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Total Overdose
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Recensione - Total OverdoseXboxGame

SCi Games tenta il colpo grosso: la creazione di un gioco appartenente ad uno dei generi attualmente più popolari ma anche più difficili da realizzare, quello dei titoli a giocabilità aperta, di cui il mostro sacro Grand Theft Auto è il portabandiera. Altri in passato si sono cimentati nell'impresa, mancando l'obiettivo (True Crime: Streets of L.A.) ma anche ottenendo ottimi risultati (Mercenari: Pagati per Distruggere), ma una cosa è certa, l'impresa non è facile. La ricetta scelta dagli sviluppatori sembra vincente: tanto piombo, peperoncino messicano e soprattutto un protagonista estremamente accattivante, secondo noi molto più di un certo Cj. Analizziamo insieme l'esito dell'operazione.



La storia del gioco pone le sue radici nella morte di Ernesto Cruz, uno dei migliori agenti della DEA, l'antidroga americana, che un giorno viene improvvisamente trovato morto. Causa del decesso: overdose. Ernesto lascia due figli gemelli: Ramiro, che va allo sbando diventando un delinquentello da quattro soldi e finendo in prigione, e Tommy, che segue le orme del padre, entra nella DEA ed inizia a dare la caccia alle persone che hanno incastrato ed ucciso il genitore. Tommy sembra vicino all'obiettivo, riesce a stringere i contatti giusti per infiltrarsi in una potente organizzazione messicana, ma all'improvviso un incidente lo paralizza su una sedia a rotelle con l'impossibilità di proseguire la missione. I suoi contatti ormai conoscono il suo volto, e non può affidare il caso ad un collega. Non gli resta che una speranza: far uscire di prigione il gemello Ramiro ed utilizzarlo come proprio sostituto nella missione. Unico problema, Ramiro è una scheggia impazzita: ha ereditato la grande abilità di famiglia con le armi da fuoco, ma per il resto è violento, volgare, frivolo e donnaiolo. L'esatto opposto del bravo Tommy. E' proprio questo carattere da "canaglia" a renderlo estremamente simpatico, dovremo solo riuscire a fargli completare la missione senza che combini troppi guai.

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Los Toros, un angolo di Messico da esplorare
Ci troveremo quindi nella città messicana di Los Toros cercando di infiltrarci nella potete organizzazione criminale locale per avere le prove dei loro traffici - e magari scoprire cosa è accaduto veramente al padre di Tommy e Ramiro - divertendoci nel contempo il più possibile con quello che offre il posto: rubare automobili, ingaggiare furiose sparatore e rubare il cuore di conturbanti figlie di boss criminali. Non è proprio il comportamento da agente della DEA, ma Ramiro si diverte così.

Le meccaniche principali di gioco sono quelle ben collaudate da altri titoli del genere: tutta la città, divisa strategicamente in una decina di aree diverse, ognuna con le proprie peculiarità ed accessibile tramite un breve caricamento, è completamente esplorabile a piedi o in automobile ed è possibile parlare con dei personaggi chiave posizionati un pò ovunque per attivare le missioni della storia principale oppure missioni secondarie il cui unico scopo è farci divertire e guadagnare punti. Per la città sono disseminati poi dei bonus in punti, energia, armi o oggetti speciali raggiungibili arrampicandoci su casse e palazzi oppure effettuando dei salti in automobile, che spingeranno i maniaci del prendi-tutto-quel-che-c'è ad esplorare a fondo la città, arrivando in luoghi apparentemente irraggiungibili. Una volta attivata una missione della storia principale, un filmato nel quale vediamo il protagonista parlare con i vari personaggi coinvolti ci introduce allo scopo della missione, dopo di che avremo degli obiettivi precisi da portare a termine, che spaziano dalla ricerca ed uccisione di nemici all'annientamento di basi di raffinamento di droga di clan nemici a furti d'auto e che possono variare dalla breve durata fino a vere e proprie campagne punitive, con la possibilità comunque di salvare il gioco anche a metà missione in appositi punti di controllo qualora volessimo interrompere il gioco per proseguire successivamente.

La città offre vari luoghi di svago, come poligoni per esercitarsi con le armi o luoghi pieni di rampe da saltare con l'automobile, ma la varietà non è altissima e non si passa molto tempo a "bighellonare", come accade invece in Grand Theft Auto che da questo punto di vista è anche troppo dispersivo. Una caratteristica del gioco Rockstar che ci sarebbe invece piaciuto poter ritrovare qui sono i garage: purtroppo una volta rubata una automobile che ci piace particolarmente (anzi presa in prestito, visto che il proprietario rimarrà in auto con noi), non potremo conservarla in un garage per riutilizzarla quando vogliamo. In compenso, però, abbiamo la possibilità di lanciare le vetture a schiantarsi contro un qualsiasi bersaglio, saltando fuori dall'auto poco prima dell'impatto e conseguente esplosione: si tratta di una possibilità decisamente divertente e funzionale a molte delle missioni presenti.


