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Call of Juarez: Gunslinger

Recensione - Call of Juarez: GunslingerXbox 360 DigitalGame

Quante delle storie del selvaggio West sono realmente accadute e quante sono invece esagerazioni e invenzioni dei loro stessi protagonisti? Techland ed Ubisoft giocano con questo tema proponendoci in Call of Juarez: Gunslinger le avventure di Silas Greaves, pistolero che sembrerebbe aver avuto a che fare con le più grandi leggende del West.

Il Gioco

Abilene, Kansas, 1910: la porta del saloon si spalanca e lascia entrare una figura dall'aspetto stanco e combattuto, uno straniero che sembra averne viste tante. Il suo ingresso suscita l'interesse dei presenti ed il pistolero si qualifica come Silas Greaves, cacciatore di taglie. Bramosi di ascoltare le storie di un vero avventuriero, gli astanti gli chiedono delle sue storie e Silas non se lo fa ripetere due volte iniziando a raccontare dei suoi incontri e scontri con leggende del calibro di Billy the Kid, Pat Garrett, i fratelli Dalton e altri ancora.

La linea portante della storia di Call of Juarez: Gunslinger è proprio questa: il gioco ci vede vivere in prima persona i racconti di Silas così come lui li narra ai suoi interlocutori. Il cacciatore di taglie commenta in maniera spesso molto colorita (ed in inglese, con sottotitoli in italiano) gli avvenimenti mentre noi siamo impegnati a far fuori intere bande di fuorilegge; a volte il corso degli eventi cambia repentinamente o subisce dei brevi rewind perché Silas si accorge di qualche incongruenza nel suo racconto, cosa che porta ad un repentino cambio degli scenari proprio davanti ai nostri occhi.

Il gameplay alla base di Call of Juarez: Gunslinger ricorda molto quello di un classico Call of Duty: procediamo linearmente tra le ambientazioni, fermandoci ad affrontare di volta in volta diversi gruppi di banditi che ci sbarrano il cammino, con la possibilità di nasconderci dietro i molti ripari offerti dagli ambienti. Le armi usate sono quelle classiche dell'epoca: revolver, fucili da caccia o a pompa e altre varianti, mente i nemici non presentano un'IA particolarmente articolata limitandosi a nascondersi e correre da un riparo all'altro, tranne per alcuni programmati per correrci incontro armati di asce oppure protetti da grandi scudi di legno. Si tratta in definitiva di uno sparatutto dall'anima fortemente arcade e questo lo dimostrano anche i punteggi che appaiono accanto ai nemici quando li colpiamo, variando a seconda del tipo di uccisione: questi vanno a riempire una barra di esperienza che ci permette poi di sbloccare varie abilità extra.

Il gioco è organizzato in 14 episodi, al termine di ognuno dei quali dobbiamo affrontare una boss battle oppure un classico duello tra pistoleri. Le prime sono generalmente dei combattimenti contro nemici particolarmente potenti, spesso aiutati da gruppi di tirapiedi, che dobbiamo capire come affrontare efficacemente e ai quali dobbiamo sottrarre tutta la salute. I duelli invece mostrano in primo piano la mano di Silas sospesa sulla pistola ed il nemico di turno sullo sfondo: con i due stick analogici dobbiamo cercare di tenere la mano ferma sulll'impugnatura dell'arma e la mira focalizzata sul nostro avversario, per poter così aumentare rispettivamente la velocità di estrazione e l'accuratezza della mira. Quando poi il nostro nemico si muove per estrarre, possiamo farlo anche noi: la velocità e la corretta mira dell'azione dipendono da come abbiamo operato gli stick in precedenza, e questo determinerà l'esito dello scontro.

