Recensione - Helldivers II
Il Gioco
Forse non sarà il primissimo titolo PlayStation ad approdare su Xbox - basti pensare a MLB: The Show, arrivato addirittura su Game Pass - ma Helldivers II rappresenta senza dubbio il primo grande gioco dei PlayStation Studios a compiere il salto. Si è trattato di un annuncio arrivato come un fulmine a ciel sereno, accolto con sorpresa e soddisfazione tanto dai giocatori Xbox quanto da quelli PlayStation. Su PC e console Sony, infatti, il titolo stava vivendo una fase di calo con un evidente appiattimento della base attiva; su Xbox, invece, il suo arrivo ha portato una ventata d’aria fresca in un genere che da tempo sembrava fossilizzato in prodotti GAAS senz’anima e tutte skin.
MX Video - Helldivers II
Ma cos’è esattamente Helldivers II? Il gioco è uno sparatutto cooperativo in terza persona che ci mette nei panni di un soldato della Super Terra, impegnato a “esportare democrazia” su pianeti ostili abitati da tre diverse fazioni nemiche: gli insetti giganti noti come Terminidi, gli alieni antropomorfi chiamati Illuminati e le macchine da guerra degli Automaton. Tutti sono accomunati da un unico obiettivo: espandersi sino a conquistare la Super Terra. Ed è qui che emerge lo spunto narrativo più geniale del titolo, ossia una satira tagliente della propaganda bellica americana, in cui l’idea di portare libertà e giustizia coincide con piogge di bombe e massacri in nome del “bene superiore”.
Appena lanciato il gioco, una delirante quanto caricaturata cinematica iniziale ci presenta proprio questo incipit narrativo, che verrà poi ripetuto ed esteso lungo tutta l'esperienza come una sorta di running gag.

Dopo aver battezzato la propria nave, il giocatore si ritrova in plancia di comando, pronto a scegliere la prima missione. Helldivers II è ambientato in un universo persistente che continua a evolversi anche senza la nostra presenza: le tre fazioni ostili avanzano costantemente verso la Super Terra, conquistando i quadranti di spazio che la circondano. Ogni quadrante è composto da diversi pianeti, a loro volta suddivisi in missioni, e portarle a termine significa contribuire alla riconquista delle zone perdute o alla difesa di quelle sotto assedio, rendendo ogni azione parte di un conflitto collettivo di scala galattica.
Ogni missione è un concentrato di caos e collaborazione, in cui la coordinazione tra compagni e l’uso degli stratagemmi fanno davvero la differenza tra una vittoria epica e una disfatta rovinosa. Gli stratagemmi sono uno degli elementi più originali e fondamentali di Helldivers II: si tratta di equipaggiamenti speciali da richiamare digitando rapidamente una combinazione di tasti in stile “Konami code”. Possono andare dal lancio di torrette automatiche ai bombardamenti orbitanti, dai pod di rifornimento con munizioni e armi pesanti fino a corazze potenziate o scudi difensivi. Ognuno va scelto prima della missione e diventa determinante per l’esito dello scontro. La loro gestione è cruciale, perché usarne uno nel momento sbagliato può ribaltare l’esito della missione, spesso in peggio, magari colpendo proprio i propri compagni di squadra. È qui che emerge tutto il cuore tattico del gioco: coordinarsi e scegliere bene quando e come utilizzare questi strumenti è ciò che separa un’operazione di successo da un disastro glorioso.

Il gameplay ruota attorno a un loop tanto semplice quanto efficace: dalla nave orbitale si seleziona una missione, ci si lancia sul pianeta designato e inizia lo scontro. Una volta a terra, la sopravvivenza dipende interamente dalla collaborazione, perché qui il fuoco amico è letale quanto gli attacchi nemici. Bastano pochi colpi mal calibrati per trasformare una situazione gestibile in una catastrofe, rendendo la coordinazione essenziale, soprattutto ai livelli di difficoltà più alti, dove ogni errore individuale può trascinare l’intera squadra verso una disfatta inevitabile.
Le missioni hanno un tempo limite entro il quale completarle e, una volta concluso il compito principale, occorre portare a termine con successo l’estrazione. In ogni mappa esistono anche diversi compiti secondari che permettono di portare a casa più medaglie, una valuta di gioco che permette di sbloccare numerosi elementi cosmetici. Insieme alle requisizioni e ai super crediti (unica valuta anche acquistabile con denaro reale), consentono di sbloccare armamenti e potenziamenti dell’astronave. Fortunatamente Helldivers II non è un pay-to-win e, con un po’ di pazienza, è possibile sbloccare quasi tutto unicamente giocando.

La prospettiva in terza persona rende poi tutto “diverso” dai classici sparatutto a cui siamo abituati: le sparatorie sono dinamiche, le esplosioni riempiono lo schermo e la fisicità dei combattimenti amplifica il senso di caos controllato. Ma Helldivers II non è solo un gioco di azione: la progressione, la scelta dell’equipaggiamento e soprattutto la campagna galattica basata su un mondo persistente, con milioni di giocatori che contribuiscono insieme al destino della Super Terra, danno la sensazione di far parte di una guerra collettiva, epica e al tempo stesso ironica.

Sul fronte grafico, il titolo si presenta con un comparto visivo pulito e convincente. I pianeti offrono biomi diversi che vanno dalle lande ghiacciate ai deserti aridi, fino a scenari vulcanici ricchi di dettagli. Non è un gioco che punta al fotorealismo, ma il colpo d’occhio è sempre piacevole e il caos delle esplosioni riempie lo schermo con spettacolarità. Sono poi presenti due modalità grafiche: qualità e prestazioni. La prima mira alla fedeltà grafica a 30 fps, la seconda sacrifica un po’ la qualità finale a favore di un framerate granitico a 60 fps.
Il comparto audio accompagna perfettamente l’azione, con armi dal suono potente e bombardamenti che fanno letteralmente tremare le casse. A impreziosire il tutto ci pensa la voce fuori campo della propaganda della Super Terra, che tra toni trionfali e frasi volutamente ridicole contribuisce a rafforzare la satira e a strappare più di un sorriso anche nei momenti più frenetici.



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