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Raji: An Ancient Epic

Recensione - Raji: An Ancient EpicXbox One DigitalGame

Il piccolo studio Nodding Heads Games debutta con la drammatica avventura platform Raji: An Ancient Epic, ispirata alla cultura e ai miti indiani e, ovviamente, realizzata totalmente in India. Leggete la nostra recensione per capire se il gioco si sia confermato la gemma che promette di essere.

Il Gioco

Questa volta è dalla lontanissima India che ci arriva un altro gioco preceduto da lodi e premi, ricevuti durante le anteprime in cui è stato presentato. Raji: An Ancient Epic è l’opera prima di Nodding Heads Games, un piccolissimo team con sede a Pune, nello stato federato indiano del Maharashtra. Un gruppo di otto sviluppatori appassionati, con l’obiettivo dichiarato di creare giochi di alta qualità che riflettano storie, miti e tradizioni del subcontinente indiano. In effetti, Raji: An Ancient Epic centra perfettamente il loro obiettivo perché è un’avventura che attinge a piene mani dai testi mitologici indiani per immergerci nel folclore indù e balinese. Non solo, il gioco è stato graficamente sviluppato basandosi sullo stile dei dipinti Pahari e con un'ambientazione ispirata al Rajasthan medievale. Insomma, un progetto dal sapore esotico ed estremamente affascinante.

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La storia racconta la vita di Raji, un’artista circense da strada e del fratello Golu. La loro è una vita semplice, interrotta bruscamente il giorno del Raksha Bandhan, la festa dell’amore e dei doveri tra fratelli e sorelle, durante la quale le sorelle legano un filo sacro sul polso del fratello, pregando per il suo benessere ed il fratello promette di prendersi cura della propria sorella in ogni evenienza. Durante una loro esibizione, i demoni ultraterreni guidati dal malvagio Lord Mahabalasura, attaccano il villaggio massacrando tutti tranne i bambini, che vengono rapiti. Quando Raji cerca di difendere Golu, viene colpita e creduta morta. Al suo risveglio scopre che il suo fratellino è scomparso insieme al resto dei bambini. Determinata a salvare Golu, rispettando così la promessa del Raksha Bandhan, Raji prega Durga, dea della guerra, che le concede un'arma sacra e la incarica di salvare i bambini e il mondo stesso minacciato dai demoni.

MX Video - Raji: An Ancient Epic

Il gioco si sviluppa e procede grazie alla costante narrazione fuori campo delle divinità induiste Durga e Vishnu. Narrazione che, da un lato, serve a dare informazioni utili al gioco e, dall’altro, ha lo scopo di calare il giocatore nella storia e nella cultura indiana. Raji: An Ancient Epic è un’avventura d’azione platform molto lineare che si affronta gestendo lo spostamento del nostro personaggio con pochi movimenti base e utilizzando un sistema di combattimento anch’esso limitato per quanto riguarda i comandi. Essendo il gioco controllato da una telecamera fissa ci troveremo persino ad aver lo sticker analogico destro senza nessun comando associato e libero, per certi versi, di darci fastidio. All’inizio abbiamo in dotazione una lancia tridente Trishula e l’arco Sharanga ma, da subito, ci verrà insegnato come utilizzare le doti acrobatiche di Raji per creare attacchi combo in grado di aumentare i danni sui nemici. Abbiamo in dotazione anche due tipi di sfere magiche, una monouso che genererà un effetto devastante, scagliando meteore e scariche elettriche sui nemici presenti in un’area circoscritta e l’altra in grado di sbloccare le abilità delle armi. Queste sfere possono essere trovate sul nostro percorso, oppure nascoste in camminamenti laterali ed aree segrete. Il risultato è che, comunque, il sistema di combattimento risulta abbastanza semplicistico: schivata, attacco leggero e pesante per ogni arma. Quello che in parte rende gli scontri più variegati e dinamici sono gli attacchi combo acrobatico-ambientali. Per esempio, combinare in rapida successione una piroetta intorno ad un palo con un attacco, per ottenere scariche elettriche sui nemici vicini. Oppure, saltare su un muro e ricadere velocemente a terra mentre si usa un pulsante d’attacco per devastare un’intera zona. Ma non aspettativi facile divertimento, perché la telecamera fissa non agevola per niente la precisione delle nostre azioni, vanificando così moltissimi vostri tentativi. In ultimo, quando un nemico sta per morire, premendo un tasto potremo dargli il colpo di grazia che attiverà delle mini “glory kill” diverse per ogni arma che staremo usando.

