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PES 2017
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Recensione - PES 2017Xbox One Xbox 360Game

L'anno scorso la saga calcistica di Konami è tornata sulla retta via con diverse feature e modifiche decisamente azzeccate e ben accette, iniziando finalmente ad uscire dall'ombra dell'era d'oro di due generazioni fa. Sarà riuscito PES 2017 a fare un ulteriore passo avanti? Scopriamolo insieme.

Il Gioco

Dal primo sguardo alla copertina fino all'avvio del gioco, è immediatamente palese una importante partnership di PES 2017: quella con il club europeo più vincente dell'ultimo decennio, il Barcellona. Sono infatti proprio i blaugrana che accompagnano il giocatore nella spiegazione delle varie modalità e relativi filmati introduttivi, sottolineando da subito la presenza di licenze importanti nel gioco. Dopo una serie di menu e impostazioni estremamente familiari, si può quindi finalmente scegliere una modalità e scendere in campo per provare con mano l'essenza dell'ultima fatica di Konami.

Il colpo d'occhio è più che piacevole. Il Fox Engine offre un ottimo spettacolo visivo e si nota soprattutto la solita cura maniacale nella realizzazione dei giocatori su licenza, ma da quest'anno finalmente anche le loro movenze sono all'altezza del loro aspetto: le animazioni risultano essere le più fluide e realistiche viste finora nella saga, con dribbling che impegnano al meglio tutto il corpo, cadute dopo i contrasti più duri e tiri (quasi) pienamente compatibili con il tipo di tocco che il calciatore imprime sul pallone. C'è ancora qualche incertezza, come ad esempio la potenza un po' esagerata dei tocchi rispetto alle animazioni e il fatto che queste sembrino talvolta essere leggermente più lente rispetto allo spostamento dei giocatori, risultando in un bizzarro effetto di slittamento come fossero sul ghiaccio; si tratta comunque di un miglioramento vistoso rispetto a all'edizione 2016 del gioco.

Ma chi compra anno dopo anno PES cerca in primo luogo un gameplay che si avvicini davvero tanto all'esperienza calcistica reale, grazie a partite diverse tra loro e una costante evoluzione tattica di esse. E proprio da questo punto di vista Konami ha finalmente fatto passi da gigante. Più che mai, partita dopo partita, ho avuto la sensazione di avere a che fare con sfide totalmente diverse tra loro e che non stavo ripetendo lo stesso gameplay all'infinito, spinto ad adeguare costantemente il mio stile, la mia tattica e la mia aggressività in ogni incontro. A tal fine troviamo le nuove opzioni tattiche che permettono la creazione di assetti totalmente diversi tra loro (con tanto di schemi di gioco cambiabili al volo), senza dover passare lunghi minuti a partita in corso per modificare manualmente tali parametri. Per chi volesse questo tipo di profondità, naturalmente.

Un altro ottimo aspetto di PES 2017 è il livello di personalizzazione che offre a livello di giocabilità: non si tratta di una novità per la serie, ma fa piacere vedere come i giocatori meno esperti possano abilitare numerosi aiuti per i tiri, i passaggi, e i posizionamenti fino a poter affidare all'IA situazioni tattiche come contropiedi, trappola del fuorigioco o persino i cambi fatti in base allo svolgimento delle partite. Questo offre ai meno esperti la possibilità di giocare senza troppi pensieri, dando però a chi vive di pane e pallone opzioni tattiche estremamente profonde. Ed a proposito di intelligenza artificiale, è innegabile come questa sia uno dei punti forti del titolo Konami: alle difficoltà più alte non solo le partite sono estremamente tattiche e variegate, ma il loro svolgimento varia sensibilmente in base al tipo di squadra che affrontiamo. Il Barcellona ad esempio fa del possesso di palla a velocità forsennate il suo punto di forza, con rapide accelerazioni mirate a confondere la difesa avversaria. Viceversa, una squadra meno tecnica come può essere l'Ajaccio (in Ligue 2), punta maggiormente ai lanci lunghi, non avendo certo i piedi fini per un tiki taka offensivo; ma è giusto menzionare anche il gioco prettamente fisico delle squadre inglesi o quello difensivo dei club italiani.

