MondoXbox

Live your
passion!

MondoXbox

MondoXbox



Somerville

Recensione - SomervilleXbox Series X | S Xbox One DigitalGame

Una devastante invasione aliena, un uomo in cerca della sua famiglia ed un'avventura a scorrimento sullo stile di Limbo e Inside: è Somerville, il gioco di debutto dei britannici Jumpship: scopriamolo insieme!
img

Il Gioco

La potenza del Sole, nella sua immensità, è la prima cosa che vediamo una volta cominciata la nostra avventura in Somerville. Una potenza incandescente che viene minacciata (o forse ammirata?) da un oggetto geometrico artificiale, la cui origine va ricercata nelle profondità dell’universo. Stacco. Una splendida melodia ci introduce ad un freddo e nebbioso pomeriggio, dove un’auto sfreccia tra le strade di campagna, mentre si avvicina ad un vecchio casolare. In quell’automobile ci siamo noi, con la nostra famiglia. Quella casa è la nostra meta, una promessa dove passare un weekend rilassante in compagnia della nostra famiglia. Un momento intimo, dove lasciarsi alla spalle il caos cittadino e poter dedicare il proprio tempo agli affetti. Una moglie, un figlio e un fedelissimo cagnolino. Un ritratto familiare perfetto, che però verrà presto frantumato da una catastrofe imminente.

MX Video - Somerville

Mentre ci siamo appisolati davanti alla televisione in compagnia della nostra compagna, veniamo infatti bruscamente svegliati dal pianto disperato di nostro figlio, intento a raggiungere una misteriosa luce proveniente dall’esterno della casa. In quel momento capiamo che qualcosa non va. La televisione non emette alcun segnale e luci viola artificiali sorvolano i cieli cupi della campagna circostante. Infine Loro arrivano, con un boato che frantuma il cielo. Oggetti misteriosi si schiantano sulla superficie della Terra, obbligandoci a cercare riparo nella cantina della casa. Lì entriamo in contatto con un essere che ci fa dono di un grande potere, ma che ci separerà dalla nostra famiglia. Così, tra le devastazioni di un mondo tacito, il nostro protagonista inizia il suo viaggio alla ricerca di risposte, della sua famiglia e forse della chiave per sconfiggere la mortalità stessa.

Questo è l’incipit di Somerville, avventura sviluppata da Jumpship, team di sviluppo britannico che comprende alcune delle menti dietro ai gioielli videoludici Limbo e Inside. E le somiglianze con queste opere sono palesi, ma con un'importante novità sostanziale che stravolge completamente il gameplay: la terza dimensione. Qui infatti il protagonista può esplorare l’ambiente liberamente in ogni direzione, aprendo a nuove possibilità in fatto di interazione e puzzle ambientali. Il gioco infatti rimane ancorato alle sue radici, proponendosi come un’avventura esplorativa dove gli enigmi sono gli ostacoli principali che ci separano dalla nostra meta.

img
Tutti gli estimatori di Limbo e Inside saranno felici di apprendere che Somerville riprende a piene mani la filosofia minimalista che strutturava le precedenti opere. Niente HUD con indicazioni, menu e obiettivi a schermo: siamo da soli mentre vaghiamo per i desolanti livelli, intessuti attorno a una narrazione completamente implicita, a dover capire cosa fare, dove andare e soprattutto capire di cosa siamo capaci. Perché, come accennato, il nostro protagonista entra in contatto con uno strano potere che permette di rimodellare la materia aliena che sembra ricoprire molte aree della superficie terrestre. Potremo quindi sciogliere muri e blocchi di Materia, portandoli allo stato liquido (per attraversarli a nuoto, magari) oppure solidificarli plasmando piattaforme e scale da attraversare. Il tutto senza tralasciare puzzle ambientali più classici, ma mai banali, che ci chiedono di interagire con leve, meccanismi, piattaforme, cavi elettrici e quant’altro, tutto ciò che è necessario per poter proseguire nel nostro viaggio. Le cose si fanno decisamente interessanti quando le varie meccaniche si fondono, chiamandoci a usare i nostri poteri sulla Materia aliena da utilizzare in maniera sinergica con le strumentazioni umane.

