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For Honor - provato in Alpha

For Honor è uno dei titoli che hanno saputo stupire maggiormente il pubblico durante il loro annuncio, e nonostante manchino ancora diversi mesi alla sua uscita abbiamo potuto avere un assaggio di cosa ci attende grazie alla Closed Alpha lanciata da Ubisoft. Eccovi quindi quali sono le nostre prime impressioni.
Non nego di aver scaricato la Closed Alpha di For Honor con un certo hype, poiché essendo appassionato di combattimenti all’arma bianca vedere in un unico gioco Vichinghi, Samurai e Cavalieri Medievali è quasi un sogno che si realizza. Quello che tuttavia mi ha incuriosito è il gameplay, infatti la prima domanda che mi è venuta in mente dopo l’annuncio del gioco è stata come sarebbe riuscita Ubisoft a far coesistere dei guerrieri così diversi tra loro. Nella passata settimana ho potuto provare finalmente un assaggio del titolo, e posso subito confermare che le soluzioni adottate dagli sviluppatori funzionano… più o meno. Partiamo dal principio, e una volta completato il download piuttosto consistente e aver (ri)visto lo spettacolare trailer cinematografico già mostrato durante le varie conferenze, finalmente arriva il momento più difficile: la scelta del guerriero. Fortunatamente si tratta di una scelta legata unicamente al tutorial, e all’inizio di ogni partita è possibile decidere liberamente quale fazione utilizzare, altrimenti credo che sarei stato ore a riflettere come quando dovevo scegliere tra Charmander, Squirtle e Bulbasaur. Ho optato per il Vichingo, e nei primi minuti si prende confidenza con i comandi, e con mia sorpresa il sistema di controllo si è rivelato piuttosto semplice, intuitivo e legato a pochi tasti, ma non per questo poco profondo. Con un tasto ci si mette in posizione di difesa centrando la telecamera sul nemico, con il dorsale e grilletto destro si usano attacchi leggeri e pesanti e con la levetta analogica si sceglie in quale direzione attaccare o difendersi (destra, sinistra e in alto). Fine. Sono presenti ulteriori tattiche come lo spezzaguardia, la rotolata e alcune semplici combo, ma le meccaniche di base sono tutte qua. Ammetto di essere rimasto inizialmente quasi deluso da tanta semplicità, ma una volta davanti i primi veri nemici ho capito quanto mi sbagliassi.

MX Video - For Honor

Attaccare alla cieca come in un classico action game porta quasi sempre a morte certa, e ogni battaglia diventa un duello di strategia, riflessi e soprattutto pazienza. La scelta più importante è la direzione con cui attaccare e soprattutto difendersi, e bisogna imparare le pose dei nostri nemici per capire da che parte sta arrivando il loro assalto… oppure scegliere il lato dove sono scoperti per contrattaccare. Inoltre bisogna tenere d’occhio la barra della stamina, altrimenti si rischia di ritrovarsi senza fiato e in completa balia dell’avversario. Anche sfruttare gli spezzaguardia e le schivate possono aiutare a salvare la pelle, così come imparare i tempi, le animazioni e le abilità di ogni guerriero. Scegliere tra Samurai, Vichinghi e Cavalieri non è solo una scelta di gusti personali, ma ognuno si comporta in maniera differente sul campo di battaglia. I Cavalieri sfruttano le armature, scudi e spadoni per avere buona difesa e grande potenza di attacco a discapito dell’agilità, al contrario dei Samurai che invece prediligono destrezza e attacchi più distanti sfruttando la lunghezza delle loro katane, infine i Vichinghi sono i più “rozzi” a sono dotati di un buon equilibrio generale. Ognuno inoltre si divide in diverse classi, tuttavia nell’Alpha era possibile provarne solo due, mentre nel gioco completo saranno quattro per fazione (esclusi eventuali DLC). La prima tipologia di Cavaliere, ad esempio, è armata di uno spadone a due mani che punta tutto sull’attacco, mentre la seconda classe punta invece sulla difesa con armatura pesante, scudo e mazza singola. Inoltre ogni fazione e classe ha delle abilità uniche attivabili con le frecce direzionali, ad esempio il Vichingo Razziatore può contare su un aumento temporaneo della velocità di movimento, marchiare un nemico per diminuirne le statistiche e piazzare uno stendardo in grado di curare gli alleati vicini. Queste abilità tuttavia non sono tutte disponibili da subito, ma devono essere “sbloccate” ogni volta guadagnando punti durante le partite, mentre salendo di livello si possono scegliere ulteriori abilità da equipaggiare fino ad un massimo di quattro.

