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Halo 5 e Hunt the Truth: la traduzione dell'Episodio 10

Mentre nella MondoXboxcaverna abbiamo iniziato a giocare ad Halo 5: Guardians per potervi fare avere la nostra recensione il 26 ottobre, continuiamo a proporvi le traduzioni delle indagini del giornalista Benjamin Giraud sui segreti dell'ONI e le origini di Master Chief. Eccovi quindi il decimo episodio, proposto sempre in collaborazione con i ragazzi di 17K Group che ringraziamo nuovamente. Buona lettura!


Elenco traduzioni precedenti:


Il neoeletto senatore Andrew Del Rio non perde tempo nel trasformare Biko in una campagna anti-Chief, ma le notizie provenienti dalle Colonie Esterne raccontano una storia completamente diversa. E con la verità sul programma Spartan ormai sul punto di esplodere, fin dove si spingerà l'ONI per seppellirla?

Episodio 10 - Ordine Restrittivo


Ascoltare e aspettare. Questo è ciò che fai quando aspetti nel buio e quando hai sparato ogni colpo che avevi contro il mostro, nascondersi nel buio è l’unica cosa che puoi fare.

Benjamin: Mille-uno, mille-due, mille-tre...

Sin da quando avevamo violato la conferenza dei senatori ero rimasto ad ascoltare e ad aspettare, sperando che la mia testimonianza trovasse le orecchie giuste, spaventato all’idea che l’ONI potesse trovarci prima, seduti qui nelle ombre. Non sapevo dove finisse l’ONI e iniziasse il resto del mondo, ed era proprio questo non sapere a tenermi in piedi, perché anche se fossimo riusciti a mandare a segno un colpo letale, l’unica cosa che potevamo fare era rimanere a guardare emergere qualcosa, ma finora la superficie era calma. L’unica cosa di cui ero sicuro era che Mishak non si era mai fatto vivo. Ogni giorno da allora era stato fastidiosamente silenzioso e ogni notte i miei dubbi si facevano più scuri, immaginando scenari con esiti sempre inquietanti. Che cosa avevo fatto? FERO e Petrovski avrebbero potuto cavarsela da soli, ma se l’ONI avesse cercato Mishak sarebbe stata colpa mia! E ora sarebbero venuti a cercare me! Ero rimasto nascosto qui per giorni, la notte portava incubi quindi smisi di dormirci, la notte lavoravo e tenevo il display meno luminoso possibile, solo il mio contatto sapeva che io fossi lì e volevo che le cose rimanessero in questo modo. Questo posto era tutto cemento e angoli oscuri, memorizzai i suoni che faceva l’edificio: la brezza che correva lungo le scale, il rumore del sistema di ventilazione che si disattivava, il passo dei topi fra le pareti. Qualunque altro suono e avrei disattivato il mio display, mi sarei nascosto sotto una finestra e avrei aspettato fino a quando i suoni non fossero tornati normali. Poi avrei contato fino a 100 e sarei tornato al posto. Non avevo mai abbandonato il protocollo una singola volta, fino a stanotte. Con la tempesta che pulsava sul soffitto, urlando attraverso il sistema di ventilazione, ero effettivamente assordato, CHIUNQUE avrebbe potuto raggiungermi senza farsi notare. Tutti i muri sembravano rieccheggiare e tutti gli angoli sembravano prendere vita, venire verso di me attraverso la stanza e… Cercai di ricordare a me stesso che se qualcuno dovesse arrivare, una volta attivato il cavo a innesco avrei avuto 5 secondi per nascondermi; ma ogni ventata sembrava un passo, ogni soffio sembrava una voce e qualcosa dentro di me diceva che qualcuno era dentro l’edificio. Non aspettai che si attivasse il cavo: andai a nascondermi sotto il pannello a scorrimento nel pavimento, sotto c’era un piccolo spazio, entrai e mi chiusi dentro; indipendentemente da quanto diventasse forte la tempesta, indipendentemente da chi fosse venuto a cercarmi, nessuno mi avrebbe trovato qui. Aspettare al buio era brutto, ma dormire sotto il pavimento fu la cosa più gradevole accaduta in settimane. Sono Benjamin Giraud, e questo è Hunt the Truth.


Voce conduttore televisivo: In una conferenza stampa, il novello Senatore Andrew Del Rio ha effettuato delle dichiarazioni pubbliche riguardanti il massacro dello scorso mese all’ambasciata su Biko.