L’avventura si svolge attraverso 14 capitoli totali, per una durata complessiva di cinque o sei ore, a seconda di quanto sarete bravi a risolvere i vari enigmi. La varietà degli ambienti da esplorare è sufficientemente vasta da spezzare qualsiasi ripetitività, con scenari ambientati nelle campagne rurali, miniere, festival musicali e altri scenari. A impreziosire questi luoghi troviamo un clima cupo e ovattato, fatto di lunghi silenzi che potrebbero celare un pericolo in agguato, enfatizzato da boati meccanici provenienti dalle misteriose strutture che fluttuano nel cielo sopra le nostre teste. Perché se è vero che il gioco non propone nessun sistema di combattimento, questo non vuol dire che non saremo braccati dagli esseri extramondo, la cui nostra sola esistenza potrebbe rappresentare per loro la più grande minaccia. Questi elementi funzionano e non fanno altro che accrescere la curiosità per ciò che avviene a schermo, mentre ci facciamo strada con l’ingegno attraverso l’ignoto.

img
Inoltre l’unico alleato che abbiamo per buona parte dell’avventura è il nostro fido cagnolino, unico punto di contatto con la famiglia scomparsa. Nonostante non sia possibile interagire con lui, vi ritroverete più una volta a preoccuparvi per la sua vita. Complici le atmosfere cupe e grigie che avvolgono il nostro viaggio, dove quindi la presenza del nostro amico peloso sarà un toccasana per l’angoscia circostante.

Come già detto, il gioco è privo di HUD e indicatori, il tutto condito da un sistema di controllo piuttosto semplice. Con la levetta sinistra si controlla il personaggio attraverso i livelli di gioco, con il tasto A si interagisce con i vari elementi presenti nello scenario come appigli e leve, mentre l’uso dei grilletti è riservato ai due poteri del protagonista. Il primo ci permette di sciogliere la Materia aliena, mentre con l’altro avremo modo di solidificarla. L’interazione con l’ambiente si limita solamente allo stretto indispensabile per poter risolvere gli enigmi, oggetti e materiali tra l’altro ben identificabili all’interno dello scenario di gioco. A differenza di titoli come Inside e Limbo, dove la risoluzione degli enigmi presentava una marcata dinamica “trial and error”, qui le cose si fanno differenti. E' raro perire per un nostro approccio sbagliato ai puzzle, per quanto sia effettivamente possibile. Fortunatamente la folta presenza di checkpoint elimina qualsiasi forma di frustrazione.

img
Sul versante visivo il gioco propone degli scenari mostruosamente suggestivi. La gamma cromatica utilizzata aumenta enormemente la sensazione di solitudine del nostro protagonista, senza mai eccedere come avveniva in Limbo e Inside. Qui è tutto più realistico, il mondo di gioco è facilmente riconoscibile e plausibile. Inoltre sono presenti alcune cinematiche che in alcuni punti della storia diventano essenziali per mandare avanti il racconto. Per quanto riguarda il lato sonoro, l’opera si muove più che bene, con un campionario di suoni efficaci e suggestivi, soprattutto per quanto riguarda gli elementi extraterrestri. La colonna sonora è affascinante, con pochi brani che emergono nei momenti più drammatici, spezzando i silenzi angusti e minacciosi che ci accompagnano durante l’avventura. Il gioco presenta pochissime opzioni, con la possibilità come unico extra di poter rigiocare i capitoli sbloccati. Somerville si presenta infine completamente tradotto in italiano, solo nei testi visto che non è presente alcuna battuta parlata.

