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The Outer Worlds 2
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Recensione - The Outer Worlds 2Xbox Series X | SGame

Dopo aver esplorato mondi in miniatura, lande intrise di magia e monasteri amanuensi, Obsidian Entertainment torna nello spazio con The Outer Worlds 2, seguito del loro RPG sci-fi del 2019. Ambientato nello stesso universo ma in un nuovo sistema solare, il gioco promette di espandere la formula originale con più scelte, mondi più grandi e, ovviamente, la consueta satira corporativa che contraddistingue la serie. Scopriamolo insieme!
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Il Gioco

Prima di iniziare ad illustrarvi The Outer Worlds 2, è importante chiarire che, nonostante si tratti del sequel dell'RPG uscito nel 2019 a marchio Take-Two, è a tutti gli effetti un'avventura standalone ambientata nello stesso universo. Non è quindi necessario aver giocato il primo capitolo per comprendere la storia, anche se i veterani ritroveranno riferimenti che ne arricchiscono la lore. Stavolta ci troviamo nel sistema solare di Arcadia, dove l'umanità si trova ad affrontare una nuova crisi: l'uso intensivo dei motori a proiezione, indispensabili per il viaggio a velocità luce, ha iniziato a generare pericolose fratture nello spazio-tempo.

Dopo aver creato il nostro alter-ego tramite un editor molto dettagliato, che come da tradizione ci permette di definire non solo sesso ed aspetto ma anche background e abilità iniziali del nostro personaggio, ci troviamo nei panni di un Capitano del Direttorato Terrestre, un ente governativo impegnato nelle indagini sulle fratture nello spazio. La nostra avventura inizia con quella che funge da lunga missione tutorial per apprendere tutti i sistemi di base del gioco: inviati sulla base spaziale di Punto Orizzonte, dobbiamo infiltrarci superando guardie e sistemi di sicurezza per incontrare una nostra alleata, con lo scopo di recuperare informazioni vitali sulla natura delle fratture. Come prevedibile, la missione finisce per prendere una piega disastrosa, culminando nell'esplosione della base stessa e nella creazione di una singola, gigantesca frattura che minaccia di destabilizzarsi e distruggere l'intero sistema solare.

MX Video - The Outer Worlds 2

Il nostro personaggio sopravvive all'esplosione, ma rimane a fluttuare nello spazio in sospensione criogenica all'interno di una capsula di salvataggio. Verremo ritrovati solo 10 anni dopo dal nostro stesso equipaggio, che non aveva mai smesso di cercarci. Al nostro risveglio, scopriamo un sistema di Arcadia profondamente cambiato. L'enorme frattura ha alterato gli equilibri di potere: due delle più grandi corporazioni, Soluzioni Spaziali e Zia Cleo, si sono fuse dando vita a "Soluzioni della Zia", una fazione ora potentissima e incredibilmente avida. A questa si affiancano altri gruppi di potere come L'Ordine dell'Ascendente, un culto religioso che venera le presunte proprietà divinatorie della matematica, il gruppo di contrabbandieri noto come Sub Rosa e i "sovranisti" del Protettorato. Queste fazioni sono ora in guerra tra loro: non per il bene comune, ma per prendere il controllo della frattura e sfruttarla per i propri scopi. La nostra missione sarà quindi duplice: porre rimedio agli eventi catastrofici di 10 anni prima per salvare Arcadia e, nel contempo, scoprire chi o cosa abbia causato il disastro iniziale. Ad aiutarci avremo una serie di fidati compagni, mentre le diverse fazioni cercheranno costantemente di manipolarci per portarci dalla loro parte.

A livello strutturale, The Outer Worlds 2 ci ripropone l'approccio a hub open world multipli ben cara ad Obsidian, ma con ambienti decisamente più vasti e dettagliati rispetto al predecessore; ogni pianeta del sistema di Arcadia che sbloccheremo proseguendo nella trama principale rappresenta quindi una mappa open world distinta e autonoma. Ognuna di queste mappe ospita città, insediamenti, punti d'interesse per l'esplorazione e, ovviamente, numerosi "dungeon" rappresentati da basi industriali, complessi di ricerca o strutture infestate dalla fauna locale, spesso legati a missioni specifiche. L'esplorazione libera di queste aree è fondamentale per scoprire punti di viaggio rapido, che ci permetteranno poi di spostarci istantaneamente tra le località già visitate. Il gioco è peraltro interamente fruibile sia in prima che in terza persona, adattandosi così allo stile preferito di ognuno.

