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Zombie Army 4: Dead War
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Recensione - Zombie Army 4: Dead WarXbox OneGame

Non è bastato fermare Hitler per frenare l'invasione di zombi vista in Zombie Army Trilogy: l'Europa, ancora sconvolta dalla Seconda Guerra Mondiale, rimane infestata di non-morti, e tocca a noi farne piazza pulita in Zombie Army 4: Dead War. Eccovi la nostra recensione.

Il Gioco

Gli eroi della trilogia originale Zombie Army, dell'ormai lontano 2015, hanno mandato un Hitler zombi dove merita di stare: all'inferno. Purtroppo però l'invasione di zombi nell'Europa del 1946 non si è placata affatto, e in Zombie Army 4: Dead War seguiamo un nuovo gruppo di combattenti che dovrà affrontare un vecchio continente pieno zeppo di non morti, cercando di capire chi sta dietro alla nuova invasione ora che il Führer è fuori dai giochi. Come nell'ultimo Sniper Elite (di cui i vari Zombie Army sono uno spin-off), l'avventura inizia in un posto a noi più che familiare: l'Italia, nella fattispecie prima a Milano e poi a Venezia. La premessa è semplice, la narrazione poca, ed i personaggi hanno un background pressoché inesistente. E va bene così: siamo venuti per spappolare cervelli zombi, mica per affrontare le tematiche sociali della guerra.

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Il gioco ci permette di scegliere uno dei personaggi a presenti (che diventano piuttosto numerosi qualora si sia acquistato il Season Pass) e controllarlo con visuale in terza persona; questi, oltre ad avere armamenti di base differenti, presentano anche poteri o abilità che possono essere utili in battaglia, come la possibilità di rallentare il tempo per mirare meglio o una maggiore efficacia nelle uccisioni corpo a corpo. Il focus rimane comunque sull'uso delle armi, infatti ogni personaggio può utilizzare qualunque armamento che troverà sul campo di battaglia. Come accadde anche in Zombie Army Trilogy, il gioco è completabile da soli o fino a 4 giocatori online, mentre manca la cooperativa locale in split screen.

MX Video - Zombie Army 4: Dead War

Stavolta però la varietà degli strumenti di morte è più alta che mai. In primis, i fucili da cecchino rimangono lo strumento con maggior stile grazie agli ormai immancabili slow motion che seguono il proiettile che impatta crani e arti in caso di kill particolarmente riuscite. Ma questa volta la quantità e la varietà dei nemici costringe i giocatori ad usare maggiormente le armi a raggio più ridotto come le pistole, i fucili a pompa e i mitra, tutti per altro aggiornabili nel corso del gioco con potenziamenti di ogni genere che ne aumentano danno, cadenza e così via, fino ad aggiornamenti folli come proiettili esplosivi o una baionetta di fuoco. Le mappe nascondono inoltre potenziamenti temporanei che possono aggiungere danni elettrici o un effetto sacro che danneggia i non-morti e cura i vivi.

A proposito delle aree di gioco, ci troviamo davanti a percorsi abbastanza lineari con molte aree ampie che offrono ampio spazio di movimento alle orde di zombi che ci attaccano in gran quantità. E non ci sono solo non-morti "alla Romero" dal passo lento: ben presto infatti arrivano mostri decisamente più variegati tra non-morti kamikaze, cecchini con poteri paranormali e molto altro ancora. Troviamo inoltre numerosi segreti sparsi in giro, alcuni degni di film horror decisamente lontani dal genere zombi; evito di entrare nei dettagli, sono scene che meritano di essere vissute.