Non è un buon segno per la democrazia quando una catastrofe colpisce profondamente la maggior parte degli elettori e apparentemente ogni politico cerca di allineare le masse con sé. Qualunque cosa, dalla spesa militare a riduzione delle tasse; non il senatore Del Rio però: i suoi discorsi erano focalizzati su un singolo ben definito bersaglio.

Del Rio: Dunque, il Master Chief ha assalito una riunione di attivisti di pace, e ha cominciato a sparare alla gente. Ora, mi spiace ma gli Spartan-II sono difettosi alla base e pericolosamente obsoleti. Loro costituiscono un pericolo con la loro tecnologia e la loro neurologia decrepita, ma continuiamo a prendere dalle tasche di chi paga le tasse! Ora però vediamo il costo reale: Quel programma non è costruito su una gloria trasandata ma su PRINCIPI TRASANDATI. Portatori di armi comandati da menti sempre più deteriorate! C’è un preciso motivo per cui non vedrete mai un video di uno Spartan-IV che attacca un civile o che assassina eroi; io posso PERSONALMENTE garantire che OGNI SINGOLO Spartan-IV è sia un eroe che una persona. Dopo la tragedia accaduta su Biko, non credo ci sia una persona in vita che possa dire lo stesso per gli Spartan-II. Ricordatevi le mie parole: se non riusciamo a smantellare il Progetto Spartan-II, ci saranno altri Biko e ci saranno altri massacri. Nessuno vuole dirlo ma DIAMINE, QUALCUNO DEVE FARLO, per quelle 19 famiglie i cui cari non torneranno mai a casa, per colpa di questo Spartan decaduto, per colpa di questo bastardo assassino di un soldato che ha abbandonato la sua carica, disonorato l’uniforme e massacrato le stesse persone che HA GIURATO DI PROTEGGERE. In nome della decenza, è ora di abbattere quella statua e abbattere il Master Chief.

Dovevo riconoscerlo: quel Del Rio era ben concentrato. Per quanto odiassi Del Rio e tutta la macchina propagandistica come fughe di informazioni, video, non mentivano. Chief aveva sparato alla guardia del corpo personale dell’ambasciatore Sakibo a bruciapelo, aveva preso l’ambasciatore ed era fuggito con la delegazione aliena facendosi strada attraverso una sparatoria, abbandonando il corpo di Sakibo il giorno successivo. Questi erano i fatti e per quanto corrotti fossero i politici, non potevo combattere contro le prove. Chief doveva venire allo scoperto e sottoporsi a processo cosicché potessimo scoprire la verità. Io credevo ancora in Chief: credevo che la sua leggenda potesse essere restaurata, sapevo che c’era dell’altro in questa storia. Non so se ero stanco a causa del mattino in arrivo o se ero stato distratto da Del Rio, ma nemmeno sentii l’intruso quando fece scattare l’allarme.

*rumore di stoviglie che cadono*

Voce familiare: Ma cos?-aaah! Oh cavolo!
Benjamin: *terrorizzato* oddio! -cos?… Ray?!? Sei tu?

*Ray entra dalla porta*

Ray Kurzig: Eh… sì. Ma perché hai messo una trappola?
Benjamin: COSA CI FAI QUI? NON SARESTI DOVUTO ARRIVARE PRIMA DI DOMANI, MI HAI SPAVENTATO, CAZZO!
Ray: Sì ma non è che ti- Che cosa diavolo hai combinato qui? E’ roba che non farebbe neanche mia figlia.

Il cavo a innesco aveva funzionato piuttosto bene. Aveva fatto cadere i tegami da una sporgenza. Piuttosto efficace. La mia vita in esilio non era meravigliosa. Dispensa, bagno, lavandino… la mia routine non era altro che mangiare da lattine, pulire il bagno, stiracchiarmi e fare controlli di sicurezza. Ero di nuovo sul fronte.

Ray: Il posto poi… sembra fare schifissimo.
Benjamin: Questo è certamente d’aiuto Ray! Grazie, eeh… Aspetta, che strada hai preso per venire qui?
Ray: Rilassati. Massime precauzioni, per quanto riguarda la sorveglianza anche poco etica del governo, risulto ancora dentro casa mia.

Purtroppo Ray non sapeva nulla su Mishak, né sul congresso.

Benjamin: Ma allora cosa succede? Novità dal mondo della moda? Cos’hai?
Ray: Quello o… La verità su Biko.

