Recensione - Bug Fables: The Everlasting Sapling
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco

Quando non siamo è in aree neutre come città o fattorie, ci troviamo ad attraversare zone e dungeon pieni di nemici, che altro non sono che insetti e altri animali minuscoli che popolano le zone circostanti. Sta però a noi decidere se affrontarli o aggirarli, tenendo presente anche che i nostri eroi non si ricaricano da una battaglia all'altra e bisogna quindi tener d'occhio le risorse come salute e pozioni a disposizione. Naturalmente ogni nemico abbattuto ci regala XP, necessari per salire di livello e potenziarci, quindi riemerge il classico dilemma di questo tipo di giochi: affrontare un nemico potente per potenziarsi anche al rischio di fallire, o meglio evitarlo per evitare una morte prematura?
MX Video - Bug Fables: The Everlasting Sapling
Il sistema di combattimento del gioco ha a sua volta radici nei classici JRPG a turni, e più precisamente in Paper Mario: durante i combattimenti ci alterniamo ai personaggi nemici facendo agire in sequenza i nostri personaggi, concatenando azioni di attacco, poteri speciali, mosse evasive o l'attivazione di pozioni per recuperare salute o mana. Per ogni azione impostata c'è un tiro di dadi virtuale che ne determina il risultato, ma con una variabile aggiuntiva: alcuni attacchi, infatti, richiedono il giusto tempismo nella pressione di uno o più tasti per raggiungere la massima efficacia, aggiungendo così un piccolo minigioco simil-musicale ad un sistema dove la velocità e il tempismo non sono mai stati di casa.

Oltre all'umorismo del gioco, spicca soprattutto lo stile e l'efficacia con cui gli sviluppatori hanno realizzato i mondi di gioco, caratterizzando anche i personaggi "bidimensionali" (come in Paper Mario, infatti, i personaggi sono rappresentati come silouhette di carta che, se viste lateralmente, risultano avere lo spessore di un foglio) che hanno mosse di combattimento abbastanza naturali come il pungiglione boomerang dell'ape Vi. Una formula di combattimento e di esplorazione semplice, occasionalmente resa più variegata da qualche sezione platform, piccoli puzzle e sezioni boss. La limitata varietà inizia a pesare col passare delle ore, con il gioco che non riesce ad offrire più mordente alle 20 ore e passa della campagna. Come già accennato, c'è purtroppo da segnalare l'assenza totale della lingua italiana, che quindi nega a chi non comprende l'inglese di godersi gli spassosissimi dialoghi del gioco.

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