Parlando delle modalità di gioco, durante l’Alpha era possibile provare Duello (combattimento 1 VS 1 al meglio di 5 round), Rissa (identica ma 2 VS 2) e Dominio, il vero piatto forte dell’esperienza. In questa modalità 4 giocatori per squadra si sfidano per il controllo di tre zone del campo di battaglia, ma oltre a loro sono presenti anche dei veri e propri eserciti. Qui For Honor assume le sembianze quasi di un musou, infatti i soldati nemici sono praticamente carne da macello e possono essere uccisi con un singolo colpo, e continuando ad attaccare si possono fare combo brutali con cui spazzare via chiunque sia sulla strada fino ad arrivare ai giocatori avversari e duellare con loro. La cooperazione in Dominio è fondamentale poiché ritrovarsi da soli contro due o tre nemici equivale a morte certa, e in questi casi la fuga fino a trovare un alleato che ci aiuti può essere una tattica poco onorevole (per rimanere in tema) ma sicuramente più efficace. Dopo le prime ore di spaesamento mi sono esaltato sempre di più quando riuscivo a prevedere la direzione degli attacchi nemici, sfruttare l’ambiente circostante magari attirando gli avversari vicino ad un muro e spingendoli giù, massacrare orde di soldati semplici e magari sconfiggere due giocatori da solo, e se avessi potuto avrei brindato insieme ai miei compagni con idromele bevendo dai teschi dei nemici come un vero Vichingo.

Dal punto di vista tecnico inoltre For Honor mi ha davvero stupito, e nonostante si trattasse di un’Alpha la qualità era già sorprendente, per cui non vedo l’ora di vedere come sarà il risultato finale quando il gioco arriverà nei negozi. Purtroppo non sono mancati alcuni problemi come compenetrazioni poligonali, matchmaking che impiegava parecchio tempo per trovare delle partite e anche un singolo freeze completo della console, ma soprattutto il difetto principale è stato l'instabilità del frame-rate. Specialmente nelle prime fasi delle partite o quando c’erano decine di soldati su schermo, il gioco ha avuto dei cali notevoli che hanno intaccato in maniera pesante l’esperienza, e purtroppo non si è trattato di casi isolati. Dal lato del gameplay quindi For Honor mi ha saputo conquistare ed esaltare, ma spero davvero che Ubisoft risolva i problemi di matchmaking e frame-rate prima dell’uscita, altrimenti rischia di rovinare una IP dal potenziale interessantissimo.

Rimane da vedere anche come saranno gestite le altre modalità di gioco, e sinceramente vorrei anche una campagna in singolo con una storia all’altezza: il fascino dell’ambientazione c’è, e sarebbe un peccato sprecare questa occasione. In ogni caso dopo questa prova posso dire che For Honor è sicuramente un titolo da tenere d’occhio: l’appuntamento è fissato al 14 febbraio, e se avete una fidanzata/o sapete cosa farvi regalare a San Valentino.

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L'autore

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I videogame lo intrigano fin da piccolo nonostante il disappunto della nazi-mamma, che alla fine è costretta a cedere e sopporta anche la sua mania per i Comics, i Manga e il collezionismo di Limited Edition. Spera di farsi strada nel mondo del giornalismo videoludico iniziando nel dicembre 2011 a collaborare per MX, inoltre studia psicologia per cercare di capire il comportamento dei fanboy.

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