Gate Zero - visto alla gamescom

Gate Zero è uno di quei titoli che, fin dalle prime battute, ha saputo catturare l’attenzione per la sua capacità di unire una cornice narrativa inedita a meccaniche di gioco familiari. Sviluppato da Bible X, studio norvegese autodefinitosi "cristiano", si tratta di un videogioco d’azione-avventura pensato come un ponte tra la tecnologia contemporanea e la narrazione biblica: ambientato in un futuro distopico del 2072, vede protagonista il giovane Max, orfano e figlio di genitori ribelli, il quale scopre una macchina del tempo celata dalla nonna incarcerata per aver posseduto un libro proibito, la Bibbia. Questo dispositivo lo catapulta nell’antico Israele, intorno al 30 d.C., dove esplorerà città riprodotte fedelmente come Gerusalemme e la Galilea, e dove vivrà scene emblematiche della vita di Gesù, oltre ad incontrare figure evangeliche note. Ovviamente non mancheranno le sfide e l'azione: il gioco ci proporrà dilemmi morali e scontri con soldati romani o entità ostili del 2072.
L’obiettivo degli sviluppatori è offrire un’alternativa moderna all’apprendimento biblico, trasformando la Bibbia in un’esperienza ludica e educativa, realizzata con cura storica e teologica e progettata per avvicinare le nuove generazioni ai Vangeli. Insomma, potrete capire come visti gli intenti e l'oggetto del gioco, potesse risultare particolarmente interessante.
MX Video - Gate Zero
Venendo al gameplay, il cuore dell’esperienza risiede nella libertà concessa al giocatore: ogni missione può essere affrontata privilegiando l’azione, la furtività o un approccio più investigativo. Durante la demo ci è stata mostrata una missione che esemplifica bene questo concetto, e che prevedeva l’infiltrazione nella casa di un esattore delle tasse corrotto. Per accedervi, Max aveva a disposizione diverse possibilità: distrarre le guardie con strumenti tecnologici provenienti dal futuro, sfruttare i passaggi alternativi offerti dall’ambiente oppure puntare su un’entrata più diretta.
La componente stealth è valorizzata da numerosi strumenti di distrazione, come il lancio di oggetti o l'interazione con animali, mentre i movimenti fluidi e l'agilità del protagonista permettono di scalare edifici e superare ostacoli, potenziati anche dalla spettacolare abilità dell'“Eon Jump”, attivabile grazie al dispositivo temporale che il nostro eroe porta al polso.
Il mondo di gioco è strutturato come un ampio open world ricco di possibilità di esplorazione e ricostruito con una priorità assoluta per l'autenticità storica: gli sviluppatori hanno spiegato che i villaggi, le sinagoghe e i luoghi sacri sono stati realizzati con l'aiuto di storici e archeologi, offrendo così la possibilità di respirare un’epoca raramente rappresentata nei videogiochi.

Lungo il cammino è possibile raccogliere ingredienti e materiali utili al crafting, con cui migliorare strumenti e armi, mentre l'interazione con i personaggi non giocanti consente di ottenere indizi, missioni secondarie e frammenti narrativi. A questo si lega una modalità investigativa che, grazie alla “vista di scansione”, permette di individuare oggetti fuori dal loro tempo o corrotti dall’influenza di Unify, i quali possono poi essere inviati al futuro per sostenere la resistenza.
Un elemento particolarmente interessante è rappresentato dall’“Emerald”, una dimensione parallela generata dai tentativi di manipolazione temporale di Unify. Qui Max affronta alcune delle sfide più ardue del gioco: dungeon che ricordano i santuari di Zelda, con puzzle ambientali, sequenze platform e combattimenti contro creature deformate dall’energia del tempo, come i lupi Cairos visti anche nel trailer. All’interno di queste sezioni è possibile utilizzare il raggio Eon, emesso dal bracciale, per purificare la corruzione che Unify ha innestato nella linea temporale.

La demo ha mostrato anche la componente narrativa, con personaggi che danno spessore all’avventura. Tra questi spicca lo zio Baruch, un tempo combattente contro l’oppressione romana, ora segnato da una paralisi fisica e spirituale. Il suo arco narrativo conduce fino al celebre episodio evangelico della guarigione del paralitico da parte di Gesù, evento che il gioco reintegra all’interno della lotta contro Unify, determinato a cancellare ogni traccia della predicazione per riscrivere la memoria collettiva. È un esempio di come la storia e la fede vengano intrecciate con la fantascienza, regalando momenti capaci di sorprendere anche chi conosce bene le fonti storiche.
Oltre alle missioni principali, Gate Zero offre anche quest secondarie che consentono di accumulare esperienza, risorse e potenziamenti, indispensabili per far crescere Max e adattarsi a sfide sempre più complesse. L’evoluzione delle abilità non si limita alle capacità atletiche, ma tocca anche le tecnologie temporali e l’arsenale a disposizione, arricchendo progressivamente il ventaglio di approcci possibili.

Il risultato è un’avventura che unisce la ricerca storica alla spettacolarità dell’action-adventure moderno, con un impianto ludico che richiama tanto l’immediatezza delle meccaniche stealth quanto la profondità dei grandi open world narrativi. Gate Zero non si limita a raccontare la storia, ma invita a viverla e difenderla, mettendo il giocatore al centro di una battaglia per la verità che trascende i secoli.
Chiudendo la presentazione, l'impressione che ne ho tratto è quella di trovarmi di fronte ad un progetto ambizioso e coraggioso, capace di proporre qualcosa di diverso senza rinunciare a solide basi di gameplay. L’ambientazione storica, resa con cura e attenzione ai dettagli, unita a un sistema di gioco vario e aperto, lascia intuire un titolo che potrà attrarre sia chi ama i grandi open world sia chi cerca un’avventura capace di intrecciare azione e riflessione. Se le promesse verranno mantenute, Gate Zero potrebbe davvero rappresentare una ventata d'aria fresca nel panorama action-adventure moderno.

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