Recensione - Eriksholm: The Stolen Dream

Il Gioco
Eriksholm: The Stolen Dream segna l’esordio di River End Games, piccolo studio con base a Göteborg, Svezia, nel quale militano veterani che hanno lavorato a titoli come Battlefield, Little Nightmares, Mirror’s Edge e Unravel. Il gioco ci porta in una città immaginaria che richiama l’Europa del Nord dei primi del ’900, segnata da un evento che ne ha cambiato per sempre il destino: la devastante epidemia di Heartpox. Una malattia spietata, capace di erodere lentamente il corpo fino a fermare il cuore, lasciandosi dietro solo morte e disperazione. Anche chi riesce a sopravvivere finisce spesso vittima di ansia estrema, coma e infine arresto cardiaco. Una presenza invisibile ma costante, che aleggia ancora sulle strade e che contribuisce a rendere le atmosfere cupe e opprimenti, tra vicoli stretti, quartieri industriali e un’architettura segnata dal controllo militare.
MX Video - Eriksholm: The Stolen Dream
In questo scenario seguiamo Hanna, una giovane orfana e una delle poche sopravvissute all’Heartpox, la cui vita viene sconvolta dalla misteriosa sparizione del fratello Herman, accusato di aver trafugato qualcosa di molto importante. Determinata a ritrovarlo, Hanna si troverà immersa in un intreccio di segreti, tradimenti e lotte di potere. Ma non sarà sola: al suo fianco troviamo Alva, la carismatica leader di un gruppo di ladri, e Sebastian, un uomo taciturno ma determinato, pronti a condividere con lei un percorso tanto rischioso quanto affascinante.

Ufficialmente etichettato come stealth game, Eriksholm: The Stolen Dream in realtà si avvicina molto a un puzzle game travestito da stealth. L’obiettivo è non farsi scoprire in alcun modo, in una serie di scenari interconnessi da una storia molto ben raccontata, nei quali l'obiettivo è superare il livello senza farsi scoprire, eludendo tutte le guardie presenti: non esiste fuga e, se un nemico individua il giocatore o anche solo un cadavere, è subito game over. Questo porta a un approccio da trial and error, mitigato però da numerosi checkpoint ravvicinati. Si parte controllando solo Hanna, per poi arrivare a guidare tutti e tre i protagonisti. Ognuno con un’abilità specifica: Hanna dispone di un dardo stordente, Alva di una fionda capace di distrarre le guardie e spegnere le luci, mentre Sebastian punta tutto sulla forza fisica, in grado di abbattere anche gli avversari più pericolosi. Nelle fasi finali, gli scenari da risolvere diventano sempre più intricati e la cooperazione rapida tra i tre diventa fondamentale, trasformando la sfida in un ingranaggio perfettamente calibrato.

La campagna dura circa 12 ore, suddivise in otto capitoli, e si gioca completamente con visuale isometrica; da questo punto di vista il gioco ricorda molto titoli come Commandos e Desperados, ma con un focus maggiore su narrazione e stealth. La telecamera può essere ruotata liberamente per osservare ogni angolo della mappa e pianificare la strategia migliore. Pur non puntando a un dettaglio tecnico esasperato, la direzione artistica colpisce: i livelli sono ispirati, le ambientazioni cittadine hanno un fascino particolare, e persino i sotterranei riescono a trasmettere personalità. Le cut-scene meritano una menzione a parte: sono cinematografiche, fotorealistiche e sorprendenti considerata la natura indipendente del progetto.

A completare il quadro c’è il comparto sonoro: la colonna sonora alterna brani cupi e atmosferici a momenti di maggiore tensione, mentre il sound design lavora bene sui rumori ambientali e sui passi dei nemici, fondamentali in un titolo che fa del silenzio e dell’attenzione ai dettagli la sua forza. Oltre alla trama principale, il mondo di gioco si arricchisce con documenti e collezionabili, tutt’altro che riempitivi: piccoli tasselli narrativi che permettono di conoscere meglio la città di Eriksholm e le sue sfumature.


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