con inclusa la compilazione degli shader, sono riuscito a giocare 90 minuti, una partita dietro l'altra. Arrivato al 17% di batteria mi sono fermato.
I tempi di caricamento sono più in linea (e non potrebbe essere altrimenti) con il mondo PC che con quello Xbox, a causa delle differenze architetturali.
L'ecosistema software
Molto utile risulta il servizio di verifica della funzionalità su dispositivi portatili: sui giochi dello Store Xbox e Battle.Net, al momento dell’installazione vengono notificate eventuali problematiche di compatibilità. Per i problemi potenzialmente bloccanti l'installazione viene sconsigliata, funzione utile per evitare l'inutile download di software malfunzionante. Per gli altri store (Steam, EA, Ubisoft, GOG, Epic) l'esperienza di installazione è identica a quella PC.La navigazione verso questi portali alternativi è comandata da Armory Crate, che rappresenta un ulteriore livello di astrazione che si mescola con il mondo Xbox e permette l’accesso rapido alle funzionalità dell’hardware. Ad una più attenta ricognizione, si scopre che l’app Xbox è di fatto un Widget di Armory Core, che quindi è, per così dire, la shell di Windows fuori dal desktop.
È infatti possibile passare alla modalità desktop molto rapidamente con uno swipe dal fondo dello schermo, che svela lo Switcher. Questo permette di passare tra le varie app (inclusi i giochi) e di entrare nella modalità desktop di Windows completa. Scegliendo questa opzione, un messaggio ci avvisa però che il lancio del desktop accende una parte del sistema operativo che, per ottimizzare le performance di gioco, potrà essere spenta solo riavviando la console in modalità Xbox.
Secondo quanto precedentemente spiegatoci alla gamescom, questo piccolo trucco permette di risparmiare 2 GB di memoria, cruciali vista l’architettura a memoria condivisa. Dunque, l’esperienza Xbox non è altro che un task manager che si sostituisce a quello di Windows con un ridotto footprint, gestendo Armory Crate SE, che a sua volta gestisce l’App Xbox e gli altri store come plug-in.
Il dualismo di Windows: luci e ombre
Avere su un device così tutto il mondo dei videogames, è merito del buon vecchio sistema operativo di casa Microsoft. Tutte le necessità videoludiche sono collassabili in un unico oggetto, permettendovi di conservare gran parte della vostra preziosa libreria di videogiochi e poterla sfruttare in maniera tutto sommato facile e coerente con il mondo del gaming PC.Se proprio volete usarla al massimo, basta associare una buona docking station per tastiera, mouse e monitor per trasformarlo in un PC vero e proprio, con tanto di porta Thunderbolt 4 per una GPU esterna. E se ci sono titoli Xbox esclusivi sulla vostra console, il remote play (o Cloud) vi permetterà di giocarli con immediatezza. Finché il flusso rimane all’interno di quanto previsto, ci si dimentica che si sta interagendo con un PC Windows.
Ma è anche "tutta colpa di Windows". Il sistema operativo di Redmond si macchia di far emergere, di tanto in tanto, degli spigoli ruvidi in quella che ha le sembianze di una console. Quando l’accendete, l’iniziale emozione per i loghi Xbox e ROG si trasforma in una doccia fredda impersonata dal lock screen di Windows 11. Il disorientamento aumenta all’indispensabile inserimento del PIN, salvo poi essere immersi nella Xbox Experience.
Nel corso di questi 15 giorni di utilizzo abbastanza intenso ci sono stati diversi episodi in cui finestre di dialogo, recovery key di bitlocker, finestre di OneDrive con un errore, si sono manifestate con quel retrogusto amaro che sostanzia la differenza di esperienza tra il mondo PC e il mondo console.
Quanto più lo si sfrutta, più evidenti sono le complessità nascoste dietro una implementazione che di Xbox ha solo il nome. L’Xbox su Ally X è solo un'applicazione e una shell che tentano di nascondere la verità. Il risultato è un'esperienza globale a tratti snervante e avvilente, perché alla sorpresa di una finestra Windows si aggiunge il senso di precarietà per un mondo la cui interazione è demandata a dispositivi di input non presenti. Per chi non ha una buona conoscenza del mondo PC, il livello di "odio" potrebbe diventare insopportabile. Questa è la problematica sulla quale Microsoft dovrà lavorare maggiormente non solo per migliorare l'esperienza su questa "console" e altri dispositivi Windows-based, ma soprattutto nell'ottica del futuro arrivo della prossima Xbox che, secondo i rumor, altro non sarà che l'evoluzione di quanto iniziato a sperimentare sul fronte OS e software con la ROG Xbox Ally X.
Conclusione
Nonostante le spigolosità elencate, ritengo comunque la ROG Xbox Ally X una bomba. Certo, presenta tutti i difetti e le ruvidità di un sistema non completamente adattato ad un dispositivo di questo tipo, ma quando si rimane all’interno degli utilizzi previsti, l’esperienza è assolutamente appagante. Poter giocare ovunque con titoli di spessore utilizzando al massimo il proprio tempo è, per un gamer multipiattaforma e altamente competente nel mondo PC come il sottoscritto, qualcosa che vale tutti i soldi del non certo economico device.A costo di qualche eventuale apparizione di Windows, non ci sono limiti a quello che si può fare con la console di ASUS, e i momenti di puro divertimento surclassano le delusioni che in questa prima fase di immaturità possono avvenire. Sono ancora pochi i software ed i giochi che hanno considerato la possibilità di girare su questo tipo di architetture, e quindi la situazione può solo migliorare. Per tutti quelli che non si districano bene in queste situazioni, diventano più importanti altre considerazioni come il riutilizzo della propria libreria, la possibilità di giocare senza il vincolo della TV e la paziente attesa dei prossimi aggiornamenti.
In conclusione, per gli amanti delle novità che coniugano pazienza e desiderio di scoperta, è un acquisto consigliato; per gli altri, una scelta da soppesare con attenzione.












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