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Silent Hill f
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Recensione - Silent Hill fXbox Series X | SGame

Dopo anni di silenzio, la nebbia torna finalmente ad avvolgere i nostri schermi: con Silent Hill f assistiamo al grande ritorno di una delle saghe horror più iconiche di sempre. Questa volta, però, non ci troviamo più tra le strade familiari della cittadina americana, ma in un Giappone degli anni ’60 impregnato di leggende popolari e inquietudini sottili. Un'avventura che ci ha affascinato e che siamo ora pronti a raccontarvi.
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Il Gioco

Silent Hill f è il nuovo capitolo principale della storica serie horror di Konami, sviluppato da NeoBards Entertainment e ambientato per la prima volta fuori dagli Stati Uniti. L’avventura ci porta nel Giappone degli anni ’60, tra villaggi rurali e un’atmosfera che mescola folklore e incubo in un survival horror in terza persona, dove la tensione nasce più dall’esplorazione, dagli enigmi e dalla gestione delle risorse che dall’azione pura. Alla base resta però la formula che ha reso Silent Hill un nome di culto: misteri da svelare, simbolismo disturbante e una narrazione che scava nelle paure più intime.

Il gioco è ambientato nella città immaginaria di Ebisugaoka, nei primi anni ’60, in un Giappone in piena trasformazione. Alle cicatrici ancora fresche della guerra si affiancava una modernizzazione rapidissima, con città sempre più industrializzate e mode occidentali che entravano nella vita quotidiana, ma anche villaggi rurali rimasti ancorati a tradizioni secolari. È proprio in uno di questi villaggi che la storia affonda le sue radici, sviluppandosi tra folklore e superstizione.

MX Video - Silent Hill f

Il giocatore veste i panni di Shimizu Hinako, una ragazza di 16 anni che, dopo aver raggiunto l’emporio della città e incontrato i suoi tre compagni – Rinko, Shu e Sakuko – si ritrova faccia a faccia con un’entità mostruosa. Questa creatura infetta le sue vittime in modo tanto affascinante quanto inquietante: dai loro corpi iniziano a germogliare e sbocciare piante dalle foglie rosse. Oltre questo punto, la trama merita di essere scoperta passo dopo passo, senza anticipazioni che ne rovinino l’impatto.

Per cogliere davvero la storia di Silent Hill f, la sola parte narrata non basta; è fondamentale leggere ogni nota, cartello e documento, perché molte sfumature si trovano nei testi sparsi e nei dettagli ambientali. Giocandolo in superficie si rischia di perdere simboli, collegamenti e il senso profondo di ciò che accade. A uno sguardo veloce, infatti, il titolo potrebbe sembrare quasi uno spin-off di Project Zero o Forbidden Siren, più che un vero Silent Hill.

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Sul piano del gameplay, Silent Hill f riprende le meccaniche classiche del genere. Hinako si muove quasi sempre da sola e deve cavarsela evitando i nemici o affrontandoli con armi improvvisate come bastoni, tubi e coltelli. Mancano del tutto le armi da fuoco, scelta che accentua la sua vulnerabilità. Il combat system ricalca quello tradizionale della serie, fatto di colpi e schivate: spesso, però, è più efficace la fuga, per risparmiare cure e risorse. Le armi, infatti, si logorano e, una volta rotte, andranno sostituite. I mostri, inoltre, sono fortemente ispirati al folklore giapponese, pur mantenendo un legame con le creature tipiche della serie.

Come da tradizione della saga, il mondo di gioco si divide in due piani distinti: quello reale e quello “demoniaco”. In quest’ultimo Hinako vive una storia parallela, che però si intreccia a più livelli con quanto accade nella realtà. Ad accompagnarla c’è la misteriosa Maschera della Volpe, figura enigmatica che la guida nello sviluppo della vicenda. A differenza dei capitoli passati, però, il mondo demoniaco non è semplicemente la versione distorta e malvagia di quello reale: è un luogo nuovo, indipendente, con una propria identità e regole.

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La vita della protagonista è scandita da tre barre, visibili in basso a sinistra dello schermo. La prima è la Sanità Mentale, che rappresenta la capacità di concentrazione: premendo il grilletto sinistro si attiva una modalità “focus” che rallenta i movimenti dei nemici, permettendo di infliggere più danni. Per recuperarla è necessario usare oggetti specifici come il Ramune o l’Acqua Divina. Le altre due barre sono più tradizionali: la Resistenza, che regola corsa e schivate, e la Salute, che determina la sopravvivenza di Hinako. Come oggetti curativi troviamo elementi tipici della cultura giapponese – dal Ramune all’Arare, fino allo Yokan – ognuno con la propria peculiarità.

Gli Hokora sono piccoli santuari sparsi nei vari livelli, veri punti nevralgici del gioco: permettono di salvare la partita e sviluppare il personaggio attraverso gli Omamori, talismani che garantiscono nuove abilità. Gli stessi Omamori possono essere acquistati anche utilizzando la "fede", un tipo di risorsa ottenibile nel gioco, rendendo gli Hokora essenziali per la progressione.

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Altro elemento cardine della saga, presente anche qui in grande quantità, sono gli enigmi. Silent Hill f ne è così ricco da sembrare quasi un puzzle game travestito da survival horror. Il problema, però, è la traduzione italiana: spesso imprecisa o vaga, costringe a risolverli per tentativi più che per logica, spezzando il ritmo e generando frustrazione invece che stimolo.

