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Back 4 Blood
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Recensione - Back 4 BloodXbox Series X | S Xbox OneGame

Dopo la parentesi più "mostruosa" di Evolve, con Back 4 Blood i ragazzi di Turtle Rock Studios tornano al loro primo amore: gli zombi. Scopriamo insieme le caratteristiche e qualità di questo seguito spirituale di Left 4 Dead!
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Il Gioco

Una dozzina d'anni fa gli statunitensi Turtle Rock Studio, sotto l'egida di Valve, riscossero un enorme successo col loro sparatutto in cooperativa zombesco Left 4 Dead e con il successivo seguito. Nonostante ciò la saga si interruppe lì e pochi anni dopo lo studio californiano diventò indipendente cimentandosi in un'altra avventura co-op stavolta a base di alieni, Evolve. Con Back 4 Blood Turtle Rock torna ora finalmente alle origini, dando vita ad un set di personaggi funzionalmente simili a quelli dei due L4D e facendoli scontrare con zombi di categorie simili seppur con caratteristiche leggermente differenti e così via. E con un ammodernamento generale della formula originale, introducendo una serie di novità mirate a rendere l'esperienza maggiormente adatta al pubblico odierno, incluso il supporto cross-play tra piattaforme diverse.

MX Video - Back 4 Blood

Al primo avvio il gioco ci suggerisce di giocare il tutorial, che altro non è che il gioco completo... ma in single player con dei bot abbastanza competenti al nostro fianco, invece di giocatori in carne ed ossa. Questo ci permette quindi di giocare l'intero titolo ed arrivare in fondo alla storia in solitaria, ma di fatto non si tratta della modalità principale e, giocando in questo modo, non è possibile sbloccare personaggi, obiettivi e via dicendo: Back 4 Blood è un gioco dichiaratamente ed orgogliosamente co-op. Vediamo quindi quali sono le meccaniche di base del gioco: rispetto alla maggior parte degli sparatutto ad orde, qui non abbiamo una base da difendere o dobbiamo fare spedizioni alla ricerca di provviste. Le missioni sono tutte più o meno lineari e prevedono l'attraversamento di aree infestate mentre cerchiamo di aprire qualche passaggio, salvare superstiti intrappolati e raggiungere altri obiettivi di questo tipo.

L'uccisione degli zombi non è comunque essenziale, questi infatti non finiscono mai con nuove orde che si generano continuamente, e se facciamo troppo chiasso con allarmi di macchine, spaventando gli uccelli e così via, i non-morti non ci daranno più tregua. E' quindi importante capire quali lotte sia meglio fare e quali vadano evitate, anche perché munizioni, bende curative e altri consumabili sono presenti in quantità limitata. Esplorare vicoli e casette opzionali ci permette di raccogliere del buon loot, ma lo spreco di munizioni e di tempo non sempre giustifica il rischio. Le risorse che possiamo trovare sono numerose: armi di tutti i tipi, dai mitra fino alle mazze da baseball passando per pistole e fucili da cecchino, munizioni e cure per la salute ma anche le importantissime carte che si possono comprare ed attivare per cambiare le condizioni del gioco.

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Questo sistema di carte è una delle peculiarità uniche di Back 4 Blood: possiamo collezionare carte tra le partite e attivarle man mano nelle singole sfide, aggiungendo boost semplici come salute maggiorata, velocità di ricarica o efficacia delle bende curative fino a veri e propri poteri aggiuntivi, come la possibilità di trasformare i colpi in corpo a corpo in più letali coltellate. Il gioco ci obbliga però ad attivare anche una carta "malus" oltre a quelle positive, facendoci scegliere il nostro "veleno" per ogni sfida. Tra questi effetti negativi troviamo più trappole, orde più impegnative e boss aggiuntivi. Un elemento tattico piuttosto intrigante che rende le partite più variegate.

E le partite non sono diverse solo per via del sistema di carte: fa il suo ritorno anche il Regista di Left 4 Dead, che in base al nostro stile di gioco decide di inviare orde e materializzare trappole sul nostro cammino. A parte quindi alcuni momenti scriptati e trappole specifiche, la posizione e l'entità delle altre minacce può variare drasticamente tra una sfida e l'altra, aumentando notevolmente la rigiocabilità dei livelli. Troviamo inoltre ben 8 classi differenti tra cui scegliere: non presentano gameplay profondamente diversi tra loro, ma ognuna ha i suoi punti forti e deboli, oltre a determinate armi di partenza che le caratterizzano al meglio.

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E parlando di carattere, non si può non menzionare la trama del titolo che risulta essere piuttosto basilare: i vari sopravvissuti sono chiamati a fare piccole missioni in giro per la città invasa dagli zombi, incontrando altri umani con cui hanno poche interazioni al di fuori di brevi filmati tra una sequenza di livelli e l'altra. I protagonisti comunque godono tutti di personalità marcate, che però andiamo conoscere soprattutto per via dei commenti che si fanno a vicenda per aiutarsi o punzecchiarsi durante il combattimento. Nelle prime ore li sentirete spesso insultarsi per il fuoco amico, a meno che non giochiate al livello di difficoltà più basso dove questa caratteristica è disattivata.

