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Lost Sea

Recensione - Lost SeaXbox One DigitalGame

Sin dai tempi di Monkey Island, i videogiocatori di tutto il mondo sono sempre stati affascinati dalle ambientazioni piratesche, allettati dall'esplorare il loro mondo fatto di onde, navi da battaglia, esplorazione e tesori. Il nuovo rogue-lite di EastAsiaSoft, Lost Sea, propone tanta azione ed esplorazione con visuale dall'alto, alla ricerca dei tesori più affascinanti in mezzo a nemici di ogni genere. Bottino di valore o delusione?

Il Gioco

Un aereo cade su un'isola sperduta nel triangolo delle Bermuda, e l'unico sopravvissuto (o sopravvissuta, visto che sesso e look sono impostabili dal giocatore) dovrà trovare il modo di andarsene vivo da lì. Ben presto incontrerà un esploratore dotato di una nave, ed è qui che inizia l'avventura vera e propria: attraversare dozzine di isole alla ricerca di una via di fuga. E non fatevi ingannare dai colori vivaci, dal look cartoonesco in cel shading e dai personaggi simpatici: Lost Sea è un roguelite, non proibitivo nella difficoltà ma che comunque richiede attenzione e precisione.

La struttura di ogni isola è generata casualmente per centinaia di milioni di combinazioni possibili, ma il gameplay rimane pressoché invariato ogni volta. Il giocatore, con una visuale dall'alto in un ambiente 3D ruotabile a 360 gradi, dovrà esplorare ogni area con un gameplay simile ai giochi di ruolo d'azione, con attacchi, schivate, abilità e oggetti utilizzabili per cavarsela in mezzo ai pericoli. Questi possono essere trappole mortali così come nemici di ogni genere: tribù indigene, giganti, dinosauri, rane sorprendentemente aggressive e molto altro. Sembra che ogni elemento su queste isole sia messo lì apposta per eliminare gli esploratori più curiosi. Il fine in ciascuna isola è quello di trovare dei tasselli da riportare sulla nave, che permettono di viaggiare verso una delle isole successive sulla mappa e ripartire da capo in una nuova area, probabilmente più complicata di quella precedente.

MX Video - Lost Sea

Non si tratta solo di combattere all'infinito però, perché ogni isola ha tanti altri obiettivi secondari da trovare come piante curative per guarire le ferite, tesori nascosti, oggetti utili come bombe per cavarsela meglio nelle battaglie, ma soprattutto membri recrutabili per il proprio equipaggio, in attesa solo di essere salvati. E proprio questa è una delle meccaniche principali di Lost Sea, perché ogni persona che si va a salvare può avere abilità diverse. Alcune sono molto specifiche come la possibilità di scassinare forzieri del tesoro o costruire ponti per raggiungere aree altrimenti inaccessibili, altre invece conferiscono bonus al giocatore come rigenerazione o attacco extra. Purtroppo nessuno di loro combatte, in compenso è possibile utilizzarli per questi compiti extra, ma anche per trasportare i tasselli rinvenuti. Per contro però vanno difesi, poiché non possono farlo da soli.

Questi personaggi, a loro volta di look e sesso molto diversi tra loro, seguono a ruota il giocatore fino a un massimo di 4 elementi che vanno ovunque vada il capitano. Se si salvano più persone di quante ne possa accompagnare il giocatore, gli altri aspettano sulla nave, anche se poi si vanno a perdere arrivati all'isola successiva. Anche la nave ha un ruolo cruciale, perché è lì che si possono spendere i soldi guadagnati in giro per le isole per potenziare il proprio personaggio con bonus, abilità aggiuntive o aumentare anche la grandezza dell'equipaggio. Finché non si muore, ci si potenzia quindi in questo modo, diventando sempre più forti per affrontare isole sempre più toste - comprese quelle boss che si incontrano alla fine di ciascuna area.