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Ma le meccaniche di gioco di Raji: An Ancient Epic non sono fatte solo di combattimenti. Come pausa alla frenesia delle battaglie si alternano dei mini puzzle che, giusto per mantenere il legame culturale, si ispirano ai Mandala: opere d'arte geometriche solitamente rotonde, proprie dell'induismo e di altre religioni, che dovremo assemblare per poter proseguire il gioco.

Nodding Heads Games ha costruito il mondo di Raji completamente in 3D e, complice anche la visuale larga della telecamera, l’effetto è una prospettiva isometrica che dona ad ambienti e paesaggi molta profondità e vastità, stimolando nel giocatore la voglia di esplorare questa versione antica dell'India. Sia chiaro, il gioco non è un open world ma, il suggerimento per godersi più a lungo il gioco è di esplorare tutte le aree. Anche perché, nonostante siamo di fronte ad un’opera a basso budget, che non ha permesso loro di raggiungere significativi risultati grafici, Raji: An Ancient Epic ha nel visual design un punto di forza, essendo riuscito ad usare colori e disegni per ricreare e miscelare perfettamente le architetture del Rajasthan e l’arte popolare indiana.

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Per attraversare i sei livelli che compongono il mondo di Raji vi ci vorranno dalle 5 alle 7 ore e, per quanto riguarda la localizzazione, il tutto avviene con il supporto dei soli sottotitoli in italiano.

Amore

Che voglia di India!

- Di per sé la storia del gioco non è irresistibile ma, se c’è un obiettivo che questo gioco è sicuramente riuscito a raggiungere, è generare interesse per approfondire la cultura, la storia e la mitologia indù. Tutta l’avventura di Raji è intrisa di riferimenti e di tracce sparse a piene mani che sicuramente stimoleranno le nuove generazioni di giocatori a cercare di saperne di più.

Un ricco visual design

- La bellezza del visual design che ci accompagna per tutto il gioco è il frutto di un sapiente lavoro a mano che riproduce antichi murales, palazzi illuminati, arredi decorati alla perfezione e viste mozzafiato sulle città medioevali. Il tutto per mezzo di un ricco stile pittorico caratterizzato da un uso vigoroso dei colori primari, usati in maniera fantasiosa ed elegante. Anche per le cut-scene, in cui gli Déi del gioco narrano la storia, viene utilizzato un disegno particolare che, con immagini 2D, mescola lo stile del teatro delle ombre con quello delle marionette da strada.

Colonna sonora ispirata

- La musica e gli effetti sono sonori di Raji: An Ancient Epic sono la ciliegina sulla torta. Il sitar, il flauto, ma anche i tipici strumenti a percussione, gli archi ed i campanellini delle cavigliere contribuiscono a dare al gioco l’autentico sapore indiano.

Odio

Telecamera fissa

- Scelta strana, o forse obbligata, quella fatta dai ragazzi indiani della Nodding Heads Games di usare una telecamera fissa che si adatta in automatico a seconda del contesto. Questo va bene fintanto che ci troviamo in spazi ampi ad ammirare paesaggi e città da lontano. È pessima però a distanze ravvicinate e nelle fasi platform dove, per ottenere l’agilità e la precisione che servono per saltare da un punto ad un altro, il controllo da parte del giocatore è fondamentale. Non si contano gli errori in alcuni passaggi molto semplici, dove l’impossibilità di capire la distanza è fatale. Lo stesso dicasi in alcune fasi di combattimento in cui non si capisce quanto lontani siamo per saltare sul muro o intorno al palo in modo da far scattare la giusta combo.

Problemi tecnici

- Nonostante Raji: An Ancient Epic non debba gestire una qualità grafica elevata, il gioco non è fluido. Una serie di bug che bloccano alcuni passaggi, texture non precise e un frame rate altalenante, mettono in risalto la non maturità del prodotto.

Tiriamo le somme

Raji: An Ancient Epic è un’opera ispirata che non ha la pretesa né di essere rivoluzionaria, né di introdurre novità nel genere a cui appartiene. Il gameplay è a tratti divertente, ma risulta meccanicamente mediocre. Ha il pregio di aprire una finestra sulla cultura indiana e lo fa disegnando bellissimi ed evocativi scenari, con il non occulto intento di farcene innamorare.
6.5

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L'autore

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Amante degli animali, tecnologo, videogiocatore da sempre, passa dai Laboratori di Ricerca in Biologia Molecolare alle Multinazionali IT Americane nei gloriosi anni ‘90. La giornata perfetta: un paio di Martini molto secchi, Frank Zappa nelle orecchie, 3-4 ore divise tra Doom e Half-Life e al fianco la sua "ferocissima" bassottina a pelo duro.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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