Recensione - Gears of War: Reloaded
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Gears of War: Reloaded è la nuova riedizione di Gears of War, che aggiorna l’edizione rimasterizzata pubblicata nel 2015 con l’etichetta “Ultimate Edition” introducendo una lunga serie di novità, principalmente legate al comparto grafico, sia dedicate alla Campagna sia specifiche per il comparto multigiocatore. Per quanto riguarda la Campagna non ci sono ovviamente novità sul fronte dei contenuti: questa nuova edizione include l’intera esperienza originale pubblicata nel 2006 più tutti i livelli aggiuntivi pubblicati successivamente come esclusiva PC e poi “traghettati” su console con l’uscita della Ultimate Edition. Se volete recuperare le nostre recensioni dell’epoca, qui trovate quella del 2006 e qui quella del 2015. L’intera Campagna è interamente localizzata in italiano e può essere affrontata in solitaria o in co-op con un altro giocatore, sia in locale sia online. Da questo punto di vista la vera novità risiede nella presenza del cross-play, che permette di unire le forze con i giocatori di qualunque altra piattaforma, inclusi i possessori di PS5 su cui il gioco approderà per la prima volta proprio con questa edizione.
MX Video - Gears of War: Reloaded
Le novità principali da questo punto di vista riguardano quindi l’aspetto tecnico. Gears of War: Reloaded porta con sé una lunga lista di migliorie e upgrade, resi possibili dalla potenza delle macchine di ultima generazione. La prima, quella più evidente, è che il titolo può finalmente lasciarsi alle spalle il limite dei 1080p e raggiungere la massima risoluzione sulle piattaforme attuali, ovvero 1440p su Series S e 4K su Xbox Series X. La seconda, forse ancora più importante, è che su entrambe le console il titolo propone una sola modalità di rendering a 60fps, il tutto con pieno supporto alle più recenti tecnologie come HDR e Dolby Vision. A questo si affiancano l’introduzione di asset in 4K e texture rimasterizzate, un sistema di illuminazione potenziato con annesso miglioramento nella gestione di ombre e riflessi, un anti-aliasing ottimizzato con l’aggiunta della cosiddetta “Super Resolution”, il supporto alla tecnologia VRR e una gestione migliorata dei tempi di caricamento che ha permesso di eliminare quasi del tutto le schermate di caricamento durante la Campagna. Sul fronte audio Gears of War: Reloaded può invece beneficiare del supporto alla tecnologia 7.1 con audio spaziale 3D.
Ma come si traducono a schermo tutte queste novità una volta avviata una partita? Le prime cose che saltano all’occhio sono ovviamente la pulizia generale e il livello di dettaglio, sia da vicino che sulla distanza. Rispetto alla versione precedente, che già migliorava in modo sensibile l’esperienza originale, Gears of War: Reloaded la qualità sotto questo punto di vista è nettamente superiore, in primis per la quasi totale assenza di aliasing e per l’introduzione di asset e texture in grado di reggere il passo con l’aumento della risoluzione. La seconda cosa che ovviamente colpisce è la fluidità dell’azione. Per quanto tutti abbiamo giocato e ci siamo divertiti nel triturare locuste a 30fps, è innegabile che un gioco del genere non possa che trarre beneficio da una frequenza di refresh maggiore, specie se questo non influisce minimamente sulla risoluzione o il livello di dettaglio.

Andando avanti con la Campagna si iniziano poi ad apprezzare anche tutti gli altri miglioramenti introdotti. La gestione dell’illuminazione migliorata, che influisce anche su ombre e riflessi, dà il meglio di sé nella parte centrale dell’avventura, quando Marcus e gli altri COG sono costretti a muoversi per le strade buie o all’interno di luoghi scarsamente illuminati, mentre nelle sezioni narrative è più facile percepire le novità introdotte nel motore grafico per migliorare la fase di elaborazione finale dell’immagine e restituire al giocatore un’esperienza ricca di effetti particellari e priva di qualsivoglia tipo di artefatto particolarmente evidente. Di atto in atto è poi impossibile non percepire i grandi passi avanti fatti sul fronte audio, specie per chi gioca con cuffie surround di buona qualità o comunque con sistemi in grado di riprodurre in modo accurato l’audio 3D. Durante i combattimenti più serrati la sensazione è proprio quella di trovarsi in mezzo al campo di battaglia, con i proiettili che fischiano da ogni parte, le esplosioni che rimbombano nelle nostre orecchie e la voce delle locuste interrotta solo dal rumore arrugginito della nostra motosega.
Anche per quanto concerne la componente Multigiocatore, gli interventi relativi al comparto grafico fanno la parte del leone. Innanzi tutto, Gears of War: Reloaded porta il frame-rate delle partite online a 120fps, sia su Series X che su Series S: sappiamo bene come il numero di frame generati al secondo sia particolarmente importante nelle partite online e sotto questo aspetto con Gears of War: Reloaded potremo goderci (a patto di disporre di uno schermo adeguato, non lo si dimentichi!) scontri decisamente più fluidi e meccaniche di gioco più precise. Ma siccome anche l’occhio vuole la sua parte, questa nuova edizione ci propone tutte le mappe in versione completamente rimasterizzata, con asset e texture portati alla risoluzione massima supportata dalle rispettive piattaforme ed effetti (luci, ombre, anti-aliasing, eccetera) rivisti e migliorati, analogamente a quanto già indicato parlando della Campagna.

