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Recensione - PES 2016Xbox One Xbox 360Game

Konami ci propone anche quest'anno, puntuale come sempre, una nuova iterazione dello storico titolo di calcio che negli anni è riuscito a regalare ai fan emozioni anche molto contrastanti. Sarà riuscito PES 2016 a migliorarsi ulteriormente, offrendo agli appassionati nuove sfide ed occasioni di divertimento? Scopriamolo insieme.

Il Gioco

PES 2016 è giunto al suo ventesimo anniversario, con tanto di indicazioni sulla copertina e nel gioco stesso a ricordarcelo. Venti lunghi anni fatti di alti e bassi, momenti in cui PES era considerato l'unico titolo calcistico serio ed altri dove problemi tecnici e di design lo fecero rimanere attardato rispetto alla concorrenza. I ragazzi di Konami quest'anno hanno oramai preso dimestichezza con il potente Fox Engine, che abbiamo imparato a conoscere meglio proprio in queste settimane grazie all'ambizioso e massiccio Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, e promettono di darci un'esperienza rinnovata e capace di stupire.

Il primo accesso al gioco presenta tanti elementi familiari ai giocatori abituali della serie: i menu semplici e immediati, la solita abbondanza di modalità, ma certamente l'entusiasmo è per ciò che si trova sul campo. E quest'anno troviamo davvero tanti nuovi elementi che rendono l'esperienza più reale e divertente. Prima di tutto parliamo di grafica: il Fox Engine fa molto meglio il suo lavoro dell'anno scorso e si vede che i ragazzi di Konami sono molto più a loro agio ad usarlo. I giocatori provvisti di licenza sono riprodotti con cura maniacale, ma anche quelli "anonimi" sono realistici e credibili con tratti somatici distintivi e forme facciali ben curate. Molto fluide e naturali anche le animazioni, che ben si sposano al rinnovato sistema di collisioni. La cura maniacale posta nella riproduzione dei calciatori, ovviamente l'elemento cruciale del titolo, fa da contraltare a particolari meno riusciti come alcuni dettagli ambientali, in particolare il pubblico anche quest'anno fatto di immagini bidimensionali.

Tornando al discorso delle collisioni e della fisica in generale, rispetto alle meccaniche un po' legnose o poco credibili degli anni scorsi in PES 2016 il gioco risulta più che mai fisico, con contrasti di peso riprodotti davvero bene grazie all'ottimo modello fisico. I giocatori sentono ogni contrasto, non fanno voli esagerati ma tentano di rimanere in piedi ove possibile, facendo sentire anca, spalle, magari anche il tacchetto al proprio avversario. Il gioco diventa molto stile inglese in questo modo, con contrasti molto fisici per difendere la palla; a questo si unisce un ottimo sistema di movimenti che, se nella giocabilità sia rimasto pressoché invariato rispetto ai titoli precedenti, nel feeling generale è migliorato parecchio. Troviamo così movimenti precisi e scattanti che permettono ai giocatori di staccare i propri marcatori con decisione, ma è anche vero che non sono tutti fenomeni: e infatti i controlli mancati, i colpi di testa calibrati male o i passaggi corti possono capitare se il livello tecnico dei giocatori è basso.

PES 2016 è anche molto focalizzato sul rendere il campo da gioco un'ambiente in costante evoluzione, dove è impossibile dettare le stesse strategie per tutti i 90 (o 120) minuti di gioco e dove le situazioni cambiano in continuazione. L'aggiunta più visibile in questo senso è il meteo dinamico, che permette uno stravolgimento completo delle situazioni climatiche da un momento all'altro. Un bel match al sole con campo in condizioni perfette? Sarebbe un vero peccato se una pioggia torrenziale venisse a rovinare tutto. Con l'ottima fisica del gioco infatti, il comportamento dei giocatori, l'effetto dei loro tackle nonché il rimbalzo e il rotolamento dei palloni viene realisticamente modificato dalla quantità d'acqua presente, invece di presentare solo situazioni prestabilite. Le partite però cambiano anche da un punto di vista tattico, con una gran quantità di opzioni per stravolgere il modo di giocare di volta in volta, lasciando l'IA a fare i cambiamenti dovuti per adattarsi meglio allo stile di gioco che si intende imporre.