img

Amore

Il fascino di un mondo in rovina

- L’elemento che assolutamente mi sento di premiare nell’opera è il mondo che il team di sviluppo ha plasmato. Gli scenari sono ben realizzati, con momenti di grande emozione quando ci si ritrova ad ammirare luoghi lontani e devastati dal conflitto con le creature extramondo. C’è un momento in cui vi ritroverete seduti su una panchina, in cima ad una collina, mentre di fronte a voi si staglia uno scenario desolato e privo di vita. Un quadro magistralmente dipinto che nella sua staticità ci smuove dentro, ponendoci davanti ad uno scenario che difficilmente riusciremo a comprendere. Il mondo di Somerville è desolante, ostile, deprimente e tutto ci fa sentire fuori posto, come se il semplice fatto che siamo in qualche modo sopravvissuti all’invasione rompesse l’equilibrio di armoniosa angoscia che si è creata.

Enigmi semplici ma non banali

- L’avventura concepita da Jumpship sarebbe stata in grado di suscitarci intense emozioni anche se si fosse limitata ad essere un walking simulator, grazie all’atmosfera creata dal team di sviluppo. Fortunatamente il nostro viaggio viene impreziosito da enigmi perfettamente inseriti nel mondo di gioco. I puzzle sono stimolanti da affrontare e si presentano in una sufficiente varietà. L’utilizzo dei poteri del protagonista ci trasmette inoltre l’illusione di avere un qualche tipo di controllo sull’ambiente di gioco, grazie alla possibilità di sciogliere o solidificare la Materia aliena.

Una sorpresa dopo l’altra

- Un pregio dell’opera deriva dal suo stupire il giocatore. Gli scenari che si susseguono sono vari e si intrecciano perfettamente con il viaggio del nostro eroe. Dalle campagne rurali fino alle profondità di caverne e miniere, per poi riemergere in città devastate. Ognuna di queste zone propone enigmi differenti, i propri ostacoli e insidie. Il fatto che non ci si soffermi mai troppo in una determinata zona, spazza via qualunque forma di monotonia. Si arriverà poi ad un punto del viaggio che presenta un’importante plot twist narrativo, che ci proietta in una fase finale assolutamente inaspettata.

Una storia che non si racconta, ma che si vive

- Una cosa che mi è molto piaciuta in Somerville è che, nonostante racconti una storia a più ampio respiro rispetto a Inside, mantiene comunque una narrazione implicita. Il gioco non spiega con chiarezza cosa sta accadendo a schermo, ma starà il giocatore dover dare un senso a quello che vede. Mentre per la maggior parte degli eventi la cosa è piuttosto chiara, nelle fasi finali il gioco preme sull'acceleratore travolgendo il giocatore con situazioni che richiederanno una certa apertura mentale per essere pienamente comprese. Ma attenzione perché una volta arrivati al finale, che posa le sue basi su un concetto insito nella narrazione astratta e suggestiva, potreste ritrovarvi a non aver compreso minimamente quello che è successo. Questo tipo di narrazione spinge al dibattito, al confronto con altri giocatori e forse per alcuni di voi anche alla delusione. Siate quindi consapevoli che la vostra ricerca di risposte potrebbe scontrarsi con un’esperienza più effimera di quanto potevate immaginare. Le risposte ci sono, ma le domande che vi ponete sono quelle giuste?

Odio

Ne voglio ancora

- Il gioco ha un grande problema a mio avviso, che nasce da un cattivo bilanciamento del secondo atto dell’avventura. Somerville mette molte belle idee in campo, sia sul lato degli enigmi che vengono dati in pasto alle nostre menti che ai poteri da utilizzare, ma quando entriamo a pieno regime nell’utilizzo di questi strumenti, il gioco cambia sbrigativamente, passando ad altro e non permettendoci più di utilizzare appieno quanto appreso. Sarebbe stata decisamente più funzionale una fase finale che riproponesse tutto ciò che abbiamo imparato a utilizzare nei livelli precedenti, mescolando le carte. In parte questo avviene, certo, ma in maniera piuttosto pigra e poco stimolante.