La storia del gioco vi terrà impegnati per circa 5-6 ore ed il gioco vi permette anche di rivivere singolarmente i vari episodi, i singoli duelli o anche rigiocare le ambientazioni già sbloccate in modalità Arcade, che elimina il commento di Silas immergendoci nella sola azione con lo scopo di fare più punti possibile da paragonare poi in apposite classifiche. Nei livelli è poi possibile reperire oggetti segreti che sbloccano delle schede informative nelle quali vengono trattate con accuratezza storica le varie leggende del west, sicuramente un incentivo ad esplorare con maggior cura le ambientazioni.

Amore

La storia di Silas

- Gran parte del carisma di Call of Juarez: Gunslinger è dato dallo stile narrativo scelto da Techland, che ci vede rivivere in maniera piuttosto colorita i ricordi di Silas. Oltre alle divertenti battute ed esagerazioni del protagonista, questo ci mette anche di fronte a repentini cambi nella storia quando questo si accorge di errori nella narrazione oppure racconta diverse possibilità di come avrebbe potuto svolgersi una scena prima di spiegare com'è andata realmente, cosa che dà vita a sequenze di gioco diverse per uno stesso evento. Si tratta anche di una riflessione interattiva su come le leggende del West sono nate e si sono propagate negli anni, portando ai miti giunti fino a noi.

Ambienti ricchi e interattivi

- Già lo stile fumettoso alla Borderlands dona molto alle visuali della produzione Techland, ma la vera sorpresa è stato il fatto di trovare ambientazioni estremamente ricche di dettagli, con abbondanza di oggetti interattivi: durante le sparatorie è tutto un saltare di vasi e bottiglie sui tavoli, cactus che cadono a pezzi, zampilli d'acqua dai barili forati e così via. Inoltre si nota lo sforzo degli sviluppatori nella creazione di ambientazioni sempre diverse e interessanti; un livello di varietà e di dettaglio che non mi sarei aspettato da una produzione di questo tipo.

Efficace e divertente

- Anche se a livello di gameplay Call of Juarez: Gunslinger non introduce nulla di nuovo, riesce comunque a sfruttare egregiamente i meccanismi classici degli FPS alla Call of Duty, con un'azione dal ritmo sempre sostenuto e soprattutto divertente. Il precedente CoJ, The Cartel, non riusciva ad essere altrettanto efficace per cui complimenti a Techland per essere riusciti a raddrizzare il tiro.

Odio

Boss fight frustranti

- Nei vari combattimenti alla fine dei capitoli del gioco si muore facilmente e molto: mentre per alcuni si tratta solo di capire il modo giusto per affrontare il nemico di turno, altri ci portano al limite della frustrazione. Nulla che non si possa risolvere con una buona dose di perseveranza, ma i meno pazienti sono avvertiti.

Quando i sottotitoli non bastano

- Le battute e gli aneddoti di Silas sono spassosi e divertenti, ma per chi ha poca dimestichezza con l'inglese parlato sarà impossibile seguire i suoi commenti durante i combattimenti, vista l'impossibilità di concentrarsi sui sottotitoli. In questo caso il doppiaggio italiano avrebbe sicuramente giovato, anche se è difficile trovare titoli Live Arcade che ne dispongano.

Poco rifinito

- Anche se le ambientazioni risultano ricche di dettagli ed estremamente varie, Call of Juarez: Gunslinger non è purtroppo esente da sbavature: mi è capitato di vedere un nemico cadere a terra morti mentre lasciava il fucile a mezz'aria, un altro che, da dietro una colonna di legno, mi sparava trappassando la colonna con la mano e altri casi simili, oltre ad un aliasing piuttosto marcato che sporca l'immagine generale. Un po' più di rifinitura su questi dettagli non avrebbe guastato.

Tiriamo le somme

Con Call of Juarez: Gunslinger i ragazzi di Techland sono riusciti a rimettere in pista la loro storica serie realizzando un FPS divertente, soddisfacente e ben realizzato, seppur con qualche sbavatura di troppo. Se siete amanti del Far West e degli FPS dallo stampo arcade, non vi pentirete dell'acquisto.
7.8

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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Commenti

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