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Il cuore dell'esperienza, come da tradizione Obsidian, risiede nel sistema di dialogo e di scelta. Le conversazioni sono dense di opzioni che dipendono direttamente dalle nostre statistiche, dalle abilità (come Oratoria, Scienza o Ingegneria) e dal background scelto in fase di creazione. Le conseguenze delle nostre decisioni sono tangibili e possono modificare drasticamente le nostre relazioni con i compagni e la reputazione presso le varie fazioni, arrivando persino ad aprire o chiudere intere linee narrative. Il gioco ci spinge spesso a compiere scelte morali complesse, schierandoci con gruppi contrapposti o tentando una difficile via indipendente.

La struttura delle missioni alterna quest principali fortemente narrative a una fitta rete di missioni secondarie, spesso legate alle fazioni, agli insediamenti che visitiamo o alle storie personali dei nostri compagni, e che ricompensano l'esplorazione dei dungeon e delle aree nascoste con equipaggiamenti unici e modifiche alla nostra reputazione.

I compagni, sei in totale dei quali possiamo portarne con noi due per volta (e non è detto che, nel corso della partita, riusciate ad ottenerli tutti), sono parte integrante dell'avventura. Non sono semplici assistenti in combattimento, ma personaggi con archi narrativi dedicati, opinioni precise e legami con le fazioni del gioco. Reagiranno attivamente alle nostre decisioni, potranno influenzare i dialoghi a volte dandoci pareri contrastanti e, in caso di conflitti insanabili, potranno persino decidere di abbandonare il gruppo. Investire tempo nelle loro missioni personali sblocca non solo nuove prospettive sulla trama, ma anche nuove abilità che ci torneranno utili in combattimento.

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Il sistema di progressione del personaggio è invece un'evoluzione di quello classico di Obsidian. Guadagnando livelli si ottengono punti da spendere in abilità come Scassinare, Medicina o Ingegneria, il cui livello determina la nostra efficacia in specifiche azioni o anche l'accessibilità delle azioni stesse (con un basso livello di Scassinare, ad esempio, molti dei forzieri e delle porte bloccate vi saranno preclusi). Periodicamente si sbloccano anche i Vantaggi, potenziamenti passivi che spesso richiedono soglie minime in determinate abilità per risultare disponibili, obbligandoci a pianificare la nostra "build" con attenzione. Tornano anche i Difetti, altra peculiarità del primo gioco, che ci vengono proposti dopo aver fatto ampio uso di una particolare caratteristica, e che ci permettono di avere dei bonus aggiuntivi al costo però di malus in altre aree. Infine troviamo il sistema di Reputazione, che traccia la nostra posizione con ogni fazione, influenzando i prezzi dei mercanti, l'accesso a certe aree e le opzioni narrative disponibili.

Per quanto riguarda l'azione vera e propria, The Outer Worlds 2 ci offre piena libertà di approccio: in gran parte delle situazioni (ma non sempre) possiamo agire furtivamente, sfruttando coperture, eliminazioni silenziose e l'hacking ambientale per disattivare torrette e robot, oppure buttarci nella mischia. Ed entrambi i sistemi sono stati vistosamente potenziati rispetto al gioco precedente, così da offrirci un'esperienza molto soddisfacente indipendentemente dall'approccio scelto.

Per quanto riguarda il sistema di shooting, l’azione risulta essere estremamente dinamica e reattiva, con le armi che si "sentono" molto bene grazie all'ottimo feedback dato dalla combinazione di audio e vibrazioni del controller. Ogni arma ha un comportamento distintivo, con animazioni di ricarica e impatto uniche e un sistema di mira più preciso, il tutto ovviamente influenzato come sempre dalle nostre abilità. Anche l’IA dei nemici è stata potenziata: sfrutta le coperture e tenta di aggirarci o raggiungerci anche in posizioni elevate. Durante i combattimenti più frenetici ci viene inoltre in aiuto il "dispositivo di dilatazione tattica del tempo", uno strumento che ci permette di rallentare lo scorrere del tempo per permetterci di mirare più accuratamente ai nemici, e che dopo essere stato usato ha un tempo di ricarica prima di poterlo riutilizzare.

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Chi preferisce un approccio silenzioso, invece, può sfruttare armi modificate con silenziatori, gadget di distrazione e abilità legate alla furtività, muovendosi fra coperture e terminali da hackerare per ridurre la visibilità. E' possibile abbattere furtivamente i nemici, purché non siano di livello troppo alto rispetto al nostro livello di Stealth, ed alcuni accessori specifici ci permettono persino di renderci invisibili per breve tempo dopo un'uccisione stealth. Utilissimo è inoltre un visore, ottenuto durante le prime missioni della storia, che ci permette di guardare attraverso i muri per individuare la posizione dei nemici; questo tornerà utile anche durante alcuni enigmi che ci vedono seguire delle linee della corrente per attivare interruttori ed altri meccanismi.

