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Shadow Warrior
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Recensione - Shadow WarriorXbox OneGame

Cavalcando l’onda di amarcord legata alle glorie videoludiche del passato, il team polacco Flying Wild Hog decide di trasporre la loro ultima fatica, Shadow Warrior, titolo uscito un anno fa per PC, verso il mercato console. Pronti a tornare nei panni di Lo Wang e brandire la vostra katana virtuale contro orde di nemici? Allora continuate a leggere la nostra recensione.

Il Gioco

Inutile girarci attorno: Shadow Warrior è l’ennesimo remake di un videogame di cui non si sentiva propriamente la mancanza. Forse i più giovani di voi neppure si ricorderanno dell’esistenza di uno sparatutto in prima persona realizzato dai 3D Realms che non vede come protagonista quel simpaticone di Duke Nukem, e la cosa mi sembra piuttosto normale, specie se sul vostro curriculum videoludico non compare la mansione di giocatore PCista durante gli anni ‘90. Ma nonostante non si sentisse il bisogno di un riadattamento di un titolo così datato, bisogna riconoscere che Shadow Warrior è dannatamente divertente da giocare, soprattutto nel suo voler prendere le distanze dai tatticismi imposti dagli FPS di ultima generazione. E lo fa a partire dalla trama, che fin dalle prime battute rappresenta più un pretesto grossolano e grottesco di concatenare combattimenti all’arma bianca e sparatorie che si susseguono copiose su schermo per tutta la durata del gioco.

In Shadow Warrior vestiamo i panni di un moderno mercenario armato di katana e armi da fuoco, Lo Wang, che viene spedito dal suo ricchissimo cliente Orochi Zilla ad acquistare una spada dal valore inestimabile, la Nobitsura Kage, presso un collezionista giapponese di nome Mizayaki; la trattativa finisce però male, e non serve a nulla nepure il tentativo di Wang di strappare con la forza la katana a Mizayaki. La situazione precipita definitivamente quando viene aperto un portale infernale che comincia a vomitare immonde creature in lungo e in largo. Mizayaki perde la vita e il demone di nome Hoji che lo possedeva diventa così nostro prezioso alleato, mettendo a nostra disposizione le sue abilità sovrannaturali al fine di aiutarci a trovare la Nobitsura Kage. Il demone Hoji non è certo un altruista: è mosso da intenti molto personali, dato che il suo spirito è stato confinato nel mondo terreno da un entità molto potente che può essere sconfitta soltanto brandendo la Nobitsura Kage. Da qui inizia il viaggio dell’improbabile coppia di protagonisti verso la conquista della preziosa katana: tra sparatorie e affettamenti, i due si punzecchieranno vicendevolmente con battute al vetriolo degne del B-movie più becero.

Il titolo vanta un gameplay piuttosto scanzonato composto da meccaniche semplici, volutamente distanti dai tatticismi della balistica degli FPS più blasonati. A dirla tutta la parte sparacchina è la meccanica più debole del gioco, visto lo scarso feeling che restituiscono le differenti armi a disposizione del protagonista. Tra tutte, però, l’arma fiore all’occhiello di Shadow Warrior è sicuramente la katana, inseparabile affettatrice di demoni che brandiremo molto spesso nel gioco, specie in situazioni in cui avremo finito i proiettili delle nostre bocche da fuoco. Ad essere onesti, raramente ci troveremo ad aver terminato le pallottole a nostra disposizione, dato che tutti i tipi di munizioni possono essere acquistati anche tramite i menu delle armi senza dover necessariamente frugare in tutti gli scrigni all’interno delle aree di gioco. Per quanto anche il feeling offerto della katana risulti fin troppo abbozzato, il suo utilizzo è appagante vista la facilità con cui è possibile affettare i nostri nemici smembrandoli e decapitandoli in uno "splatter fest" senza paragoni. Richiamando i singoli menu del personaggio abbiamo accesso ad una nutrita schiera di potenziamenti aqcuistabili per il nostro arsenale, le nostre capacità curative e quelle offensive. Infatti grazie alle abilità messe a disposizione dal demone Hoji, saremo in grado di padroneggiare svariate abilità sovrumane come creare onde d’urto per stordire gli avversari, curare le nostre ferite e sferrare dei fendenti caricati di energia psichica da utilizzare durante gli scontri e distruggere determinati elementi dello scenario.

L’atmosfera caciarona e il ritmo scanzonato di Shadow Warrior vengono arricchiti anche da elementi commemorativi e citazioni delle vecchie glorie firmate 3D Realms. Ci troveremo ad esempio a scovare qua e là per gli scenari donnine nude che si insaponano canticchiando dietro una cascata o nella vasca da bagno, cosa che riporta subito alla mente le spogliarelliste di Duke Nukem. Dato il complesso da nerd e supereroe mancato del protagonista Lo Wang, avremo accesso anche ad un discreto numero di coin-op all’interno del gioco, tra cui figurano la versione datata 1997 di Shadow Warrior e Hard Reset, il primo titolo sviluppato dai Flyng Wild Hog. Inserendo crediti all’interno delle gettoniere potremo ascoltare le colonne sonore rimasterizzate dei vari titoli a disposizione. Oltre le gag umoristiche tra Lo Wang e il demone Hoji, il gioco è ricco di cliché e spunti dissacranti, come ad esempio i biscotti della fortuna, collezionabili che contengono messaggi con battute di bassa lega ma che spesso strappano un sorriso.

