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Shadow Labyrinth
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Recensione - Shadow LabyrinthXbox Series X | SGame

Per celebrare i 45 anni di una delle sue icone più intramontabili, Bandai Namco ci propone il franchise di Pac-Man in una veste completamente inedita: Shadow Labyrinth è una sorprendente reinterpretazione dark sci-fi della serie in chiave metroidvania. L'abbiamo provato a fondo: ecco cosa vi aspetta!
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Il Gioco

Se siete abituati ai colorati labirinti pieni di caramelle e frutta di Pac-Man, dimenticateli: Shadow Labyrinth ci proietta in un cupo futuro fantascientifico, lo stesso visto nel corto animato "Pac-Man: Circle" della serie "Secret Level" di Amazon Prime. In quell'episodio, che funge di fatto da prologo a questo titolo, abbiamo assistito al fallimento di un guerriero, il settimo Spadaccino, evocato da una misteriosa entità sferica di nome PACC (il nostro Pac-Man, appunto) per una missione disperata su un pianeta ostile. La nostra avventura inizia esattamente da qui, vestendo i panni del successore di quello sfortunato eroe: lo Spadaccino N.8, un nuovo guerriero che PACC ha deciso di evocare privo di bocca, per evitare le lamentele del suo predecessore. Il nostro compagno sferico è il veterano di una guerra galattica, imprigionato da decenni su questo pianeta ma ancora determinato a completare la sua missione: sconfiggere una potentissima IA che minaccia di estendere il suo dominio sull'intero sistema solare ed oltre. Il nostro cammino, però, è sin dall'inizio ostacolato da una enigmatica figura femminile, la custode della prigione da cui, all'inizio del gioco, aiutiamo PACC a fuggire, che farà di tutto per impedirci di portare a termine il nostro compito.

MX Video - Shadow Labyrinth

Sebbene a prima vista Shadow Labyrinth possa sembrare uno stravagante spin-off senza molti legami con la serie originale, Shadow Labyrinth è in realtà un'opera molto più complessa, ambiziosa ed interconnessa non solo con Pac-Man, ma anche con i tantissimi altri titoli dell'era arcade Namco. Il gioco si inserisce ufficialmente nella timeline della UGSF (United Galaxy Space Force), un vasto universo narrativo che collega decine di titoli classici di Namco, creando un arazzo di lore profondo e interconnesso che i fan di vecchia data si divertiranno a decifrare. L'avventura è infatti infarcita di riferimenti e camei, con intere sezioni e boss ispirati a pietre miliari come Dig Dug, Bosconian, Galaxian e Splatterhouse solo per citarne alcuni, trasformando l'esplorazione in una continua caccia al tesoro per i nostalgici delle sale giochi.

Dal punto di vista della struttura di gioco, Shadow Labyrinth abbraccia appieno i canoni del genere metroidvania: ci troviamo di fronte a una vasta mappa composta da biomi interconnessi, ognuno con la propria identità visiva, nemici specifici e un'intricata struttura labirintica. Dalle prigioni desolate di un vulcano in eruzione a foreste verticali lussureggianti, passando per miniere sotterranee e strutture più fantascientifiche, ogni area è un dedalo di percorsi che si snodano in ogni direzione, spesso su più livelli verticali che collegano zone diverse in modi inaspettati. Il gioco adotta un approccio non lineare all'esplorazione: ci viene dato solo un vago indizio sul nostro prossimo obiettivo, ma dove questo sia e come raggiungerlo è interamente demandato alla nostra abilità di esploratori. Non esiste un sentiero prestabilito; la progressione è un flusso continuo di scoperta, tentativi ed errori.

