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World of Tanks: HEAT

World of Tanks: HEAT - provato alla gamescom

Siete tra quelli che trovano gli scontri fra carrarmati di World of Tanks troppo lenti, macchinosi e per questo poco attreaenti? Wargaming.net, il colosso dei free-to-play a tema bellico, ha pensato proprio a voi realizzando World of Tanks: HEAT. Abbiamo potuto giocarlo alla gamescom; ecco le nostre prime impressioni!
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Wargaming.net si è mostrata particolarmente attiva duante la recente gamescom, non solo annunciando per il 3 settembre la versione 2.0 del proprio titolo-bandiera, quel World Of Tanks che da oltre dieci anni macina grandi numeri di giocatori e utili, ma anche rivelandoci World of Tanks: HEAT, un gioco che, pur facendo parte della “famiglia” World of Tanks, si presenta come totalmente autonomo e fondato su concetti di gameplay diversi da quelli del progenitore, puntando a creare un’esperienza di gioco decisamente più arcade ed accessibile.

Abbiamo avuto la possibilità di fare qualche partita a World of Tanks: HEAT ed effettivamente il gameplay loop che vi abbiamo ritrovato è simile a quello dei più diffusi PvP bellici in circolazione, non si va lontano dal vero nel descrivere questo gioco come una sorta di “Battlefield coi carrarmati”.

MX Video - World of Tanks: HEAT

La velocità del gioco è la prima differenza sostanziale che colpisce chi magari ha qualche esperienza sul World of Tanks originario. HEAT è ambientato in un mondo alternativo in cui la tecnologia è in grado di dotare i carri armati (che di base sono repliche fedeli di carri reali) di armi e di capacità di movimento ben superiori alla realtà storica: nel trailer di annuncio del gioco abbiamo visto un carro entrare nel campo di battaglia a tutta velocità con una spettacolare quanto irrealistica derapata… ecco, movimenti di questo tipo non mi sono riusciti nella prova (e tendo a pensare che possano non essere effettivamente presenti nel gioco, o comunque verificarsi solo in circostanze molto particolari), ma sicuramente c’è la sensazione di un dinamismo ben maggiore rispetto al passato, pur non diventando mai eccessivamente frenetico. Un carro armato rimane un oggetto poco intuitivo da controllare, e sicuramente i neofiti dovranno comunque familiarizzare con il controllo separato dei cingoli e della torre, ma di certo gli spostamenti in World of Tanks: HEAT sono molto meno “faticosi”, soprattutto si coglie come i carri abbiano più ripresa e siano quindi più reattivi nel mettersi in moto e prendere velocità.

Le mappe (con ambientazioni che spaziano da complessi residenziali abbandonati a zone desertiche) sono disegnate coerentemente con questo nuovo approccio, per valorizzarlo: meno estese che in World Of Tanks (dove prevale invece un approccio più tattico) per facilitare gli incontri/scontri tra i giocatori, ma al tempo stesso sufficientemente ampie per dare adeguato spazio di manovra ai bestioni di ferro protagonisti del gioco.

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Le modalità di gioco costituiscono un altro importante punto di distacco di World of Tanks: HEAT. Viene infatti abbandonata la modalità da sempre peculiare di WoT, che richiede per la vittoria della partita di conquistare il campo-base avversario, per lasciare invece spazio ad una gamma di diverse modalità, realizzate sulla falsariga di quelle tipiche dei più popolari titoli PvP: da semplici deathmatch a modalità simili a “Conquista” (con una pluralità di aree da tenere sotto controllo) o “Re della Colliina” (con una sola area oggetto di contesa, che si sposta nel corso della partita).

Il gioco dispone poi di quello che potremmo definire un sistema di classi, per quanto particolare. Va considerato che ogni giocatore controlla e fa scendere in battaglia un connubio composto da un Carro e da un Agente che lo guida. Fondamentalmente la tipologia del carro (ce ne sono tre, con un bilanciamento variabile di agilità/difesa/letalità) ne determina le caratteristiche di base e la vocazione, (da ricognitore, assaltatore, eccetera) ma per ognuno di essi è previsto un sistema di customizzazione per poterli dotare di moduli ed accessori che ne modificano le caratteristiche. Un discorso analogo si può fare anche per l’Agente: questi personaggi sono legati ad un certo carro e dispongono di abilità peculiari e spettacolari (in alcuni casi mi hanno ricordato gli stratagemmi di Helldivers 2, ma qui il loro uso è assai meno frequente), in grado di fare la differenza in partita e che conferiscono al gioco una connotazione da “hero shooter”, con un cast di personaggi tra i quali scegliere il proprio preferito, o comunque quello più adatto al nostro stile di gioco.

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Non è difficile intuire che sarà probabilmente su questi aspetti che si concentreranno le tecniche di monetizzazione di World of Tanks: HEAT, che è stato confermato sarà un titolo free-to-play. Stiamo solo ipotizzando e nulla è ancora confermato ufficialmente, ma è chiaro che la possibilità di aggiungere nuovi moduli ad un carro, o associare nuovi carri ad un Agente (o addirittura sbloccare un nuovo Agente) attraverso una microtransazione che consenta di evitare o accorciare un percorso di levelling, potrebbe risultare allettante per i giocatori più accaniti.

Le mie partite confesso sono state abbastanza avare di soddisfazioni, ma nondimeno divertenti. E’ stato possibile giocare solo contro bot controllati dalla IA, quindi senza poter percepire il feeling reale di una partita tra giocatori, in compenso mi sento di dire che i bot (che saranno presenti anche nella versione finale del gioco) si sono comportati in maniera convincente, decisamente aggressiva. La mia sensazione è che World of Tanks: HEAT sia un progetto con solide basi di partenza e buone prospettive: anche il comparto tecnico (il gioco è mosso da un engine proprietario) è stato all’altezza della situazione, mostrando anche una eccellente distruttibilità degli ambienti, ma è anche vero che per un PvP online andrà valutata soprattutto la bontà e stabilità del backend e dei sistemi di networking.

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Il gioco, appena annunciato, non ha ancora una data di uscita ufficiale, ma in realtà la versione che ho potuto provare mi è sembrata già alquanto avanzata: non sarei in realtà molto stupito se non passasse più di qualche mese, prima di poterci prendere a cannonnate su World of Tanks: HEAT!

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L'autore

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La sua passione per il gaming nasce nel lontanissimo 1982 con Gorf per Vic-20, ma da quando ha scoperto le "gioie" della caccia agli obiettivi, gioca solo su Xbox. Il suo nemico giurato è l'Arretrato, smisurato ed in costante aumento. Maguzzolo però non si arrende: armato di sei console ed un numero sterminato di controller, continua a dare battaglia.

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