MX Video - PES 2017

Un problema che la saga di Konami si porta dietro da fin troppi anni, invece, è una presentazione scadente. Non mi riferisco alla grafica che si è quasi sempre tenuta su buoni livelli, né della colonna sonora che quest'anno include anche artisti del calibro di Twenty One Pilots, Ellie Goulding, Skrillex e Diplo, ma dei menu macchinosi e invadenti, i salvataggi manuali e altri difetti ergonomici che, ahimé, ritroviamo anche in PES 2017. Se però in passato coppe, campionati e carriere erano quasi solo un susseguirsi di menu, quest'anno sono stati fatti importanti passi avanti. Se affrontare Champions League ed Europa League (nonché la nuovissima Champions League Asiatica) è ancora poco più che un elenco di partite intervallate da menu e qualche filmato celebrativo, la musica finalmente cambia affrontando un qualche tipo di carriera.

Che si punti ad affrontare un campionato specifico come possono essere la Serie A o la Premier oppure la carriera completa di una squadra da portare fino all'olimpo attraverso scelte di mercato oculate e miglioramenti costanti, PES 2017 prende spunto dalla concorrenza per offrire impostazioni e varietà mai viste prima nella saga Konami, dalla gestione dei fondi al mercato giocatori basato su un cronometro in tempo reale (che costringe il giocatore ad agire velocemente per evitare di arrivare all'ultimo ed accontentarsi degli scarti) passando per la già citata possibilità di creare numerose tattiche intercambiabili anche a partita in corso, fino alla gestione di dettagli minori come il budget, gli osservatori per i giovani talenti, gli allenamenti specifici per i giocatori e così via. E lo stesso vale per la carriera giocatore, dove ci si può sbizzarrire con il potente editor per crearsi il calciatore dei propri sogni, facendolo crescere attraverso la carriera gestita per lo più dal computer e dove il giocatore è chiamato ad allenarsi tra le partite per essere in forma quando è chiamato, crescendo fino ad arrivare a giocare in nazionale e ad alzare le coppe col proprio club.

Ed a proposito di club, anche la modalità MyClub ha subito un lifting importante puntando tutto sugli osservatori, capaci di scovare giocatori di parametri e qualità specifiche, aiutando quindi a trovare uomini giusti per i ruoli dove mancano rinforzi di qualità. Questi sono acquistabili sia attraverso le microtransazioni che usando crediti guadagnabili in tutte le modalità, e pur essendoci alcuni osservatori ed allenatori che richiedono necessariamente i crediti PES per essere acquisiti (che normalmente richiedono l'acquisto in valuta reale), fortunatamente ci sono modi per ottenere gratis anche questi, giocando per esempio a MyClub giorno dopo giorno raccogliendo i bonus. Per il resto troviamo tutto quello che ci aspetteremmo da questa modalità: dobbiamo cercare di creare non solo una squadra fortissima ma anche con un'intesa sempre più alta, incrementata tramite allenamenti specifici, ruoli ben calibrati, un allenatore capace e così via, per affrontare numerose competizioni contro l'IA e contro giocatori online, per salire sempre di più nelle graduatorie e potersi permette rose sempre più competitive. E riguardo all'online ci sono come sempre partite rapide e classificate, con tanto di tornei e lobby impostabili dai giocatori, dove la bravura e la sportività degli avversari traspare subito, facendoci capire con chi abbiamo a che fare. Purtroppo il matchmaking risulta ancora piuttosto lento ed instabile, ma una volta che una partita inizia, tutto tende a funzionare abbastanza bene.

Inevitabile con PES toccare il capitolo licenze, da sempre tallone d'achille della saga di Konami, e quest'anno purtroppo non ci sono miglioramenti importanti. A fronte della presenza di competizioni importanti come Champions League, Europa League e Champions League Asiatica, PES 2017 pecca pesantemente sulle squadre. Ci sono quasi tutte quelle di Serie A con nomi, facce e numeri coerenti con la realtà (a parte la Juventus, esclusiva della concorrenza), e lo stesso vale per le due categorie principali francesi e al campionato olandese, ma il disastro è altrove: troviamo pochissime squadre inglesi, spagnole, tedesche e portoghesi, anche se l'aggiunta di una competizione asiatica porta numerose squadre arabe ed orientali. Anche per quel che riguarda le nazionali c'è una certa incoerenza: alcune come l'Italia e la Spagna sono praticamente perfette, mentre altre non hanno nemmeno dei nomi vagamente somiglianti a quelli reali. Purtroppo le licenze costano e chiaramente Konami fa quel che può, ma fortunatamente è un attimo importare modifiche non ufficiali create dalla community per correggere le varie mancanze.