Il titolo scorre piacevolmente nelle sue scarse 10 ore di durata e non risulta mai troppo frustrante, neppure a livelli di difficoltà elevati. Non offre idee particolarmente nuove e si compone di schemi di gioco semplici e ridondanti che ci vedono esplorare l’area di turno alla ricerca di una chiave o di un determinato oggetto fino alla comparsa dei nemici, che dovremo sbudellare per passare all’area successiva e così via. Inoltre va detto che esteticamente il titolo è debole, complice un comparto tecnico che risulta visibilmente datato e non esente da bug, sporadici rallentamenti e caricamenti fin troppo lunghi.

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Amore

Azione e divertimento vecchia scuola

- Il titolo è fin da subito molto divertente da giocare, si compone di meccaniche di gioco semplici e immediate che lo rendono adatto a tutti i giocatori, anche a chi non è particolarmente avvezzo al genere sparatutto. Offre inoltre una trama dalla scrittura piuttosto banale ma dal ritmo scanzonato e ricco di battute degne di un film di serie B.

Frist Person Slasher

- L’arma per eccellenza di Shadow Warrior è la katana. Brandirla contro i nemici per poi vedere arti, membra e teste mozzate volare per tutto lo schermo è un piacere difficilmente descrivibile a parole, bisogna provare per credere.

Tante abilità da sbloccare

- La schiera di potenzaimenti a disposizione di Lo Wang è incredibilmente vasta. E’ possibile acquistare power up destinati al nostro arsenale e alle nostre capacità curative e offensive, il tutto trovando i vari collezionabili sparsi nelle vaste aree di gioco.

Operazione nostalgia

- Shadow Warrior è una vera e propria scatola dei ricordi. Nonostante il look contemporaneo resta una produzione smaccatamente dedicata ai fan del titolo originale e agli affezionati del celebre Duca dei titoli 3D Realms. Le citazioni a Duke Nukem e agli sparatutto old school sono numerose ed è piacevole scovarle nei vari luoghi segreti nascosti negli stage.

Odio

Tecnicamente datato

- Nonostante la trasposizione per le attuali console, il comparto tecnico resta comunque uno degli aspetti più deludenti del titolo. Gli ambienti sono vasti e si prestano all’eplorazione, ma la loro qualità visiva, così come la fattura dei modelli poligonali dei nemici, è piuttosto blanda. Shadow Warrior non è di certo un titolo da valutare solo per il suo comparto visivo, ma da che mondo è mondo, anche l’occhio vuole la sua parte.

Feeling delle armi scarso

- Il parco delle armi a disposizione del protagonista è notevole, ma l’esperienza nell’utilizzare pistole e fucili è solo abbozzata e non appagante come dovrebbe. Per questo le armi da fuoco risultano nella maggior parte dei casi imprecise e poco efficaci contro i nemici, fattore che incita il giocatore a prediligere la katana. Su questo il team di sviluppo avrebbe dovuto lavorare meglio.

Prezzo elevato

- Alla luce dei suoi evidenti limiti, trattandosi di un porting da PC di un titolo sviluppato un anno fa, il prezzo di circa 40 Euro risulta onestamente eccessivo per Shadow Warrior, a meno che non siate dei grandissimi appassionati di sparatutto vecchia scuola pronti a chiudere più di un occhio su alcune lacune di programmazione e qualche problemino tecnico.

Tiriamo le somme

Shadow Warrior è uno sparatutto piacevole, immediato e divertente. La sua trama blanda e i suoi personaggi grossolani sono l’emblema di un titolo che pesca a piene mani dal pozzo dei ricordi dei videogiochi che furono, proponendo un gameplay citazionista, leggero e ricco di azione, ma non esente da evidenti limiti tecnici dovuti ad una produzione di un anno fa che anche su PC non risultava eccezionale. A chiudere il cerchio ci pensa il prezzo che mi sento di definire troppo elevato per la bontà di un'opera che non innova nulla e che cavalca solo l’onda dell’effetto nostalgia degli scanzonati sparatutto old school. Valutate l’acquisto solo se vi sentite davvero orfani di Duke Nukem e similari, altrimenti se cercate tatticismo e grafica di nuova generazione, passate pure oltre.
7.0

Recensione realizzata grazie al supporto di Bandai Namco e Xbox.


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L'autore

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Classe '79, sound designer di professione. La sua incrollabile passione per i videogiochi nasce solo all'inizio degli anni '90 e viene presto affiancata da quella per il doppiaggio. Col passare del tempo la sua carriera di videogiocatore onnivoro si focalizza sulla scena PC, ma poi assume sembianze più mature con l'avvento di PlayStation e di tutte le successive console che prenderanno lentamente possesso di casa sua.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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