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NBA 2K26
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Recensione - NBA 2K26Xbox Series X | SGame

Puntuale con l'inizio della scuola e dei principali campionati professionistici sportivi, anche quest'anno torna sulle nostre console il re di tutte le simulazioni sportive, ossia NBA 2K26. Dopo un’edizione 2K25 un pochino sottotono ma sempre nei canoni dell’eccellenza, cosa ci offre Virtual Concepts per l’annata 2026? Scopriamolo insieme.
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Il Gioco

Per molti versi, la longeva serie NBA 2K di Visual Concepts rispecchia le carriere dei giocatori che cerca così strenuamente di emulare. A volte è un lampo di potenziale: un rookie di successo che si accende dopo aver collezionato prestazioni deludenti in partite consecutive. Altre volte è più paragonabile a un veterano scaltro prossimo al ritiro: intravediamo un barlume di talento, un assaggio di ciò che potrebbe ancora essere. Questo è ciò che mi spinge, nel bene e nel male, a tornare ogni anno ma l’edizione 2K25, pur splendida, aveva un quel non so che di “vorrei andare ancora oltre ma non posso”. Ma, a differenza dei miei Celtic per i quali prevedo una stagione lacrime e sangue, NBA 2K26 quest'anno è davvero una bella esperienza. È sia appariscente che old school, come un insegnante che saluta i suoi studenti con un “come va, ragazzi?” e indossa ogni giorno un paio di Jordan diverso, e ha abbastanza novità interessanti, abbinamenti e trovate per renderlo un'esperienza molto più interessante e divertente rispetto alla versione dell'anno scorso.

MX Video - NBA 2K26

Ovviamente, “cool” probabilmente non è la parola giusta per descrivere quell'insegnante, figuriamoci NBA 2K26. Dopotutto, un gioco sportivo annuale non può certo essere un gioco radicalmente nuovo, dato che la maggior parte del gameplay e delle meccaniche sono fondamentalmente simili a quelle dell'edizione dell'anno scorso, e a quelle dell'anno precedente, e così via. Ma, pur in un contesto del genere, NBA 2K26 mi ha fatto una buona prima impressione, perché diversi piccoli miglioramenti messi insieme fanno una differenza così grande nel complesso da confermare la fama di re delle simulazioni sportive.

Entriamo, quindi, a gamba tesa, sul gameplay di questo NBA 2K26, a partire dal nuovo e migliorato indicatore di tiro. Stiamo parlando di un piccolo indicatore su schermo ma che ha un’importanza cruciale su tutto ciò che accade sul parquet. Se avete avuto la fortuna di non aver provato l’indicatore di tiro presente nell’edizione dello scorso anno, vi invidio. Al posto di quell'incubo di quadrante/freccia/anello di 2K25, NBA 2K26 presenta un indicatore di tiro a barra molto più intuitivo, facile da sincronizzare e infinitamente migliore. Se ti sembra familiare, è perché è simile a quello di 2K23, ma non si tratta di un ritorno completo a quel modello. Invece di rimanere statico, il campo verde del nuovo indicatore si regola in base alla copertura difensiva: se un difensore ti sta addosso, non avrai praticamente alcuna possibilità di realizzare il tiro. Ma se sei libero, sarà molto più facile sincronizzare il rilascio e realizzare il tiro in un’ottica decisamente più realistica e simulativa.

Al lettore posso garantire che mi diverto molto di più a tirare i jump shot adesso rispetto a un anno fa, perché riesco a realizzarli con maggiore regolarità. C'è però un piccolo compromesso: poiché è più facile ottenere il verde, c'è anche meno margine di imperfezione. Ciò significa che se il tuo tempismo è leggermente anticipato o leggermente ritardato, tanto vale che inizi a correre indietro in difesa perché il tiro molto probabilmente finirà fuori. Detto questo, preferisco di gran lunga questo indicatore di tiro piuttosto che una possibilità appena migliorata di realizzare dei tiri senza il corretto tempismo. Personalmente sono un grande sostenitore della massima “Se non è rotto, non aggiustarlo” ma sono convinto ancora di più che se qualcosa non va come dovrebbe, ed è il caso del movimento instabile dei giocatori di NBA 2K25, è molto meglio aggiustarlo in fretta. Visual Concepts ha fatto proprio questo, perché NBA 2K26 rende la corsa, i tagli e la difesa molto più fluidi, tanto che i movimenti di NBA 2K25 sembrano quasi come correre nelle sabbie mobili. Non si tratta di un cambiamento da poco, perché permea ogni singola modalità, rendendo l'intero NBA 2K26 meno robotico e molto più naturale e divertente.