Apparentemente, dopo un tutorial di Mishak su come sfruttare la fanghiglia di informazioni, Ray era rimasto in ascolto, e qualche giorno prima era riuscito ad ascoltare una frequenza insolita diretta dove non avrebbe dovuto essere: i Sangheili, la razza aliena coinvolta nei trattati di pace, avevano inviato una trasmissione sui server dell’UEG sulla Terra il giorno dopo la fuga di informazioni; il governo l’aveva tenuta nascosta bene.

*Si sente la voce di un Sangheili in sottofondo*

Ray: Questo è il capoclan Sangheili che afferma che loro non avevano niente a che fare con il massacro e che nemmeno “il demone” era responsabile.

I Sangheili chiamavano il Chief “il demone”, probabilmente perché nel corso degli anni aveva ucciso migliaia dei loro soldati dunque gli avevano conferito un saluto militare. Ma i Sangheili dovevano per forza dire la verità: conoscendoli, se avessero fatto un massacro e avessero inviato in seguito un messaggio in esso si sarebbero vantati delle uccisioni, non avrebbero fatto un appello alla giustizia.

Ray: Sembra che lui stia dicendo che Biko freme per la vendetta.
Benjamin: Cosa? No, ascolta, sono giorni che guardo Biko e la situazione è calmissima!
Ray: Esatto! Ma… Ho fatto dei controlli. Si tratta di un loop. Le colonie esterne sono quasi certamente tagliate fuori, ma Biko è tagliato fuori proprio da tutti. Nessuno fuori da Biko sa cosa sta accadendo lì è… È brutta.

Ray era riuscito a contattare Ravi: un cacciatore di informazioni che si recava in posti pericolosi per poi vendere quello che recuperava al miglior offerente. Era rimasto su Biko a raccogliere i fatti sin dal funerale di Sakibo, e per questo lavoro Ray lo stava pagando piuttosto bene.

Ray: Proteste, sommosse, legge marziale, ma sin dal massacro, nessuna carica pubblica su Biko ha detto una singola parola al riguardo.

Almeno non in pubblico; fuori dai riflettori i contatti di Ravi all’ambasciata erano furibondi. I colleghi di Sakibo volevano fare dichiarazioni pubbliche, scagionare i Sangheili, ma non potevano! Il magistrato Laurel Adams aveva zittito le cariche pubbliche e i media. Nessuno parlava.

Benjamin: Com’è possibile che avesse il potere di fare questo?
Ray: Non lo aveva! Il bavaglio arriva direttamente per ordine dalla Terra.
Benjamin: L’UEG? Perché avrebbero dovuto manipolare il massacro? Per proteggere Chief?
Ray: No. Per proteggere loro stessi.

Dopo aver scoperto una pericolosa falla nella sicurezza una settimana prima dei dibattiti, l’ambasciatore Sakibo aveva chiesto in ginocchio supporto dall’UEG, un bisogno disperato di supporto! Ma i senatori lo avevano rimbalzato con una rifiuto automatico. L’ufficio di Sakibo non aveva scelta: il prezzo sarebbe stato la stabilità politico-sociale della regione, quindi andarono a discutere ugualmente e… La situazione si era messa molto, molto male.

Ray: Giunto l’ordine di non divulgazione, i media sono rimasti in silenzio, l’unica cosa che Ravi è riuscito a sapere quando ha chiesto chi fosse coinvolto è stata: Non i Sangheili. Ma quando FERO ha fatto trapelare il video di Chief, le strade sono andate nel chaos e la gente di Sakibo ha dovuto agire: hanno violato gli ordini dai superiori e hanno avviato un’indagine sul massacro; gli unici sospetti erano persone di un gruppo estremista conosciuto come “Sapien Sunrise”.

I Sapien Sunrise credevano che l’integrazione tra specie avrebbe distrutto la civiltà. “Gli umani sono puri, gli alieni sono cattivi”, quel genere di cose. La maggior parte di questi gruppi stava riunita nella cantina di qualcuno a confabulare discorsi di odio, ma Ray disse che questi erano terroristi veri e propri: avevano benefattori, seguivano protocolli militari; i Sapien Sunrise non erano gente da stare con le mani in mano e la conferenza di Sakibo rappresentava ogni cosa da loro detestata.

Ray: Quindi è così: sono stati loro.
Benjamin: Bhe questa mi sembra un indagine fin troppo breve!
Ray: Hanno complottato di assassinare l’ambasciatore Sakibo, incastrare gli alieni e interrompere i trattati di pace. Ascolta, non so se i Sapien Sunrise potessero contare su informatori o se fossero solo dei pazzo furiosi, ma loro erano bravi.