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Contro nemici sempre più tosti servono armamenti più efficaci, e oltre alle armi da fuoco classiche questa volta fanno capolino anche mine antiuomo posizionabili liberamente e trappole ambientali. La gestione dei proiettili è importante, ma giocando in maniera aggressiva difficilmente si rimane senza: molti degli zombi infatti dopo essere stati (ri)uccisi lasciano armi ed equipaggiamenti da raccogliere, premiando così i giocatori che invece di nascondersi in un angolo li affrontano a viso aperto. Per essere uno spin-off di Sniper Elite, quindi, il fucile da cecchino passa abbastanza in secondo piano, con i giocatori chiamati a uno stile di gioco piuttosto dinamico, soprattutto alle difficoltà più alte.

Come le opzioni offensive e i nemici, anche le situazioni di gioco subiscono un netto aggiornamento in varietà e profondità. Ci si ritrova dopo pochi livelli a deragliare treni, ad usare torrette mobili, a respingere orde di zombi su una nave in movimento, ad affrontare uno squalo zombi, a vedersela con carri armati posseduti e molto altro. Davvero apprezzabile come gli sviluppatori abbiano deciso ancor più di prima di rendere questo titolo una celebrazione dello stile B-movie, con scene horror decisamente improbabili, violenza esagerata e situazioni talmente assurde da risultare comiche. Un po' lo stesso concetto di film come Sharknado, con la differenza che dietro a questo nuovo Zombie Army c'è una struttura solida, perfezionata tra i vari giochi dello studio. La realizzazione da gioco doppia-A rimane comunque, non aspettatevi infatti comandi dal feeling raffinato o mondi follemente dettagliati: qui si punta tutto sul gameplay e sulla follia delle situazioni di gioco, e difficilmente chi sa cosa aspettarsi ne rimarrà deluso.

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La campagna ha una buona rigiocabilità visti i vari livelli di difficoltà, le opzioni date dalla cooperativa e dalle classi variegate, ma anche per via di numerosi segreti da scoprire con tanto di album di obiettivi da completare. A difficoltà media il tutto è completabile in una decina di ore, ma la durata varia molto in base allo stile e alle opzioni di gioco. Per chi non ne avesse ancora abbastanza di spappolare cervelli zombi, ci sono anche una manciata di mappe Orda con una struttura di livelli ad espansione non troppo diversi dalla modalità Zombi di Call of Duty, senza però gli easter egg folli, gli obiettivi astratti e soprattutto con un finale più chiaro e veloce da raggiungere previa fuga al termine di una dozzina di ondate di difficoltà crescente. Il gioco già da ora ha armi e personaggi aggiuntivi a pagamento, ne arriveranno altri assieme soprattutto a nuove mappe nel corso del prossimo anno (e probabilmente oltre), quindi la longevità pare essere garantita per un po'. Il titolo è localizzato in italiano per quel che riguarda i testi, con le voci che rimangono in inglese nonostante buona parte del gioco sia ambientato nelle terre nostrane. Fa piacere anche la presenza del supporto HDR: non è un'implementazione particolarmente spettacolare, ma fa sempre piacere avere questa feature per chi è provvisto di un televisore in grado di esaltarla.

Amore

Non plus ultra dei non-morti

- Pensavate che gli zombi fossero solo lenti camminatori come in The Walking Dead? I ragazzi di Rebellion hanno un'altra idea, decretando che i non-morti non debbano per forza seguire alcuna regola o buon senso. Dunque questo nuovo episodio della folle saga presenta nemici decisamente folli: zombi kamikaze, squali zombi, zombi armati di cannoni portatili o lanciafiamme, zombi necromanti, carri armati zombi e così via. E' la fiera dei non-morti!

Zombie Army 4.0

- La formula della saga è stata migliorata parecchio con questo capitolo. Un sistema di movimento più soddisfacente e adatto al caos delle battaglie, tantissimi nuovi armamenti come le mine anti-uomo (anzi, anti-zombi) e i danni elementali. La saga non avrà ancora il feeling curato in ogni minimo dettaglio di certi giochi tripla-A, ma poco importa: Zombie Army 4: Dead War è dannatamente spassoso, ed è meccanicamente il gioco più riuscito e completo dell'intera saga.

