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Maize

Recensione - MaizeXbox One DigitalGame

In campo videoludico ne abbiamo viste di tutti i colori: fette di pane animate, folli capre spaziali, piccioni innamorati… e da oggi ci sono anche le piante di mais senzienti! E' quello che avviene nell'avventura in prima persona Maize, oggetto di questa recensione.

Il Gioco

All'inizio di Maize è facile pensare che sia un'avventura in prima persona come tante altre uscite in questi anni, un "walking simulator" per chi preferisce chiamarle così; ci risvegliamo infatti in un campo di grano riprodotto in maniera realistica, con la possibilità di muoverci liberamente. Certo, vediamo delle piante di mais allontanarsi di corsa da noi, ma sarà sicuramente un'allucinazione, che follia è mai quella del granturco che cammina? Il resto è piuttosto standard: dobbiamo trovare la strada giusta in mezzo a questa specie di labirinto fatto di piante di mais, finché non ci imbattiamo nella casa di una fattoria, e si inizia con gli enigmi: come entrare all'interno? Come accendere la luce? Come togliere quell'oggetto incastrato nel tritatore?

Questi enigmi sono la chiave per il progresso nella trama, e si risolvono con un classico sistema che ricorda molto le vecchie avventure grafiche alla Myst, ossia trovando oggetti che possiamo poi usare in punti specifici o talvolta combinare tra loro. Da questo punto di vista non è sicuramente un gioco aperto, in quanto le soluzioni sono sempre uniche e, anche laddove logica vorrebbe la presenza di vie alternative per passare, bisogna sempre sottostare alle regole imposte dagli sviluppatori di Finish Line Games. La soluzione giusta per ogni situazione non è sempre la più logica, ma in compenso le descrizioni degli oggetti raccolti offrono al giocatore suggerimenti abbastanza inequivocabili sul come e dove usarli, evitandoci così di rimanere bloccati provando ad usare tutti gli oggetti. Ed anche individuare gli oggetti nell'ambiente non è troppo problematico, visto che quelli interattivi o raccoglibili sono contornati visibilmente in bianco.

MX Video - Maize

Ad un certo punto però scatta qualcosa. Voglio evitarvi spoiler massicci, ma vi basti sapere che presto il tutto assume una piega surreale; dopo aver abbandonato la prima area del gioco, finiamo in un laboratorio sotterraneo ed è a questo punto che si parte in una discesa nella follia, visto che facciamo la conoscenza con una serie di personaggi di mais. Vivi, senzienti e dotati di un pessimo umorismo. A quanto pare un esperimento governativo è stato frainteso dagli scienziati, i quali hanno dato vita ad un vero e proprio esercito di granturco vivente.

Confusi? Comprensibile. Ma man mano che si scende nelle profondità di questo sito di sotterraneo, iniziamo a capire come mai il posto sia abitato da bizzarri esseri. Facciamo anche la conoscenza di Vlad, un orsetto di peluche russo guerrafondaio e robot - un personaggio ancora più strambo ed esilarante dei già citati mais viventi. Per procedere nella storia dobbiamo quindi seguire le richieste di queste creature, scoprendo poco a poco i misteri del posto, in un'avventura di circa 3-4 ore com'è prassi per questo genere. A parte qualche segreto da scovare e un obiettivo, chiamato genialmente "Maize runner", che prevede il completamento sotto le 2 ore, non c'è molto altro da fare una volta finita la trama.

Graficamente il titolo si presenta su buoni livelli, con ambienti curati e dettagliati, anche se il frame-rate lascia a desiderare. L'audio è spesso minimale, ma l'ottimo doppiaggio dei personaggi rende il fatto meno problematico. I controlli sono tendenzialmente molto semplici, con gli oggetti che possono essere usati solo in determinati punti dove si inseriscono quasi automaticamente, quindi il rischio di far cadere qualcosa o di bloccarsi è pressoché inesistente. Un'assenza invece importante sta nella localizzazione italiana, nonostante il gioco sia localizzato in numerose altre lingue. Se non avete una buona padronanza dell'inglese sarà difficile che vi godiate Maize, visto che punta molto su dialoghi assurdi e personaggi surreali.

Amore

Cosa diavolo...?

