Recensione - Dark Souls
di
Christian De Filio / DarkChris
P
Il Gioco
In principio i Draghi, maestosi e imponenti, dominavano il mondo finché un giorno, dalle profondità degli Inferi, arrivarono delle anime maledette che risvegliarono l’antico potere dei Lord, demoni terribili e spaventosi, e con il loro aiuto sfidarono e sconfissero i Draghi in una furiosa battaglia che sconvolse per sempre l’equilibrio tra luce e tenebre, facendo precipitare ogni cosa nell’oscurità e nel caos. I pochi esseri umani che si salvarono furono maledetti e marchiati col segno dell’Oscurità. Una notte senza fine avvolge ora le terre di Dark Souls, con i demoni a regnare incontrastati e i pochi sopravvissuti catturati e rinchiusi in una fortezza in attesa della fine del mondo. Il nostro personaggio è appunto un “essere vuoto”, un non-morto, cioè un uomo che ha perso la sua umanità ma che ancora non è impazzito, al contrario di molti suoi simili segregati nella Fortezza dei non-morti. Il suo scopo è quello di riuscire a fuggire dalla prigione e raggiungere Lordran, la terra dei Lord, per provare a riconquistare la sua umanità ed eliminare i potenti demoni che governano quelle terre. La strada verso questa impresa sarà tutt’altro che semplice e porterà il nostro eroe a visitare tantissimi luoghi ricchi di trappole, passaggi segreti ma soprattutto popolati da nemici fortissimi.Dark Souls è un gioco di ruolo con una forte componente action, dato che gli scontri sono tutti gestiti in tempo reale, e con un’ambientazione fantasy molto cupa, caratterizzata da un cielo sempre plumbeo e ambienti molto bui, illuminati solo dalla fioca luce delle torce incastrate nei muri. Come in ogni GdR è possibile personalizzare il nostro personaggio dopo averlo scelto tra dieci classi diverse, molte delle quali già viste in Demon’s Souls, come il cavaliere, il ladro, il mago, il chierico, ecc. alle quali si aggiungono due categorie inedite, ossia il piromante, in grado di usare da subito gli attacchi magici della piromanzia, e il discriminato, un uomo seminudo che compensa alla mancanza di equipaggiamento con un livello iniziale medio-alto di tutti i suoi attributi. Dopo aver scelto il nostro eroe, ci ritroviamo a giocare un tutorial perfettamente integrato nel prologo del gioco, che ci vede appunto intenti nel fuggire dalla prigione per cercare di arrivare a Lordran; una volta abbandonata la fortezza che ci imprigionava - e apprese le basi del gameplay - veniamo trasportati da un corvo gigante nel mondo di gioco vero e proprio. Durante il breve volo apprendiamo che siamo il primo non-morto a riuscire ad evadere, e per questo siamo considerati come il prescelto, l’unico in grado di scoprire il destino di tutti gli esseri vuoti che vagano nell’oscurità. Una volta giunti a destinazione facciamo la conoscenza di un cavaliere che riposa accanto ad un falò e che ci spiega che per scoprire le sorti dei pochi sopravvissuti dovremo suonare le due Campane del Risveglio che si trovano nella terra dei Lord. Questo è tutto quello che ci è dato sapere; cosa succederà dopo averle suonate e il motivo di questa missione non ci vengono rivelati e dovremo scoprirlo da soli; da questo momento in poi inizia realmente la nostra avventura.
Dark Souls si discosta quindi dai canoni classici di molti GdR, che fanno di una storia profonda e articolata il loro punto di forza. Qui invece, a parte l’incipit narrato nel bellissimo filmato introduttivo e i brevi dialoghi con i pochi personaggi che incontreremo, non abbiamo sostanzialmente altri approfondimenti della storia, a parte ovviamente il finale. Il gioco ci spiega l’indispensabile, quel tanto che basta per incuriosirci e darci un motivo valido per esplorare il mondo, punto. Anche i dialoghi, solitamente molto frequenti in questo genere, sono ridotti all’osso e si riducono a poche battute scambiate con il manipolo di personaggi che incontriamo; niente risposte multiple, niente scelte tra il bene e il male, solo poche, essenziali frasi che i personaggi pronunceranno per spiegarci brevemente il motivo della loro presenza in quello specifico luogo, offrendoci magari dell’equipaggiamento da comprare o magie e miracoli d imparare. Esistono comunque delle eccezioni; alcuni personaggi custodiscono importanti segreti e starà alla nostra bravura riuscire a capire cosa vogliono e come aiutarli per ottenere preziose e rare ricompense.
Il vero cuore pulsante del gioco è invece rappresentato dai combattimenti e dalla relativa difficoltà ad essi legata. Dark Souls propone un combat system profondo e curato in ogni minimo aspetto, sia che si decida di usare armi bianche oppure magie ed incantesimi vari. Gli scontri, anche quelli contro i nemici apparentemente facili, devono essere tutti ragionati e non bisogna mai abbassare la guardia, anche perché morire significa perdere tutte le anime guadagnate fino a quel momento. Le anime sono in sostanza la moneta di scambio di Dark Souls con la quale comprare armi, magie ed oggetti vari e soprattutto salire di livello, scegliendo di volta in volta i parametri da aumentare. Quando invece moriamo, tutte queste anime accumulate cadono a terra esattamente dove siamo stati sconfitti ed abbiamo a disposizione un solo tentativo per tornare in quel punto a recuperarle; se moriamo mentre ci stiamo recando a prenderle allora saranno perse per sempre.
Il mondo di Dark Souls è tendenzialmente impostato come un free-roaming perché fin dall’inizio è possibile andare in diverse direzioni e non c’è una divisione in livelli come invece accadeva in Demon’s Souls; tutte le aree sono collegate tra loro senza caricamenti e senza interruzioni. Non potremo però andare ovunque, perchè alcune zone sono presidiate da mostri che inizialmente sono parecchio oltre la nostra portata, quindi non è di fatto possibile girare tranquillamente tutto l’immenso scenario senza prima avere portato il nostro personaggio ad un discreto livello d’esperienza. I check-point sono rappresentati dai falò che sono dislocati in maniera molto irregolare nella mappa di gioco; a volte ne possiamo incontrare due nel giro di dieci minuti, altre volte bisogna cercare anche per un’ora un nuovo falò dove riposare. Fortunatamente, avanzando nell’avventura si riescono ad aprire diverse scorciatoie che ci permettono di accorciare notevolmente le distanza tra le varie aree e i relativi falò. Quando ci sediamo a salvare a questi piccoli fuochi, ripristiniamo tutta l’energia vitale e quella magica, ma ritorneranno in vita tutti i nemici già sconfitti, esclusi i boss più grandi e quelli intermedi che ogni tanto si incontrano: una volta uccisi, questi spariranno per sempre. Attraverso i falò è inoltre possibile potenziare il personaggio, ricaricare delle fiaschette guaritrici, equipaggiare le varie magie e, possedendo gli attrezzi necessari, anche potenziare e riparare le armi, evitando quindi di doversi recare ogni volta da un fabbro. Dark Souls offre un’enorme varietà di armi, magie d’attacco e miracoli protettivi, oltre ad un numero davvero elevato di armature e scudi di ogni forma e dimensione. Particolarmente profondo e ricercato anche il relativo sistema di potenziamento che permette di forgiare armi magiche o incantate attraverso l’uso di particolari materiali molto rari che si possono trovare nascosti negli angoli più remoti della mappa o che vengono rilasciati dopo l’uccisione di alcuni nemici.
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