Le armi si dividono in tre categorie: balistiche (pistole, fucili d'assalto, shotgun), energetiche (con danni da plasma, shock o corrosione, efficaci contro diversi tipi di armatura) e corpo a corpo (mazze, martelli gravitazionali e lame), utili anche per gli attacchi stealth. La gestione delle munizioni è cruciale: non sono abbondanti, costringendoci quindi a diversificare il nostro arsenale, magari integrando armi da mischia per risparmiare colpi preziosi. E' possibile acquistare munizioni presso i venditori e appositi distributori automatici, ma anche in tal caso non sono presenti in grandi quantità e comunque dovremo dosare al meglio anche i crediti per non finire senza, anche se la possibilità di vendere gli oggetti raccolti sul campo è di grande aiuto.

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Il crafting, da questo punto di vista, assume un ruolo centrale. Nei banchi di lavoro sparsi per il mondo (ma non solo: se teniamo in squadra Niles, un collega del Direttorato Terrestre con noi sin dalla primissima missione, ci permetterà di accedere allo stesso menu, come fosse un banco di lavoro ambulante) possiamo creare munizioni e consumabili, riparare l'equipaggiamento, smontare oggetti superflui per ottenere materiali e, soprattutto, installare modifiche dopo averne reperito o acquistato i progetti. Queste possono aggiungere mirini, silenziatori (essenziali per lo stealth), o effetti elementali alle armi, con la nostra abilità tecnica che determina la qualità delle mod installabili.

Nel complesso, The Outer Worlds 2 trasforma il suo shooting da semplice supporto all’RPG in un sistema d’azione completo e coerente, capace di adattarsi sia a chi preferisce pianificare tatticamente ogni mossa, sia a chi preferisce un approccio più diretto e immediato.

Per quanto riguarda la longevità del gioco, The Outer Worlds 2 vi terrà impegnati per oltre 30 ore se vi concentrerete unicamente sulla storia principale, ma potrete superare tranquillamente le 50 ore se volete esplorare completamente ogni mappa, completando tutte le missioni secondarie. Una durata e mole di contenuti decisamente superiore a quella del primo gioco. Tecnicamente, come ormai di prassi in questa generazione, il gioco ci offre una modalità Qualità a 30 fps e una modalità Prestazioni a 60 fps. E, anche qui com'è ormai abitudine, il titolo è doppiato in inglese ma presenta testi e sottotitoli completamente localizzati in italiano.

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Amore

Mission design

- Tra le caratteristiche di The Outer Worlds 2 che ho apprezzato maggiormente c'è senza dubbio la struttura delle missioni. Obsidian dimostra ancora una volta di saper andare oltre la semplice sequenza di dialoghi e combattimenti, offrendoci un level design che incentiva costantemente l'esplorazione e la ricerca di strade alternative. Spesso è possibile evitare completamente gli scontri non solo tramite lo stealth, ma anche sfruttando opzioni tattiche: disattivare i sistemi di sicurezza da un terminale nascosto, hackerare gli automi di combattimento per creare un diversivo, o semplicemente sbloccare con le nostre doti ingegneristiche un condotto di ventilazione che aggira un'intera guarnigione. Molto validi anche alcuni enigmi ambientali che il gioco propone, mai troppo complessi da risultare frustranti, ma abbastanza ingegnosi da regalare soddisfazione.

L'importanza delle scelte

- The Outer Worlds 2 ci mette continuamente di fronte all'impatto delle nostre decisioni, sia narrative che di gameplay. Il sistema di crescita del personaggio è progettato per rendere impossibile eccellere in tutto, e questo è un pregio. Aree di gioco o scelte di dialogo cruciali possono esserci precluse perché non abbiamo i punti necessari in Scassinare o Ingegneria, ma allo stesso tempo vedremo altre opzioni aprirsi proprio grazie alla nostra specializzazione. Vi troverete magari ad essere maestri nell'hacking, capaci di penetrare qualsiasi terminale, per poi scoprire che un forziere cruciale richiede un livello di scasso troppo alto; o, durante un dialogo, non avrete il livello di Oratoria o Scienza sufficiente per sbloccare opzioni importanti. A questo si aggiungono le pesanti scelte morali che influenzano attivamente lo svolgimento della trama e il destino delle fazioni.

Combattimenti e stealth

- Il sistema di combattimento del gioco risulta particolarmente ben fatto e soddisfacente rispetto al predecessore. Le armi restituiscono un eccellente feeling, e una gestione chiara ed efficace dei diversi tipi di danno elementale e fisico contro le varie tipologie di nemici rende la scelta - e spesso la scoperta - di ciascun'arma sempre molto soddisfacente. Il gunplay risulta estremamente solido, così come risulta esserlo la gestione dello stealth (problemi nell'IA a parte, come leggerete a breve), con tante opzioni per chi preferisce muoversi nell'ombra, anche se non sarà sempre possibile.

