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Ghost Recon 2: Summit Strike
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Recensione - Ghost Recon 2: Summit StrikeXboxGame

Tra pochi anni il mondo sarà dilaniato dalle crisi: gli attacchi terroristici si susseguono in modo quasi naturale, e le zone calde del medio oriente sono ormai divenute bollenti. Per combattere questa situazione fu creato un gruppo di soldati pronti a tutto, addestrati all'uso di armi tecnologiche e al combattimento in zone ostili. La più grande particolarità di questi gruppi è... che non esistono. Sono i Ghost, di cui voi prenderete il comando nell'ultimo videogioco che ha l'onore di portare il fregio "Tom Clancy's".


La nuova espansione di Ghost Recon 2 si preannuncia interessante, anche se non priva di difetti. Cosa aspettate a leggere?

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Briefing
Per capire meglio l’essenza stessa di questa "espansione" ci necessita un analisi completa di tutti gli episodi della saga sin ora pubblicati, in particolar modo il primo ed il secondo. Ghost Recon non era un semplice gioco, era un capostipite, era il gioco di guerra per eccellenza, simulativo in modo esasperante. Il primo episodio della saga ha appassionato moltissimo i giocatori, sin da prima dell’uscita su Xbox. Già il nome di Tom Clancy bastava per vendere un videogioco, e se a questo si affiancano un struttura simulativa ben congeniata ed un gameplay vario e non lineare, allora si poteva urlare al capolavoro. L’unica pecca? Il genere non era molto appetibile per i casual gamer così come l’alto livello di difficoltà, e quindi seppur le vendite siano state ottime, non hanno interessato una larga fascia di consumatori. Stesso discorso per la sua espansione, Island Thunder, tutto sommato un valido acquisto ancora oggi.

Le cose sono cambiate con l’uscita del secondo episodio. Ghost Recon 2 introduce , come sua innovazione principale, l’utilizzo di una seconda visuale da dietro le spalle che si affianca alla classica soggettiva. Ovviamente si è tentato di migliorare il livello di dettaglio e la struttura dei livelli, riuscendo a ricreare situazioni di guerra praticamente perfette e realistiche in tutto e per tutto. Purtroppo nel tentativo di aggiornare il gameplay per i fan dei giochi di guerra arcade, sono stati raggiunti tanti piccoli compromessi non riuscendo più a gestire l’essere realistico del titolo. Tra gli sbagli più gravi non possiamo non citare ad esempio l’ I.A. degli alleati tarata male e l’introduzione delle missioni in solo. Per tutto il gioco infatti scoprirete che, al contrario di molti titoli, non è consigliabile mandare allo sbaraglio i propri compagni ma è necessario combattere in prima persona. Questa peculiarità, unita all’enorme mole di nemici, molti dei quali compaiono dal nulla come in uno sparatutto arcade qualsiasi, lo rende un titolo ancor più ostico per i fan del gioco originale "duro e puro".

Inoltre il sistema di ordini mutuato dalla serie Rainbow Six mal si adatta alla struttura un tempo strategica del gioco. Molto buona invece l’idea dei comandi vocali da impartire via comunicator , mantenuta anche in questa espansione e che permette un livello di immersion enorme. Ma bando ai ricordi, abbiamo un gioco da sviscerare sino all’ultimo pixel, quindi ora che tutti hanno bene in mente l’evoluzione della serie, meglio pensare all’ultimo capitolo, ovvero l’"espansione" Ghost Recon 2, Summit Strike.

Missione
Ghost Recon 2: Summit Strike è una espansione che, è bene ricordarlo, non necessita del gioco originale per funzionare, quindi in sede di recensione richiede di un duplice sguardo, uno che lo consideri solo una mera aggiunta ed uno che la consideri come un gioco vero e proprio. Sotto il primo aspetto, Summit Strike non può di certo definirsi deludente. Sono state approntate per l’occasione 11 nuove missioni e diverse modalità multiplayer che usano le ambientazioni delle suddette missioni come sfondo. Nonostante le mappe siano mere aggiunte al gameplay non proprio perfetto dell'episodio originale, le modalità multiplayer sono davvero varie, seconde per numero solo a quelle presenti in Halo 2. Ovviamente, come tutto il gioco, le nuove mappe sono permeate di quella atmosfera a metà tra realismo sfrenato ed arcade che le rende complicate ed inutilmente frustranti. Ma le analizzeremo in seguito nel dettaglio.

