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Tropico 4
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Recensione - Tropico 4Xbox 360Game

Che siate amanti degli shooters, dei GDR o dei titoli action poco importa: questo è sicuramente un periodo di grande fermento videoludico ed il capolavoro che stavate cercando vi sta probabilmente già attendendo nel vostro negozio di fiducia. Se invece fate parte di quella fetta di utenza, piuttosto esigua nel panorama “consolaro”, maggiormente incline a titoli più riflessivi, potreste trovare in Tropico 4, ultimo sforzo degli studi Kalypso, pane per i vostri denti. Preparativi quindi ad vestire nuovamente i panni di El Presidiente ed a risollevare le sorti del paradiso tropicale di Tropico, trasformando la vostra piccola isola in una potenza economica e militare di livello mondiale.

Il Gioco

L’isola tropicale rappresenta nell’immaginario collettivo un autentico paradiso terrestre, un luogo ideale di svago, relax e divertimento in un contesto paesaggisticamente e naturalisticamente meraviglioso. Certo, il quadro d’insieme visto dall’interno, dal punto di vista delle popolazioni autoctone e delle forze politiche locali, può presentare delle sfumature ben diverse, e può risultare tutt’altro che idilliaco. El Presidiente questo lo sa molto bene; creare posti di lavoro, edificare alloggi decorosi per la popolazione, approntare un solido sistema scolastico e sanitario e, naturalmente, costituire un'efficiente macchina di difesa, indispensabile per difendere i propri confini o per reprimere eventuali sommosse, sono soltanto una piccola parte dei problemi nella gestione di un piccolo stato dall’economia così fragile. In Tropico 4 siamo noi i fautori del destino dell’isola, plasmandolo a nostro piacimento attraverso un titolo gestionale che appare da subito piuttosto complesso e profondo.

Gli aspetti che siamo chiamati a gestire per fondare uno stato finanziariamente solido e politicamente stabile sono davvero molto numerosi e spaziano dall’aspetto meramente economico, con la costruzione di industrie e la destinazione di terreni a colture per il sostentamento dei locali o per la produzione di prodotti destinati all’esportazione, a quello sociale, che vede la ricerca dellla soddisfazione di bisogni e aspettative di determinate categorie di cittadini, per finire poi con quello politico, grazie al quale potremo metterci in buona o cattiva luce dinnanzi agli occhi delle potenze straniere oltre naturalmente a gestire efficacemente l’aspetto legislativo tropicano.

Ad inizio partita la nostra isola è sostanzialmente deserta tranne che per qualche baracca allestita fortunosamente dalla popolazione, e sarà indispensabile iniziare a creare tutte le infrastrutture necessarie allo sviluppo del piccolo stato. Le comunicazioni sono estremamente importanti per consentire ai “tropicani” di spostarsi sull’isola e raggiungere i luoghi desiderati, e quindi la sistemazione di strade e la creazione di garage ove i cittadini possano munirsi di automobili risulta essenziale. La creazione di posti di lavoro è un'altra delle più importanti priorità da fronteggiare, in quanto la creazione di industrie, fattorie o coltivazioni, oltre a soddisfare i bisogni primari dei nostri cittadini, offre la possibilità di rimpinguare le nostre casse attraverso l’esportazione di prodotti locali quali tabacco, zucchero, caffè e frutta esotica. Tali generi, richiestissimi all’estero, fruttano sicuramente un discreto gruzzolo al momento della vendita, ma ancora più introiti riescono a generare se ulteriormente lavorati: via allora con la costruzione di fabbriche di sigari, distillerie o industrie di scatolame. Per poter operare a dovere però questi centri hanno bisogno di manodopera specializzata, dotata di un certo grado di istruzione, e solo con un sistema scolastico sufficientemente strutturato, in grado di formare i futuri lavoratori dalle scuole elementari all’ università, si riuscirà a mandarle avanti senza dover ricorrere a costosa manodopera straniera.

