MondoXbox

Live your
passion!

MondoXbox

MondoXbox



The Berlin Apartment

Recensione - The Berlin ApartmentXbox Series X | S DigitalGame

Un appartamento, cinque storie da vivere in cinque diverse epoche storiche: questo è The Berlin Apartment, interessante titolo indie realizzato dai tedeschi Blue Backpack ed ambientato nell’affascinante capitale della loro nazione. Ve ne avevamo già parlato in occasione della nostra prova alla gamescom, ed eccovi adesso, a gioco disponibile, il nostro parere finale in questa recensione!
img

Il Gioco

Berlino, 2022: il carpentiere Malik è impegnato nella ristrutturazione di un grande appartamento situato nella vecchia Berlino Est, nelle vicinanze di un tratto dove un tempo sorgeva il Muro. Non potendo affidarla ad altri, porta con sé la figlioletta Dinara ed è proprio mettendoci nei panni della bambina che The Berlin Apartment prende le mosse. Iniziamo quindi a gironzolare in quello che è sostanzialmente un cantiere, esplorando le varie stanze con gli occhi di Dinara (e il gioco accuratamente gestisce la prospettiva in prima persona ponendo l’inquadratura a non più di un metro da terra), giocherellando con quello che capita: una radiolina, un faretto, una pila di vecchie lattine. Certo, la noia è sempre in agguato, ma per fortuna le nostre esplorazioni sono ripagate da particolari scoperte: una fotografia coperta dall’intonaco, una vecchia macchina da scrivere... presupposti perfetti per far sì che Dinara reclami dal papà una storia che spieghi origini e motivi di questi oggetti. Ognuna delle quattro storie (che possiamo supporre Malik in buona parte inventi al momento basandosi sul reperto in questione) dà vita ad un capitolo del gioco: tutti si svolgono interamente all’interno dell’appartamento, ciascuno però in una diversa fase storica, trasportandoci via via nella Berlino di fine anni ’80 nell’imminenza della caduta del Muro, negli anni ’30 al momento dell’avvampare del nazismo, per passare poi all’immediato dopoguerra e concludersi con una storia ambientata negli anni ’60, in piena guerra fredda.

MX Video - The Berlin Apartment

Con il cambiare delle epoche cambiano ovviamente i protagonisti, ma a cambiare è soprattutto il mondo, sia all’interno che all’esterno dell’appartamento. Quest’ultimo subisce infatti modifiche profonde ad ogni passaggio: la sua ampia superficie viene suddivisa in più appartamenti mediante pareti divisorie, o addirittura lo possiamo vedere in gran parte sventrato e ridotto in macerie nell’episodio ambientato nel Natale del 1945. Si assiste peraltro ad un’evoluzione dell’ambiente in senso opposto quando, conclusosi un episodio, il gioco ci fa tornare al presente, nei panni di Dinara: ogni volta l’azione riprende “qualche giorno dopo”, dandoci la possibilità di vedere coi nostri occhi l’avanzamento dei lavori di ristrutturazione, che progressivamente riportano l’appartamento alle proprie origini. Sarebbe anzi stato bello disporre nel gioco di una mappa dettagliata dell’appartamento, magari strutturata su diversi livelli, in modo da dare evidenza della porzione utilizzata in ciascuno degli episodi: purtroppo non abbiamo nulla di tutto ciò, per cui non resta che affidarci al nostro senso dell’orientamento (o di disegnarne una per conto nostro, come ho provato a fare!).

Si diceva anche del mondo esterno. C’è, in particolare, una finestra dell’appartamento che affaccia su una piazzola e un viale: questa visuale (che pare non essere ripresa con assoluta fedeltà dalla realtà: nella versione contemporanea il palazzo di fronte alla finestra è caratterizzato da un enorme murale che raffigura un astronauta e che ricorda molto quello che si può ammirare nel quartiere di Kreutzberg, ma i dintorni in realtà non corrispondono) ci offre ad ogni capitolo uno spaccato di vita quotidiana nella Berlino dell’epoca, che gli sviluppatori si sono impegnati ad arricchire con una serie di “punti di osservazione” attivi, che forniscono lo spunto per considerazioni ed informazioni aggiuntive.

img
L’intreccio tra “dentro” e “fuori”, tra pubblico e privato, potremmo dire tra la Storia con la S maiuscola e le varie storie che The Berlin Apartment ci fa vivere rappresentano la chiave di lettura di questo gioco che, come tipico di ogni buon racconto minimalista, porta a riflettere su temi importanti e su eventi di grande respiro, facendoci però vivere queste piccole vicende (che evitiamo di raccontarvi in dettaglio per non rovinarvi il piacere della scoperta).

