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Lies of P
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Lies of P - provato alla gamescom

Lies of P si è presentato alla gamescom in gran forma, facendo salire al massimo l'hype per questo souls-like realizzato da uno studio coreano e basato su uno dei capolavori più celebri della letteratura italiana. Siete curiosi di saperne di più su questo insolito mix? Abbiamo avuto la possibilità di provare il gioco alla gamescom, e queste sono le nostre prime impressioni!
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Nonostante dall'annuncio iniziale Lies of P fosse un po' uscito dai nostri radar, alla gamescom i coreani Round8 e Neowiz hanno saputo riprendersi la scena facendo del loro titolo uno dei "vincitori" di questa edizione, a cominciare dall'entusiastica accoglienza riservata al trailer durante la Opening Night Live, che ne ha anche rivelato l'inclusione in Xbox Game Pass al lancio, per poi passare, ironia della sorte, al premio ricevuto nella stessa occasione come gioco PlayStation più atteso. Gli ingredienti per colpire la fantasia del pubblico d'altra parte ci sono tutti, a cominciare dall'ispirazione di base: Pinocchio, tesoro nazionale che evidentemente non ha ancora esaurito la propria capacità di generare adattamenti e riletture. In questo caso un inedito Pinocchio gotico che controlliamo, pare, con l'obiettivo di ricongiungerci con il nostro creatore Geppetto, superando gli innumerevoli ostacoli che troveremo sul nostro cammino. Inutile dire, quindi, che non vedevamo l'ora di provarlo con mano, occasione che si è puntualmente presentata alla kermesse tedesca.

MX Video - Lies of P

Una primissima presa di contatto con il gioco è sufficiente per confermare quanto in sostanza già s'era intuito: Lies of P è in tutto e per tutto un souls-like, facendo uso di gran parte delle meccaniche che caratterizzano il genere canonizzato da From Software. Visuale in terza persona, sistema di combattimento con attacchi leggeri e pesanti, schivate e parate, punti di "ristoro" dove rigenerare la salute drenata (facendo però rigenerare anche gli avversari abbattuti), elementi RPG con abilità sbloccabili, boss fight apparentemente proibitive da padroneggiare con l'esperienza... l'elenco potrebbe andare avanti ancora davvero per molto.

E naturalmente, considerando la scelta stilistica del gioco, il parallelo che viene subito alla mente è in particolare quello con Bloodborne, tant'è che molti ne parlano già come di un titolo di genere soulsborne. Lies of P propone infatti un'ambientazione sostanzialmente steam-punk contaminata da elementi gotici e da un'estetica da primi '900 (la si descrive come una "Belle Epoque oscura"). La città-stato di Krat è fittizia, ma è disegnata sulla falsariga di una città europea agli inizi del secolo scorso, un ambiente concepito per risultare perennemente misterioso e ostile, quanto affascinante, per il protagonista che lo attraversa.

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Tornando alle meccaniche di gioco, è giusto segnalare che lo studio sudcoreano ha comunque integrato il gameplay con alcuni elementi peculiari, in particolare dotando il protagonista di un braccio sinistro meccanizzato (stiamo pur sempre parlando di un burattino, seppur molto sui generis) e sostituibile, grazie al quale Pinocchio è in grado di dotarsi di armi e abilità speciali, capaci di fare la differenza se usate al momento giusto nel posto giusto. Nella porzione giocabile presente in fiera, questa feature non ha forse mostrato tutto il proprio potenziale, ma sicuramente si tratta di una meccanica importante, anche come fattore di rigiocabilità. E a proposito di rigiocabilità, interessante la possibilità di scegliere il proprio Pinocchio fra tre classi diverse, che in sostanza variano nel bilanciamento tra agilità e forza del personaggio, determinando anche la tipologia di armi con cui viene inizialmente equipaggiato il protagonista e di conseguenza lo stile di gioco.

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Durante la prova ho avuto modo di avventurarmi per viuzze e tetti della città, incontrando numerose tipologie di nemici, fino ad arrivare ad una mini boss-fight rivelatasi alquanto impegnativa. Naturalmente la mia condizione di debuttante assoluto nel gioco ha avuto un ruolo in questo, ma tanto è bastato per corroborare la sensazione che Lies of P sia un gioco per nulla facile; una volta superate le prime fasi di gioco si inizia a fare sul serio. L'impressione è comunque che, nonostante alcuni elementi di novità interessanti (e ce ne saranno sicuramente altri non evidenziati dalla demo), il gameplay si fondi su meccaniche non particolarmente innovative, così come poco "coraggiosa" mi è parsa la struttura dei livelli: correttissimo parlare di un souls-like, ma al tempo stesso Lies of P pare più "guidato" e meno liberamente esplorabile di un Souls tradizionale, e non sto certo parlando della grande libertà garantita dal più recente Elden Ring.

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I punti di forza di Lies of P vanno allora ricercati nell'ambientazione, sicuramente di grande fascino (da non sottovalutare anche il comparto audio, con una voce narrante molto presente e d'effetto) ed in una trama che ha il potenziale per essere davvero memorabile, omaggiando il capolavoro di Collodi ma al tempo stesso prendendosi le opportune libertà, come peraltro si può intuire seguendo con attenzione il trailer del gioco. Oltre a tutto questo, il titolo vanta una giocabilità assolutamente buona: i minuti sono volati via veloci mentre mi trovavo sempre spinto a girare l'angolo per esplorare nuovi ambienti e ingaggiare nuovi duelli, ma ribadisco la sensazione che, per andare oltre le prime fasi, Lies of P richiederà una buona dose di pazienza e di dedizione, in perfetto stile "Souls".

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Per quanto ho potuto vedere e provare, Lies of P si propone come una validissima esperienza single-player, ricca di carisma e dotata d’una suggestiva componente narrativa, che probabilmente risuonerà ancora più forte nel pubblico italiano, visto il collegamento con il celeberrimo capolavoro di Collodi. Si tratta di caratteristiche molto ricercate, specie nell'ecosistema Xbox: da questo punto di vista l'ingresso del gioco al day one in Xbox Game Pass costituisce un "colpo" davvero importante, dandoci un motivo in più per attendere l'arrivo del gioco nel 2023 con ancora maggiore trepidazione!

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L'autore

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La sua passione per il gaming nasce nel lontanissimo 1982 con Gorf per Vic-20, ma da quando ha scoperto le "gioie" della caccia agli obiettivi, gioca solo su Xbox. Il suo nemico giurato è l'Arretrato, smisurato ed in costante aumento. Maguzzolo però non si arrende: armato di sei console ed un numero sterminato di controller, continua a dare battaglia.

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