Dal punto di vista di gameplay, invece, Back 4 Blood ha poco da invidiare dalla maggior parte degli sparatutto in soggettiva recenti, proponendoci un mix tra la formula di Left 4 Dead ed un modello alla Call of Duty. Modalità mirino, scatto, corpo a corpo veloce e scattante, sistema a due armi, abilità ed equipaggiamenti azionabili tramite D-pad e così via. Di default la sensibilità è molto bassa e il puntamento può risultare un po' scomodo, ma basta cambiare qualche impostazione per sentirsi subito a casa, elargendo headshot con naturalezza e piacere. Per un gioco del genere è fondamentale un gameplay curato e preciso, e fortunatamente il titolo di Turtle Rock Studios non delude da questo punto di vista.

Il gioco di squadra rimane comunque alla base dei 33 livelli che compongono la campagna di Back 4 Blood. Si possono infatti condividere munizioni e risorse, curarsi e rianimarsi a vicenda, ma anche azionare carte che hanno effetto su tutto il gruppo anziché sul singolo giocatore. La difficoltà stessa dei livelli è tarata su un gruppo di fuoco di quattro giocatori, infatti già alle difficoltà basse trovarsi da soli e circondati da zombi equivale quasi certamente alla morte. Pertanto avere compagni capaci e coordinati è indispensabile per finire i livelli. Fortunatamente è possibile anche affidarsi ai bot qualora non si riesca a completare il team, aggiungendo un'indispensabile potenza di fuoco. Troviamo anche oggetti mirati a salvarci la pelle se rimaniamo da soli, come un taser che permette di uscire da una trappola o un kit per traumi che permette di rianimarsi, ma questi sono oggetti rari da usare con parsimonia. La squadra vince sempre.

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Non è comunque tutto co-op: troviamo anche una sorta di modalità PvP chiamata Sciame, dove una squadra di quattro cacciatori di zombi se la vede contro quattro zombi di varie classi. Gli zombi possono rinascere all'infinito in un'arena che diventa sempre più piccola per i cacciatori e sono affiancati da orde di zombi IA, quindi per gli umani la morte è inevitabile e devono solo cercare di resistere più a lungo. Alla fine del round, però, le squadre si scambiano i ruoli ed alla fine si tirano le somme di chi ha giocato meglio in entrambi i ruoli. Per ora sembra che in questa modalità stiano dominando alcune tattiche un po' scorrette, come ad esempio gli zombi dotati di attacchi alla distanza che si appostano in punti irraggiungibili per i cacciatori, ma vedremo come si evolve la conoscenza e la strategia dei giocatori, nonché le patch per il bilanciamento.

Dal punto di vista tecnico il gioco offre una buona componente grafica senza strafare con modelli poligonali e animazioni iperrealistiche. E' però un compromesso sensato: con tantissimi zombi a schermo e una forte presenza multiplayer, la performance impeccabile dei 60 frame al secondo è imperativa, e viene mantenuta agevolmente soprattutto sulle console di nuova generazione anche alzando il FOV fino a 110, il massimo disponibile.

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Con una corposa campagna molto rigiocabile, varie classi giocabili e diverse difficoltà i contenuti non mancano di sicuro, ma oltre a questo il piano post-lancio prevede tantissime aggiunte per i possessori dei DLC, quindi anche in futuro la varietà non dovrebbe mancare. Il titolo è infine tradotto completamente in italiano anche nel parlato, così da consentire a tutti di godere dei dialoghi nelle sequenze filmate e durante l'azione.

Amore

L'eredità di Left 4 Blood, modernizzata

- E' chiaro come Back 4 Blood sia un erede spirituale del primo titolo di Turtle Rock, quando lo studio era ancora in seno a Valve; questo significa vedere il ritorno di tutti i pregi di quella storica saga. Stessa eccellente esperienza co-op, simili pericoli e trappole, strategie analoghe e un analogo sound di angoscianti urli in sottofondo che ci fanno capire il pericolo imminente. Lo studio californiano ha però lavorato molto anche sull'ammodernamento di questa formula, creando uno shooter che ha poco da invidiare alla maggior parte degli sparatutto tripla-A moderni: una mira precisa e scattante in modalità mirino, movimenti fluidi e rapidi, inventario rapido,m comodo e intuitivo, possibilità di indicare gli oggetti coi classici "ping" di Apex Legends e così via. Far saltare migliaia di teste di zombi è un piacere, il tutto con l'ottimo feeling dei L4D originali.