Anche la porzione di gioco che si svolge ai giorni nostri, con Malik e Dinara protagonisti, è a sua volta rappresentativa di una delle fasi storiche di Berlino che il gioco vuole descrivere: non è un caso che i due protagonisti siano immigrati, dandoci quindi un esempio dell’evoluzione in senso multi-etnico della città e sappiamo che il processo di ristrutturazione immobiliare di ampie parti della vecchia zona est è un fenomeno reale in corso da tempo.

L’avanzamento nel gioco segue sempre uno schema consolidato. Abbiamo una prima fase in cui Dinara è chiamata a svolgere qualche semplice incarico, come preparare i sandwich per il pranzo, oppure aiutare il padre rompendo delle piastrelle che vanno rimosse da una parete. Compiere queste attività conduce di solito alla scoperta di un oggetto-chiave che porta all’avvio di un nuovo racconto ad esso legato, in sostanza ad un nuovo capitolo del gioco. In ogni momento siamo però liberi di indulgere in un po’ di sano free roaming all’interno dell’appartamento, e sicuramente ne vale la pena: possiamo curiosare in giro, interagire con numerosi oggetti per ricavarne qualche commento istruttivo e/o divertente, come pure intrattenerci con alcuni improvvisati giochi che gli sviluppatori hanno inserito nelle stanze (ad esempio c’è una specie di bowling improvvisato da giocare calciando una palla contro una serie di lattine impilate a mo’ di piramide).

img
L’esplorazione libera è un’opzione sempre valida anche in tutti gli altri capitoli “storici”, anche se in quei casi avere una narrazione da seguire può portare a voler andare più dritti al punto. Personalmente ho apprezzato gironzolare anche per godermi in tutta calma e nei dettagli il pregevole tratto stilistico con cui l’appartamento viene raffigurato e, dopo aver fatto qualche progresso nel gioco, ho trovato piacevole cogliere in ogni epoca i cambiamenti apportati all’appartamento: avendo progressivamente preso familiarità con la casa e con le vicende che si sono lì svolte, ci si trova poi a pensare cose come “ah, qui è dove Kolja aveva lo studio!” o “ehi ma la porta che c’era qui è stata murata?”.

Come accennato, le vicende ambientate nel secolo scorso hanno un ritmo un po’ diverso, in quanto sono più numerosi gli eventi scriptati che guidano e danno ritmo alla narrazione. L’avanzamento nel gioco è comunque legato allo svolgimento di determinati compiti, che spesso forniscono il pretesto per esplorare a dovere l’appartamento (ad esempio, in un episodio dobbiamo preparare una valigia mettendoci dentro una serie di oggetti che risultano sparpagliati per tutta la casa) o che comunque rappresentano nei momenti di interattività da parte di chi gioca. Nulla di nemmeno vagamente impegnativo, comunque, anzi in alcune occasioni a mio avviso si sarebbe potuto osare qualcosa di più, senza ovviamente snaturare il gioco: ad esempio nel primo episodio in più occasioni siamo chiamati a realizzare degli aeroplanini di carta (giocando capirete il perché!) e si tratta di fasi totalmente guidate in cui dobbiamo limitarci a muovere la levetta nella direzione suggerita dal gioco e che quindi risultano un po’ sterili… si poteva magari sfruttare diversamente l’occasione lasciandoci più liberi, magari anche di sbagliare la progettazione del nostro aeroplanino!

img
Se c’è quindi davvero poco o nulla che possa rappresentare un ostacolo nel nostro avanzamento in The Berlin Apartment, va detto che chi cerca qualche sfida extra la può trovare in alcuni degli obiettivi proposti dal gioco: per ritornare a situazioni già citate, il gioco ci sfida ad esempio a fare “centro” col nostro aeroplanino al primo tentativo, oppure a riuscire a mettere effettivamente tutti gli oggetti dentro la valigia… achievements non impossibili, ma nemmeno proprio banali!

Il gioco non propone opzioni grafiche tra cui scegliere, ma va detto che data anche la relativa semplicità e staticità dell’ambientazione, l’esperienza di gioco scorre senza segnalare problemi prestazionali. The Berlin Apartment dispone invece di un ricco set di opzioni di accessibilità, segno di una grande attenzione a fare in modo che il gioco costituisca un’esperienza piacevole e coinvolgente per il maggior numero possibile di persone.

img

Amore

Ricostruzione ricca di fascino

- The Berlin Apartment riesce a raccordare egregiamente le storie di vita quotidiana che ci fa vivere da protagonisti con il respiro più ampio degli eventi storici che fanno da contesto. Che si tratti degli albori della dittatura nazista e delle persecuzioni razziali, o le precarie condizioni del regime comunista poco prima della caduta del Muro, i due piani si intreccianmo in maniera efficace per restituirci un quadro realistico e vivo dei periodi descritti, ricco di dettagli e di riferimenti storici. Palesemente è una ricostruzione che perde qualcosa nel rivolgersi ad un pubblico internazionale, immaginiamo che per chi abbia o abbia avuto in famiglia legami diretti con la storia tedesca (e di Berlino in particolare) dell’ultimo secolo, questo gioco colpisca con ancor maggior forza.