Realizzazione grafica

- Al netto di alcune scelte artistiche che ho trovato discutibili, come spiego più avanti, la realizzazione tecnica del gioco risulta essere davvero molto valida. Gli scenari alieni sono spesso splendidi, ricchi di dettagli e con un'ottima distanza visiva che regala panorami notevoli. Il gioco, come accennato, propone due modalità grafiche: personalmente mi sono trovato molto bene con la modalità Qualità, che, pur bloccata a 30 fps, permette di godere di effetti aggiuntivi, come i riflessi sulle pozze d'acqua e un'illuminazione generale più convincente, altrimenti assenti in modalità Prestazioni.

Odio

Compagni poco convincenti

- A differenza di Avowed o dello stesso primo The Outer Worlds, i cui compagni avevano storie complesse, dialoghi brillanti ed ai quali era facile affezionarsi, ho trovato il cast di The Outer Worlds 2 piuttosto piatto e generico. Sebbene siano molto utili in missione (soprattutto Niles, che funge da vero e proprio banco da lavoro ambulante, permettendoci di creare munizioni e modificare l'equipaggiamento sul campo), manca un certo "sale" narrativo nei loro background. Le loro storie personali non hanno il mordente necessario e le loro personalità non riescono a lasciare il segno, rendendo l'interazione con loro più "meccanica" che emotiva.

Storia non molto interessante

- Quella dei compagni è, purtroppo, solo la manifestazione di un problema più ampio di The Outer Worlds 2: la scrittura. Pur rimanendo competente, la storia del gioco risulta decisamente più appannata e meno ispirata rispetto ad altre opere recenti e passate di Obsidian. Sì, c'è il pericolo cosmico della frattura, ci sono le fazioni in guerra e una sottotrama legata ad una storia di tradimento e vendetta, ma l'intera narrazione scorre via senza veri picchi drammatici, senza colpi di scena memorabili e senza riuscire a tenerci davvero sulle spine. Si prosegue nelle missioni più perché è il gioco a indicarci il prossimo obiettivo, piuttosto che per un'autentica urgenza di scoprire come procederà la storia. E, per un amante di RPG, questo è un "peccato originale" molto più grave di quello che potrebbe essere, ad esempio, un sistema di combattimento poco soddisfacente.

IA in approccio furtivo

- Lo stealth è stato decisamente ben curato in The Outer Worlds 2, con tante possibilità di risolvere le situazioni in maniera furtiva, aiutati da un corposo set di abilità e potenziamenti atti allo scopo; una cosa che però è riuscita meno bene ad Obsidian, è la realizzazione di un'IA nemica in grado di reagire coerentemente a queste situazioni. Mi è capitato più di una volta di vedere nemici arrivarmi a un palmo mentre ero accucciato, guardando dritto nella mia direzione per poi girarsi ed andarsene come nulla fosse; oppure m'è accaduto che i nemici fossero allertati dalla mia presenza, mettendo mani alle armi ed iniziando a cercarmi, per poi tornare immediatamente in modalità "va tutto bene" dopo pochissimi secondi, come se nulla fosse. Giocare in stealth rimane comunque molto soddisfacente, ma questi dettagli si sarebbero potuti gestire meglio.

Universo dai colori acidi

- Questa è un'opinione estremamente soggettiva, quindi prendetela come tale; posso comprendere l'intenzione di Obsidian di creare un'identità visiva forte, che distingua marcatamente The Outer Worlds 2 da altri RPG sci-fi come Starfield o Fallout. Tuttavia, a mio avviso, la scelta di ricoprire la quasi totalità dei pianeti esplorabili (fatta eccezione per un paio di biomi verso la fine) di vegetazione e strutture dai colori violacei e acidi è eccessiva. Poteva funzionare per un singolo bioma, ma dopo decine di ore questa specifica tavolozza di colori stanca la vista. Avrei preferito una maggiore varietà cromatica, magari virando più sul classico e realistico.

Tiriamo le somme

The Outer Worlds 2 si presenta come un gioco tecnicamente e strutturalmente superiore al suo predecessore. Il gameplay è più rifinito, il sistema di combattimento più solido e il peso delle scelte ben integrato nell’esperienza. Dove però Obsidian sorprende meno è nella componente narrativa: la storia principale e i compagni risultano meno convincenti e coinvolgenti che in passato. Dalla sua ha, però, missioni molto ben disegnate che stimolano l'ingegno e l'esplorazione, tenendoci comunque incollati al pad grazie anche a un ottimo sistema di combattimento e a un sistema di scelte che ci fa sentire il peso delle nostre decisioni. Si tratta quindi di un buon RPG, che gli appassionati del genere e delle ambientazioni sci-fi apprezzeranno senza dubbio, anche se rimane un po' di amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere con una narrazione maggiormente ispirata.
8.5

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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