Ed è sicuramente questo l'aspetto che i fan di PES amano rispetto al gameplay più frenetico e ripetitivo di FIFA: la varietà di situazioni della partita. Con schemi ed istruzioni in costante evoluzione, ruoli che si scambiano in un batter d'occhio e giocatori dell'IA capaci di leggere al meglio intenzioni di compagni ed avversari, ogni minuto della partita è diverso da quello precedente. Le squadre hanno stili di gioco molto differenti tra loro (ovviamente modificabili dal giocatore), quindi si incontreranno giocatori (o squadre controllate dalla CPU) che prediligono un possesso palla esasperato stile Barcellona, un gioco fatto di difesa ad oltranza e ripartenze fulminanti degno di team provinciali, formazioni lunghissime con difese arretratissime e attacchi avanzati, e così via. Per superare ogni ostacolo bisogna saper adeguare il proprio stile, e in questo aspetto la nuova opera di Konami ha davvero saputo azzeccare un aspetto in cui altri titoli faticano un po'.

Come avrete potuto notare finora, ho preferito concentrarmi sulle meccaniche di gioco nel loro dettaglio, perché diciamocelo: più che le modalità o le licenze, ciò che conta è quanto si vive sul campo, le emozioni, le giocate da fuoriclasse, i brividi quando la palla scheggia il palo, e quest'anno PES ha saputo azzeccare alla grande quanto succede sul rettangolo verde. Questa scelta deriva anche dal fatto che le modalità di gioco sono tutte ben note ai giocatori. E' possibile affrontare una delle competizioni di cui il gioco di Konami possiede la licenza: eventi come la Champions League, l'Europa League, la Copa Libertadores, la Champions League asiatica e la Supercoppa Europea. Possiamo affrontare la carriera con una squadra esistente, occupandoci come sempre di cambi, preparazioni, calciomercato e così via, cercando di portare il nostro team sulla vetta del mondo. A tal proposito ritorna anche il campionato Master, dove si prende una squadra creata dal nulla e si tenta di portarla a raggiungere traguardi importanti. E' anche possibile affrontare una carriera da giocatore, diventando sempre più abili e cercando opportunità di carriera in squadre sempre più rilevanti.

Una particolare menzione va alla modalità myClub, diretta concorrente di FIFA Ultimate Team. Questa modalità, similmente alla controparte di EA Sports, permette ai giocatori di gestire una squadra costruita man mano grazie ai risultati ottenuti che generano soldi, spendibili poi in giocatori, allenatori, allenamenti, stadi, e così via. A differenza di Ultimate Team però, dove si sbloccano figurine da delle vere e proprie bustine, qui la palla passa agli osservatori che dovranno scovare talenti. C'è anche una netta componente di gioco di ruolo che permette di far guadagnare esperienza a tutti i soggetti, facendoli migliorare di volta in volta e potendoli "sacrificare" anche per potenziare nuovi arrivi. E' una modalità che quest'anno ho trovato particolarmente azzeccata, grazie a progressi tangibili e una minore invasione delle microtransazioni rispetto a quanto visto altrove.

PES 2016 permette ai giocatori di vivere una serie di coppe e campionati, con una grandissima quantità di squadre con licenze di vario livello (in alcuni casi totali, in altre parziali con magari solo i nomi e look dei giocatori azzeccati). Tutte le squadre sono utilizzabili in praticamente ogni modalità, compreso l'online, che offre anch'esso tante possibilità: partite veloci, Divisione, lobby personalizzate, ma anche partite 11 contro 11. Davvero non manca niente, e fortunatamente anche i gravi problemi dell'online che hanno caratterizzato molti lanci di PES sembrano acqua passata. Come sempre, la nuova opera di Konami offre una localizzazione totale in italiano, con tanto di telecronaca in italiano di Fabio Caressa e Luca Marchegiani, voci note soprattutto agli abbonati Sky.

Amore

Gioco maschio

- Appena si mette il piede sull'erba, il nuovo motore di gioco dietro a PES 2016 si fa sentire di prepotenza. Contrasti duri, possibilità di tenere palla col corpo, impatti realistici, reazioni e animazioni fluide e credibili... ora più che mai, il titolo di Konami presenta un gameplay davvero molto puntato sul gioco "all'inglese", molto fisico insomma, e anche l'arbitro lascia molto correre (forse troppo, in realtà), aumentando non poco il ritmo pur nei limiti dei tatticismi per cui PES è noto.