Tra la generazione casuale di isole per centinaia di milioni di combinazioni ed il dover riprendere da capo dall'inizio del gioco (o di un'area) in caso di morte senza più i potenziamenti acquisiti ed equipaggi sempre diversi, ogni partita risulta abbastanza diversa, nonostante il gameplay resti fondamentalmente invariato di volta in volta. L'obiettivo è arrivare all'ultimo boss dell'ultima area, e per farlo ovviamente ci vuole bravura ma anche un pizzico di fortuna nella generazione delle aree, nel drop dei potenziamenti e nel valore del proprio equipaggiamento, ma si deve anche fare un percorso bello lungo per potenziarsi al massimo. Vista la natura casuale del titolo, la longevità è molto dubbia: con la giusta fortuna è possibile finire il tutto in qualche ora, ma se si esplora tutto al meglio nel tentativo di arrivare potentissimi al boss finale, il gioco può richiedere tranquillamente anche una decina di ore - senza contare il tempo perso dietro alle morti, ovviamente. Il titolo, privo di parlato, è infine localizzato in italiano per quel che riguarda i testi.

Amore

Pirati simpatici

- Grazie a un look coloratissimo e alla tecnica cel shading che dona un aspetto fumettoso a tutti gli elementi, Lost Sea risulta simpatico e piacevole da guardare in qualunque fase o area di gioco. Dall'equipaggio che reagisce agli eventi in maniera goffa ed esagerata, ai nemici vari e divertenti come le rane che attaccano con panciate dall'alto, passando per boss improbabili ma decisamente azzeccati. Non sarà nulla di clamorosamente innovativo, ma Lost Sea risulta simpatico, ed adatto anche ai più giovani con una violenza decisamente "ridicolizzata".

Gameplay intuitivo e curato

- Prendendo spunto dai comandi dei migliori giochi di ruolo d'azione con visuale dall'alto su console come Diablo 3 e Dungeon Siege 3, Lost Sea propone uno schema di comandi semplice, intuitivo ed efficace. Con uno stick analogico si gestisce il movimento, mentre con l'altro è possibile ruotare la telecamera a 360 gradi, potendosi quindi accertare di avere l'azione sotto controllo anche in aree teoricamente coperte. Con attacchi, schivate e oggetti da utilizzare con la pressione di un solo tasto, è possibile fare qualunque cosa si voglia in un attimo, senza dover perdere tempo nei menù. Risulta quasi sorprendente la naturalezza dei comandi di Lost Sea, e con ben pochi bug o situazioni imprevedibili, dopo pochi minuti sembra di conoscere questi comandi da una vita.

Odio

Equipaggio dalla dubbia utilità

- Nel corso dell'avventura è possibile crearsi un equipaggio fisso che segue il giocatore per un massimo di 4 membri, ognuno con le proprie abilità o i propri bonus aggiuntivi. Il problema è che non combattono e che seguono quasi in fila indiana ogni movimento del giocatore, che già deve occuparsi di schivare attacchi nemici e trappole, a cui si aggiunge la preoccupazione per la salute di questi personaggi utili solo a tratti.

Ripetitività eccessiva

- Il peccato maggiore di Lost Sea sta però nella ripetitività. Dopo poche isole esplorate ci si rende conto che si fanno sempre le stesse cose: lotte con sciabola contro nemici spesso molto simili tra loro, esplorazione per trovare power-up e tesori, fino a trovare i tasselli per viaggiare alle prossime isole. Contando anche la componente rogue-lite per cui si deve ripartire dall'inizio di una zona in caso di morte, il rischio è di trovarsi a rifare anche le stesse identiche zone più volte, e nonostante la generazione casuale il gameplay raramente varia in maniera visibile.

Tiriamo le somme

Lost Sea è un rogue-lite semplice, intuitivo ma anche divertente grazie allo stile grafico cartoonesco ed al gameplay efficace seppur abbastanza monotono alla lunga, Le opzioni di personalizzazione e le molte aree generate casualmente offrono inoltre una longevità di molte ore. La difficoltà sarebbe potuta essere più alta e la varietà più elevata, ma pur senza eccellere nel game design, Lost Sea è una buona scelta per chi è alla ricerca di avventure piratesche non troppo impegnative.
7.0

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L'autore

autore

Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

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