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Nightscape

Nightscape - visto in anteprima

Uno dei pregi del mondo indie è quello di metterci in contatto con culture diverse grazie ai titoli creati da team di tutto il mondo: è il caso di Nightscape, poetico titolo mediorientale che ci mette in contatto con l'astronomia araba. L'abbiamo visto in anteprima e siamo pronti a raccontarvelo!
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Nightscape è un’avventura in 2.5D ispirata all’antica astronomia araba in sviluppo negli studi della software house qatariota Mezan Studios. Nel gioco impersoniamo Layla, un’astronoma impegnata nel capire perché le costellazioni, da sempre in grado di illuminare le notti e di guidare gli esseri umani, siano improvvisamente cadute sulla Terra, lasciando i popoli al buio e in balia di pericolose creature. Ma non solo. Layla, grazie al suo particolare astrolabio che le permette di interagire con il potere delle stelle, e all’aiuto di un capretto celestiale, ovvero la rappresentazione dell’omonima costellazione (Goat Kid secondo secondo l’antica astrologia araba, che corrisponde alla Stella Polare nell'astronomia occidentale), è l’unica in grado di rimettere al proprio posto le costellazioni cadute sulla Terra, anche se questo ovviamente non sarà un compito semplice.

La porzione di gioco mostrataci durante la presentazione da Hamad K, Creative Director di Mezan Studios, ci ha permesso di dare uno sguardo a un intero livello, il cui obiettivo era quello di recuperare e restituire alla volta celeste la costellazione del Leone. Sotto il profilo del gameplay, Nightscape appare come un’avventura a scorrimento abbastanza tradizionale. Layla, la protagonista, si muove principalmente in due direzioni, da sinistra verso destra, anche se la scelta di optare per una realizzazione in 2.5D ha permesso agli sviluppatori di dare maggiore profondità al comparto grafico e di inserire numerose sezioni nelle quali la giovane astronoma può muoversi anche nelle altre due direzioni. L’intero gioco si sviluppa di notte, il che ovviamente influenza lo stile grafico, i colori e l’aspetto delle ambientazioni, che sono dichiaratamente ispirate ai biomi dell’Arabia del Sud e dell’isola di Socotra.

Layla, come da tradizione del genere, può saltare, scavalcare piccoli ostacoli, arrampicarsi e interagire con vari elementi presenti per proseguire. La protagonista dispone inoltre di un arco, che le permette di raggiungere oggetti e interruttori altrimenti inaccessibili, e di un rampino, utilizzabile in presenza di appositi appigli. Durante la demo l’abbiamo vista colpire con una freccia un ramo appeso a una liana per farlo cadere o scalare un’altura grazie al rampino. In molte occasioni, la giovane astronoma potrà inoltre contare sull’aiuto del suo fido compagno celestiale, che interagirà in vari modi con l’ambiente durante l’avventura in maniera del tutto autonoma. Nel corso della dimostrazione, per esempio, abbiamo visto il piccolo capretto avvicinare un ramo galleggiante alla protagonista per consentirle di salire e successivamente spingerla fino alla sponda opposta di uno specchio d’acqua. Hamad K. ci ha tenuto a sottolineare che l’apporto del piccolo capretto sarà fondamentale nel corso del gioco, che andrà ben oltre questo tipo di situazioni basilari.

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Layla, come già detto, può poi sfruttare il potere delle costellazioni che ha già ripristinato. Queste ultime, oltre a rimanere sempre visibili nel cielo notturno che fa da sfondo a tutte le ambientazioni, permettono alla protagonista di attingere ad alcuni poteri magici. Durante la demo, abbiamo visto la coraggiosa astronoma sfruttare a proprio vantaggio il vento per sbloccare un ponte levatoio e per attraversare uno specchio d’acqua su un tronco o utilizzare la pioggia per riempire d’acqua una porzione di livello e salire su una cassa galleggiante per raggiungere una sporgenza. In tutte le occasioni, il gameplay mi è parso molto lineare anche se, nell’ultimo caso, è bastato un piccolo errore di valutazione, ovvero evocare la pioggia prima di essere saliti sulla cassa, per portare la protagonista a una morte prematura, con conseguente ritorno all’ultimo checkpoint.

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Durante la dimostrazione, Layla si è imbattuta in alcuni scorpioni non particolarmente amichevoli, che ha rapidamente eliminato sempre grazie al suo arco. Il sistema di controllo prevede un sistema di mira semi assistito, con possibilità di passare rapidamente da un bersaglio all’altro se necessario. In generale, i combattimenti con i nemici base non mi sono parsi particolarmente difficili o adrenalinici, anche in virtù di una quasi totale assenza di movimento da parte degli avversari. Discorso diverso invece per quanto riguarda gli scontri con i nemici più grandi come il boss presente alla fine del livello, che si è dimostrato decisamente più intraprendente rispetto agli altri e che ha richiesto varie manovre di aggiramento per essere sconfitto, anche sfruttando la collaborazione del fido capretto celestiale per potenziare temporaneamente l’effetto delle frecce.

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Per ottenere questo effetto, Layla ha dovuto indicare al proprio compagno di mangiare alcuni fiori presenti nella zona dello scontro, con conseguente comparsa di un “anello” di potenziamento temporaneo attorno al capretto. Lo scontro con il boss coincideva anche con la fine del livello. Dopo aver abbattuto il pericoloso nemico, Layla ha infatti potuto ripristinare la costellazione del Leone nel cielo grazie al suo astrolabio, ottenendone il favore e, soprattutto, il relativo potere per il resto dell’avventura.

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Da quanto visto, Nightscape si propone dunque come un’avventura 2.5D dal sapore tradizionale, nella quale un gameplay semplice si mescola con una trama particolarmente ispirata, un design minimale ma ben caratterizzato e una narrazione dai toni delicati, il tutto condito da una colonna sonora in grado di amalgamare nel migliore dei modi i vari elementi. L’idea del team, confermata dallo stesso Hamad K. verso la fine della presentazione, è quella di dare ai giocatori una sorta di favola ispirata alla mitologia araba. Non manca ovviamente qualche ruvidità, specie per quanto riguarda le animazioni, davvero poco fluide, e per gli scontri, che al netto dello scontro con il boss di fine livello mi sono parsi davvero troppo statici e poco coinvolgenti. Ovviamente è davvero presto per sbilanciarsi sulle effettive qualità del titolo di debutto di Mezan Studios e sui possibili difetti, ma le premesse per una produzione in grado di lasciare il segno ci sono davvero tutte. Per averne conferma dovremo però attendere ancora un po’. Il team di sviluppo al momento non ha ancora annunciato nessuna previsione di uscita, il che lascia supporre che manchi ancora più di qualche mese al lancio.

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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