Recensione - Shadow Labyrinth

Il Gioco
Se siete abituati ai colorati labirinti pieni di caramelle e frutta di Pac-Man, dimenticateli: Shadow Labyrinth ci proietta in un cupo futuro fantascientifico, lo stesso visto nel corto animato "Pac-Man: Circle" della serie "Secret Level" di Amazon Prime. In quell'episodio, che funge di fatto da prologo a questo titolo, abbiamo assistito al fallimento di un guerriero, il settimo Spadaccino, evocato da una misteriosa entità sferica di nome PACC (il nostro Pac-Man, appunto) per una missione disperata su un pianeta ostile. La nostra avventura inizia esattamente da qui, vestendo i panni del successore di quello sfortunato eroe: lo Spadaccino N.8, un nuovo guerriero che PACC ha deciso di evocare privo di bocca, per evitare le lamentele del suo predecessore. Il nostro compagno sferico è il veterano di una guerra galattica, imprigionato da decenni su questo pianeta ma ancora determinato a completare la sua missione: sconfiggere una potentissima IA che minaccia di estendere il suo dominio sull'intero sistema solare ed oltre. Il nostro cammino, però, è sin dall'inizio ostacolato da una enigmatica figura femminile, la custode della prigione da cui, all'inizio del gioco, aiutiamo PACC a fuggire, che farà di tutto per impedirci di portare a termine il nostro compito.
MX Video - Shadow Labyrinth
Sebbene a prima vista Shadow Labyrinth possa sembrare uno stravagante spin-off senza molti legami con la serie originale, Shadow Labyrinth è in realtà un'opera molto più complessa, ambiziosa ed interconnessa non solo con Pac-Man, ma anche con i tantissimi altri titoli dell'era arcade Namco. Il gioco si inserisce ufficialmente nella timeline della UGSF (United Galaxy Space Force), un vasto universo narrativo che collega decine di titoli classici di Namco, creando un arazzo di lore profondo e interconnesso che i fan di vecchia data si divertiranno a decifrare. L'avventura è infatti infarcita di riferimenti e camei, con intere sezioni e boss ispirati a pietre miliari come Dig Dug, Bosconian, Galaxian e Splatterhouse solo per citarne alcuni, trasformando l'esplorazione in una continua caccia al tesoro per i nostalgici delle sale giochi.
Dal punto di vista della struttura di gioco, Shadow Labyrinth abbraccia appieno i canoni del genere metroidvania: ci troviamo di fronte a una vasta mappa composta da biomi interconnessi, ognuno con la propria identità visiva, nemici specifici e un'intricata struttura labirintica. Dalle prigioni desolate di un vulcano in eruzione a foreste verticali lussureggianti, passando per miniere sotterranee e strutture più fantascientifiche, ogni area è un dedalo di percorsi che si snodano in ogni direzione, spesso su più livelli verticali che collegano zone diverse in modi inaspettati. Il gioco adotta un approccio non lineare all'esplorazione: ci viene dato solo un vago indizio sul nostro prossimo obiettivo, ma dove questo sia e come raggiungerlo è interamente demandato alla nostra abilità di esploratori. Non esiste un sentiero prestabilito; la progressione è un flusso continuo di scoperta, tentativi ed errori.

Per orientarsi in questi ambienti intricati, la mappa diventa uno strumento essenziale. È fondamentale osservarla attentamente, sfruttando il pratico sistema di segnalini per marcare aree inaccessibili, porte chiuse o segreti che richiedono abilità non ancora in nostro possesso. Come da tradizione, infatti, molte zone sono inizialmente precluse, spingendoci a tornare sui nostri passi una volta ottenuti nuovi poteri per scoprire nuove aree e segreti da collezionare come da tradizione del genere. La sopravvivenza è garantita da rari punti di salvataggio, i "Miku Sol", che non solo registrano i nostri progressi, ma fungono anche da hub per il potenziamento del personaggio e da punti per il viaggio rapido, permettendoci di spostarci istantaneamente tra quelli già scoperti. In caso di morte veniamo riportati a questi o all'ultimo checkpoint attivato, spesso portandoci a ripercorrere sezioni significative di mappa per tornare al punto della nostra morte. Il movimento è incentrato su un solido sistema di platforming, che richiede precisione e tempismo. A questo si aggiunge una delle meccaniche più originali del titolo: delle speciali rotaie energetiche che possiamo percorrere trasformandoci in PACC. Queste sezioni omaggiano direttamente il gameplay originale di Pac-Man, con tanto di iconico suono "waka waka" mentre divoriamo le pepite di Aura (la valuta di gioco) lungo il percorso, e richiedono abilità per saltare tra le rotaie, evitare ostacoli e attaccare i nemici al volo. Il gioco ci propone delle sezioni anche piuttosto impegnative legate a questa meccanica, in cui dobbiamo saltare tra diverse rotaie evitando nemici e campi elettrici, il tutto con il giusto tempismo.