E attenzione, quando diciamo “tutte le mappe”, intendiamo veramente...tutte! Infatti Gears of War: Reloaded contiene ogni mappa mai apparsa nel gioco, incluse quindi quelle originariamente commercializzate tramite MapPack e quelle al tempo pubblicate solo per PC: ciascuna disponibile in questa versione nel suo massimo splendore.
Se tutto ciò salta evidentemente all’occhio accedendo ad una partita di Re della Collina o ad un più classico Team Deathmatch (inutile dirlo, tutte le modalità della versione originale sono riproposte in questa edizione), va rimarcato che non ci si è limitati a questo. The Coalition e gli altri studi coinvolti hanno anche lavorato “sotto il cofano” del gioco, realizzando un completo rinnovamento dell’infrastruttura di back-end, dotando Gears of War: Reloaded anche di nuovi server dedicati e garantendo una migliore copertura territoriale con i propri Data Center.
Come si traduce in concreto tutto questo? Effettivamente la resa delle mappe è notevolmente migliorata, così come l’aumento di frame rate non può che risultare evidente, specie giocando con un monitor in grado di supportare i 120 frame al secondo. A mio giudizio i miglioramenti più evidenti si possono notare nelle mappe poco luminose, con aree di ombra e luce adesso nettamente più convincenti, ma a parte le considerazioni puramente estetiche, il tutto ha un impatto anche sulla giocabilità, ad esempio la maggiore definizione e la nuova gestione dell’anti-aliasing hanno reso la “roadie run” (la celebre corsa “a testa bassa”) molto più intellegibile, oltre che spettacolare, rispetto al passato.

Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio, ci troviamo di fronte ad una riproposizione fedele di quanto già conosciuto. Chi arriva solo con questa edizione ad approcciare il multiplayer di Gears of War avrà a che fare con un prodotto per molti versi fortemente anomalo rispetto ai trend attuali: niente classi, niente skill, nessuna specializzazione, pochissime concessioni anche alle customizzazioni cosmetiche (a differenza delle poco lodevoli derive dei più recenti episodi...). Il multiplayer di Gears of War: Reloaded è un’esperienza quasi primordiale, certamente non priva di difetti e garanzia di frequentissime frustrazioni, ma anche fonte di soddisfazioni impagabili: è un pezzo di storia del gaming che credo sia giusto preservare nelle sue caratteristiche e peculiarità. Detto questo, e fatte quindi salve le “regole del gioco”, mi auguro nondimeno che il gioco venga adeguatamente supportato a livello di debug e anche di contrasto al cheating: confesso che nelle partite giocate per realizzare questa recensione alcune fasi di gioco hanno saputo suscitare in me una... fortissima perplessità!
Il Multigiocatore è ovviamente il contesto dove si manifestano gli effetti tangibili della scelta di pubblicare il gioco come titolo multipiattaforma e Gears of War: Reloaded risulta realizzato in totale coerenza con questa scelta. Dalla sezione “Account” delle Impostazioni è possibile attivare o meno il cross-play con altre piattaforme: interessante notare che è disponibile un’opzione per così dire “intermedia” che permette di limitare il cross-play ai soli giocatori su (qualsiasi) console: effettivamente la possibilità su PC di giocare con mouse+tastiera (e magari con specifiche grafiche ulteriormente spinte, sui sistemi più performanti) crea un ragionevole fattore di differenziazione tra le due community e questa opzione va tenuta in giusta considerazione. Inoltre, anche in fase di creazione e gestione della lobby, a fianco di ogni partecipante appare chiaramente la piattaforma di appartenenza e mi sento di spendere un plauso per la scelta di connotare questa informazione in maniera assai chiara e diretta: chi gioca su Xbox ha il classico logo su sfondo verde, chi gioca da Ps5 ha il logo PlayStation su sfondo azzurro, e così via.

Da non dimenticare infine, parlato in senso lato di multipiattaforma, che il gioco è Play Anywhere per l’ecosistema Xbox, per cui con una sola licenza si ha diritto a giocare a Gears of War: Reloaded sia su console che su PC, con condivisione dei salvataggi e dei progressi di gioco. È poi opportuno ricordare che il titolo è incluso nel catalogo Xbox Game Pass Ultimate e che tutti i possessori della Ultimate Edition del 2015 in formato digitale riceveranno (o dovrebbero aver già ricevuto) un codice per riscattare gratuitamente questa riedizione.


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