Infine, come sempre accade con Pro Evolution Soccer, anche il capitolo di quest'anno presenta una completa e valida localizzazione italiana, sia per quel che riguarda i testi a video che l'occasionale parlato. A commentare le partite c'è anche quest'anno il già collaudato duo di Sky, Fabio Caressa e Luca Marchegiani, i quali non solo descrivono quanto succede in campo ma offrono spesso curiosità interessanti e analisi tattiche degli incontri. E' ancora una telecronaca un po' meccanica dove spesso si nota come le varie tracce audio siano state registrate in momenti diversi e poi ricucite dal gioco per formare le varie frasi, ma è comunque un commento audio di buon livello.

Amore

Ogni partita è una storia a sé

- Tra i maggiori pregi di PES 2017 troviamo senza dubbio che ogni partita si gioca in maniera differente grazie all'ottima simulazione del comportamento delle squadre: il Real Madrid punta molto sulle giocate individuali e su un gioco fisico, il Barcellona gioca col suo tiki taka asfissiante, il Crotone punta tutto sui lanci lunghi e sui calci piazzati e così via. Ulteriore varietà è poi aggiunta dall'esperienza ed il morale dei vari giocatori, andando a rendere la gestione di campionati e coppe una serie di sfide tatticamente diverse dove non comprendere il calcio dell'avversario può portare a sconfitte clamorose contro squadre anche vistosamente inferiori da un punto di vista tecnico.

Nuova profondità tattica

- Non solo gli avversari sono molto diversificati tra loro, ma anche lo svolgimento delle partite sa essere davvero imprevedibile, complici le numerosi opzioni tattiche. Oltre al ritorno dell'accurata gestione di rose, ruoli, cambi e così via, c'è anche la nuovissima opzione che permette la creazione di moduli secondari cambiabili a partita in corso senza dover passare dal menu, che dà al giocatore la possibilità di cambiare in pochi secondi del tutto il proprio modo di giocare, lasciando l'avversario impreparato o lasciandosi inevitabilmente scoperti se il cambiamento non è stato positivo. A memoria, nessun gioco di calcio è mai arrivato a questi livelli di profondità e variazione tattica, trasformando i 90 minuti dopo il calcio d'inizio in una versione fisica e adrenalinica degli scacchi.

Carriere complete

- Se le coppe su licenza offrono una struttura ancora molto basilare abbellita solo da qualche simpatico filmato, lo stesso non si può dire delle carriere e dei campionati, sia che si punti alla gestione di una squadra o di un singolo giocatore. Nel primo caso si pensa a tutto: budget, acquisti, allenamenti, osservatori e tattiche, mentre nel secondo soltanto alla crescita individuale mirata anche al risultato globale della squadra. In entrambi i casi, comunque, tutto è accompagnato da dati, statistiche e risultati completi, calendari dettagliati e suggerimenti validi, rendendo finalmente queste modalità un vero nuovo stimolo per il giocatore. E lo stesso vale per la modalità MyClub, che risulta più completa e varia che mai, senza ricorrere eccessivamente alle microtransazioni e al farming dei collezionabili come fa Ultimate Team.

Atmosfera

- Avrà pure problemi di licenze e a livello grafico non risulta completamente al passo coi tempi, ma quando vuole PES sa davvero offrire emozioni forti. Dall'inno della Champions alle sessioni di allenamento, dalle conferenze stampa alla presentazione dei giocatori in MyClub con tanto di animazioni in 3D, dalle facce pietrificate dopo una vittoria sfumata in extremis alla gioia di poter alzare la coppa: ci sono momenti davvero affascinanti ed emozionanti in PES 2017 che sapranno far battere il cuore agli appassionati del pallone.

Il calcio per tutti

- Non è una novità assoluta, ma fa piacere che ancora una volta PES riesca ad offre un calcio tatticamente complesso e completo senza però dimenticare chi vuole semplicemente fare qualche passaggio e tiro. Praticamente ogni aspetto del gioco è facilitabile con aiuti su tiro, passaggi, posizionamenti e persino le impostazioni tattiche sono totalmente automatizzabili qualora non si voglia (o non si fosse capaci) di gestire moduli, cambi e ruoli. E per fare le giocate più complesse e i numeri più spettacolari non servono combinazioni di tasti cervellotiche ma solo delle piccole variazioni che ben si integrano al sistema di controllo già semplice ed intuitivo del titolo. Insomma, che puntiate ad essere gli eredi di Guardiola o vogliate soltanto sparare qualche cannonata in porta, ci sono impostazioni e aiuti per favorire ogni tipo di esperienza.

