Manca meno di un mese all'uscita di Dying Light: The Beast, e per accompagnarci al lancio del 19 settembre gli sviluppatori hanno dato il via a una serie di approfondimenti che, nelle prossime 3 settimane, ci sveleranno nuovi dettagli sul gioco. Si parte oggi con un breve trailer e un corposo aggiornamento incentrati sul grande ritorno del protagonista, Kyle Crane.

Il nuovo filmato esplora le sofferenze e le torture che Kyle ha subito per mano del malvagio Barone. Il video mette in scena le sue emozioni crude e contrastanti, sentimenti che si traducono direttamente in una palpabile brutalità durante le fasi di combattimento, mostrandoci un eroe profondamente segnato ma non per questo meno letale.

Insieme al video, è stato pubblicato un diario degli sviluppatori che spiega il processo creativo e tecnico dietro il ritorno di Kyle Crane, a dieci anni dalla sua ultima apparizione. Il team ha dovuto affrontare la sfida di invecchiare il personaggio senza snaturarne l'essenza, scartando soluzioni come capelli grigi o calvizie per concentrarsi su cambiamenti più sottili che raccontassero una storia. Il suo corpo e il suo volto portano i segni di un decennio di prigionia ed esperimenti, con cicatrici pensate per riflettere le torture subite, inclusa quella dello scontro finale con Rais nel primo Dying Light.

Un'attenzione particolare è stata data al suo aspetto in prima persona: le mani, uno dei pochi elementi sempre visibili, sono state ricreate partendo dal modello originale ma aggiungendo cicatrici e altri segni, mentre la trasformazione in Bestia sarà rappresentata da minacciose vene nere. Il suo volto, segnato da rughe di rabbia e dolore, presenta un occhio da predatore ispirato ai Volatili, un richiamo diretto al finale di The Following che sottolinea la sua natura non più interamente umana.

Questa dualità si riflette nel suo design visivo. Il lato sinistro del corpo rappresenta la sua parte umana e di sopravvissuto: al polso sinistro indossa ancora l'iconico orologio del primo capitolo, con lo stesso suono, insieme alla collana di Jade, il cui recupero è lasciato all'interpretazione dei fan. Il lato destro, invece, è più oscuro e sinistro, segnato dalla cicatrice, dall'occhio corrotto e da un braccio avvolto di spine, a simboleggiare la bestia che è in lui. Ogni elemento, dall'equipaggiamento al walkie-talkie la cui batteria si consumerà nel corso del gioco, è stato scelto per arricchire la narrazione.

Dal punto di vista del gameplay, ci troveremo di fronte a uno stile di combattimento che parte dalle animazioni di Dying Light 1 per evolversi in qualcosa di più crudo, brutale e implacabile, specchio della sua rabbia e sete di vendetta. Anche le armi da fuoco sono state rivisitate: Kyle, a differenza di Aiden di Dying Light 2, è un ex militare esperto, e questo si tradurrà in una maggiore stabilità nel maneggiare le armi, con un rinculo iniziale forte che andrà via via stabilizzandosi a dimostrazione del suo controllo. Il parkour, invece, avrà un feeling più pesante e realistico; all'inizio del gioco sentiremo tutto il peso degli anni di prigionia, con movimenti affaticati e resistenza limitata, ma progredendo recupereremo forza e agilità, sbloccando un potenziale che riflette l'emergere della bestia interiore.

La narrazione seguirà questa trasformazione. La storia di Kyle in Dying Light: The Beast inizia come una missione di vendetta personale contro il Barone, ma, proprio come nel primo gioco, si evolverà in qualcosa di più grande quando si renderà conto di non poter agire da solo e inizierà a formare alleanze. A dare nuovamente voce a questa complessa evoluzione emotiva ci sarà Roger Craig Smith, la cui interpretazione è stata definita fondamentale per catturare ogni sfumatura del personaggio, da una voce inizialmente affaticata e sofferente a una che ritrova progressivamente forza e determinazione.

Vi lasciamo al filmato e ad un set d'immagini: buona visione!