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Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville
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PvZ La Battaglia di Neighborville - provato in Founder's Edition

Era da un po' che non si avevano notizie di PopCap, i prolifici creatori del franchise Plants vs. Zombies; questo fino ad un mese fa, quando EA ha annunciato il nuovo Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville alla gamescom per poi rilasciaelo a sorpresa ad inizio settembre con una formula "accesso anticipato" denominata Founder's Edition. Non ci siamo quindi fatti sfuggire l'occasione di metterlo alla prova: eccovi le nostre prime impressioni!
Con Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville la serie shooter di PopCap abbandona il titolo "Garden Warfare", non tanto per sottintendere una rivoluzione nella saga ma piuttosto per indicare come il titolo sia pensato per essere appetibile anche ai neofiti che non hanno mai giocato i precedenti due episodi. Allo stesso tempo si tratta di un'esperienza di gioco più completa, con molti più contenuti anche per i giocatori solitari e per chi preferisce la cooperazione alla competizione. Drasticamente ridotte quindi le classi a disposizione (anche se è plausibile che verranno aumentate nel corso dei mesi, come avviene per esempio su Overwatch, For Honor o Rainbow Six: Siege), molte meno modalità online e meccanismi di gioco che ritornano un po' alle origini, includendo anche un sistema di progresso del giocatore molto più chiaro e lineare rispetto al passato. Insomma, più che un Garden Warfare 3, Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville sembra essere un'evoluzione del primo capitolo, che porta la saga in una direzione differente rispetto a quanto visto nel secondo titolo della serie.

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Anche l'interfaccia è stata notevolmente semplificata. Scordate i laboriosi menu per gestire i vostri personaggi, abilità, statistiche e così via; che scegliate la fazione degli zombi mangiacervelli o quella delle carinissime piante, avrete a disposizione una curatissima area hub dove fin da subito verrete messi al centro del gioco, con altri giocatori ad esplorare l'area e svolgere le vostre stesse attività. Qui è possibile cambiare, in appositi camerini, l'aspetto e i tratti delle proprie classi, accettare regali per login o eventi alla reception, provare le abilità del combattente selezionato al poligono di tiro, ma anche lanciarsi nelle varie modalità di gioco offerte dal gioco. Al primo accesso si parte dalla parte delle piante, mettendosi nei panni dell'iconico Sparapiselli che ha funzioni praticamente analoghe al primo capitolo della saga, ma non è ancora il tempo di combattere: il simpaticissimo girasole che fa in questo caso da comandante ci porta infatti in giro per l'area hub per scoprire come azionare i vari meccanismi, dandoci anche monete per finire questi piccoli tutorial. Conviene quindi partire da qui, non solo per capire alcune meccaniche di gioco meno intuitive ma anche per i premi elargiti.

MX Video - Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville

Il tutorial ci porta anche nell'area di battaglia che collega i due hub avversari, ambientata all'interno di un Luna Park. Qui i giocatori possono entrare ed uscire a piacere e divertirsi a combattersi a vicenda e senza conseguenze, visto che possono rinascere all'infinito senza problemi. Tra bersagli mobili e occasionali incontri IA, in quest'area si possono provare le abilità dei vari personaggi senza rischiare davvero nulla: un buon modo per ambientarsi, visto che ogni personaggio ha caratteristiche ed abilità molto differenti dalle altre. Ovviamente per entrambe le fazioni le classi si dividono per ruolo: attacco, difesa e supporto. Restando nella fazione delle piante, il primo personaggio, il mitico Sparapiselli (attacco) può trasformarsi in una letale torretta ancorata a terra e sparare micidiali bombe, mentre il già citato e altrettanto iconico girasole (supporto) cura i propri compagni e l'arancia Citron (difesa) può usare uno scudo mobile rendendosi efficace come tank. Ovviamente troviamo una simile divisione di ruoli anche tra gli zombi, anche più intuitiva visto il loro aspetto umano: soldati d'assalto, ingegneri, giocatori di football e così via che operano in maniera abbastanza prevedibile dal loro look.

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E' dunque il momento di andare in battaglia. Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville è un titolo pensato principalmente per il multiplayer, quindi gettiamoci subito nelle sfide online che prevedono diverse varianti piuttosto classiche: Eliminazione a Squadre è il classico team deathmatch, poi ci sono modalità con basi da conquistare o sulla falsariga di Overwatch dove una squadra deve portare un carro fino alla base nemica, con gli avversari che dovranno difendersi con le unghie e con i denti per fermarne l'avanzata. In queste sfide possono fronteggiarsi fino a 12 piante contro 12 zombi controllati da giocatori, ma le battaglie sono in realtà più dense. Da una parte perché ogni personaggio ha a disposizione tre abilità di diversa potenza che possono rendere il campo di gioco decisamente più caotico - soprattutto quando si parla di elementi come le trappole di rami della pianta carnivora o del fastidioso fumo che può generare lo zombi d'assalto. Ma soprattutto perché, anche in questo capitolo, le due squadre possono evocare degli aiuti: le piante possono infatti piantare in appositi vasi in giro per la mappa delle piantine in grado di attaccare, curare o potenziare chi si avvicina, mentre i non-morti possono rilasciare unità mobili da mandare al centro dell'azione. Naturalmente da entrambe le parti queste evocazioni generano unità molto meno potenti e resistenti dei giocatori veri e propri, ma piazzarne alcune in punti chiave può fare una differenza davvero enorme. Insomma, per chi non ha mai giocato ai due capitoli di Garden Warfare, basti sapere che in Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville si affrontano due squadre sulla falsariga di Battlefield, ma con elementi da class shooter come Overwatch o Team Fortress 2. Un'accoppiata che anche questa volta risulta vincente, con un gameplay decisamente convincente, divertente ed appassionante.