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Inoltre, rende una delle mie nuove funzionalità preferite, Go-To Post Shots, ancora più accurata e realistica. Ricordate nella recensione dello scorso anno quanto fossi deluso dal non poter dominare l'area con i fade-away di Jokic o Embiid? Beh, i sogni diventano realtà perché nell'ultimo giorno ho spammato il Sombor Shuffle un numero incredibile di volte in ogni partita che ho giocato. È un'alternativa deliziosamente metodica e devastante ai movimenti agili e rapidi delle tipiche Go-To Moves, e continuerò a usarla finché l'IA non imparerà a fermarla.

Molto probabilmente, quello che sta facendo la differenza nei giochi sportivi, in NBA 2K e EA FC in particolare, è l'emergere di tecnologie di machine learning capaci di tradurre in dati di gioco dei semplici filmati d'archivio. Questo ha consentito di imprimere un'accelerazione notevole allo sviluppo tecnologico di questo genere di videogiochi: quello che prima richiedeva molto, troppo tempo per essere creato, adesso viene fatto in automatico da una macchina, che prende i movimenti delle superstar in una partita reale e li integrata direttamente nel gioco: il risultato è eclatante in termini di gamma animazioni più vasta, realistica e precisa, il tutto accompagnato da movimenti personalizzati per un numero davvero vasto di atleti, anche per quanto concerne le leggende.

Tutto questo ha un nome ben preciso: tecnologia Pro Play, ossia un nuovo engine di gioco, già lanciato in NBA 2K25 e riproposto, migliorato. In NBA 2K26, i corpi sono più solidi, i contatti più duri e i piedi sono quasi sempre ancorati al terreno. Sfuggire ai blocchi è difficile, così come tagliare fuori un rimbalzista è il modo migliore per accalappiare la palla. I miglioramenti applicati in termini di gameplay fanno sì che il videogiocatore abbia la sensazione di avere il controllo quasi totale del proprio giocatore virtuale, grazie a una curva di apprendimento che vi permetterà di partire da Rookie (sarà praticamente impossibile sbagliare un tiro) a Superstar. Arrivati a giocare a livelli di difficoltà molto elevati, vi consiglio vivamente di usare la levetta destra del gamepad sia per palleggiare che per tirare.

Con il pad potete davvero fare di tutto e sarà possibile replicare sulle vostre console lo stile proprio di ogni stella della NBA: basterà, ad esempio, inclinare la leva analogica destra in un modo o in un altro, a breve o fino in fondo, e si otterranno risultati profondamente differenti. Ovviamente sarà il giusto tempismo a farvi segnare, e questo tempismo è il risultato del mix tra l'abilità del cestista, il tipo di movimento, la distanza dal canestro e la presenza o meno di un difensore. Anche il sistema di intelligenza artificiale è stato potenziato: le reazioni dei difensori avversari sono più congruenti a quanto effettuato dall’attaccante, così come in attacco avrete molte più opzioni per attaccare il canestro avversario. Anche i vostri compagni reagiscono in modo più congeniale rispetto alle scelte tattiche dell’attaccante. Sempre in termini di gameplay, va sottolineato come sia migliorata anche la fisica della palla che risulta essere più naturale anche se, talvolta, ho avuto l’impressione che alcuni passaggi lunghi vengano aggiustati per facilitare l’intercettamento da parte della difesa: piccole pecche che non incidono minimamente sulla giocabilità.

Se da quello relativo al gameplay, ci spostiamo sul piano grafico, bisogna dire che non ho visto miglioramenti clamorosi rispetto al recente passato, anzi. Pur muovendoci nel campo dell'eccellenza, alcune proporzioni degli atleti non sono molto fedeli alla controparte reale a causa di una varietà piuttosto scarna di tipologie di “corpi”. Si tratta di un aspetto negativo che trova la sua “massima” espressione nel MyPlayer dove le decisioni dell'utente, in termini di proporzioni, mettono a dura prova le routine di I.A. della CPU. Si tratta, comunque, di minuzie considerato che NBA 2K26, alla stregua dei suoi predecessori, fa dell’aspetto visivo una delle sue caratteristiche di punta cercando di replicare il più fedelmente possibile lo stile TV delle produzioni NBA, anche di quelle ambientate negli anni ’80 grazie a filtri in grado di restituire le "emozioni" del tubo catodico, grafiche d'epoca e anche una telecronaca personalizzata. Grazie ai nuovi shader i corpi hanno una maggiore tridimensionalità e ci permettono di vedere dettagli prima inimmaginabili come, ad esempio, il sudore che scorre sul corpo dell’atleta.