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Per orientarsi in questi ambienti intricati, la mappa diventa uno strumento essenziale. È fondamentale osservarla attentamente, sfruttando il pratico sistema di segnalini per marcare aree inaccessibili, porte chiuse o segreti che richiedono abilità non ancora in nostro possesso. Come da tradizione, infatti, molte zone sono inizialmente precluse, spingendoci a tornare sui nostri passi una volta ottenuti nuovi poteri per scoprire nuove aree e segreti da collezionare come da tradizione del genere. La sopravvivenza è garantita da rari punti di salvataggio, i "Miku Sol", che non solo registrano i nostri progressi, ma fungono anche da hub per il potenziamento del personaggio e da punti per il viaggio rapido, permettendoci di spostarci istantaneamente tra quelli già scoperti. In caso di morte veniamo riportati a questi o all'ultimo checkpoint attivato, spesso portandoci a ripercorrere sezioni significative di mappa per tornare al punto della nostra morte. Il movimento è incentrato su un solido sistema di platforming, che richiede precisione e tempismo. A questo si aggiunge una delle meccaniche più originali del titolo: delle speciali rotaie energetiche che possiamo percorrere trasformandoci in PACC. Queste sezioni omaggiano direttamente il gameplay originale di Pac-Man, con tanto di iconico suono "waka waka" mentre divoriamo le pepite di Aura (la valuta di gioco) lungo il percorso, e richiedono abilità per saltare tra le rotaie, evitare ostacoli e attaccare i nemici al volo. Il gioco ci propone delle sezioni anche piuttosto impegnative legate a questa meccanica, in cui dobbiamo saltare tra diverse rotaie evitando nemici e campi elettrici, il tutto con il giusto tempismo.

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Venendo invece al lato action del gioco, il gameplay di Shadow Labyrinth si fonda su un sistema di combattimento che è al contempo semplice da apprendere e complesso da padroneggiare. Le basi sono quelle di un action game 2D: fendenti rapidi con la spada, salti e schivate. Tuttavia, la vera profondità emerge con l'introduzione dei poteri speciali. Nel corso dell'avventura, sconfiggendo boss o acquistandoli da un mercante, sbloccheremo un arsenale di abilità che cambieranno radicalmente il nostro approccio agli scontri. Potremo eseguire parate perfette per stordire i nemici (che con un'ulteriore potenziamento potranno anche respingere i proiettili al mittente), lanciare potenti onde d'energia con la spada o utilizzare un rampino per avvicinarci rapidamente ai nemici. L'uso di queste tecniche non è però illimitato: azioni come la schivata e i poteri speciali consumano la barra PSE, una sorta di resistenza/stamina che si ricarica lentamente. La gestione di questa risorsa diventa quindi cruciale; esaurirla nel momento sbagliato significa rimanere vulnerabili agli attacchi nemici.

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Quando la situazione si fa disperata, possiamo ricorrere alla nostra abilità definitiva: la trasformazione in GAIA. Per una manciata di secondi, ci trasformeremo in un imponente mech da combattimento, diventando quasi invulnerabili e capaci di infliggere danni devastanti. Questa forma risulta vitale durante le impegnative boss battle per ribaltare le sorti di uno scontro o per sopravvivere a un attacco altrimenti letale; la strategia che ho adottato in tutti i combattimenti era quella di sfinire il nemico cercando di resistere senza morire finché non raggiungeva il 30% della salute, per poi finirlo trasformandomi nel robottone. La forma GAIA ha anche un'utilità esplorativa, permettendoci di attraversare indenni superfici dannose come lava o spine, almeno finché non otterremo i poteri permanenti per superare tali ostacoli. Ed a proposito dei boss, questi rappresentano ovviamente l'apice di difficoltà del gioco. Ognuno è ovviamente diverso dagli altri per tipo di attacchi e strategie da adottare per fronteggiarlo, ma hanno tutti pattern d'attacco complessi e fasi multiple che richiedono studio, pazienza e una strategia precisa; morte dopo morte, arriveremo a conoscerli tanto bene da riuscire a batterli, in un'impresa ardua ma estremamente soddisfacente. Ed al termine di questi combattimenti, PACC si trasforma in una gigantesca ombra famelica che divora l'essenza del boss sconfitto, assorbendone il potere e donandoci una nuova abilità.

