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Era una notte buia e tempestosa quando, agli albori del tempo (videoludico) le prime software house introdussero nei loro prodotti quello che gran parte dei ben pensanti chiamò violenza. Si incominciò allora ad accusare i videogiochi di tutte le colpe dell’umanità. Girava voce, infatti, che Pac Man istigasse i giovani virgulti verso la bulimia e l’assunzione di sostanze stupefacenti, oppure che Galaga circuisse le menti dei ragazzi portandoli verso il lato oscuro della propria sessualità, come il buon Freud ci ha insegnato. Il fenomeno, da allora, è in parabola ascendente, vuoi per le nuove tecnologie applicate, vuoi per la fragilità mentale delle, dolci e tenere, nuove generazioni...
Che rumore fa una accettata sulle gengive?
Se l’acronimo GTA vi suscita sdegno e se il suono delle parole "Caffè bollente" vi fa star male siete sulle pagine giuste, in caso contrario lo siete comunque. Un enorme polverone è stato alzato in questo periodo perché il sopra citato titolo della Rockstar era intriso di violenza digitale, sprizzava aberrazioni morali da tutti i pixel. Ovviamente, è opinione comune che opere del genere non debbano mai vedere la luce ed essere soffocate all’atto dell'iniziale vagito, oppure affogate durante il primo bagnetto. Questo tipo di ignoranza è dovuta al fatto che molte persone non conoscono nulla di ciò che stanno criticando. Bisogna quindi precisare una cosa molto importante: il videogioco (come i film, i libri, il teatro, i manga ecc.) è opera dell’ingegno umano ed è quindi metodo di espressione che può essere condiviso o meno, ma non condannato. Alcuni titoli trattano argomenti politicamente scorretti come lo spaccio di sostanze stupefacenti, guida pericolosa (qualcuno ha detto Need for Speed o Carmageddon?), sterminio di esseri viventi bipedi ed intelligenti (Mars Attacks ehm, volevo dire Destroy all Humans!).

Queste situazioni, però, risultano presenti anche in molti film senza che gli strali celesti cadano dal cielo come punizioni divine. Altri generi videoludici prediligono approcci un poco più diretti, presentando su schermo immagini raccapriccianti con teste e arti "leggermente" staccati dalle loro sedi naturali. E’ il caso dei survival horror nati talvolta da pellicole cinematografiche che raccontano le gesta di alcuni individui che, per sfortuna o per il copione, devono superare indenni orde di mostri o alieni pronti a fare loro la pellaccia. Inutile segnalare che questi film godono del favore del pubblico mentre le loro controparti interattive non si fregiano di altrettanto successo se non da parte di noi videogiocatori ovviamente. Discorso a parte per i bellissimi Project Zero e Project Zero 2 di Tecmo che, anticipando (per quanto riguarda il primo episodio) la moda cinematografica del momento inaugurata con The Ring, spaventano senza l’utilizzo di scene splatter e sanguinolente. Tutte le situazioni che ho descritto entrano di diritto nell'ambito della famosa e criticata violenza digitale; ora entra in gioco il libero arbitrio del utente finale, cioè noi comuni videogiocatori. Siamo in grado di scegliere un prodotto in base al nostro raziocinio? Ovviamente sì, ma gli affari si complicano quando ci si trova a che fare con dei bambini che non sono ancora in grado di operare delle scelte o con incompetenti che operano delle scelte come se fossero bambini.


Oddio! Il mio piccino!
La copertina di un videogioco è una grande fonte di informazioni. Non solo si possono ammirare delle splendide illustrazioni e delle didascalie così imparziali che farebbero sembrare i politici italiani persone completamente sincere, ma anche un bellissimo riquadro in basso a sinistra bianco e nero con delle scritte quanto mai astruse. Sittale lembo della copertina non è altro la certificazione PEGI (o ELSPA) che segnala, molto più dettagliatamente dei bollini verdi, gialli e rossi che si vedono in televisione, l’età consigliata per l’utilizzo di questa stupenda opera multimediale che è il videogame. Di conseguenza qualsiasi genitore è in grado di controllare se l’ultimo videogioco di Jack lo Squartatore sia adatto al proprio bambino oppure no. Ora nasce un nuovo problema: i grandi centri commerciali, i negozi di elettronica e quelli specializzati fanno rispettare questi divieti? Il nostro giovane virgulto, quindi, potrà uscire di casa con poco più di cinquanta euro (e ci si chiederà in seguito, come un ragazzino possa varcare l’uscio dalla propria abitazione con così tanti soldi) e acquistare il game proibito da solo? I controlli in questo senso non ci sono; non è colpa di chi produce un gioco violento se il titolo in questione arriva nelle mani sbagliate. Un altro metodo contraccettivo nei confronti della violenza digitale è la censura. Questa pratica fisica protegge il giovane embrione dalla HIV (Highly Interactive Violence) limitando però il senso critico dell'esemplare adulto. Non si può non citare il filmato del primo Resident Evil tagliato e riversato in bianco e nero per la versione europea e giapponese per via di una scena troppo forte oppure il Ryu di Ninja Gaiden che, nel nostro paese, stranamente non è in grado di mozzare teste.


Genitori, questi sconosciuti
I videogiochi non hanno colpe, sono opere d'arte (guardate Panzer Dragon Orta oppure Fable se non ci credete) create come passatempo e non per offendere la pubblica decenza. Evirereste il David di Michelangelo perché offende la morale (ho detto morale non invidia capito benpensanti?!)? Lo stesso dicasi per i videogame, anche se ormai l'immensa scure della censura ha tranciato più teste di Ryu Hayabusa. Chi, se non i genitori, possono aiutare il proprio figlio nell'utilizzo di un mezzo in continua evoluzione? L'utilizzo della televisione e delle opere interattive a guisa di babysitter è un errore per un motivo molto semplice. Il videogioco non è stato creato solo per un pubblico infantile ma per un più vasto bacino di utenza che comprende anche adolescenti e adulti. Un utilizzo più oculato da parte di voi genitori del mezzo videogame aiuterà non solo il vostro ragazzo a divertirsi, ma aiuterà anche voi ad avvicinarvi a questo stupendo mondo che, una volta ogni tanto, rapisce con garbata delicatezza il vostro amato pargolo.


Gli editoriali di MondoXbox sono articoli opinionistici nei quali i nostri redattori esprimono il proprio pensiero riguardo a problematiche ed accadimenti del mondo dei videogiochi, non necessariamente in relazione alle console di casa Microsoft. Se avete qualcosa da dire in merito agli argomenti trattati, potete parlarne nel nostro Forum con gli altri utenti del sito.

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