Colpi di scena

- Questa fisicità contribuisce a un altro fattore importante di PES 2016, l'evoluzione costante delle partite. I giocatori si stancano, il campo si evolve grazie all'impressionante meteo dinamico, le tattiche e i ruoli sono in costante evoluzione, i giocatori gestiti dall'IA si adattano perfettamente agli input del controller andando a intercettare abilmente passaggi e marcare, capendo le linee di passaggio con intelligenza tattica, facendo in modo che nessun momento della gara risulti noioso, facile o scontato. Persino partite dominate offrono scontri duri a centrocampo con azioni che dovranno forzatamente essere ben manovrate; sembrano lontani i tempi in cui si attraversava la difesa come un coltello nel burro.

Tutto a posto

- E' indicativo dei tempi che corrono il fatto che ho voluto spendere un punto Amore per qualcosa che, una dozzina di anni fa, era dato per scontato, ma PES 2016 offre una notevole quantità di contenuti e modalità, e tutto funziona davvero bene. Server stabili, sistemi di gioco funzionali, pochissimi problemi tecnici o bug... rispetto a certi lanci da incubo di qualche edizione, quest'anno Konami ha saputo mettere sul mercato un gioco che fin da subito è pienamente godibile e completo. O quasi...

Odio

Care vecchie licenze

- Sarà noioso per gli appassionati della saga leggere sempre questo aspetto nelle recensioni, ma è impossibile non sottolinearlo: anche PES 2016 soffre di gravi lacune nelle licenze. A che serve sfoggiare titoli importanti come Champions League, Europa League e Supercoppa Europea se poi la maggioranza delle squadre che ci partecipano sono senza licenza? Per fortuna tanti giocatori acquistano nomi e look corretti, ma è incredibile vedere nel 2015 "scorciatoie" come Manchester Blue per il Manchester City o North East London per il Tottenham. Se a questo aggiungiamo che le rose non sono ancora state aggiornate per questa stagione, con ancora per esempio Pirlo, Vidal e Tevez in bella vista sul campo dello Juventus Stadium, viene da chiedersi come mai non hanno fatto lo sforzo, che così rimane al giocatore costretto a perdere delle ore per "correggere" tutte le informazioni farlocche grazie all'editor.

Ombre del passato

- A livello tecnico e di funzionalità, PES 2016 si dimostra decisamente su buoni livelli, anche se graficamente risulta un pochino instabile a volte. Il gameplay a sua volta è migliorato tanto, ma si porta ancora dietro diversi punti deboli già presenti tanti capitoli orsono. Arbitraggi inconsistenti, portieri scarsi, la facilità nel segnare gol dalla distanza, la semplicità di esecuzione di certi colpi pazzeschi come le rovesciate... tutti aspetti visti e rivisti già anni fa, ed è un peccato che non siano ancora stati risolti. Sono tra gli ultimi grandi limiti di una saga che sta anno dopo anno riacquistando credibilità dopo diversi episodi meno riusciti.

Tiriamo le somme

PES 2016 dà un segnale importante, sia ai fan dei capitoli precedenti che a coloro che finora l'avevano un po' snobbato. Con un sistema di gioco rivisitato, molto più fisico e tattico di prima, ogni partita risulta divertente, credibile ed appassionante, e con le situazioni in costante evoluzione ogni fase del gioco offre sorprese e spunti ulteriori, facendo volare le partite in un batter d'occhio, specialmente contro avversari in carne ed ossa. Tanti passi in avanti sono stati fatti anche per quel che riguarda l'aspetto tecnico e funzionale, risultando nel titolo della serie più aggiornato e completo degli ultimi anni. Per questo però è un gran peccato che diversi problemi noti, come la mancanza delle licenze o la facilità dei gol dalla distanza, risultino pressoché invariati rispetto agli scorsi anni, vanificando parzialmente l'ottimo lavoro svolto dai ragazzi di Konami. Ma non fatevi fuorviare da certe questioni di facciata: questo capitolo di PES ha toccato davvero tante note giuste dopo diversi capitoli più o meno riusciti, e chi è disposto a chiudere un occhio su un paio di magagne può godersi un gioco di calcio tattico, fisico e molto vario.
8.7

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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