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Veniamo ora ad analizzare le diverse modalità di gioco presenti all’interno di NBA 2K26 a partire dal cuore pulsante del gioco che è quella relativa alla carriera del nostro alter ego digitale, MyCareer. Come al solito, sarà possibile creare il proprio personaggio ed intraprendere il viaggio nel dorato mondo della NBA. Quest'anno la storia parla di un ragazzo che, essendo arrivato tardi alla ribalta, sceglie l'Europa come vetrina per approdare in NBA. Sarebbe una storia moderna e originale, in grado sia di raccontare la crescente importanza del Vecchio Continente come fucina di nuovi talenti, sia la crisi del sistema universitario USA ma, alla fine, si perde un po' tra vecchi clichè ed una sceneggiatura non proprio all’altezza.

The City è l’altra modalità di punta e, anche se manca sempre un bel teletrasporto in grado di evitarci chilometriche scarpinate tra una location e l’altra della città, il tutto è molto più funzionale rispetto alle precedenti edizioni. Come già scritto in sede di preview è stato migliorato il layout, decisamente più accattivante, ma soprattutto sono state introdotte diverse novità che faranno felici davvero tutti gli utenti del titolo 2K. Sulla base dei feedback ricevuti dalla community dei giocatori, l’ambiente di gioco ha visto un restyling dell’illuminazione. Gli sviluppatori tendono, inoltre, a sottolineare come tutte le principali location della città siano raggiungibili camminando e, in più, non bisogna ogni volta abbandonare lo scenario di gioco per passare da un “My player” ad un altro. La seconda novità di The City consiste nel ritorno dei Parchi in NBA 2K26; i suddetti parchi tornano al massimo dello splendore riflettendo quelli che vedreste dal vivo passeggiando nei diversi “downtown” delle metropoli americane. Ogni 6 settimane verrà aggiunta una nuova location “verde” e i giocatori verranno riportati indietro nel tempo a giocare negli iconici parchi presenti in NBA 2K16, tutti completamente rimasterizzati; il primo parco che sarà disponibile è lo Skyline Park, progettato in un magnifico contesto urbano. Sono state poi aggiunte le cosiddette CREWS, una sorta di nuova modalità di gioco in cui potrete far squadra con i vostri amici o con membri della comunità, guadagnando ricompense in due modi principali: giocando partite o allenandosi con la crew allo scopo di completare obiettivi settimanali (ve ne sono ben 30 livelli).

Non poteva mancare il My Team che, al di là della spinta inevitabile al far uso delle microtransazioni, in NBA 2K26 prova ad offrire qualcosa di nuovo anche a chi non ha voglia di spendere soldi per crearsi un Dream Team al Day One. Anche chi ama giocare offline o perdersi all'interno della gestione delle franchigie o della lega, troverà pane per i suoi denti anche se, forse, è proprio nell’offline che NBA 2K26 non riesce a fare quell’ulteriore scatto in avanti. The W è una versione della modalità carriera molto semplificata e declinata al femminile. MyLeague e MyGM tornano con nuove opzioni di gestione, permettendo ai giocatori di assumere il controllo di una lega o una singola franchigia NBA e di prenderne le redini sia dal punto di vista gestionale che tattico. Sostanzialmente, però, cambia davvero poco rispetto al passato.

Torna la possibilità di giocare le Ere NBA, una sorta di viaggio nel passato partendo dagli anni ’80 e dalle mitiche sfide tra i Celtics di Larry Bird ed i Lakers di Magic Johnson per poi fare un salto temporale ed arrivare al basket di Jordan, Bryant, James e Curry. La modalità PlayNow è la scelta ideale per chi vuole un'esperienza di gioco rapida e diretta, senza dover entrare nelle complessità delle modalità più elaborate. E’ proprio in questi frangenti che NBA 2K26 dimostra il suo carattere “democratico” permettendo di soddisfare sia chi cerca partite veloci sia chi preferisce la vera simulazione.