Stando alle dichiarazioni degli investigatori, i Sapien Sunrise avevano minacciato pubblicamente l’ambasciata per mesi; non c’è da stupirsi che l’ordine di non divulgazione avesse infastidito i diplomatici. Ma una volta avviata l’indagine, non ci volle molto a ricollegare quattro dei civili morti al ramo locale dei Sapien, assieme a quattro guardie dell’ambasciata e la guardia personale stessa di Sakibo: un uomo con notevoli protezioni balistiche e il primo ad essere ucciso da Master Chief una volta entrato nella camera. In pratica, nove dei Sapien erano infiltrati all’ambasciata quel giorno.

Ray: E Chief ha eliminato ognuno di loro.
Benjamin: Diamine.
Ray: Eeee… Ci sono anche prove che Chief non ha ucciso alcun innocente.
Benjamin: Aspetta! Cosa? Dov’è quella parte nel video?
Ray: Apparentemente, c’è un secondo video.
Benjamin: RAY?!? Ce l’hai qui?!?
Ray: No… ma è la fuori. E ci sono anche testimoni.
Benjamin: COSA? Possiamo ottenerlo?
Ray: No!
Benjamin: E per quanto riguarda le comunicazioni dell’UEG? Con esse possiamo dimostrare che sono stati negligenti e che hanno negato la richiesta di aiuto da Sakibo!
Ray: Ravi non è riuscito a recuperarlo, l’ordine di non divulgazione ha colpito duro, Ben.
Benjamin: Sono tornati in silenzio? Dopo tutto quello hanno smesso di indagare?!?
Ray: Ravi pensa che l’UEG abbia offerto qualcosa di grosso ai diplomatici.
Benjamin: Oh certo, come mettere assieme i Sapien, gli alieni e il Chief in un buco solo e… Dai, è assurdo!
Ray: Ascolta, siamo già fortunati ad avere quello che abbiamo. Inoltre… I diplomatici hanno detto che la giustizia sarebbe arrivata presto.
Benjamin: GIUSTIZIA? Diranno che sono stati i Sapien Sunrise con l’aiuto del Master Chief! E la faranno pure franca! Cioé cos’è che non va con sta gente?!?
Ray: Eh… Sono il male.

Gli uomini di Sakibo avevano lavorato per creare un mondo migliore in una regione dello spazio dove le cose sono complicate. Avevano chiesto aiuto, mentre l’UEG si era rifiutato anche solo di leggere la loro richiesta, Master Chief si era fatto avanti. La sua nave era entrata in atmosfera così velocemente che l’IA che gestisce il traffico l’aveva registrata come una meteora. Considerando la traiettoria seguita per raggiungere l’ambasciata, probabilmente non era stato nemmeno aiutato come si deve. Chief si era fiondato così spedito in una situazione disperata, aveva sventato un assassinio, forse pure impedito lo scoppio di una guerra! Aveva neutralizzato persone pesantemente armate nascoste fra i civili, senza versare una goccia di sangue di innocenti; era riuscito a portare Sakibo e tutti tranne 3 dei Sangheili al sicuro; l’unica cosa di cui non era stato capace era continuare a far pulsare il cuore di Sakibo. Ma in verità, senza quel secondo video o tutti i testimoni che scagionavano Chief, senza i documenti che dimostravano la negligenza dell’UEG, non avevo nulla. Riuscivo già a vedere il piano fallire di fronte ai miei occhi.

Benjamin: Ray… Non dovevi correre dei rischi per tutto questo. Grazie.
Ray: No guarda, non avevo scelta e anzi, avrei bisogno di un favore.
Benjamin: Va bene.
Ray: Con tutto quello che sta accadendo nelle colonie esterne…. Senti, i miei genitori sono la fuori. Ravi non mi ha saputo aiutare e nessuno sembra poter comunicare, quindi se potessi contattare Petra… sentire cosa dicono sulla Terra…
Benjamin: Sì, va bene.


Ray era ansioso di sapere qualcosa sui suoi genitori. Io ero ansioso di aiutare Mishak, di aiutare Katrina a trovare Ellie, non sapevo cosa IO potessi fare per nessuno, ma chiamai ugualmente Petra. E’ brutto ammetterlo ma speravo che anche lei fosse nella mia situazione. Quando Petra rispose cominciai a mormorare cose a caso quando lei stessa mi interruppe.

