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Mafia II
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Le famiglie vittime della mafia chiedono il ban di Mafia II

Due giorni fa, Bloomberg, portale di finanza ed economia, ha pubblicato un'interessante articolo riguardante una questione portata al Parlamento Europeo da Sonia Alfano, europarlamentare dell'Italia dei Valori e presidente dell'associazione "Familiari vittime di mafia", che ha chiesto di bloccare la commercializzazione di Mafia II e giochi con violenza simile.

Il padre di Sonia, Beppe Alfano, è stato ucciso dalla mafia l'8 gennaio del 1993 mentre ancora la futura parlamentare studiava all'università. Da quella morte, è iniziata la sua attività antimafia denunciando depistaggi in varie indagini, infiltrazioni mafiose all'interno dei comuni siciliani ed infine occupandosi di alcune associazioni come "Ammazzateci tutti" e "Associazione Nazionale dei Familiari delle Vittime della mafia" per la lotta contro la mafia ed ogni crimine organizzato.

Ora l'Alfano ha deciso di combattere quei giochi, come Mafia II, che riaprono "ferite ancora troppo fresche" e che fanno dell'atto violento un semplice passatempo. Oltre all'europarlamentare dell'Idv, ad agosto si erano fatti sentire i membri della UNICO National, una delle associazioni italo-americane più grande negli Stati Uniti, che criticavano il prodotto di Take-Two Interactive per aver dato una visione razzista e violenta degli italiani e degli italo-americani senza aver messo sotto la stessa lente altri tipi di mafia.

Immediata è stata la risposta di Take-Two che, tramite il vice presidente alle pubbliche relazioni Alan Lewis, ha fatto sapere che "Mafia II racconta una storia avvincente sul crimine organizzato in America, un argomento che per decenni è stato trattato da film pluripremiati, telefilm e romanzi come "Il Padrino" o "I Soprano". Supporteremo completamente i lavori svolti dai nostri team, incluso quello di Mafia II".

Di differente posizione è William Lugo, professore di sociologia alla Eastern Connecticut State University di Willimantic, che ha affermato che "l'unico messaggio che viene veicolato attraverso i videogiochi è quello della violenza. I messaggi più duri e complessi, come quelli che hanno a che fare con la razza, la politica, o in questo caso la mafia, sono fuori da ogni responsabilità delle società sviluppatrici di videogiochi".

Sonia Alfano ha accolto positivamente questa posizione indicando che sarebbe un bene se "l'industria videoludica diventasse più socialmente responsabile perché questi giochi trasformano la mafia, una realtà di morte e distruzione, in un emozionante passatempo virtuale. Anche se per pochi istanti, i giocatori si identificano con criminali ed assassini brutali e questo, per noi vittime della mafia, è terribile".

Iniziative del genere sono già state portate avanti in passato senza alcun risultato ma questa battaglia non sembra finirà facilmente visto che la questione è arrivata fino al Parlamento dell'Unione Europea. Se da una parte questo genere di giochi offende le vittime della criminalità organizzata non si può nemmeno ostacolare la libertà d'espressione dei team che hanno prodotto questo tipo di giochi che, spesso e volentieri come nel caso di Mafia II, sono contrassegnati come vietati ai minori di 18 anni. Il tempo ci dirà se ci saranno evoluzioni in merito.

MX Video - Mafia II
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