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Per quanto riguarda la longevità, Shadow Labyrinth offre un'esperienza sostanziosa. Completare la storia principale può richiedere oltre le 30 ore, ma i completisti o quelli che hanno meno familiarità con le sfide tipiche dei metroidvania potranno metterci di più. Ed in linea con la filosofia del genere metroidvania, che vuole proporci un'esperienza attentamente bilanciata dagli sviluppatori, non è presente una selezione del livello di difficoltà: la sfida è uguale per tutti e tutti dovremo raggiungere il livello di abilità necessario per arrivare ai titoli di coda. Infine, il gioco è completamente localizzato con testi e sottotitoli in italiano, permettendo a tutti di godere appieno della sua intricata lore.

Amore

Il Pac-Man che non ti aspetti

- Ammetto che, inizialmente, ero abbastanza scettico su Shadow Labyrinth: un Pac-Man in salsa metroidvania dark sci-fi? Non sembrava un'idea esaltante. Eppure, di trailer in trailer, mi ha catturato e poi, pad alla mano, ogni dubbio è stato spazzato via. Gli sviluppatori di Bandai Namco non si sono limitati a un'operazione di facciata, ma sono riusciti a produrre un ottimo titolo integrando con intelligenza e rispetto elementi iconici del franchise. I "labirinti di rotaie" in cui ci trasformiamo in PACC, il concetto stesso di divorare i nemici per carpirne il potere, e persino alcuni boss che reinterpretano in chiave mostruosa e grottesca i famosi fantasmini, tutto funziona alla perfezione. Il risultato è un'opera coesa e davvero divertente, che non solo rende omaggio a un'icona, ma getta le fondamenta per quello che potrebbe diventare un nuovo franchise di successo.

Un vero labirinto

- Shadow Labyrinth tiene fede al suo nome in modo quasi letterale. I livelli sono veri e propri labirinti non lineari, contorti e stratificati, spesso con sotto-livelli nascosti che connettono tra loro diversi punti delle aree principali. L'esplorazione inoltre non è solo una necessità per proseguire, ma diventa un'attività estremamente gratificante perché ogni angolo nasconde un segreto, un potenziamento, un materiale raro o un frammento di lore. Ovviamente troviamo spesso aree inaccessibili che richiedono poteri che ancora non possediamo; quindi è bene tenerne nota, anche con l'ausilio dei segnalini personalizzati sulla mappa, per poi tornarci successivamente. E, soprattutto, il level design premia l'esplorazione approfondita permettendoci, dopo aver completato una sezione, di sbloccare scorciatoie che ci consentono di attraversarla nuovamente in pochi istanti. Nulla di rivoluzionario per il genere metroidvania, certo, ma in Shadow Labyrinth il tutto è realizzato con cura ed in maniera molto ispirata.

Get good!

- Mai come in questo gioco la celebre frase anglosassone, che esorta a tentare, fallire e migliorare, è tanto azzeccata. In Shadow Labyrinth si muore. Si muore tanto, e spesso. Ma non è mai una morte punitiva o ingiusta: ad ogni nuovo tentativo, che sia per superare una sezione platform particolarmente ostica, un'arena gremita di nemici o un boss apparentemente insormontabile, ci si accorge di essere diventati un po' più bravi, un po' più precisi, un po' più veloci. Si impara il pattern, si affina la strategia, si memorizza il tempismo. Fino a quando, senza che ce ne accorgiamo, quella sezione che ci sembrava impossibile viene superata senza subire neanche un danno. Questa curva di apprendimento, questo senso di progressione che non è legato solo ai potenziamenti del personaggio ma alla crescita della nostra stessa abilità, è forse l'aspetto più bello e potente del gioco, riuscendo a catturare appieno la magia dei videogiochi arcade di una volta.

Tanti ricordi

- Ormai, all'età di 53 anni, quando dico queste sembrerò alle nuove leve come un nonno che racconta dei suoi tempi, ma chi, come il sottoscritto, ha speso decine di migliaia di Lire nelle buie e fumose sale giochi degli anni '80 e '90, potrà capirmi. Shadow Labyrinth è un'autentica lettera d'amore al passato glorioso di Namco. Il gioco è letteralmente infarcito di citazioni, riferimenti e omaggi ai classici che hanno definito un'epoca, e sono sicuro di non averne colti molti. Ma quelli che ho riconosciuto, come un intero bioma a tema Dig Dug o una sezione di chiara ispirazione "Bosconiana", mi hanno piacevolmente riportato alla memoria giochi ai quali non pensavo da tempo. È un valore aggiunto che forse i giocatori più giovani non apprezzeranno appieno, ma che per i veterani rappresenta una ciliegina sulla torta dal sapore dolce e nostalgico.

