Recensione - Call of Duty: Black Ops 7

Il Gioco
La serie Black Ops è sempre stata il lato più “particolare” di Call of Duty, quel ramo che vive un po’ fuori dagli schemi e che non ha paura di prendere la formula classica, scuoterla e vedere cosa cade fuori. Con questo brand ci siamo abituati a complotti, doppi giochi, missioni sporche, manipolazioni psicologiche e personaggi che sembrano usciti da un thriller politico più che da uno sparatutto bellico; è la parte della saga che si permette di essere più cupa, più paranoica e teatrale, ma anche più creativa. Negli anni ha lasciato un segno preciso, regalandoci alcune delle campagne più ricordate e mappe multiplayer amate, costruendo una fanbase molto affezionata sempre pronta a vedere cosa si inventa Treyarch. Quando esce un nuovo Black Ops non ci si aspetta un Call of Duty standard, ma un’idea forte e un tocco di coraggio, anche quando le scelte non convincono tutti.In tutto ciò, quest’anno tocca a Call of Duty: Black Ops 7 portare avanti il nome della serie. Personalmente, in passato non ho apprezzato molto i titoli di Treyarch, trovando spesso il comparto multiplayer troppo esagerato e fuori dagli schemi per i miei gusti, ed è giusto premetterlo. La campagna riprende direttamente gli eventi di Black Ops 2: il protagonista, Specter Uno, viene inviato su Avalon per portare avanti l’indagine sulla Gilda, ma la missione degenera quasi subito. L’intera squadra viene infatti esposta a una tossina capace di provocare allucinazioni pesanti e incontrollabili, sostanza che inizia rapidamente a diffondersi anche nell’area circostante; da qui parte una serie di operazioni mirate a contenere l’agente chimico e a catturare Emma Kagan, antagonista principale dell’avventura interpretata da Kiernan Shipka. La produzione punta molto anche sul cast: c’è Milo Ventimiglia nei panni di David Mason e compare anche Michael Rooker, lo Yondu dei Guardiani della Galassia, presenze di peso che cercano di dare corpo a una storia più ambiziosa.
MX Video - Call of Duty: Black Ops 7
Tutta la campagna può essere affrontata sia in solitaria sia in co-op fino a quattro giocatori, ma la struttura open world rende l’esperienza in singolo decisamente più complicata del previsto. L’assenza completa di checkpoint significa che, in caso di morte, si è costretti a ricominciare l’intera missione da zero; anche se gli spawn dei nemici non si resettano, la frustrazione rimane, perché basta un errore per perdere tutto quello fatto fino a quel momento. C’è poi un altro limite piuttosto evidente: non è possibile mettere il gioco in pausa. Provandoci, dopo qualche secondo si viene buttati fuori dalla sessione per inattività, esattamente come in un multiplayer; è un’impostazione che può avere senso in co-op, ma penalizza molto chi preferisce giocare la campagna da solo, spezzando ritmo e immersione ogni volta che serve fermarsi un momento.
Questo limite nasce dal fatto che la campagna non è altro che un prologo di quattro-cinque ore alla nuova modalità Endgame, ambientata sempre ad Avalon: è qui che si trova la vera novità di Call of Duty: Black Ops 7, ed è evidente come tutto sia stato costruito per spingere il giocatore verso questo contenuto. Endgame è una sorta di ibrido tra DMZ e Zombies in cui otto squadre da quattro giocatori vengono lanciate su Avalon e, con un tempo limite di cinquanta minuti, devono completare il maggior numero possibile di incarichi per poi richiedere l’estrazione. La mappa è divisa in quattro aree, ognuna con una difficoltà crescente, e la pressione aumenta man mano che ci si avvicina al centro, dove i nemici diventano più aggressivi e le ricompense più alte (va notato che, con un recentissimo update, la modalità Endgame non è più legata al completamento della campagna, ma è fruibile direttamente da tutti).

Il multiplayer di Call of Duty: Black Ops 7 è probabilmente il più completo mai visto nella serie, con una quantità di mappe e modalità davvero notevole fin dal lancio. Ci sono tutte le modalità classiche come Team Deathmatch, Dominio, Cerca e Distruggi, Controllo, Gunfight, Uccisione Confermata e Tutti contro Tutti, a cui si aggiunge Sovraccarico, la vera novità del pacchetto. Questa modalità ruota attorno al recupero di un dispositivo che mi ha ricordato, per certi versi, il Teschio di Halo, da consegnare in una delle due zone designate della mappa per segnare un punto. La squadra che accumula più punti vince: è una modalità aggressiva che riesce a cambiare il ritmo del multiplayer senza snaturarlo. L’azione è frenetica, il gunplay è rapido e il time to kill è calibrato in modo efficace, con un ritmo che restituisce subito le sensazioni giuste; è stato introdotto anche un sistema di “Overclock”, che consente di potenziare ulteriormente gadget e serie di uccisioni, aggiungendo un ulteriore livello di personalizzazione.

Al lancio sono disponibili ben 18 mappe, un numero che non si vedeva da anni, e l’offerta continuerà a crescere con l'arrivo delle stagioni e mappe iconiche come Nuketown 2025. Ultima modalità, ma non certo per importanza, è quella storica della serie Black Ops: gli Zombie. Qui ritornano le classiche esperienze a ondate, affiancate da una piccola modalità storia che permette di sbloccare le reliquie. La novità più curiosa, però, è la disponibilità immediata di Dead Ops Arcade 4, lo sparatutto isometrico che in passato era nascosto dietro requisiti particolari e funzionava quasi da easter egg; in questa versione è accessibile fin da subito e offre un approccio completamente diverso, trasformando l’esperienza in un delirio arcade, colorato e frenetico.
Tecnicamente il gioco non è né un miracolo né una meraviglia assoluta. Il livello di dettaglio, in generale, è alto e l’impatto visivo regge bene nelle fasi più concitate, ma ogni tanto spuntano texture in bassa risoluzione che stonano con il resto della scena. Sono imperfezioni che non compromettono l’esperienza, ma ricordano chiaramente che Call of Duty: Black Ops 7 è ancora pensato anche per le console old gen, e questo frena un po’ l’ambizione del quadro tecnico complessivo.




Commenti