Dal punto di vista tecnico, Silent Hill f è semplicemente meraviglioso. Il comparto stilistico è uno dei suoi pregi maggiori, con un Unreal Engine 5 sfruttato per offrire alcune delle esperienze visive più impressionanti viste finora sul motore. Sono disponibili due modalità grafiche: Qualità, con maggior dettaglio ma bloccata a 30 FPS, e Prestazioni, a 60 FPS. Personalmente ho scelto quest’ultima, senza notare differenze sostanziali a livello visivo. Anche il comparto sonoro è curatissimo: richiama la cultura giapponese e si amalgama perfettamente con l’atmosfera generale.

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Amore

Silent Hill c’è ma non si vede

- Leggete attentamente questo box, perché è fondamentale per capire il gioco. Dovete leggere ogni nota, ascoltare ogni audio e interagire con ogni elemento possibile. Perché a una visione superficiale Silent Hill f sembra distaccarsi totalmente da ciò che è sempre stato Silent Hill. In realtà, tutto è lì, solo seminato con attenzione nei documenti e nei dettagli ambientali. Non solo: il gioco offre anche una nuova chiave di lettura dell’intera saga, approfondendo tematiche che un tempo erano rimaste marginali.

Tecnicamente molto ispirato

- Se non siamo di fronte al miglior gioco mai realizzato finora in Unreal Engine 5, poco ci manca. Silent Hill f è un colpo d’occhio continuo: la palette cromatica valorizza alla perfezione il Giappone anni ’60, restituendo atmosfere vive e suggestive. Anche il comparto sonoro accompagna con eleganza, intrecciandosi in maniera naturale con ciò che accade a schermo e rafforzando quel senso di immersione totale che la saga di Silent Hill sa offrire.

Il New Game + (++)

- Ho riflettuto se collocare questa voce tra gli aspetti positivi o negativi, ma alla fine la inserisco qui. Silent Hill f offre un New Game+ che non si limita a ripetere l’avventura, bensì aggiunge nuove sfumature alla trama, ai dialoghi e perfino ai luoghi esplorabili, lasciando inalterati gli enigmi. E non è tutto: completato il NG+, si sblocca un ulteriore New Game++ che segue lo stesso principio di arricchimento narrativo. È un contenuto che consiglio caldamente di provare almeno una volta, anche se personalmente non credo affronterò ulteriori run.

Il diario

- Se vi capita di perdervi qualche passaggio di trama, non capire un dettaglio o semplicemente dimenticarlo, il Diario viene in soccorso. Ogni evento vissuto, documento letto o oggetto raccolto – anche attraverso più run – viene registrato e riassunto in questo prezioso libricino. Uno strumento che si è rivelato fondamentale per orientarmi nella storia e per cogliere a pieno la profondità dei protagonisti.

Odio

Un gameplay oscenamente vecchio e problematico

- Silent Hill f tenta di riportare l’horror alle sue radici, ma lo fa con controlli legnosi, animazioni datate e un sistema di combattimento più faticoso che coinvolgente. Nonostante la presenza di un sistema di aggancio dei nemici, gli scontri risultano lunghi, ripetitivi e frustranti.

Nella versione italiana enigmi caotici e spesso incomprensibili

- Gli enigmi sono da sempre parte integrante dell’identità di Silent Hill, e Silent Hill f riesce a mantenerne lo spirito con prove spesso ben congegnate. Purtroppo, la traduzione italiana rovina l’esperienza: una localizzazione approssimativa li rende in alcune circostanze quasi incomprensibili. In almeno due occasioni mi sono trovato a procedere a tentoni, non perché l’enigma fosse criptico – e sarebbe anche giusto – ma perché la spiegazione era errata o confusa. Un difetto che pesa, soprattutto su un aspetto così caratterizzante della serie.

Poca ansia e tensione

- Nonostante l’ambientazione suggestiva e il peso del nome che porta, Silent Hill f fatica a trasmettere quell’angoscia costante tipica della serie. Le fasi di esplorazione risultano più contemplative che inquietanti, e persino i momenti di pericolo finiscono per perdere mordente, complice un ritmo poco serrato e la presenza di troppi oggetti curativi. Il risultato è un horror che, al netto di qualche jumpscare, raramente spaventa davvero.

Troppo breve senza NG+

- Silent Hill f si completa in circa dieci ore se affrontato senza cimentarsi nel New Game+. Un tempo onesto per un horror game lineare, ma che lascia un po’ di amaro in bocca in un capitolo così atteso della serie. La longevità extra è affidata quasi interamente alle run successive, e chi non ha voglia di ripetere l’avventura rischia di rimanere con la sensazione di un’esperienza bella, ma troppo fugace.

Tiriamo le somme

Silent Hill f è stata una delle recensioni più complicate che abbia mai scritto, soprattutto nel momento di assegnare un voto davvero rappresentativo. Alla fine, però, il verdetto è chiaro: il gioco è bello, pur con i suoi limiti. Il gameplay mostra tutti i segni del tempo e la traduzione di alcuni enigmi non aiuta, ma la profondità della lore e la forza della storia – con un plot twist finale degno della serie – fanno la differenza. Il mio consiglio? Leggete con attenzione ogni documento e concedetevi almeno un NG+ per scoprire fino in fondo l'universo narrativo che Silent Hill f riesce a tessere.
8.0

c Commenti (7)

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L'autore

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Quando gli hanno chiesto di comporre una Bio, ha pensato subito alla natura e all’ambiente. Una volta rinsavito, ci ha raccontato di essere un appassionato di Basket e Calcio, videogiocatore accanito, predilige RPG, FPS e TPS. In generale però non si tira indietro di fronte a nulla. A tempo perso è anche speaker in una Web Radio.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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