Anche il problema dell’approvvigionamento energetico è piuttosto delicato, in quanto se è vero che gli edifici di base possono essere collocati anche all’esterno dell’area di copertura elettrica, è altrettanto vero che gli edifici più avanzati come appartamenti di lusso o strutture di intrattenimento come stadi o cinema, hanno assolutamente bisogno di energia per funzionare e quindi sorge un altro dilemma: optare per la costosa via ecologica delle centrali eoliche o buttarsi su forme dall’impatto ambientale più rilevante come le centrali a carbone o addirittura sul nucleare? La scelta non è banale, anche perché propendere per l’una o per l’altra ci pone anche di fronte ad un altro scenario da valutare attentamente, quello della politica interna e della soddisfazione delle diverse correnti di pensiero dei nostri cittadini. Le ideologie diffuse sull’isola sono piuttosto variegate e tra comunisti, religiosi, capitalisti e ambientalisti, solo per citarne alcune, c’è davvero da lavorare parecchio per cercare di accontentare tutti, o per lo meno per non scontentare troppo qualcuno. Arrivando ad esasperare troppo una determinata fazione si rischierebbe infatti di spingerla verso la pericolosa via della protesta, che potrebbe sfociare nell’occupazione delle nostre strutture produttive, con forte danno all’economia o, ancora peggio, verso una vera e propria rivoluzione. Un buon leader potrebbe scegliere quindi di assecondare i voleri delle folle, costruendo chiese se richiesto, emanando leggi anti-inquinamento per i “verdi”, eccetera; ma un vero dittatore che farebbe? Metterebbe in piedi un potente e numeroso esercito per far rispettare col pugno di ferro le proprie regole, soffocando rivolte e tafferugli nel sangue.

Amore

Un gestionale profondo e appagante

- Finalmente anche su console, in barba alla diffusa tendenza di questa generazione a presentare giochi con un approccio sin troppo “easy” e semplificato, approda un gestionale molto, molto curato, coinvolgente ed impegnativo, che mi ha riportato indietro nel tempo agli anni in qui su PC giocavo a Sim City 2000. Industria, turismo, istruzione, criminalità, sanità, catastrofi naturali, davvero non manca nulla. Una gestione così particolareggiata dei numerosi aspetti della vita di uno stato, che non ne colga solamente gli aspetti puramente economici ma che ne vada anche a descrivere il lato politico, con la necessità di formare ministri per coprire le diverse cariche necessarie ad emettere leggi che ne possano migliorare lo stato di “salute”, lo rendono ancor più affascinante, avvincente ed unico. Le variabili da bilanciare oculatamente sono davvero molto numerose ed il tasso strategico richiesto per avere successo molto elevato.

Atmosfera

- Questo è forse l’aspetto che più m’ha colpito e spiazzato in Tropico 4. Gli sviluppatori sono riusciti a creare qualcosa che va ben oltre il semplice titolo gestionale, sono riusciti a dargli un’ anima ed un carattere ben definito. L’idea di trovarsi alle prese con i problemi di un'isola centro americana (ed i riferimenti a Cuba certo non mancano), con una popolazione molto incline alla rivoluzione, diverse correnti ideologiche contrapposte e la costante, quasi opprimente presenza delle superpotenze russe ed americane è sempre molto, molto forte. Davvero molto gradevole che il gioco punti molto sull’individualismo di ogni singolo cittadino: ognuno ha un nome e un cognome, un lavoro, una corrente ideologica, un'opinione del proprio presidente, non è solo un numero sulla tabella delle statistiche.

Melodie tropicali

- Come sempre l’aspetto legato all’audio aiuta moltissimo ad immergersi in un titolo, ed anche sotto questo aspetto Tropico 4 non delude presentando una colonna sonora azzeccatissima (composta forse da un numero un po’ esiguo di tracce), che sembra volerci trasportare, a bordo di un vecchio taxi, tra le colorate strade dell’Avana, con l’odore di un buon sigaro a riempirci le narici ed il sapore di rum sulle labbra. Prepotentemente latino anche l’ottimo lavoro di doppiaggio, che si amalgama alla perfezione con il resto del comparto fonico.

Odio

Interfaccia invadente

- Durante le partite capita spesso di ricevere offerte o richieste dai nostri cittadini o suggerimenti dai nostri consiglieri: questi vengono visualizzati sulla destra dello schermo con degli avvisi molto appariscenti. Finchè questi avvisi sono uno o due non vi sono grossi problemi, ma se il loro numero comincia ad aumentare la parte destra dello schermo viene praticamente oscurata, creando non pochi fastidi dato che l’area di visibilità della mappa viene dimezzata. Più di una volta sono stato costretto a rifiutare un compito addizionale, che pur m’avrebbe fatto comodo, per evitarmi questa seccatura. Un vero peccato.

Tiriamo le somme

Ottima prova per gli studi Kalypso, che con Tropico 4 riescono a bissare il successo del predecessore regalando agli appassionati del genere un altro titolo imperdibile. I futuri aspiranti statisti sono avvisati. Preparate pure le valigie, quest’inverno lo passerete avvolti dall’irresistibile calura tropicale.
8.5

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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