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Ma NBA è anche un titolo dalla forte connotazione online, presente sostanzialmente in tutte le modalità a partire da The City dove è possibile sfidare gli altri giocatori in parchetti virtuali, alle modalità pensate per MyTeam, dove poter scendere in campo al comando di terzetti, quintetti o una squadra completa di riserve. Sarà possibile anche giocare la modalità All Star, un 5 contro 5 dove ognuno controllerà una delle superstar selezionate anticipatamente dal proprio roster. Le modalità online funzionano davvero molto bene con un ottimo sistema di matchmaking e la quasi totale assenza di lag.

Il gioco, come sempre, è completamente localizzato in italiano per quanto riguarda i testi ma completamente in inglese per quanto concerne il parlato.

Amore

Tuttocittà

- La nostra città virtuale è stata completamente rivista e presenta tali e tante novità da rendere felici sia i neofiti che i veri professionista di NBA 2K. Il primo elemento di novità che balza agli occhi è la maggiore fluidità dei movimenti del nostro giocatore all’interno della città e, per la prima volta, tutto gira a 60 fps sulle nostre Xbox Series S e Series X. Il ritorno dei “parchi” e l’introduzione delle “Crews” e delle “Challenges” contribuiscono a rendere l’esperienza quasi infinita. Le Challenges hanno rappresentato una piacevole scoperta: ci sono sfide (prima quelle per principianti, poi quelle giornaliere, stagionali e perenni) che prevedono una progressione orizzontale su più livelli. I giocatori più bravi, in grado di vincere tutte le sfide proposte, potranno vedere persino realizzata una statua a loro immagine che troneggerà nel centro della città. Infine va sottolineata la presenza del Pro-AM SUMMIT, una nuova esperienza di gioco che offre la possibilità di competere in tornei a squadre in match 3 vs 3 o 5 vs 5. Si tratta di eventi che si svolgeranno nel fine settimana, ogni tre settimane; per qualificarsi, la squadra del vostro giocatore dovrà disputare almeno 10 incontri ProAM nelle settimane precedenti l’evento finale. Anche in questo caso ci saranno le immancabili classifiche che permetteranno di offrire ricompense, via via più corpose.

Pro Play sempre più impattante

- NBA 2K26 è più veloce, fluido e offre un gameplay basato sulle abilità più gratificante per giocatori di tutti i livelli. Con il più grande salto nel movimento dei giocatori dai tempi di NBA 2K21, il nuovissimo motore dinamico ProPLAY Motion Engine utilizza la tecnologia di machine learning più innovativa per offrire movimenti realistici in campo. I giocatori si giovano anche dei nuovi aggiornamenti in fase offensiva: dal Tiro Ritmico Potenziato e i Tiri in Post Signature fino a controlli avanzati come i tiri in ricezione senza caricamento della barra di tiro. Il dribbling sembra meno robotico, le riprese sono più fluide e il movimento generale del giocatore ha perso quella sensazione rigida troppo evidente in NBA 2K25. Tuttavia, il gioco non è diventato facile in quanto i giocatori controllati dalla CPU sono più intelligenti, soprattutto in difesa. Eseguire un semplice pick-and-roll non è più così semplice perché l’IA legge gioca meglio, ruota più velocemente e punisce gli errori. Quello che ne viene fuori è il gameplay più simulativo di sempre ed è questo quello che cercano i puristi della simulazione come il sottoscritto.

Una Carriera più completa e dettagliata

- La versione 2K26 di My Career implementa alcuni miglioramenti necessari. Invece di saltare direttamente nel dorato mondo della NBA, i giocatori ora iniziano con una trama pre-NBA dettagliata che aggiunge profondità all’esperienza. Il nuovo capitolo MyCareer, intitolato "Out of Bounds", è caratterizzato da una narrativa profonda e articolata, pari a cinque film per durata e contenuto. Scritto e diretto da Spike Lee, offre una vera e propria storia coinvolgente dove ogni scelta—dentro e fuori dal campo—modella la carriera del nostro giocatore. Il viaggio inizia a livello scolastico, dove si compete nei campionati locali e si lavora per costruire una certa reputazione vincendo partite e guadagnando premi. Ciò che rende questo ancora più interessante è che non ci si limita a giocare negli Stati Uniti, bensì è possibile iniziare la carriera nei campionati europei, guadagnando fama all’estero prima di raggiungere il tanto desiderato universo NBA.

