Recensione - Quantum Rush: Champions
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Quantum Rush: Champions appare subito come una lettera d'amore ai più noti racer futuristici come F-Zero e WipeOut, soprattutto quest'ultimo. Veicoli antigravitazionali che superano con facilità i mille chilometri orari sfrecciando su piste tortuose e architettonicamente improbabili e che si sfidano non solo a colpi di sportellate, ma anche di armi letali acquisite coi power-up sparsi sulla pista. Astenersi deboli di cuore!Il fulcro del titolo di GameArt Studio sta nella lunga campagna, composta di una marea di eventi che una volta completati con una valutazione bronzo, argento oppure oro sbloccano potenziamenti per i propri veicoli e nuovi eventi. Le modalità disponibili sono tante: dalle classiche gare e prove a tempo si passa a gare di eliminazione, al non schiantarsi mai con la velocità che aumenta costantemente, al raccogliere pacchi e consegnarli all'arrivo. Ci sono persino delle lotte contro temibili boss, velocissimi e con abilità inedite per renderci la vittoria un affare complicato.
Del resto, tutto il gioco risulta parecchio difficile, sia per i neofiti che per chi è esperto in titoli come WipeOut. Nelle gare contro l'IA gli avversari sono veloci, spietati e dannatamente aggressivi, e batterli richiederà molta abilità. Dove si corre contro il cronometro o altri obiettivi "astratti", il margine di errore è davvero minimo, e bisognerà sfruttare al meglio ogni meccanica di gioco e ogni centimetro di pista per riuscire ad ottenere anche solo medaglie di bronzo o argento, con l'oro che spesso richiede sforzi incredibili e che non è quasi mai possibile completare senza aggiornare al massimo i propri veicoli.
Le complicazioni sono date anche da un sistema di guida che è decisamente arcade, ma che allo stesso tempo presenta tantissime meccaniche di gioco di cui tenere conto: ad esempio oltre al freno classico esistono i freni aerei per curvare meglio, mentre utilizzare power-up o armi incorporate aumenta la temperatura del veicolo. E' anche possibile sacrificare parte dell'integrità della navicella per un po' di turbo aggiuntivo, a rischio di esplodere al primo colpo subito. Tutti questi elementi aggiungono un fattore strategico al titolo e rendono la guida molto più impegnativa di quanto possa sembrare, e vi garantisco che già tenere il proprio bolide in pista è tutto fuorché semplice.
Le piste, appunto, meritano una menzione speciale. Esistono circuiti più classici con un po' di ostacoli e paraboliche, ma Quantum Rush: Champions si esalta quando propone piste folli, una su tutte una gara che si contesta tra pianeti e asteroidi, con strade che si rivoltano su se stesse e dove la gravità gioca strani scherzi. Spesso e volentieri esistono anche strade alternative e scorciatoie, nonché zone speciali dove ricaricare la vita del veicolo, salti enormi, turbo posizionati sull'asfalto, ma anche elementi interattivi come muri in movimento e tubi di gas rotti che aumentano la temperatura del veicolo. Ogni circuito offre sfide continue, e con le navicelle che aumentano di velocità di evento in evento, anche solo rimanere in pista costituisce una sfida non indifferente, figurarsi poi ottenere gli ori...
Oltre alla lunghissima campagna che presenta dozzine e dozzine di eventi, 21 boss e 21 navicelle potenziabili, è possibile affrontare singolarmente ognuna delle 14 piste in ciascuna modalità di gioco, con l'IA che saprà sempre offrire una sfida impegnativa. Il gioco purtroppo si limita solo a offrire sfide contro il computer, con la totale assenza di qualunque forma di multiplayer: cooperativo, competitivo, locale oppure online che possa essere; mancano persino le classifiche globali. E' assente inoltre al momento la localizzazione italiana al titolo, ma va detto che per la recensione stiamo testando la versione americana di Quantum Rush: Champions, poiché il gioco non ha ancora ricevuto la certificazione europea ma dovrebbe comunque arrivare a breve. Non è in ogni caso un gioco pieno di testi o dialoghi, pertanto non è un aspetto che dovrebbe scoraggiare nemmeno chi non è abituato a giocare in inglese.
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