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Ninja Gaiden: Ragebound

Recensione - Ninja Gaiden: RageboundXbox Series X | S Xbox One DigitalGame

In attesa dell’uscita del quarto capitolo della saga principale, The Game Kitchen e Koei Tecmo ci invitano a fare un tuffo nelle origini della serie di Ninja Gaiden con Ninja Gaiden: Ragebound, uno spin-off dotato di tutto il fascino dei titoli anni ‘90. Scopriamo insieme cosa ha da offrire questa interessante avventura nella nostra recensione.
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Il Gioco

Ninja Gaiden: Ragebound è un action-platformer a scorrimento in 2D sviluppato dal team spagnolo The Game Kitchen, reso celebre dalla saga di Blasphemous, su licenza Koei Tecmo. Parliamo quindi di uno spin-off ufficiale dell’acclamata serie Ninja Gaiden che si colloca temporalmente in parallelo agli avvenimenti del primo capitolo per NES e che vede il giocatore indossare i panni di Kenji Mozu, un giovane ninja del clan Hayabusa. Kenji sta ultimando il suo addestramento sotto la guida di Ryu Hayabusa quando quest’ultimo è costretto improvvisamente a partire per gli Stati Uniti, lasciando il suo giovane apprendista ad affrontare da solo (o quasi) una pericolosa minaccia demoniaca che si abbatte sulla regione proprio subito dopo la partenza di Ryu.

MX Video - Ninja Gaiden: Ragebound

Sono queste le premesse narrative alla base di Ninja Gaiden: Ragebound, un titolo dichiaratamente arcade che miscela le meccaniche celebri dei titoli a scorrimento degli anni ‘90 con alcuni elementi moderni, così da rendere il gameplay fresco e godibile anche ai giorni nostri. L’intera avventura si dipana attraverso 17 livelli differenti, a cui vanno aggiunti 8 livelli speciali per un totale di 25 scenari, suddivisi in 4 atti principali. Per sopravvivere alle crescenti minacce che incontra sul proprio cammino, Kenji Mozu può contare innanzitutto sulle sue abilità Ninja, che gli consentono di eseguire rapidi attacchi con la Katana, saltare, arrampicarsi e schivare i colpi avversari, eseguendo anche un rapido affondo se necessario. A queste tecniche base vanno poi progressivamente ad aggiungersi alcune mosse extra, attorno alle quali ruota la maggior parte del gameplay del titolo dopo i livelli iniziali.

Premendo con il giusto tempismo il dorsale sinistro, Kenji può infatti eseguire il cosiddetto “scatto a ghigliottina” che gli permette letteralmente di usare i nemici e i loro proiettili, siano essi pugnali, dardi o colpi d’arma da fuoco, come “trampolino” per prolungare i propri salti, rimanendo nel frattempo immune a eventuali danni. Il giovane ninja può inoltre eseguire un colpo speciale in grado di eliminare con un solo colpo i nemici più potenti e/o di abbattere le loro barriere. Per farlo però Kenji ha due opzioni: può colpire i nemici circondati da uno speciale simbolo blu, ottenendo così una breve finestra durante il quale eseguire questo attacco speciale, o ottenere il potere necessario sacrificando un po’ della propria salute, che può essere recuperata raccogliendo delle particolari gemme sparse nei livelli o raggiungendo i vari checkpoint presenti nelle aree.

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A rendere ancora più articolato il sistema di combattimento ci pensa poi una particolare variazione sul tema: per motivazioni che non starò qui a raccontare, così da non privare nessuno del piacere della scoperta, nelle fasi iniziali dell’avventura Kenji acquisirà anche delle abilità da un altro personaggio, tra cui quella di lanciare dei potenti Kunai ed eseguire una mossa speciale simile a quella già in suo possesso, ma attivata stavolta da particolari nemici avvolti da un simbolo viola. Una volta appresa anche questa tecnica, il protagonista scopre però che alcuni nemici sono vulnerabili solo ad una delle due tipologie di attacchi, il che obbliga il giocatore ad affrontare i nemici tenendo sempre a mente questo aspetto. Infine, il promettente apprendista apprenderà anche come eseguire una potente mossa finale il cui effetto può essere personalizzato attraverso particolari oggetti equipaggiabili.

Nel corso dell’avventura il giovane Ninja potrà inoltre contare sul supporto del leggendario Muramasa, che come da tradizione della saga anche in questo capitolo offrirà al giocatore i suoi servigi come gestore di un negozio accessibile tra un livello e l’altro. Sugli scaffali del locale gestito da Muramasa troveremo sia Talismani, in grado di rendere l’avventura più facile o più complessa, e nuove arti segrete, con cui personalizzare le proprie mosse finali. L’acquisto di questi oggetti speciali è possibile spendendo gli scarabei dorati raccolti nei livelli ma è sempre necessario tenere in considerazione che il protagonista dispone di un numero di slot molto limitato in cui inserirli.