Alta fedeltà

- Oltre alla maniacalità applicata ai volti ed alle caratteristiche dei singoli giocatori (con un’ulteriore, maggiore, attenzione per le superstar attuali e le glorie del passato), Visual Concepts si è dedicata in modo particolare alla grafica dei diversi palazzetti di gioco, grazie all’implementazione di nuove luci e dettagli per renderli ancora più fedeli alle controparti reali. Finalmente, inoltre, il pubblico risulta essere più vario e dettagliato, tanto da sembrare reale.

Un “My Team” più umano

- Se sembra chiarissimo come la suddetta modalità di gioco stia acquistando un’importanza sembra più cruciale nell’ambito dell’economia della serie di NBA 2K, non possiamo non plaudire al tentativo, anche riuscito, di rendere MyTeam sempre più completo e attraente, con tante nuove carte attributo da abbinare a potenziamenti o altri giocatori in modo da alzare il loro valore, una pletora di modalità online e offline con le quali guadagnare pacchetti e denaro virtuale. Interessante novità è rappresentata dall'integrazione della WNBA nel gioco, come già avviene nell’Ultimate Team calcistico, che permetterà di creare dei quintetti decisamente interessanti e competitivi.

Odio

Perché spendere ancora?

- Come per i precedenti capitoli della serie, NBA 2K26 non è esente da microtransazioni, soprattutto in MyTeam e MyCareer. Sebbene il gioco base sia ampiamente giocabile senza spendere denaro reale, molti giocatori potrebbero essere spinti compulsivamente a fare acquisti per realizzare immediatamente il sogno di avere lo squadrone dei sogni. A mio modesto avviso, le microtransazioni potrebbero disincentivare coloro che cercano un'esperienza completamente scevra da acquisti extra. NBA 2K26 non obbliga il giocatore a spendere, e l'esperienza rimane comunque piacevole anche senza ricorrere a microtransazioni ma c’è sempre quel sottile dubbio che, alla fin fine, ci si trovi quasi spinti ad aprire il portafogli.

Si può fare di più

- Alcune piccole imperfezioni non permettono ad NBA 2K26 di arrivare a sfiorare la perfezione a partire da un livello pari a zero di innovazione nella modalità My NBA che risulta ormai stagnante e ferma a diversi anni fa. La personalizzazione del nostro giocatore è decisamente limitata con opzioni estetiche davvero basilari. Infine, c’è troppo discrepanza tra NBA e WNBA: mettendo contro, soprattutto nei match online, giocatrici WNBA e giocatori NBA, emergono evidenti difficoltà nel tentare di bilanciare le differenze fisiche, soprattutto nelle situazioni di rimbalzo o nei mis-match. Non si tratta di difetti gravi ma sicuramente evitabili.

Tiriamo le somme

Se con NBA 2K25 si era perso un pochino di entusiasmo, NBA 2K26 inverte questa tendenza con la modalità MyCareer (a mio avviso il fiore all'occhiello di ogni gioco annuale) che è la migliore degli ultimi anni grazie alla sua incredibile trama preliminare. E come un gruppo di giocatori affidabili, una manciata di modifiche, in particolare il misuratore di tiro aggiornato e il movimento dei giocatori, lega tutto insieme in modo armonioso, rendendo il gameplay in ogni modalità meno stressante e più gratificante. Naturalmente, questi eccellenti miglioramenti mettono in evidenza anche delle piccole imperfezioni, con MyGM che continua a spiccare come una panchina scontenta. Nel complesso, NBA 2K26 è l'equivalente di una squadra a cui mancano pochissimi pezzi per raggiungere la perfezione (o quasi), rendendo lo slogan di quest'anno, “Ball Over Everything”, piuttosto azzeccato. Perché, alla resa dei conti, quando il nucleo centrale funziona così bene e tutti gli occhi sono puntati sull'azione in campo, diventa più facile ignorare anche le piccole e quasi insignificanti imperfezioni.
8.5

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L'autore

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Da sempre grande amante di tutti gli sport, ha trasferito questa passione nel mondo dei videogiochi non disdegnando però anche gli altri generi. Ama il nostro calcio quanto sport come il football e l'hockey, ma è sempre pronto a blastare qualche alieno quando ce n'è il bisogno!

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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