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Albedo: Eyes From Outer Space

Recensione - Albedo: Eyes From Outer SpaceXbox One DigitalGame

L'italianissimo Albedo: Eyes From Outer Space è un'avventura in prima persona che miscela puzzle complessi e azione al cardiopalma con una presentazione che ricorda molto i film di fantascienza anni '60. Insomma, tante idee originali e grande potenziale per un gioco sviluppato quasi interamente da una sola persona; vediamo insieme con quali risultati.

Il Gioco

Senza troppe presentazioni, il gioco ci mette subito nei panni del protagonista John T. Longy, guardia notturna in un laboratorio segretissimo che conduce ricerche ed esperimenti misteriosi. Una sera John finisce per bere un po' troppo e inizia a barcollare, ma stranamente non c'entra l'alcool: un'improvvisa esplosione fa crollare diverse aree, facendo finire il protagonista nei reparti più strani dell'edificio e costringendolo a risolvere enigmi e misteri mentre cerca di capire che sta succedendo. Albedo è alla base è strutturato come un'avventira punta e clicca nonostante la visuale e il gameplay in prima persona: John infatti si trova solitamente in stanze piuttosto piccole con diverse possibilità di interazione. Una porta bloccata, un ascensore da azionare, un'apertura sul soffitto da raggiungere... c'è sempre qualche enigma in ballo, e c'è da spremersi le meningi fin da subito.

Anche l'interfaccia di gioco sembra quella di un'avventura grafica riadattata a una visuale FPS: il movimento e lo sguardo sono gestiti come sempre dalle levette analogiche, ma per interagire con gli oggetti bisogna selezionarli e scegliere un'opzione. A seconda del loro tipo, i tipi di interazione possono essere tanti: la combinazione con qualche altro elemento, la possibilità di lanciarli (se non pesano troppo) o addirittura consumarli se si tratta di cibi e bevande. Tutte queste opzioni vengono messe prima o poi a frutto, e combinare al meglio tutti gli elementi a disposizione è la chiave (l'unica, per altro) per il successo. Creare meccanismi improbabili unendo oggetti vari, usare corde o pesi per togliere barriere, lanciare oggetti per distrarre i mostri... aspettate un momento, mostri? Ma che succede in questa base?

Ben presto diventa evidente che gli esperimenti svolti alla base non c'entrano con la scienza come la intendiamo noi, ma con qualcosa di molto più oscuro e pericoloso. Fin da subito infatti ci si ritrova a contatto con bizzarre creature che in alcuni casi possono essere abbattute (a mani nude o con qualche oggetto trovato, come per esempio martelli o armi da fuoco), e purtroppo per il giocatore si tratta sempre di esseri ostili che non è sempre possibile abbattere; a volte bisognerà aggirarli con degli stratagemmi collegati a veri e propri enigmi. Ma non ci sono solo i nemici strambi ad indicare che qualcosa in questa base non quadra, anche molti oggetti che troviamo nel corso dell'avventura ci fanno capire molte cose. Come ad esempio un bizzarro rilevatore temporale che può analizzare delle aree prevedendone il futuro, aiutandoci così nella risoluzione di alcuni degli enigmi più tosti visto che ci permette di sbirciare il risultato finale anche se capire come arrivarci sta comunque a noi.

MX Video - Albedo: Eyes From Outer Space


Man mano che la storia di Albedo: Eyes From Outer Space procede ci si trova davanti ad ogni tipo di situazione: enigmi complessi, sezioni platform, sfide di abilità o a tempo, combattimenti dove conta soprattutto la furbizia piuttosto che la forza bruta, esplorazione pura... c'è tutto e di più, unito poi ad elementi come la combinazione degli oggetti o il backtracking presi in prestito dalle classiche avventure grafiche. E' quindi più che possibile morire, ma un sistema di salvataggio libero permette al giocatore di tornare in ogni momento a qualunque punto desiderato. Una feature utile anche per certi enigmi complessi, dove tornare alla situazione di partenza è forse preferibile rispetto al dover ricostruire tutto, situazione che si verifica soprattutto nei puzzle che prevedono qualche tipo di minigioco dove si devono collegare circuiti, tubi, e così via.

