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Amnesia: The Bunker

Recensione - Amnesia: The BunkerXbox Series X | S Xbox One DigitalGame

Francia, Prima Guerra Mondiale. Il conflitto imperversa e le trincee sono l’unico luogo in cui i soldati possono trovare riparo dal fuoco nemico, ma non sempre sono un luogo sicuro in cui sostare, come scopriamo in Amnesia: The Bunker. Scopriamo come gli svedesi Frictional Games hanno cercato di trasformare l’approccio classico ai survival horror, rendendolo ancora più angosciante.
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Il Gioco

Henri Clément è il protagonista di Amnesia: The Bunker, nuovo capitolo della serie Amnesia. Il protagonista è un soldato di stanza in Francia durante la Prima Guerra Mondiale che si ritrova intrappolato in un bunker sotterraneo e che deve indagare sul perché è stato totalmente abbandonato e la sua uscita fatta saltare in aria. La trama a grandi linee è tutta qui, ed evito di approfondire ulteriormente per non anticipare nulla. Gli eventi sono narrati attraverso i tanti documenti sparsi all’interno delle stanze che compongono il bunker, perché le interazioni umane sono praticamente inesistenti. La mappa è divisa in quattro zone, più una centrale che funge da punto di passaggio per tutte le altre ed è il luogo in cui si trascorrerà la maggior parte del tempo. All’interno di questa zona è infatti presente il più importante punto di salvataggio dell’intero gioco e vi troverete a passarci un bel po’ di volte.

MX Video - Amnesia: The Bunker

Amnesia: The Bunker, come appare chiaro sin dai primi passi, è un survival horror alla “Alien Isolation”. Il giocatore è costantemente braccato da una creatura chiamata “La Bestia” che non si può uccidere in nessun modo, ma alla quale occorre sfuggire nascondendosi o semplicemente scappando. Per rendere le cose un po’ più frizzantine, inoltre, gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire un generatore a benzina che serve per alimentare le luci e che va costantemente rifornito di carburante per mantenerlo acceso, tramite le tante taniche che si possono trovare in giro per il bunker. La durata della carica del generatore dipende dal livello di difficoltà a cui abbiamo scelto di impostare il gioco, ma attenzione che questo non si può modificare se non all’inizio della partita. Sono presenti tre livelli e due ulteriori arriveranno in seguito con una patch: la difficoltà Shell-Shocked che sarà ancora più impegnativa della difficoltà più elevata, e la difficoltà Custom che permetterà di scegliere le varie impostazioni. La difficoltà Dacile è invece quella dedicata ai giocatori che preferiscono seguire la trama piuttosto che perdere ore a rifare intere sezioni di gioco. Non esistono check point o salvataggi automatici, ed è possibile salvare unicamente attraverso le poche lanterne situate in zone piuttosto lontane fra loro. Ciò si traduce nel fatto che, se si muore, si deve rifare intere sezioni da capo. La seconda difficoltà, Normale, che è quella raccomandata dagli sviluppatori per godere al meglio del gioco. La terza invece è quella Difficile, dedicata a quei giocatori che amano le sfide particolarmente impegnative.

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Il gioco si basa al 100% sull’esplorazione. Non esistono tracce o suggerimenti più o meno espliciti che ci indichino da che parte andare. Esiste solo una mappa collocata nella stanza dell’Amministrazione, che non è nemmeno consentito portarsi in giro ma bisogna necessariamente raggiungere per consultarla. Diventa poi fondamentale leggere le varie note sparse nelle varie stanze, perché sono l’unico modo per riuscire a progredire e a capire cosa è successo all’interno del bunker. Amnesia: The Bunker ha inoltre una componente procedurale: i vari codici che servono per sbloccare gli armadietti o le porte sono generati casualmente ogni volta che si inizia una nuova partita, così come la posizione dei vari oggetti. Ciò garantisce un’elevatissima rigiocabilità e l'impossibilità di ricorrere, almeno per questi elementi, a guide di gioco che ci rivelino i codici da usare. Anche la soluzione dei vari enigmi non è mai una sola e lineare, ma è possibile scegliere diverse soluzioni che portano anche a diverse reazioni da parte dell’ambiente circostante e della Creatura in particolare.