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Massacro con chili
Il vero cuore del gioco è comunque l'ottimo sistema di combattimento con armi da fuoco: gli sviluppatori hanno saputo apprendere la lezione di un grande esponente degli sparatutto in terza persona, Max Payne, inserendone molti concetti nel gioco ma rendendo il tutto molto più delirante. Ogni sparatoria nel gioco si trasforma in una festosa coreografia di piombo, con Ramiro intento a saltare ovunque schivando proiettili e lasciando nemici morti in quantità da genocidio. Abbiamo a disposizione un vero arsenale, che va da pistole a fucili automatici fino a comprendere lanciagranate, lanciarazzi e vari esplosivi da lancio come molotov e granate. Il sistema di mira è molto pratico: basta girare la telecamera verso un nemico perchè questo sia inquadrato da un mirino, e questo permette di passare velocemente da un nemico all'altro nelle situazioni più affollate. Ramiro dispone, oltre che dell'energia vitale, di una barra di adrenalina che ci permetterà di effettuare una serie di evoluzioni rallentando il tempo (esattamente come il bullet-time di Max Payne) schivando i colpi nemici e nel contempo uccidendone anche molti di fila nel corso di uno stesso "salto".

A questo aggiungiamo tutta una serie di mosse speciali come la possibilità di effettuare colpi precisi alla testa e sfruttare i muri per salti spettacolari, oltre che alle "mosse loco", divertentissimi potenziamenti che ci permettono di sgominare velocemente grosse quantità di nemici con trottole di piombo, cariche da toro infuriato o custodie di chitarra mitragliatrici, ed il mix per un divertentissimo sparatutto è completo. In caso di morte abbiamo inoltre la possibilità di riavvolgere il tempo sfruttando dei potenziamenti che potremo raccogliere in giro, e questo ci permette di riparare velocemente ad errori di strategia nel combattimento: non una idea innovativa, ma una scelta perfetta per la giocabilità di questo titolo. Il gioco infarcisce infine i combattimenti con esclamazioni di entusiasmo che ci indicano quando abbiamo compiuto un gran numero di uccisioni consecutive oppure effettuato combo spettacolari, rendendo il tutto ancor più divertente. Insomma, lo avrete capito: Total Overdose ha nelle sue meccaniche da sparatutto senza freni la sua qualità migliore, e farà la felicità di tutti quelli che hanno trovato frustrante ed imprecisa la stessa caratteristica di Grand Theft Auto. Per gli amanti delle sparatorie furiose, troviamo inoltre disseminati per la città dei particolari gettoni a forma di teschio, che una volta raccolti trasformeranno tutti i passanti in assassini sanguinari vestiti da scheletri che dovremo uccidere entro la scadenza di un tempo limite: spassosissimo e da provare assolutamente.


Grafica e sonoro
Sul fronte della realizzazione tecnica, il gioco non è certo di quelli che lasciano a bocca aperta: personaggi ed ambienti non presentano grosse molti poligonali con textures di qualità medio-bassa. Il personaggio principale gode di una buona varietà di animazioni, ma lo stesso non può dirsi di pedoni e nemici, tutti dalle movenze piuttosto simili. Un plauso va però al design ed all'impianto artistico generale: gli sviluppatori sono riusciti egregiamente a ricreare le atmosfere messicane da stereotipo hollywoodiano, rendendo il tutto con un design piuttosto "cartoonoso" che giova all'atmosfera di festosa violenza che è stata voluta dare al gioco. L'IA dei nemici è piuttosto semplice, si limiteranno a seguirci e spararci arrampicandosi anche su casse e palazzi, mentre quella dei pedoni funziona finché non proviamo a prenderli di mira con le nostre pistole, dopo di che inizieranno a correre all'impazzata spesso inciampando e morendo da soli: a suo modo anche questo ci ha fatto sorridere, e chissà che non fosse proprio voluto dagli sviluppatori.

Per quanto riguarda l'aspetto audio la situazione migliora decisamente: ci accompagna una bella colonna sonora mista tra ritmi ispanici ed hip-hop, con un motivetto principale (quello presente nel menu del gioco) davvero molto orecchiabile e che "rimane in testa" anche dopo aver spento la console. Gli effetti sonori di veicoli e sparatorie sono nella media, mentre abbiamo già accennato alle belle esclamazioni del "commentatore" che ci informa della realizzazione di particolari imprese. Il tutto è doppiato completamente in italiano, cosa che non ci stancheremo mai di lodare e che rende più profonda l'immersione nel gioco.

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Piccante!
Il nuovo titolo di Eidos/SCi Games è una bella sorpresa: attingendo a piene mani da diversi generi videoludici come i titoli a giocabilità aperta e gli sparatutto in terza persona, Total Overdose ci regala una esperienza di gioco estremamente divertente e scanzonata, intrisa di uno spirito "caliente" molto forte. Non mancano i difetti, individuabili soprattutto nella realizzazione tecnica di livello sufficiente ed in una mancanza di vere attività di "svago" per la città che influisce anche nella longevità complessiva: con una quindicina di ore riuscirete a terminare sia la storia principale che le missioni secondarie. Si tratta comunque di pecche ampiamente compensate dall'ottimo design generale, dal valido sistema di combattimento, da una storia principale interessante e divertente e soprattutto da un protagonista estremamente accattivante.


Ringraziamo DDE per la collaborazione.
8.0

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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