Petra: Ben? BEN? Guarda, sono contenta che mi hai chiamata e.. A dire il vero ho una pista da farti seguire.
Benjamin: Cosa?
Petra: E’ venuta fuori qualche giorno fa e… Non sapevo se darla a te o cosa.
Benjamin: Petra?
Petra: La pista è sicura, è da qualcuno di cui mi fido e…
Benjamin: Petra? Non ho bisogno di essere sostenuto ora.
Petra: Ben, io non la voglio. Voglio dire, non son sicura di voler essere responsabile per averla fatta seguire a te, ma so che ne hai bisogno. Guarda qui.

Aprii l’allegato, c’erano delle coordinate, un settore nei sobborghi, sotto di esso c’era un intervallo di 72 ore che sarebbe iniziato a breve. Guardai la posizione, era su… Bliss.

Petra: Non sono sicura di cosa ci troverai, magari un server o-
Benjamin: Un server? Su un pianeta vetrificato?
Petra: Non lo so! Magari è una messinscena, l’unica cosa che so è che si tratta di un’anomalia, che per 72 ore ci sarà una breccia nella sicurezza e nessuno sarà di guardia e quello è un orario da rispettare al minuto: devi entrare e uscire entro il tempo prestabilito. Capito?
Benjamin: Uhhm… Sì, ok ok.
Petra: Ben? Questa è l’occasione di una vita, qualcuno ha rischiato la propria vita per garantirmi quelle 72 ore e io devo essere sicura che-
Benjamin: No no, lo apprezzo, va bene? Lo farò. Grazie.
Petra: Va bene. Questo è il volo che devi prendere, parte stanotte, prendi tutto quello che può tornare utile, soldi o altro, questa gente è tosta e non si fa impressionare facilmente.

Non so perché ma in quel momento mi sentii completamente pronto per quello. Era il momento di fare una mossa potente e quindi avrei seguito quella pista.

Benjamin: Ah, Petra, un’ultima domanda, mi da fastidio chiederlo ma…
Petra: Sì, puoi tenere la registrazione.
Benjamin: Cos- Aahha, aspetta, come facevi a saperlo?
Petra: Ben sei proprio un’imbranato! Abbi cura di te.
Benjamin: Va bene, grazie Petra.

Se dovevo recarmi presso i confini della civiltà, dovevo tirar su qualunque cosa potesse tornare utile, recuperare tutti i soldi che avessi ancora. Smise di piovere e mi diressi verso casa e sorprendentemente, mi sentivo bene. Uscire fuori dopo tutti questi giorni, finalmente con una destinazione, mi diede un senso di libertà e uno scopo, ancora una volta. Ero pronto a fare un’entrata ed uscita veloci, ma mentre camminavo lungo il viale del mio edifico, notai qualcosa di strano: un avviso dal municipio, che diceva che l’edificio era sotto sequestro. “Inadatto all’insediamento umano” ? Che diavolo significava? La mia chiave tuttavia funzionava ancora, quindi entrai dalla porta principale. La corrente era stata disattivata e l’edificio era silenzioso e ogni porta lungo il corridoio era sfondata.

Benjamin: Ma che diavolo? Ehilà? C’è nessuno?

Mentre camminavo lungo il corridoio, guardai nell’appartamento dei miei vicini. Ogni cosa all’interno, mobili, soprammobili, finestre, era stata coperta con un velo di plastica, che si agitava al mio passaggio. Il secondo piano era uguale: ogni porta aperta, ogni centimetro quadro coperto da un velo di plastica. Quando svoltai l’angolo però notai qualcosa di strano: la mia porta, ancora danneggiata dal calcio di Petra, era chiusa. Era l’unica porta chiusa. La aprii, e mi sentii sprofondare quando vidi l’interno. Tutto era sparito. L’intero appartamento era stato eviscerato. Tutto, anche gli impianti per la luce, gli armadi; avevano tirato via la copertura del pavimento, tirato via i cavi, tolto tutte le prese; qualunque cosa era semplicemente sparita, senza lasciare alcuna traccia. Mentre la brezza entrava da dove una volta si trovava la mia finestra, capii che le cose si erano mosse. “Il mostro” era stato qui, era venuto in casa mia, e ogni mia cosa era stata completamente cancellata. Unitevi a me nel prossimo episodio di Hunt the Truth.

Traduzione a cura di Daniele Bassanese.

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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