Venendo invece al lato action del gioco, il gameplay di Shadow Labyrinth si fonda su un sistema di combattimento che è al contempo semplice da apprendere e complesso da padroneggiare. Le basi sono quelle di un action game 2D: fendenti rapidi con la spada, salti e schivate. Tuttavia, la vera profondità emerge con l'introduzione dei poteri speciali. Nel corso dell'avventura, sconfiggendo boss o acquistandoli da un mercante, sbloccheremo un arsenale di abilità che cambieranno radicalmente il nostro approccio agli scontri. Potremo eseguire parate perfette per stordire i nemici (che con un'ulteriore potenziamento potranno anche respingere i proiettili al mittente), lanciare potenti onde d'energia con la spada o utilizzare un rampino per avvicinarci rapidamente ai nemici. L'uso di queste tecniche non è però illimitato: azioni come la schivata e i poteri speciali consumano la barra PSE, una sorta di resistenza/stamina che si ricarica lentamente. La gestione di questa risorsa diventa quindi cruciale; esaurirla nel momento sbagliato significa rimanere vulnerabili agli attacchi nemici.

Quando la situazione si fa disperata, possiamo ricorrere alla nostra abilità definitiva: la trasformazione in GAIA. Per una manciata di secondi, ci trasformeremo in un imponente mech da combattimento, diventando quasi invulnerabili e capaci di infliggere danni devastanti. Questa forma risulta vitale durante le impegnative boss battle per ribaltare le sorti di uno scontro o per sopravvivere a un attacco altrimenti letale; la strategia che ho adottato in tutti i combattimenti era quella di sfinire il nemico cercando di resistere senza morire finché non raggiungeva il 30% della salute, per poi finirlo trasformandomi nel robottone. La forma GAIA ha anche un'utilità esplorativa, permettendoci di attraversare indenni superfici dannose come lava o spine, almeno finché non otterremo i poteri permanenti per superare tali ostacoli. Ed a proposito dei boss, questi rappresentano ovviamente l'apice di difficoltà del gioco. Ognuno è ovviamente diverso dagli altri per tipo di attacchi e strategie da adottare per fronteggiarlo, ma hanno tutti pattern d'attacco complessi e fasi multiple che richiedono studio, pazienza e una strategia precisa; morte dopo morte, arriveremo a conoscerli tanto bene da riuscire a batterli, in un'impresa ardua ma estremamente soddisfacente. Ed al termine di questi combattimenti, PACC si trasforma in una gigantesca ombra famelica che divora l'essenza del boss sconfitto, assorbendone il potere e donandoci una nuova abilità.

Per quanto riguarda la longevità, Shadow Labyrinth offre un'esperienza sostanziosa. Completare la storia principale può richiedere oltre le 30 ore, ma i completisti o quelli che hanno meno familiarità con le sfide tipiche dei metroidvania potranno metterci di più. Ed in linea con la filosofia del genere metroidvania, che vuole proporci un'esperienza attentamente bilanciata dagli sviluppatori, non è presente una selezione del livello di difficoltà: la sfida è uguale per tutti e tutti dovremo raggiungere il livello di abilità necessario per arrivare ai titoli di coda. Infine, il gioco è completamente localizzato con testi e sottotitoli in italiano, permettendo a tutti di godere appieno della sua intricata lore.



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