L'aspetto fantascientifico traspare anche dal look del gioco, che va a nascondere una grafica non eccelsa (ma che comunque si fa rispettare, assieme a un buon motore fisico ed effetti luminosi interessanti) con filtri e scelte di design che richiamano pesantemente lo stile dei B-movie di fantascienza anni '60. Se non ci si blocca per troppo tempo con qualche enigma, Albedo: Eyes From Outer Space è completabile in 4-5 ore ma una lunga serie di obiettivi secondari può spingere i giocatori ad esplorare il mondo di gioco a fondo ed eventulamente rigiocare alcune aree. Accenniamo infine al fatto che, nonostante il gioco sia una produzione italiana, non è presente il doppiaggio italiano (solo inglese americano e britannico, curiosamente), mentre c'è ampia scelta nella lingua dei sottotitoli, tra cui anche la nostra.

Amore

B-movie, che passione!

- Si vede che l'autore di Albedo: Eyes From Outer Space ha una passione per i B-movie anni '60, perché questo titolo trasuda quei colori strani, quel tipo di design dei mostri, quel livello di assurdità generale della trama, offrendo un tipo di feeling che ben pochi videogiochi hanno mai offerto. Non potendo competere con la fedeltà grafica di titoli tripla-A dal budget quasi illimitato, si è giustamente deciso di offrire uno stile unico e originale, ed è stata una scelta saggia e molto ben riuscita.

Avventura grafica nel bene...

- Questo originale titolo italiano non è un salto indietro nel tempo soltanto per quel che riguarda lo stile grafico, lo è anche nel gameplay. Nonostante la visuale in prima persona, quasi tutto il gioco lo si passa a risolvere enigmi di stampo punta e clicca con oggetti da combinare, lucchetti da aprire, oggetti da raggiungere attraverso fantasiosi enigmi e così via. Il livello di sfida sa essere piuttosto alto, mettendo alla prova l'acume dei giocatori come pochi altri puzzle game moderni ed offrendo in cambio un gran senso di soddisfazione quando si va finalmente a completare un enigma difficilissimo. Alle difficoltà più basse è addirittura possibile saltare le sfide più complesse, evitando che i giocatori meno abili si blocchino: una bella trovata.

Odio

...e nel male

- Albedo: Eyes From Outer Space si porta però dietro anche tutti i cliché e lati negativi delle avventure grafiche. Backtracking massiccio specie se il giocatore si è perso qualche elemento, enigmi spesso e volentieri dalle soluzioni abbastanza surreali, una forte e quasi esasperante componente di trial and error, la possibilità di riempire l'inventario di oggetti che alla fine dei conti risulteranno essere inutili... elementi che speravamo di non vedere ai giorni nostri ma che qui tornano di prepotenza.

Realizzazione scarsa

- Se da un punto di vista grafico si può capire i limiti dell'engine, del budget e della manodopera (ricordiamo che il gioco è stato sviluppato quasi interamente da una persona sola), i problemi tecnici e di giocabilità sono più difficili da mandare giù. Un frame-rate ballerino, un gameplay rigido e a volte piuttosto impreciso, un'eccessiva fiducia degli enigmi nel motore fisico che non sempre funziona come dovrebbe. Ma l'aspetto peggiore sono i comandi, che risultano essere inutilmente complicati e scomodi, andando a frammentare un ritmo già basso a furia di sbagliare comandi, anche a causa di diversi bug nella gestione degli input direzionali (soprattutto nei menu e nei minigiochi). Urge qualche patch.

Tiriamo le somme

Albedo: Eyes From Outer Space è uno degli esempi più lampanti di medaglia a due facce. Da una parte c'è un concetto unico ed affascinante: un misto di puzzle game, FPS e avventura grafica in salsa sci-fi anni '60, con tanti elementi di gioco fantasiosi, stile da vendere, atmosfere ben riuscite ed enigmi tosti, nello stile dei videogiochi di qualche decennio fa. Dall'altra parte troviamo una serie di limiti tecnici, di design e di gameplay che rendono il titolo davvero faticoso da godersi al meglio, tra comandi imprecisi e scomodi, enigmi che richiedono backtracking e soluzioni improbabili che vanno ad oscurare molto i pregi del gioco. Chi è alla ricerca di un titolo originale capace di offrire una sfida notevole, può comunque trovare in Albedo: Eyes From Outer Space un gioco che merita una prova, ma ci sono fin troppi problemi per poterlo consigliare ai più.
6.7

Recensione realizzata grazie al supporto di Merge Games e Xbox.


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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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