Card game

- Prima del lancio la community era molto perplessa sul sistema di carte adottato dal gioco, temendo che questo potesse sbilanciare il gioco o favorire il grind sfrenato. Fortunamtamente questo non è avvenuto ed ha anzi giovato al titolo, conferendogli grande varietà grazie alla grande quantità di effetti e modificatori che i giocatori possono applicare alle partite. Lo sblocco di alcune nuove carte può richiedere molto tempo, ma quelle disponibili fin da subito sono più che sufficienti per completare la maggior parte delle sfide del gioco. Un sistema che aggiunge tantissima varietà e profondità al titolo, oltre ad introdurre una componente di tattiva soprattutto ai livelli di difficoltà più alti.

Contenuti a volontà

- Warner Bros. ha già annunciato il corposo piano di update e DLC per il gioco, con nuove missioni, personaggi e via dicendo che saranno rilasciati nei mesi futuri. Questo però non significa che il gioco base pecchi di contenuti, anzi: ben 33 livelli di campagna affrontabili con 8 personaggi in 3 difficoltà, con il sistema di carte e il Regista che stravolgono anche lo svolgersi della partita. Poi la spassosa modalità PvP Sciame, tanti sblocchi di carte e oggetti cosmetici e si può persino giocare offline coi bot. A livello contenutistico, dunque, il titolo di Turtle Rock Studios passa a pieni voti, proponendoci fin dal day one dozzine di ore di gioco divertenti e variegati.

Odio

Niente progresso in singolo

- Il gioco ci invita da subito a provare il tutorial del gioco prima di tuffarci nell'online, di fatto un'intera run nella campagna fino ai titoli di coda, affiancati dai bot se vogliamo. Si tratta quindi a tutti gli effetti di una modalità single player che però, purtroppo, non ci permette di registrare alcun progresso. Giocando in questa modalità non possiamo guadagnare crediti per sbloccare carte, non sblocchiamo obiettivi e persino i 4 personaggi secondari che si sbloccano al termine del quarto livello rimangono inaccessibili finché non svolgeremo lo stesso livello online. Che Back 4 Blood sia un titolo marcatamente online è ben noto, ma è un peccato che gli amanti dell'esperienza in singolo non possano avere gli stessi progressi e ricompense di chi gioca online. Gli sviluppatori hanno comunque già indicato che è qualcosa che stanno pensando di modificare in futuro.

Bilanciamento altalenante

- La campagna del gioco è ricca di situazioni di gioco molto variegate e capaci di mettere alla prova tutte le abilità dei nostri personaggi. Alzando la difficoltà verso l'alto, però, ci sono alcuni picchi di difficoltà improvvisi che creano più di un disagio, specialmente se siamo sfortunati con Regista e carte. Le orde infinite del quarto e del settimo livello, ad esempio, possono diventare opprimenti, soprattutto nei corridoi più stretti dove non c'è nemmeno lo spazio di manovra per uscire dalle grinfie dei mostri, ed in una situazione simile il fuoco amico è un bel problema. E se falliamo questi livelli esaurendo anche i Continua, si riparte da 2-3 livelli prima, cioè dall'inizio della sequenza in corso. Ci sta che la lotta finale di una sezione sia particolarmente ostica, ma purtroppo questo incremento di difficoltà viene ottenuto solo con uno spam scriteriato di nemici.

Qualche problema tecnico

- Più fastidiosi sono invece i singhiozzi di stampo tecnico che accompagnano le nostre sessioni di gioco. Mentre si gira per i menu, nell'hub di gioco e nell'intermezzo tra un livello e l'altro, Back 4 Blood ha una fastidiosa tendenza a crashare. Fortuna vuole che non mi è mai capitato nel mezzo di una partita, ma è anche perché ho avuto l'accortezza di non aprire molto i menu durante il gioco. Oltre a questo ho riscontrato qualche problema nel matchmaking, fallito in più di un'occasione nonostante i server pullulassero di giocatori, e qualche disconnessione, qualcuna persino durante la Live su Twitch che stavo svolgendo sul nostro canale. E' un gioco con una forte presenza online, quindi è normale avere qualche problema tecnico con l'afflusso di giocatori al lancio, ma speriamo che venga tutto risolto velocemente.

Tiriamo le somme

Turtle Rock Studios riesce a riesumare con successo la formula dei due Left 4 Dead, aggiornandola con meccaniche da sparatutto moderno, un gunplay molto divertente, una realizzazione tecnica pulita e fluida e l'introduzione del sistema di carte che insieme al "Regista" aggiunge una notevole varietà all'esperienza. Non è sicuramente un titolo innovativo e qualche problema tecnico e di bilanciamento gli impediscono per il momento di essere consigliabile senza alcuna riserva, ma sa essere dannatamente divertente e assuefante.Ed essendo disponibile sul Game Pass, non avete scuse: provatelo!
8.2

c Commenti (4)

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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