Fase finale poco incisiva

- Un altro problema di Somerville è il suo cambiare totalmente approccio nelle fasi finali. Mentre durante l’avventura il nostro viaggio è stimolato dagli enigmi e sfide che incontriamo durante il nostro angoscioso pellegrinaggio, nelle fasi finali tutto questo si fa meno presente. Ci sono ancora sfide da risolvere, ma siamo ben lontani dalle intuizioni delle fasi precedenti. Anzi, per lo più delle volte si avanza premendo un solo tasto nei momenti giusti, fino ad arrivare al finale. Un’occasione sprecata per mantenere alto il ritmo dell’esperienza.

La terza dimensione: due passi avanti e uno indietro

- L’aggiunta della terza dimensione al gioco, lasciandosi alle spalle quindi i limiti imposti da una esplorazione bidimensionale come avveniva in Limbo e Inside, porta con sé una serie di novità interessanti sul fronte del gameplay, su questo non si discute. Purtroppo però questa novità si porta dietro anche diversi problemi e ingenuità. Innanzitutto i movimenti del protagonista si rivelano macchinosi, sorprendentemente goffi e per nulla reattivi. Il tutto infarcito da animazioni poco fluide e glitch di compenetrazione dei modelli 3D. Muoversi per gli scenari a volte può essere poco piacevole, con il protagonista che si incastra su oggetti che dovrebbe facilmente evitare. Anche il cane, quando presente, capita che si blocchi in alcuni punti del livello, per poi riapparire magicamente nei momenti scriptati quando la sua presenza è richiesta. La telecamera poi è completamente in mano alla regia del gioco, che svolge il suo lavoro egregiamente tranne in alcuni frangenti dove si dimostra poco chiara, non permettendoci di vedere chiaramente lo scenario. Inoltre in un paio di occasioni la regia presenta dei tagli di inquadratura errati, che durano meno di un secondo o con movimenti di camera completamente sbagliati, creando un certo fastidio per ciò che avviene a schermo.

Oh no, credo di aver rotto qualcosa!

- Ci sono due punti in cui il gioco si rompe. Con questo intendo che per proseguire dovrete per forza di cose ricaricare l'ultimo checkpoint. Questo avviene per esempio quando si interagisce con degli oggetti prima che lo facciano gli NPC a schermo. In quel caso, anche mollando la presa sull’oggetto in questione, questi NPC rimangono comunque imbambolati e immobili, senza più alcuna reazione. E quando si comprende di essere bloccati in un punto perché non si è attivato un trigger del gioco, il senso di fastidio inevitabilmente sale. Questo avviene in un paio di occasioni, ed è davvero strano che il problema non sia emerso in fase di testing.

Tiriamo le somme

L’opera di Jumpship ci promette di vivere un viaggio intimo e drammatico attraverso un mondo ormai prossimo alla disfatta, spinti dal desiderio di conoscere la verità su chi siano questi esseri extramondo e cosa vogliano dal nostro pianeta. Somerville fa tutto questo, arricchito dalla presenza di enigmi che plasmano un’offerta ludica più che sufficiente, ma purtroppo alcune scelte di design e una confezione non perfettamente rifinita non permettono al gioco di brillare e toccare vette di eccellenza. Ma posso dirvi questo: Somerville è un viaggio affascinante e inquietante che difficilmente dimenticherete, e forse a volte questo è ciò che basta per entrare di diritto nelle esperienze che ogni videogiocatore dovrebbe vivere. Quindi non temete l’ignoto e siate pronti a rimanere meravigliati di fronte alla rovina del mondo.
7.9

c Commenti (13)


L'autore

autore

Nato 500 anni dopo la sua epoca ideale, è un appassionato di videogiochi e cinema fin da quando era bambino. Megalomane, egocentrico e inspiegabilmente affascinante, crede di sapere tutto sul mondo videoludico e cinematografico, non accettando obiezioni. Nessuno è pari alla sua magnificenza.

c

Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
x Invio commenti disattivato per gli articoli più vecchi di tre mesi.
caricamento Caricamento commenti...