Ninja Gaiden 4 - provato alla gamescom

Non è esagerato ritenere Ninja Gaiden 4 tra i titoli più attesi dell’imminente autunno/inverno videoludico. La saga conta innumerevoli fan di lunga data e sappiamo che le gesta del ninja Ryu Hayabusa hanno un legame storico e speciale con il marchio Xbox. Frutto della collaborazione tra due team del calibro di Team Ninja e Platinum Games, questo quarto capitolo arriva a dare nuova linfa alla saga dopo oltre un decennio di silenzio (al netto di spin-off e porting vari), e lo fa partendo con la coraggiosa scelta di introdurre un nuovo protagonista, il ninja Yakumo del clan Raven, per quanto l’iconico Ryu Hayabusa abbia comunque un suo ruolo nel gioco.
MX Video - Ninja Gaiden 4
Nonostante le molte innovazioni, Ninja Gaiden 4 si inserisce nella tradizione della saga connotandosi come gioco tecnico ed impegnativo, sicuramente poco adatto a mostrare tutto il proprio potenziale in una demo di mezz’ora. E’ infatti necessario sviluppare una buona dose di memoria muscolare e di esperienza, specie se non si hanno particolari “trascorsi” con la serie, per poter dispiegare veramente il potenziale offensivo di Yakumo, la cui lama è solo il primo elemento costitutivo di mosse speciali e spettacolari combo che da sempre contrassegnano la saga. Inoltre il nuovo protagonista è in grado di accedere ad un suo esclusivo stile di combattimento, assumendo la forma Bloodraven. Questa forma gli consente di forgiare armi attraverso la manipolazione del sangue proprio e degli avversari, generando quindi devastanti attacchi d’area e, una volta riempito l’apposito indicatore, consente di attivare la “Bloodbath Kill”, una sanguinosa mossa finale.
Grande importanza ha anche saper padroneggiare i movimenti del nostro Ninja: una scivolata al momento giusto può risultare determinante per ribaltare le sorti di uno scontro e non vanno tralasciate le abilità da parkour di Yakumo. Ad esempio, nella mia sessione di gioco, ho incontrato momenti di attraversamento fondati sulla capacità del protagonista di correre (per brevi tratti, va da sé) orizzontalmente su pareti verticali. Per restare in tema, non va dimenticato infine che Yakumo dispone del Cavo Caddis, un gadget importantissimo che funziona come un rampino consentendo spostamenti repentini (a patto di poter individuare una superficie adatta per l’aggancio) ed utilizzabile anche in chiave offensiva.

Sono proprio il move-set e la grande agilità del nuovo protagonista a mostrare in maniera tangibile l’apporto di Platinum Games al gioco, proponendo un approccio più action-oriented e dinamico rispetto al gameplay tradizionale, concentrato invece sull’assoluta precisione e tempismo dei colpi (ma anche di una certa “pesantezza” del protagonista), mentre Team Ninja ha mantenuto per sé le sequenze che vedono Ryu come protagonista: non è stato possibile provarle in questa demo, ma pare siano decisamente meno numerose, anche se fondamentali per il dipanarsi della vicenda.
L’atmosfera di gioco mi ha lasciato un’ottima impressione. Ci si muove in una Tokyo proiettata nel futuro, fredda e industriale, dalla quale emergono sporadicamente vestigia del passato. Si potrebbe parlare di atmosfere cyberpunk, ma non immaginatevi il carosello di luci al neon di certe scene di Blade Runner, in Ninja Gaiden 4 l’illuminazione esterna è ridotta ai minimi termini, giusto quel che basta per rendere intelleggibile l’azione (come ogni Ninja che si rispetti, anche il nostro Yakumo ama agire nell’ombra) e quando si passa ad ambienti interni per quel che si è potuto vedere l’illuminazione migliora, ma rimane molto neutra, quasi chirurgica… ed è un bene, perché il gameplay del gioco non concede sconti, né pause per poter ammirare panorami e dettagli!

L’ambientazione non troppo invadente lascia poi campo libero alla spettacolarità delle sequenze di combattimento e ai buonissimi effetti particellari che le accompagnano, sicuramente uno dei punti di forza emersi durante questa prova. A questo proposito va segnalato che visivamente il gioco è molto spettacolare e anche dal punto di vista tecnico (la prova si è svolta su devkit Xbox Series X) c’è di chi essere soddisfatti, dato che il gioco si è mantenuto fluido anche nei momenti più concitati.
A conclusione del percorso previsto dalla demo, impegnativo ma non impossibile, una boss-fight che invece ha messo a durissima prova le mie capacità di neofita del gioco, ma che proprio per questo ha evidenziato quelli che a mio parere sono tratti vincenti del design di Ninja Gaiden 4: penalizzare l’abuso insistito di una certa tecnica (per non parlare del becero button-mashing) per obbligare il giocatore a conoscere e sfruttare tutto il potenziale offensivo e difensivo del protagonista. E’ un obiettivo che si può raggiungere solo al termine di un percorso di apprendimento che sicuramente il gioco completo saprà introdurre in maniera più dolce e graduale, ma che fin da questa prova lascia percepire il grande senso di gratificazione che discende da un combattimento “fatto bene”.

Esco quindi molto confortato da questa prova: il quarto episodio della ninja-saga per eccellenza ci propone un Ninja Gaiden più moderno, probabilmente un po’ più accessibile (il che non è per forza sinonimo di “facile”) e al tempo stesso fedele ai caratteri fondamentali della saga: spettacolare, tecnico e dannatamente gratificante.



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