Carica, mira, spara

- E non sarebbe Zombie Army senza le ormai iconiche uccisioni col cecchino, ancora oggi spettacolari ed epiche. In caso di uccisioni multiple con il proiettile che attraversa più nemici o di colpi alla testa particolarmente riusciti, questo viene infatti seguito dalla telecamera con tanto di sound in crescendo che fa salire l'attesa per l'impatto, che finisce solitamente in un'esplosione di budella, con la classica visuale a raggi X delle ossa spaccate. E' dal 2005 che questa meccanica accompagna ogni gioco della serie principale e di questo spin-off zombesco, e con effetti sempre più brutali è qualcosa che non invecchia mai.

Odio

L'utilità relativa del cecchino

- Ma questa divertente meccanica passa spesso in secondo piano, perché queste scene epiche avvengono solo in caso di uccisioni fatte con il fucile da cecchino il cui utilizzo è sicuramente limitato. Già dopo un paio di livelli si viene infatti presi d'assalto da zombi mutati velocissimi contro i quali è meglio usare gli esplosivi, i mitra e i fucili a pompa piuttosto che qualcosa che richiede ampia precisione e che ha una cadenza di fuoco limitata. Insomma, sarebbe stato bello avere questi splendidi slow motion anche per altre armi che viene più facile usare, visto che tante situazioni di gioco non favoriscono granché l'utilizzo delle armi a distanza come succede invece in Sniper Elite.

Poche pretese

- Quest'aspetto può pure essere positivo per alcuni, ma è importante far notare che Zombie Army 4: Dead War non presenta una trama memorabile, un gameplay particolarmente variegato o situazioni di gioco in costante evoluzione. I giocatori si potenziano gli armamenti per combattere orde di zombi sempre più letali, sia in livelli "a progresso" della campagna che in quelli in formato arena della modalità Orda. Per chi ha passato ore e ore sugli episodi precedenti della saga o su giochi come Left 4 Dead tutto ciò non causerà problemi, ma chi si aspetta anche solo gli elementi tattici della saga di Sniper Elite rimarrà sicuramente deluso.

Espansioni costose

- Voglio fare infine un appunto su una gestione che pare poco ottimale dei DLC del gioco. Ci sono diverse armi bloccate dietro alle edizioni costose del titolo e dietro al Season Pass della Stagione 1, che conterrà soprattutto tre mappe a pagamento nel corso dell'anno. Un pass per un'intera stagione che costa la bellezza di 35 Euro, quasi quanto il gioco stesso, ed è solo per la prima fase del supporto post-lancio, cosa che fa presagire l'arrivo di altri Season Pass in futuro. Vedendo quanto si è frammentata la già non enorme popolazione online in Strange Brigade (altro titolo di Rebellion), trovo preoccupante che si sia nuovamente voluto inseguire la strada delle mappe aggiuntive a pagamento, che rischia seriamente di rendere il titolo pressoché ingiocabile in pochi mesi poiché chi non vuole continuare a spendere non avrà motivazioni per continuare a giocare, mentre chi paga gli extra avrà poche persone al suo fianco con cui affrontare le orde di non-morti al suo fianco.

Tiriamo le somme

Zombie Army 4: Dead War è indubbiamente il capitolo più folle di questa saga, che ci immerge da soli o con gli amici in un'Europa devastata dalla Seconda Guerra Mondiale per fronteggiare con ogni mezzo infinite orde di zombi. Scordate trame epiche, personaggi profondi o temi riflessivi: tra zombi kamikaze e squali non-morti, la pazzia del nuovo capitolo della saga tocca l'apice e saprà regalare dozzine di ore di divertimento a chi cerca solo un pretesto per spappolare migliaia di cervelli di non-morti. Speriamo solo che il pessimo modello di monetizzazioni dei contenuti venga rivisto nei prossimi mesi, per evitare che la popolazione online svanisca rapidamente.
7.8

c Commenti (3)

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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