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Esaminando il gioco sotto il secondo aspetto, ossia come titolo a sè stante, lo troveremo deludente, inutile e frustrante, ma è improduttivo fare di tutta l’erba un fascio, quindi continuate a leggere. Il primo impatto con il gioco è un misto di emozione e delusione, il motore grafico non sembra migliorato rispetto al precedente episodo e, seppure questo non sia un problema nelle partite in singolo, quando ci si ritrova a giocare in split-screen il gioco scatta vistosamente. Inoltre nel mupltiplayer viene disabilitato l’antialiasing, cosa che non ci si aspetta di certo da un titolo Xbox. Detto questo, il livello grafico non scende però vistosamente nelle partite online, si consiglia quindi agli utenti Live di godersi questa modalità nel pieno delle sue possibilità. Nota di colore particolarmente evidente, sono gli effetti particellari ed aquatici, in antitesi con il resto del comparto grafico e realizzati magistralmente. A livello sonoro il gioco è in perfetta concordanza con la grafica, le musiche sono poche ed usate fino alla noia, in particolare quella nel menù principale. Le voci dei personaggi sono anch’esse banali e ripetitive, e seppure all’inizio aumentino l’immersione, nella seconda missione sarete tentati di settare l’Xbox in tedesco. Bellissimo il doppiaggio completamente in italiano come da tradizione ubisoft, ma ci si aspettava di più visti i risultati ottenuti col primo episodio sotto questo aspetto. Il punto peggiore di tutto questo però è il gameplay. Gli sviluppatori avrebbero potuto impegnarsi di più ed eliminare almeno i problemi del gioco, invece di fare una fotocopia di Ghost Recon 2. E’ vero , direte voi, ma è solo una espansione. Ed è qui che vi sbagliate, quando hanno deciso di far funzionare il gioco anche senza l’originale, dovevano pensare al confronto, non basta confezionare delle nuove mappe per abbindolare il giocatore medio.

Campo di battaglia
Il design dei livelli invece è straordinario , i ragazzi di red storm sono riusciti a creare delle mappe che si adattano sia alle modalità multiplayer che a quella in singolo, se la grafica fosse solo un gradino più in alto gli scenari sarebbero praticamente perfetti. Unica pecca la scarsa interattività con gli scenari e gli oggetti che li popolano. Il tutto è stato ovviamente confezionato con gli stessi editor usati per Ghost Recon 2, per cui avrete un costante senso di deja-vu, ma in questo frangente non ha importanza, perché Summit Strike è fortemente consigliato a chi non ha mai provato il gioco ed ha voglia di farlo, per via del suo prezzo ridotto (di soli 29 Euro) e per la sua somiglianza a Ghost Recon 2. Un esempio lampante di come sia il gioco nel suo insieme lo potrete avere provando la seconda missione. Gli obiettivi sono piuttosto semplici: vai verso ovest, distruggi i missili antiaerei, vai vero nord ed espugna la base nemica. Appena arrivati alla base le opzioni sono due, entrare, prendere a colpi di bazooka i veicoli ed ammazzare tutti. La seconda opzione comprende una esplorazione perimetrale della base, così facendo troverete delle brecce nella recinzione, dove potrete utilizzare un approccio stealth. Il problema è che il gioco, per un bug ridicolo, se si opta per la prima opzione si blocca e non riesce a farci proseguire. Dovrete quindi necessariamente portare a termine gli obiettivi nell’ordine predefinito, e ciò mina enormemente il gameplay e la struttura delle mappe realistica ma semplice. Le cose cambiano radicalmente nella modalità Lupo Solitario, realizzata bene, ma irrealistica (1 contro 50?) e difficile. I comandi sono gli stessi di Ghost Recon 2, senza alcuna variazione o miglioramento.

I nuovi livelli inseriti nel gioco sono 11 e possono essere giocati sia in modalità campagna che missione, ovvero svolgendoli uno alla volta in qualsiasi ordine si voglia e con una serie di possibili personalizzazioni agli obiettivi da portare a termine. Questa modalità è molto utile e riesce ad eliminare la frustrazione causata dalla modalità campagna. Le 11 mappe che giocherete in single player sono le stesse della modalità multiplayer, il che rovina parzialmente la modalità multiplayer, l’unico punto veramente ben riuscito del gioco. Fortunatamente, se non vi dà fastidio l’aliasing, potrete anche giocare le missioni in cooperativa con 3 amici, sia in schermo condiviso che in system link ed anche online. Le modalità missione sono ben realizzate: come non citare la modalità Elicaccia, in cui armati di lanciamissili dovrete contrastare orde di elicotteri nemici. Ovviamente sono disponibili anche modalità più semplici, leggi Re della Collina, rielaborate per l’occasione.

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Ritorno alla base
Ghost Recon 2: Summit Strike è l’espansione di un buon gioco, che ha avuto successo per lo più tra i fan del genere. Non stupisce né graficamente né al livello di gameplay, accontentandosi di essere un titolo nella media. Riponiamo tutte le nostre speranze in Ghost Recon: Advanced Warfighter.


Ringraziamo Ubisoft per la collaborazione.
7.4

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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