Odio

Poche licenze e sfruttate male

- Nel 2016 dover ancora modificare manualmente certi nomi di squadre e giocatori è piuttosto noioso, ma si sa, i soldi dettano le licenze. Fa veramente impressione vedere alcune delle squadre più forti avere nomi fasulli: parliamo per esempio di Juventus, Bayern Monaco e Real Madrid, per non parlare della quasi totale assenza di squadre inglesi reali. Dà però ancora più fastidio che, anche dove le licenze sono presenti, il valore effettivo di alcuni giocatori non sembri avere molti riscontri con la realtà. Qualche esempio? Miranda dell'Inter è più forte di qualunque difensore della Juventus. Buffon tirerebbe i rigori meglio di Benatia. Poli ha più di Lichsteiner nella valutazione complessiva. Callejon e Mertens meglio di Dybala. De Rossi meglio di quasi ogni centrocampista in Italia. Insomma, se nemmeno i giocatori su licenza risultano credibili nelle loro qualità, tanto vale mettere personaggi fittizi, no?

Trucchetti

- PES 2017 introduce diversi miglioramenti votati al rendere meno praticabile lo sfruttamento di alcuni punti deboli del gioco per segnare gol facili, ma questi non sono del tutto scomparsi. I portieri non rimangono più immobili sui tiri rasoterra, ma restano comunque di livello un pochino basso, non uscendo per esempio quasi mai - indipendentemente dal livello di difficoltà - quando controllati dall'IA. Anche i passaggi filtranti restano, ancora una volta, un metodo quasi infallibile per andare in porta, rendendo i fraseggi solo un'attesa al primo sguscio col giusto tempismo di un compagno che si ritroverà inevitabilmente solo contro il portiere. Restano anche gli arbitri clementi, che lasciano spesso correre e che si limitano al giallo anche dopo aver falciato un attaccante che altrimenti sarebbe andato dritto in porta. E non dimentichiamoci della facilità di colpire di tacco o in rovesciata con una precisione sorprendente, modi infallibili per stupire le difese avversarie. Questi "trucchetti" aiutano il giocatore a destreggiarsi meglio nelle sfide più complicate, ma rovinano certamente una parte dell'immersione tattica del titolo.

Ancora troppo legato al passato

- Quando le unità ottiche erano lente e le memory card limitatissime, era logico avere caricamenti lunghi, menu e pop-up eterni, salvataggi manuali per limitare il carico e così via. Ma con gli hardware odierni francamente non è il caso di insistere oltre con questa mentalità antica, eppure PES 2017 cambia ben poco. Se le diverse modalità carriera hanno subito un lifting più che benvenuto, giocare le coppe su licenza come la Champions e l'Europa League è ancora poco più che un susseguirsi di menu alternati a partite, con pochissima immersione e ancora i salvataggi manuali, che non solo permettono al giocatore di "barare" sui risultati, ma possono portare a perdere importanti progressi qualora ci si dimentichi di salvare prima di spegnere la console o passare ad altri giochi. Aggiungiamo che alcuni menu sono scomodi come lo erano dieci anni fa, e si fa fatica a capire come possa uscire un gioco presentato ancora in una maniera così scomoda ed antiquata per tutto quello che c'è fuori dallo stadio.

Tiriamo le somme

PES 2017 potrebbe essere uno dei maggiori step evolutivi che la serie abbia fatto fino ad ora, riuscendo non solo ad offrire un'esperienza tattica e credibile come non mai ed abbandonando finalmente alcuni dei problemi secolari che lo affliggevano da numerosi capitoli. A livello tattico e di giocabilità sembra finalmente non avere rivali, con partite ricche di colpi di scena grazie a schemi e situazioni di gioco in costante evoluzione, resi ancora più coinvolgenti dal miglioramento delle diverse modalità carriera e MyClub. Ci sono ancora alcuni problemi storici e filosofie di gioco di stampo nipponico delle quali PES sembra non riuscire a liberarsi così come graficamente è ancora migliorabile, ma non lasciatevi distrarre dalla presentazione o dalla pochezza di licenze: una volta scesi in campo, al momento non c'è un'esperienza credibile e coinvolgente come quella offerta da PES 2017. Se l'anno prossimo riuscisse a scrollarsi di dosso gli ultimi rimasugli di game design superato, potremmo raggiungere eccellenze impressionanti.
9.0

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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