Un parlato di buon livello

- Per un progetto di questo calibro non è affatto scontato godere di un voice acting di buon livello, anzi spesso siamo abituati a trovarci limitati ad un’esperienza esclusivamente testuale. Trovo quindi giusto segnalare come punto a favore di The Berlin Apartment il fatto che tutte le (numerose) interazioni e linee di dialogo siano recitate, e pazienza se magari non sempre in maniera entusiasmante. Non c’è l’Italiano (e credo che sarebbe stato pretendere davvero troppo), ma potrebbe essere questa l’occasione per vivere un’esperienza ancora più immersiva ed impostare il gioco con la recitazione in lingua tedesca (l’altra possibilità è l’Inglese), naturalmente aiutandosi con i sottotitoli, questi sì integralmente localizzati anche nella nostra lingua.

Gioco “cozy” ma non troppo

- Da molti punti di vista The Berlin Apartment può tranquillamente rientrare nel plotone dei titoli cozy, giochi all’insegna del relax e della positività. Abbiamo in effetti il piacere di poter giocare al nostro ritmo (tranne in alcune particolari circostanze!), godendoci le ambientazioni fumettose a tinte pastello e rilassandoci progredendo in un gioco che non mette mai davvero alla prova la nostra pazienza o la nostra abilità. D’altro canto, le tematiche trattate sono tutt’altro che leggere: che sia la separazione forzata dettata dalla presenza del Muro, le persecuzioni razziali, le asprezze dell’immediato dopoguerra o ancora l’ottusità della censura da “guerra fredda”, l’intero arco narrativo del gioco è fondato su temi impegnativi e profondi, molto lontani dalla pucciosità banalotta di altre produzioni (solo apparentemente) simili.

Odio

Contenuti un po’ esili

- Sono arrivato ai titoli di coda di The Berlin Apartment con la sensazione che mancasse ancora almeno una portata al menù allestito da Blue Backpack. Intendiamoci, per un gioco dalle meccaniche così semplici sono il primo a sostenere che il rischio principale sia quello di annoiare, allungando in maniera inopportuna l’esperienza: meglio senz’altro eccedere in prudenza che in eccesso. Nondimeno, la fine del gioco è giunta un po’ a sorpresa, lasciandomi appunto la sensazione che ci sarebbe stato spazio per almeno un altro episodio, magari ambientato nei decenni a cavallo del secolo, periodo che in effetti rimane scoperto.

Un’occasione sprecata?

- L’idea di partenza, usare un appartamento come filo conduttore tra i periodi storici e le persone che lo hanno abitato, è pur nella sua semplicità molto intrigante, sicuramente capace di fornire spunti e suggestioni. Mi pare quindi un peccato che le storie raccontate siano sostanzialmente scollegate tra di loro, quando si sarebbe potuto ambire ad una trama più articolata, magari che attraversasse più generazioni della stessa famiglia o comunque capace di racchiudere tutte le vicende in un’unico arco narrativo. I momenti più emozionanti nel gioco si hanno quando si trovano oggetti o riferimenti che fanno leva su questo senso di continuità, ma sono assai rari e nel complesso poco significativi.

Qualche incertezza tecnica

- Per un gioco che si svolge (letteralmente) in quattro stanze, ci sarebbe margine per una maggiore “pulizia” nel codice, ad esempio nelle animazioni, o per quanto riguarda il rilevamento dei punti di interazione e soprattutto la gestione della spazialità degli oggetti, con qualche compenetrazione che non ho potuto fare a meno di notare. Non sono comunque problemi in grado di compromettere in alcun modo l’esperienza di gioco.

Tiriamo le somme

The Berlin Apartment è un walking simulator scritto con intelligenza e sensibilità, valorizzato dall’essere calato in un contesto reale ricco di storia e di fascino, peraltro rappresentato nel gioco con un tratto stilistico davvero apprezzabile. Le vicende di Josef, Kolja e tutti gli altri hanno la qualità per farci trascorrere 4/5 ore piacevoli e stimolanti: il gioco non ha molto altro da offrire in termini di gameplay e di interattività in generale, ma per gli appassionati di giochi a forte componente narrativa è assolutamente consigliato.
7.5

c Commenti

copertina

L'autore

autore

La sua passione per il gaming nasce nel lontanissimo 1982 con Gorf per Vic-20, ma da quando ha scoperto le "gioie" della caccia agli obiettivi, gioca solo su Xbox. Il suo nemico giurato è l'Arretrato, smisurato ed in costante aumento. Maguzzolo però non si arrende: armato di sei console ed un numero sterminato di controller, continua a dare battaglia.

c

Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
caricamento Caricamento commenti...