Odio

Checkpoint infrequenti

- Se c'è un aspetto che non ho particolarmente gradito in Shadow Labyrinth, è la gestione dei punti di salvataggio e dei checkpoint. Questi ultimi, e ancor di più i Miku Sol che permettono il viaggio rapido, sono piuttosto radi all'interno delle vaste mappe di gioco. Questo si traduce, in caso di morte, nella frustrante necessità di dover ripercorrere ampie porzioni di livello già completate solo per tornare al punto in cui eravamo stati sconfitti. La cosa diventa particolarmente tediosa in prossimità di alcuni boss, con i quali morire è all'ordine del giorno. Perché, dopo essere stato sconfitto, devo riaffrontare un lungo tragitto con tanto di nemici da sconfiggere di nuovo, solo per avere un'altra possibilità contro il boss? È una scelta di design che, a mio avviso, appesantisce inutilmente l'esperienza. C'è da dire, per lo meno, che il ripetere queste sezioni infestate da nemici ci permette di accumulare Aura e risorse, offrendo un'opportunità, seppur forzata, per potenziarci e tornare più forti di prima.

E ora che si fa?

- Si sa, in un metroidvania l'esplorazione è fondamentale, ma in Shadow Labyrinth il tema del "labirinto" è portato a un livello tale da risultare, talvolta, controproducente. In un paio di occasioni mi sono ritrovato a vagare per decine di minuti o anche ore senza avere la più pallida idea di dove andare per proseguire. Magari perché avevo trascurato un piccolo angolo di mappa inesplorato che, guarda caso, celava l'unico passaggio per avanzare. A questa sensazione di smarrimento si aggiunge la presenza di alcune meccaniche non spiegate in maniera chiara, che possono generare frustrazione. L'esempio più lampante mi è capitato con delle liane aggrovigliate che penzolavano dal soffitto; non essendoci alcuna interazione evidente, le ho ignorate, pensando di dover sbloccare un'abilità specifica più avanti. Solo dopo diverse ore di gioco, colpendone una per caso durante un combattimento, ho scoperto che un semplice fendente era sufficiente per sbrogliarle e trasformarle in liane per arrampicarsi. Argggh! PACC, perché non me l'hai detto? Insomma, qualche indizio in più sulla direzione da seguire o sul funzionamento di certi elementi, magari anche sotto forma di suggerimenti acquistabili dal mercante, sarebbe stato sicuramente gradito.

Design artistico migliorabile

- Questa è ovviamente una questione estremamente soggettiva, ma personalmente non sono rimasto troppo colpito dal lato artistico di Shadow Labyrinth, che risulta buono, funzionale, ma non eccezionale: il design delle aree e dei nemici non è sufficientemente distintivo, sfigurando con titoli artisticamente ispirati come la saga di Ori, Hollow Knight o Yoku's Island Express. E sì che, dal punto di vista della struttura e del gameplay, può fronteggiarli tutti a testa alta: con un design più ispirato li avrebbe forse anche raggiunti anche in termini di valutazione numerica.

Tiriamo le somme

Shadow Labyrinth è senza dubbio una scommessa vinta su tutta la linea. Bandai Namco ha avuto il coraggio di prendere una delle icone più sacre del medium e trasformarla in qualcosa di completamente nuovo, senza però tradirne lo spirito. Il risultato è un metroidvania impegnativo, coinvolgente ed incredibilmente soddisfacente, dotato di un level design superbo, un sistema di combattimento profondo e una curva di difficoltà tanto impegnativa quanto gratificante. Non manca qualche difetto, ma solo per scelte di design piuttosto che bug, quindi il loro impatto ha un carattere maggiormente soggettivo. Se amate il genere metroidvania questo è sicuramente un acquisto da non perdere, e lo è a maggior ragione se frequentavate le sale giochi 35-40 anni fa!
8.5

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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