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The Flame in the Flood

Recensione - The Flame in the FloodXbox One DigitalGame

Il mercato dei survival games si è saturato parecchio in questi ultimi anni, tanto da rendere difficile offrire qualcosa di innovativo e di impatto. Ci provano i The Molasses Flood, studio formato da veterani da Irratonial, Harmonix e Bungie, con il loro titolo di debutto The Flame in the Flood che ci vede esplorare in zattera i resti di una campagna una volta abitata e ormai sommersa da un fiume in piena. Scopriamo con quali risultati.

Il Gioco

The Flame in the Flood non bada troppo alle ciance: nessun tutorial ad eccezione di poche schermate che spiegano le basi del gameplay, nessun lungo filmato a spiegare il contesto in cui ci muoveremo: il gioco ci catapulta direttamente nel pericoloso mondo post-apocalittico del titolo, dove delle zone di campagna fino a poco prima abitate sono oramai deserte e invase dalle acque, e sta ai due improbabili protagonisti - una giovane ragazzina e il suo cane - cercare di sopravvivere il più a lungo possibile.

Il tutto inizia con il nostro fido amico a quattro zampe che trova uno zainetto su uno scheletro (forse non il miglior presagio per la nostra avventura), e lo riporta all'accampamento da cui i due iniziano il loro viaggio. Che si scelga la modalità Storia o quella Sopravvivenza, di trama ce n'è poca ed è solo una questione di resistere a lungo, anche se alla difficoltà più bassa della modalità Storia ci sono quanto meno dei checkpoint per ripartire, mentre in ogni altra variante c'è la morte definitiva, il permadeath che ricorda al giocatore di ponderare ogni mossa e di non giocare in modo avventato per non rischiare di perdere ore e ore di gioco.

Ma in cosa consiste realmente il gameplay di The Flame in the Flood? Con una visuale dall'alto che ricorda i giochi di ruolo d'azione alla Diablo, si controlla la protagonista mentre la portiamo in giro per lande desolate alla ricerca di provviste, aiutata dal suo fido amico che la avvisa nel caso trovi qualcosa di utile. Che siano scatole da depredare o piante da raccogliere, il tutto è finalizzato alla sopravvivenza e per fare ciò bisogna soddisfare certi criteri: fame, sete, temperatura, salute, sonno, stamina. Bisogna trovare cibo per non morire di fame, raccogliere (e purificare!) l'acqua, crearsi o trovare vestiti per resistere alle condizioni climatiche anche estreme, curarsi in caso di malattie o ferite, dormire in punti tranquilli per non crollare ma anche evitare scatti o corse eccessive per conservare energia. Perché prima ancora degli animali, il primo pericolo è il clima.


MX Video - The Flame in the Flood

Ma ci sono appunto anche altri esseri viventi, ed è soprattutto qui che entra in gioco il sistema di crafting che permette alla giovane protagonista di creare oltre 60 elementi diversi tra vestiti, utensili, medicazioni e cibi di ogni tipo, utili appunto anche per cavarsela contro gli animali. Quelli più piccoli come i conigli possono infatti essere cacciati, mentre quelli più grandi come lupi e orsi... beh, c'è solo da scappare o metterli in fuga. Che vengano fatti scappare col fuoco o distratti con delle bombe fumogene artigianali sta interamente al giocatore, basta non trovarsi sbranati da creature al di là della propria portata. Comunque il sistema di crafting è alla base di quasi tutto, poiché anche solo per procurarsi acqua pulita, cibo incontaminato o vestiti per resistere al freddo ci vogliono oggetti creati con i materiali trovati in giro.

E per "in giro" si intendono le minuscole isolette o penisole che emergono dal fiume in piena che la protagonista e il suo cane percorrono con una zattera improvvisata. E' in questa fase infatti che il giocatore può decidere da che parte andare. Accamparsi in una zona sicura ma senza risorse? Rischiare la pelle in un'area piena di animali pericolosi ma con la chance di trovare materiali rari? Sostare in un porto abbandonato per aggiornare la propria zattera? Sono scelte dettate dalla strategia, ma in alcuni casi anche dalla necessità: se si rischia di morire di fame, bisogna assolutamente fermarsi alla prima zona utile e cacciare, altrimenti è morte assicurata e game over.

Da un punto di vista artistico, The Flame in the Flood risulta semplice ma efficace grazie a personaggi ed elementi stilizzati ma colorati (non troppo lontani dal look di titoli come Massive Chalice), con tanto di meteo dinamico che rende il tutto affascinante, con condizioni di luce e di precipitazione che cambiano costantemente, andando a stravolgere il look (e non solo) delle aree visitate. Anche il sonoro ha una parte importante e non solo per l'ambientazione: esso può infatti attirare gli animali o avvisare il giocatore di pericoli imminenti prima ancora dell'avvenuto avvistamento di certi pericoli, ed è pertanto consigliato giocare con il volume piuttosto alto e/o con delle cuffie.

Vista la natura rogue-like del titolo, non c'è una vera e propria durata. Qualunque modalità o difficoltà si scelga infatti si va verso l'abbattimento dei propri record di distanza percorsa sulla zattera, cosa che indica il progresso generale; alla difficoltà più bassa, il tutto è agevolato da un sistema di checkpoint. Per il resto non ci sono extra quali multiplayer o cooperativa, il tutto si riduce alla sopravvivenza in singolo in livelli generati proceduralmente.