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Ritornano inoltre le modalità cooperative, dove dobbiamo attaccare o difendere una base attraverso più roundb contro ondate gestite dall'IA. L'imprevedibilità e le strategie dei giocatori in carne ed ossa vengono sostituite da gruppi di nemici molto più nutriti, ma questa modalità a mio avviso può stancare presto, con round che diventano fin troppo lunghi e con il gioco che fatica a tirare fuori una varietà sufficiente di zombi da fronteggiare. In compenso c'è una nuova modalità inedita, giocabile sia da soli che in cooperativa, molto utile per capire meglio le meccaniche di gioco e che ci immerge in una grande area open world.

Qui i giocatori possono scegliere una classe qualsiasi e gettarsi in un'intera area open world molto vasta (composta di fatto da un collage delle mappe multiplayer del titolo) da esplorare e piena di segreti, easter egg, personaggi che affidano missioni divertenti ai giocatori e tanti combattenti della fazione propria e avversaria che vagano per la mappa e che si danno battaglia, con tanto di mini-boss ed eventi PvE a rendere il tutto ancora più movimentato e variegato. Ho trovato questa modalità davvero azzeccata, perdendo ore intere ad esplorare queste aree ricche di spunti divertenti, scenette goffe e combattimenti davvero entusiasmanti, con quest a dir poco esilaranti. Spoilero una delle prime che incontrerete: le piante devono infiltrare un club molto alla moda degli zombi, ma non possono entrare a causa dei grossi buttafuori. Dovranno quindi ottenere un tosaerba, travestirlo usando accessori e vestiti rubati da alcuni boss zombi molto trendy, per poi usarlo come trappola per i bodyguard. Queste situazioni demenziali sono all'ordine del giorno nelle missioni di Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville.

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Sul fronte tecnico, invece, il titolo è davvero molto godibile con una grafica cartoonesca ben realizzata grazie al motore Frostbite di DICE e con ottime prestazioni anche in 4K (gioco testato su Xbox One X) e con un'ottima resa dell'HDR che rende le luci molto convincenti. E l'aspetto grafico è un elemento importante nel gioco, poiché il modo principale per spendere soldi (per ora solo virtuali, ma è probabile che prima o poi arrivino le microtransazioni) è quello di aprire palline con la sorpresa, contenenti skin ed elementi per la personalizzazione delle proprie classi. Otteremo così emote, messaggi rapidi per la chat, skin deliranti come una copertura pelosa per il masticazombi, divertenti oggetti di personalizzazione come caschi di peluche e altre stranezze. E' possibile usare le monete anche per salire di livello più facilmente, ed ogni 10 livelli si ottengono nuovi tratti per i propri personaggi che permettono per esempio di curarsi più rapidamente o avere dei boost di velocità. Fortunatamente questi elementi non sembrano rovinare il buon bilanciamento delle classi, poiché quelli più potenti costano molti punti abilità (i migliori ne costano 4-5), e quindi anche se è invitante usare un potere dal grande effetto, per farlo dobbiamo sacrificare diverse caratteristiche utili.

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In questa versione "Founder's Edition", una sorta di early access, il gioco è già molto completo, variegato e funziona egregiamente; ma prima di rilasciare il gioco finale, che costerà peraltro 10 Euro in più di questa versione e che gli acquirenti della Founder's Edition otterranno senza spese aggiuntive, i ragazzi di PopCap hanno voluto testare con un pubblico ampio le varie modalità di gioco e le mappe, che infatti in queste settimane che portano al lancio vengono accese a rotazione per poterle provare tutti insieme. Il progresso verrà mantenuto nella versione finale del prodotto e chi gioca già adesso può ottenere numerosi oggetti di personalizzazione dei personaggi esclusivi: varrebbe quindi la pena acquistare il gioco a questo prezzo anche per chi non ci giocherà fino al lancio finale, non solo per il prezzo minore ma anche per poter partire con un personaggio più personalizzato e con elementi esclusivi che non saranno poi disponibili per i nuovi utenti.

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Insomma, Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville è una bella rivelazione, un ottimo ritorno alle basi della spassosa saga TPS di PopCap. Minori complicazioni, meno meccaniche dispersive, un concentrato di divertimento che promette davvero bene per il lancio effettivo che avverrà il 18 ottobre. Le guerre tra piante e zombi sono caotiche e davvero riuscite, così come funziona molto bene l'inclusione di nuove aree open world da esplorare da soli o in compagnia. Resta ovviamente qualche preoccupazione per le microtransazioni che probabilmente arriveranno in futuro, ma dopo le polemiche intorno a Star Wars Battlefront 2 mi stupirei se osassero puntare a meccanismi pay-to-win, con i sistemi attuali che paiono invece bilanciati e ben studiati. Non si tratta di un titolo eccessivamente ambizioso e punta maggiormente sul sicuro, ma si preannuncia comunque come un eccellente nuovo capitolo di uno dei class shooter più esilaranti di questa generazione, venduto ad un prezzo più che invitante. In attesa della versione completa, mi sento tranquillamente di consigliare Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville sia ai fan di vecchia data della saga, che a chi cerca un nuovo titolo multiplayer dove immergersi per dozzine, se non centinaia d'ore!

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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