- Maize è uno di quei giochi dove meno sapete della trama e meglio è per potervi godere le migliori sorprese. Mi limiterò quindi a citare alcuni elementi basilari della follia del titolo: mais senziente con umorismo volutamente imbarazzante, ascensori che per attivarli richiedono test da criceti da laboratorio, un orsacchiotto di peluche robot russo e risvolti surreali. E la folle trama del titolo è raccontata egregiamente anche grazie a un ottimo doppiaggio (solo in inglese, ahimè) e, soprattutto, un umorismo azzeccato.

Umorismo surreale

- A tal proposito, appena veniamo a contatto con i primi personaggi che definire strani sarebbe un eufemismo, la quantità di decibel nella stanza rischia di aumentare a dismisura, con grasse risate ad echeggiare tra le mura tra esilaranti scambi di battute sui post-it sparsi per il laboratorio, personaggi granturco che fanno indovinelli assurdi, e la follia dell'orsacchiotto Vlad. Dopo un inizio in salita, l'umorismo del gioco inizia rapidamente ad ingranare e, arrivati alla fine, vi dispiacerà non poterne avere ancora.

Odio

Logica? Quale logica?

- Gli enigmi di Maize sono un controsenso vivente. Da una parte la loro logica è quantomeno dubbia, con soluzioni specifiche degne dei peggiori punta e clicca di due decenni fa. C'è un chiodo da estrarre: perché usare il martello se la soluzione sta nel limaunghie? C'è un armadio traballante da ribaltare, perché spingerlo semplicemente quando si può imporre come soluzione il posizionamento di una scatola dietro per poi usare una pala rotta per fare il lavoro sporco? Con tanti oggetti indispensabili spesso abbastanza nascosti e con soluzioni uniche, è facile finire per essere frustrati. Finish Line Games ha però pensato anche a questo, quindi la descrizione di ciascun oggetto contiene quasi per esteso la soluzione del relativo enigma. Invece di puntare ad enigmi intelligenti si è insomma puntato a farne di alcuni a malapena sensati, resi però più facili da suggerimenti continui. Scelta quantomeno discutibile.

Pessima realizzazione tecnica

- Maize è un gioco discretamente curato e dettagliato a livello visivo, offrendo un colpo d'occhio in genere abbastanza buono grazie anche a buoni effetti particellari. E' quindi un vero peccato che i menu, l'inventario e "il contorno" generale siano piuttosto scadenti come look. Ancora più problematico è il frame-rate: non si tratta di un titolo d'azione ad alto livello di frenesia dove i 60 frame al secondo sono quasi fondamentali, ma ciò non vuol dire che ogni volta che giriamo lo sguardo i fotogrammi al secondo debbano scendere a 10-15, rendendo l'esperienza d'esplorazione piena di scatti fastidiosi.

Gli inevitabili limiti del genere

- Se questi giochi d'avventura in prima persona sono spesso maliziosamente nominati "walking simulators" (simulatori di camminata), un motivo c'è, e Maize azzecca tutti i punti deboli di questo genere che, anche se spesso molto coinvolgente, può anche essere piuttosto noioso. Eccoci quindi a trovarci in lunghe camminate con tanto di backtracking alla ricerca di qualche oggetto senza che accada nulla di interessante, con una struttura di gioco totalmente lineare dove le possibilità di deviare dal percorso primario sono quasi nulle. Per non parlare della durata, che si aggira sulle 3-4 ore con pochi spunti per nuovi playthrough. Se avete delle riserve su questo genere di videogiochi, Maize non sarà certo quello che vi farà cambiare idea.

Tiriamo le somme

Maize ha una delle premesse videoludiche più folli di questa generazione di console, con un umorismo bizzarro ma davvero efficace che riesce a risultare memorabile quando tira fuori idee, personaggi e situazioni folli. Peccato quindi che il tutto sia realizzato in maniera molto approssimativa. La grafica c'è, ma è fin troppo instabile nel frame-rate; gli enigmi sono spesso e volentieri pessimi; le camminate sono eterne e il backtracking può essere parecchio noioso, e dopo le 3-4 ore di gioco è difficile trovare motivi per tornare nell'avventura. Un vero peccato, perché quando funziona a dovere il titolo di Finish Line Games sa offrire sane risate e situazioni uniche.
6.3

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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