Chiudiamo con un accenno necessario: a causa di un bug non ancora risolto, The Flame in the Flood ha infatti una delle situazioni di localizzazione più strane possano capitare. Avviando il gioco normalmente, infatti, scoprirete che il gioco è completamente in tedesco. Abbiamo chiesto spiegazione agli sviluppatori che hanno confermato trattarsi di un bug e ci hanno consigliato di cambiare la lingua della console in inglese per poterlo giocare almeno in tale idioma. In futuro sarà rilasciata una patch che sistema questo problema, ma comunque la localizzazione italiana non è per ora prevista e quindi anche in seguito andrà comunque giocato in inglese, ma senza dover cambiare lingua alla console. Chi parla il tedesco sarà comunque contento di questo curioso errore.

Amore

Un bel mondo

- Prima di entrare nelle specifiche del gameplay, fin da subito The Flame in the Flood si dimostra essere affascinante dal punto di vista artistico. Aree piene di colori vivi, bei paesaggi (per quel che una visuale dall'alto può offrire, naturalmente), uno stile semplice ma efficace che riesce a rappresentare meglio sia i protagonisti che qualsiasi elemento di gioco, e risulta particolarmente efficace nelle sfumature del meteo dinamico, capace di creare giochi di luci e ombre davvero niente male.

Approccio realistico

- Tanti, forse troppi giochi di sopravvivenza si concentrano sull'essenziale: non morire per mano di qualche nemico, avere sempre del cibo con sé, al massimo resistere al meteo. Pochi titoli hanno un approccio completo quanto The Flame in the Flood, dove appunto si deve tener conto di fame, sete, resistenza, salute, temperatura, malattie e ferite. Tutto ciò offre un gameplay più variegato del normale e una serie di pericoli molto più ampia dei soliti survival game.

Giù per il fiume!

- Certo, la fame, il freddo, la sete e la salute fanno in modo che il giocatore abbia sempre il fiato sul collo e non si possa mai rilassare, ma se c'è una parte del gioco dove possiamo momentaneamente dimenticare tutto ciò è nelle sessioni di guida della zattera sul fiume. Passare in mezzo ad isolotti, schivare rami galleggianti e ponderare con calma dove attraccare godendosi il bellissimo paesaggio - il tutto con un ritmo più calmo rispetto alla frenetica caccia alle risorse che accompagna il resto del gioco - rende queste sezioni l'esperienza forse più memorabile ed affascinante dell'intero titolo.

Odio

Si sarebbe potuto osare di più

- Se da un punto di vista estetico The Flame in the Flood risulta assolutamente affascinante e talvolta sorprendente, lo stesso non si può dire del gameplay in sé. L'approccio realistico alla componente survival è lodevole, con un giusto bilanciamento tra i bisogni reali di una persona invece ci concentrarsi solo su cibo o stamina, ma il gioco si riduce per quasi tutto il tempo a una ricerca eterna di materiale, con ben pochi momenti sorprendenti o tesi, se non appunto perché talvolta si rischia di morire di fame, sete e così via.

La dea bendata e i tentativi

- Essendo le aree di gioco generate proceduralmente è ovvio che la fortuna facia la propria parte, ma forse fin troppo. Le partite si riducono a un susseguirsi di morti finché non si raggiunge una situazione ottimale dove l'equipaggiamento necessario viene trovato/creato senza troppi problemi, facilitando non poco il proseguimento nel tutto. A questo aggiungiamo un tutorial davvero misero e poche spiegazioni, cosa che ci porta a morte certa più volte prima di capire quali siano le regole del gioco. Qualche spiegazione in più non avrebbe guastato sicuramente.

Caos localizzazione

- Come già menzionato, la situazione della localizzazione in The Flame in the Flood è a dir poco surreale. In questa versione di lancio del gioco non avrebbe dovuto esserci alcuna localizzazione, ma per un insidioso bug avviando il gioco con la console in lingue diverse dall'inglese, questo esce fuori in tedesco. Una svista davvero fastidiosa che costringe coloro che non comprendono il tedesco a cambiare regione alla propria console in attesa di una patch che sistemi il tutto. A questo si aggiunge il fatto che, quando sarà aggiunta la localizzazione in altre lingue, l'italiano non è comunque previsto: un fattore sicuramente negativo per coloro che comprendono poco la lingua.

Tiriamo le somme

Se da un punto di vista artistico The Flame in the Flood è una delle esperienze più affascinanti degli ultimi mesi, specie per quel che riguarda i viaggi sulla zattera, il gameplay è piuttosto prevedibile e sa di già visto. Un survival game che punta ad un'esperienza a 360 gradi dove tra crafting e gestione di cibo, acqua, salute, sonno e temperatura ci si ritrova a dover gestire un mucchio di parametri ma il tutto con una giocabilità non particolarmente originale o stimolante sul lungo periodo, per via di un eccessivo grinding. Non si tratta assolutamente di un gioco spiacevole, anzi: una volta imparate le complesse meccaniche è possibile sopravvivere piuttosto a lungo andando a scoprire paesaggi sempre più affascinanti e incontrando situazioni di ogni tipo, ma si sarebbe potuto fare qualcosina in più sul piano del gameplay. E' comunque un acquisto che gli amanti dei giochi di sopravvivenza potrebbero apprezzare, purché non abbiano problemi con la lingua tedesca inglese.
7.0

Recensione realizzata grazie al supporto di The Molasses Flood e Xbox.


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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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