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Personalmente ho trovato Amnesia: The Bunker un gioco molto difficile anche al livello Normale, che richiede un po’ di tempo per essere padroneggiato nelle meccaniche e che rischia di diventare velocemente frustrante per quelli che, come me, preferiscono un approccio più rilassato al medium. Ho trovato una grande forbice fra la difficoltà Facile e quella Media, la prima davvero troppo facile mentre quella intermedia forse un po’ troppo difficile per i miei personali gusti. Ho giocato Amnesia: The Bunker sulla mia Xbox Series X collegata a un impianto surround 5.1, e devo dire che l’audio spaziale è stato realizzato davvero bene, tanto che a un certo punto non riuscivo bene a capire se i suoni provenissero dal gioco oppure dalle stanze della mia casa.

Amore

Terrore allo stato puro

- Amnesia: The Bunker parte col botto, l’atmosfera è cupa e ansiogena al punto giusto. L’assenza praticamente totale della colonna sonora aiuta molto nell’immersione completa in quella che è la riproduzione di un bunker della Prima Guerra Mondiale. La stessa cosa vale per il totale abbandono del giocatore a sé stesso, riproducendo l'angoscia di trovarsi in un luogo sconosciuto senza sapere con precisione cosa si debba fare per uscirne.

Storia narrata nel modo corretto

- Tutti i documenti e le note che sono sparse all’interno di Amnesia: The Bunker riescono a raccontare benissimo una storia che non viene narrata in nessun altro modo. Nel Bunker non c’è anima viva (o quasi), quindi il solo modo di riuscire a capirci qualcosa è attraverso le note, che si possono trovare anche con un certo ritmo e facilità. Il senso di immersione quindi è totale.

Luce portatile e generatore

- Ho amato molto il fatto di dover gestire l’illuminazione contando i secondi. L’idea di dotare il giocatore di una luce portatile che dopo pochi secondi si scarica e deve essere ricaricata è meravigliosa e dona quel senso di pericolo in più che aumenta ancora di più l’angoscia. La gestione del generatore è poi un’altra meccanica riuscitissima: una volta che si spegne la luce, la difficoltà aumenta progressivamente; quindi occorre mantenerlo attivo il più possibile.

Altissima rigiocabilità

- Un altro punto forte di Amnesia: The Bunker sono gli elementi procedurali e randomici, capaci di garantire un alto tasso di rigiocabilità. Tutti i codici e le posizioni degli oggetti cambiano in ogni partita, così che sia impossibile per i “curiosoni” andare a cercarli in internet. Inoltre questa randomicità spinge all’esplorazione estrema.

Odio

Sistema di controllo non troppo preciso

- Il gioco ha un sistema di controlli molto impreciso: il dover aprire le porte tenendo premuto e tirando o spingendo non funziona molto bene, così come l’intero sistema che permette di selezionare gli oggetti per utilizzarli non risulta essere ottimale. Mi sono trovato più volte in balìa del mostro perché non sono riuscito a chiudere per tempo una porta proprio per questi problemi.

Il terrore finisce presto

- Dopo il primo impatto con Amnesia: The Bunker, che mi ha letteralmente paralizzato dal terrore pur senza che fosse ancora successo niente, il tutto finisce molto presto. Appena capita la meccanica del gioco e i movimenti della creatura, che sono bene o male gli stessi almeno al livello Normale, il gioco perde tutto il suo feeling diventando super prevedibile.

Un po’ troppo backtracking

- Il fatto che i salvataggi siano possibili solo con l’uso delle lanterne, e che queste siano collocate tendenzialmente sempre alla fine di ognuna delle zone in cui è suddivisa la mappa, porta il giocatore a tornare spessissimo nella zona centrale, quindi a ripassare avanti e indietro nelle stesse zone, cosa che alla lunga diventa un po’ noiosa.

Tiriamo le somme

Amnesia: The Bunker parte forte, catapulta il giocatore in un’atmosfera cupa e angosciante, ma pian piano l’atmosfera lascia spazio a una realtà molto meno terrorizzante, fatta di qualche problema e tanto backtracking. Ma se siete amanti dell’esplorazione, tutto questo vi piacerà. In ogni caso, se avete un abbonamento al Game Pass e vi piacciono i survival horror, dovreste sicuramente dargli una chance.
7.5

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L'autore

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Quando gli hanno chiesto di comporre una Bio, ha pensato subito alla natura e all’ambiente. Una volta rinsavito, ci ha raccontato di essere un appassionato di Basket e Calcio, videogiocatore accanito, predilige RPG, FPS e TPS. In generale però non si tira indietro di fronte a nulla. A tempo perso è anche speaker in una Web Radio.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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