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Oltre agli scarabei dorati, nel gioco sono presenti altri collezionabili speciali, ovvero pergamene e teschi. Inoltre, ogni livello propone delle sfide speciali, che vanno dal superare una particolare sezione senza essere colpiti e eseguire un particolare numero di mosse speciali verso nemici specifici. La presenza di tutti questi elementi ricopre un ruolo fondamentale nel valutare la longevità di Ninja Gaiden: Ragebound. Per portare a termine il titolo raccogliendo un discreto numero di collezionabili e senza fare troppo caso alle sfide ho impiegato circa 10 ore, ma è probabile che un giocatore più smaliziato ed abile possa cavarsela anche in 6/8. Numero che ovviamente aumenta se si vuole raccogliere tutti i collezionabili, completare tutte le sfide, provare tutti i Malus offerti da Muramasa e sbloccare il finale segreto. In questo caso la quantità di ore necessaria può facilmente raddoppiare.

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Sotto il profilo tecnico, Ninja Gaiden: Ragebound si presenta come un classico titolo con grafica in stile 8bit in grado di cogliere tutta l’essenza della saga di Ninja Gaiden e riprodurre in modo convincente l’alternanza tipica tra villaggi e ambientazioni ipermoderne tipica della serie. Dal punto di vista delle performance il gioco non ha messo in luce particolari cedimenti nè su Series X né su Series S, con framerate sempre ancorato a 60 fps e nessuna differenza sostanziale tra le due piattaforme, se non ovviamente la risoluzione di uscita. Sotto il profilo audio il gioco può contare su una colonna sonora di grande qualità perfettamente in linea con lo stile del gioco e con l’epoca alla quale si ispira. Non è presente nessun tipo di doppiaggio, ma il titolo è completamente localizzato in lingua italiana per quanto riguarda testi a schermo e menù.

Amore

Gameplay

- Ninja Gaiden: Ragebound è uno di quei giochi che riesce a catturarti in pochi secondi e dai quali è difficile staccarsi, anche per via di alcune scelte di design che rendono l’esperienza sfidante al punto giusto. Da un lato troviamo il sistema di controllo, allo stesso tempo semplice da apprendere ma capace di mettere alla prova anche i giocatori più esperti nelle sezioni più avanzate e nelle boss fight. Dall’altro troviamo un sistema di gestione dei check-point studiato con dovizia, che permette al giocatore di non dover ripetere lunghe sessioni di mappa dopo una sconfitta, così da tenere alla larga l’eventuale senso di frustrazione anche dopo la ventesima batosta subita dallo stesso avversario.

Colonna sonora spettacolare

- Personalmente ho trovato l’accompagnamento sonoro di Ninja Gaiden: Ragebound come uno degli elementi più azzeccati dell’intera produzione, ovviamente dopo il gameplay. La tracklist non solo accompagna in modo magistrale l’esperienza di gioco donando un ulteriore “spinta” al ritmo, se ma ce ne fosse davvero bisogno, ma coglie magistralmente le atmosfere e le sonorità delle produzioni degli anni ‘90, così da creare un mix unico e che immagino tutti gli appassionati apprezzeranno.

Stile grafico

- Un altro aspetto di Ninja Gaiden: Ragebound su cui ovviamente non si può far finta di niente è ovviamente quello visivo. The Game Kitchen negli anni ha chiaramente accumulato una discreta esperienza nel dare vita a giochi con stile retrò, ma ammetto che non mi sarei mai aspettato una cura dei dettagli simile e un risultato finale in grado di riportare in vita l’essenza stessa della saga originale di Ninja Gaiden pubblicata su NES. Le animazioni sono tutte curate e fluide, così come l’estetica dei nemici e dei boss, tutte perfettamente in linea con l’iconografia classica della serie. Davvero un ottimo lavoro.

Odio

Sezioni ripetitive

- Pur senza essere particolarmente lungo, Ninja Gaiden: Ragebound propone purtroppo alcune zone abbastanza ripetitive sia per quanto riguarda lo stile grafico sia per quanto riguarda le meccaniche di gioco. Per fortuna si tratta di momenti isolati e che non inficiano particolarmente sulla qualità complessiva dell’avventura, ma una maggiore varietà e una maggiore attenzione anche a questo aspetto avrebbero sicuramente giovato.

Difficoltà a tratti poco bilanciata

- Ninja Gaiden: Ragebound è un titolo con una curva di difficoltà abbastanza strana. Parlando del livello di sfida standard, il gioco propone inizialmente una curva apparentemente corretta per poi lasciarsi andare ad alcuni picchi quasi eccessivi a metà avventura e livellarsi inaspettatamente su un livello non particolarmente sfidante nelle fasi finali, se si escludono i boss. È chiaro che il giocatore, da un certo punto in avanti, ha la possibilità di aumentare o diminuire il grado di sfida grazie ai talismani e questo potrebbe in qualche modo mitigare questa dinamica, ma la sensazione di un livello di difficoltà non perfettamente bilanciato resta.

Tiriamo le somme

A conti fatti Ninja Gaiden: Ragebound si è dimostrato non solo un ottimo action-platformer a scorrimento in 2D, dotato di un gameplay avvincente e di uno stile grafico anni ‘90 di grande qualità, ma anche uno spin-off eccellente della saga principale, in grado di integrarsi senza particolari difficoltà nelle vicende che hanno reso celebre il ninja Ryu Hayabusa. Una maggiore varietà di situazioni e una curva di difficoltà più bilanciata avrebbero sicuramente permesso al gioco di brillare ancora di più, ma anche così si tratta di un’esperienza assolutamente consigliata per tutti gli amanti della saga e/o del genere.
7.8

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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